Una piccolissima isola sulle coste della Vandea che non ho trovato neppure sulle carte geografiche, due paesini antagonisti fra loro, uno ricco e l’altro abitato da poveri pescatori. Il ritorno del “figliol prodigo”, nel nostro caso una ragazza.
Questo il luogo dove si svolgono i fatti.
Una sensazione di “non detto” incombe su tutto il racconto.
La Harris è maestra nello stendere un velo di magico, anche quando di magico non c’è che la natura; dopo un inizio apparentemente tranquillo, fatta la conoscenza degli isolani e dell’isola accade qualcosa.
Il romanzo è come una strada in discesa, percorsa con un’auto senza freni e non si sa cosa c’è in fondo.
Giudizio di Ezechielelupo2:
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Niente burro e cannella, ma salsedine e vento in questo racconto della poliedrica Harris.
Nessuno di noi è un’isola, eppure a volte facciamo di tutto per innalzare barriere, distruggere ponti…rubare spiagge.
Anche in casa nostra.
La casa è il luogo in cui, prima o poi, si ritorna sempre: una grande città, un campo di grano, un edificio, un rifugio…un’isola, ma le isole “sono diverse”; le isole mutano ad ogni marea e invecchiano con i loro abitanti, sulla scia delle loro anime, seguendo le loro vite, gioendo e soffrendo con loro e senza avere confini, fanno delle spiagge i loro porti.
Ma le spiagge spariscono: si rubano.
…E le vite, le loro anime, gli abitanti, ma non la fede, nella “casa”, nelle tradizioni, nella “Santa”, oltre ogni confine, fuori da ogni porto.
Per Mado è una questione personale, per Flynn pure, ma le partenze e i ritorni non sono semplici come appaiono, le radici si affondano, scivolano e affondano, ma restano, per quanto strappate, per quanto alla deriva.
Il mare dà e toglie, lega e lacera…due metà di una stessa isola, due piani di una stessa casa; la forza e la fede, un tiro alla fune, una lotta per la sopravvivenza…di un’isola, un’anima, una casa.
Aragoste e ostriche, pesce fresco e marciume umano: una sapidità più acuta, meno morbida e “provenzale”, ma una nuova brezza tra le pagine di una penna che sarà sempre un porto franco.
Giudizio di Weareborg7of9:
Ascolta un brano del libro: La Spiaggia Rubata
Titolo: La spiaggia rubata
Titolo originale: Coastliners
Autore: Joanne Harris
Traduttore: Grandi Laura
Editore: Garzanti
Collana: Gli Elefanti. Narrativa
Data di pubblicazione: 2002 (prima edizione); 1° Gennaio 2003 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 9,50 €
Pagine: 430
Codice ISBN: 9788811677826
Triglie…alla Harris (Rouget à la Moutarde)!
La “nostra” autrice gourmand è generalmente nota per i suoi effluvi dolci e fragranti, ma per questo romanzo vogliamo proporre una ricetta di pesce, più adatta e decisamente gustosa.
Tratta dal libro The French Kitchen. A Cookbook, scritto a quattro mani dalla Harris e da Fran Warde, segue la traduzione dall’inglese.
Ingredienti (per 6 persone):
- 6 triglie rosse, pulite ed eviscerate;
- 2 cucchiai di senape di Digione;
- 200g di senape in grani;
- Olio di oliva q.b.;
Procedimento:
Preriscaldate il forno a 200°.
Fate 3 incisioni su ogni lato dei pesci.
Mescolate la senape di Digione con quella in grani e distribuitela abbondantemente su tutto il pesce, riempiendo bene anche i tagli. Oliate quindi una teglia piuttosto grande, posizionate il pesce su di essa e infornate nella parte superiore del forno per 20 minuti.
Servite una triglia alla volta.
Le triglie possono essere accompagnate con delle patate stufate e del crescione.
Un po’ di sale in zucca: …”When I was a child, red mullet were so common on Noirmoutier that you could almost catch them with your hands”…
(The French Kitchen. A Cookbook, Joanne Harris e Fran Warde)