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The Watsons


Per chi conosce già la penna di zia Jane (o Miss Austen o, semplicemente Jane Austen, a seconda del grado di confidenza che avete acquisito con lei), questo romanzo incompiuto, riserverà tutte le classiche pennellate di colore che solitamente caratterizzano i suoi personaggi più celebri.

L’autrice britannica più amata di sempre, inizia a comporre il manoscritto intorno al 1802, ma la morte del padre, tre anni dopo, probabilmente la fece desistere dal portarlo a pieno compimento; tant’è che noi oggi abbiamo il piacere di leggere le sue 18000 parole scarse, grazie alla biografia che della zia fece James Edward Austen-Leigh (Memoir of Jane Austen), pubblicata nel 1871, nella quale veniamo anche a conoscenza di come la vicenda di Miss Emma Watson e dei suoi non troppo piacevoli parenti e amici, avrebbe dovuto svilupparsi, almeno secondo la confidenza – così parrebbe – all’adorata sorella Cassandra, dalla stessa JA.

Al di là del gossip redazionale, il brano è una meravigliosa e vivace scenetta di ingresso che prelude ad una serie di intrecci all’altezza delle trame degli altri capolavori austeniani.
La sala da ballo è forse la scenografia più sfruttata dalla scrittrice di Steventon, perché è senza dubbio il luogo migliore in cui osservare la varietà e talvolta l’assurdità dell’umanità, la cui descrizione è una perla di ironia e humor nelle pagine di The Watsons. Come sempre, la Austen riesce nell’intento di celebrare, nonostante tutto, un evento fondamentale per la società in cui viveva, a cui lei stessa prendeva parte con gran divertimento. Era un’eccellente ballerina!

Nella protagonista Emma, poi, c’è molto della sua arguzia e della sua acuta osservazione di caratteri, c’è molto della Jane che a quasi 200 anni dalla morte, è in grado di generare folle di seguaci in tutto il mondo (la sottoscritta ne è un esempio!) che non si stancheranno mai di visitare qualche sala da ballo, tra vesti, nastri e cappellini, nella speranza che qualche colonnello, Lord o semplice gentleman le inviti per ben due o tre giri di danza consecutivi, per poi sorriderne – o riderne – con la propria sorella per tutto il giorno successivo.

I “parenti serpenti” di questa sventurata eroina poi ricalcano perfettamente le figure di speranzosi arrampicatori sociali, la cui morale risiede quasi esclusivamente nelle sterline di rendita dell’affascinante donnaiolo di turno o nella cospicua dote dell’insignificante lady nubile del circondario.

Cammeo finale: il padre; in questo caso vecchio ed infermo (un po’ come Mr. Woodhouse in Emma…Ancora lo stesso nome: sarà un caso?!), ma pur sempre la colonna portante della famiglia, l’ancora a cui l’assennata protagonista si aggrappa per non lasciarsi travolgere dalla tempesta che infuria intorno a lei. In ogni famiglia uscita dalla penna di Miss Austen il patriarca è un uomo dolce e razionale, guarda caso, molto simile al compianto Reverendo Austen.

Giudizio di Weareborg7of9: gufolibro4_tras

60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: The Watsons

Titolo: The Watson
Titolo originale: The Watson
Autore: Jane Austen
Traduttore: Ierolli Giuseppe
Editore: http://www.jausten.it/jaaothewatsons.html
Collana: –
Data di pubblicazione: 1871 (prima edizione); 2012 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: Gratuito
Pagine: 86
Codice ISBN:

Categorie: Austen Jane, Classico | Tag: , , , | Lascia un commento

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