Archivi del mese: ottobre 2013

Cave Canem


Cave canem

Dopo alcune pagine introduttive che raccontano gli esordi di Publio Aurelio Stazio come paterfamilias, ambientato a Roma nell’anno 772 ab urbe condita (dalla fondazione di Roma, 19 d.C.), questo giallo storicamente corretto e preciso, prosegue 25 anni più tardi.

Publio Aurelio, ormai quarantenne e senatore dell’impero del Divo Claudio, si trova coinvolto a Baia, l’odierna Bacoli, non lontana da Neapolis, nelle indagini per scoprire il colpevole delle morti di alcuni membri della famiglia dei Plauzi, e le possibili ragioni dei delitti all’apparenza tutte plausibili.

Le vicende spaziano dall’interno della ricca villa della pusilla Roma, a Neapolis e a Cuma, dove la Sibilla suggerisce oscuri messaggi. Ogni persona coinvolta può essere sospettata e ognuno teme di diventarne la prossima vittima.

Circondato da ricchi personaggi, schiavi, furbetti servitori e matrone più o meno giovani che vogliono accalappiare l’eterno scapolo e farsi introdurre nella società romana, Aurelio riuscirà a smascherare il colpevole e a consegnare alla nobile famiglia di cui è ospite, il legittimo paterfamilias.

Questo libro, primo delle indagini del patrizio romano, è un fedele spaccato della vita e della società della città Caput Mundi, di Baia meta privilegiata per le sue terme e per i suoi ozi, delle domus dei signori e degli ergastula degli schiavi, nonchè del più ricco ceto del tempo.

Alla fine del raccondo, il libro viene completato da un ricco e utile vademecum di notizie e informazioni sulla storia e i costumi del I secolo d.C. e da un dizionario con i vocaboli latini ricorrenti in queste pagine.

Davvero una finestra spalancata sull’Urbe antica.

Ave atque vale.

Giudizio di 2Mog2:  gufo libro35

 

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Titolo: Cave Canem
Titolo originale: Cave Canem
Autore: Danila Comastri Montanari
Traduttore: –
Editore: Mondadori
Collana: Oscar Bestsellers
Data di pubblicazione: 1993 (prima edizione); 28 Maggio 2013  (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 9,90 €
Pagine: 280
Codice ISBN: 9788804630258

Categorie: Comastri Montanari Danila, Giallo-storico, Letteratura italiana, Un'indagine di Publio Aurelio Stazio | Tag: , , , , , , , , , , , , , , | 1 commento

Il giocatore


Per chi ha familiarità con almeno certi romanzi di Dostoevskij, sarà evidente sin dalle prime pagine l’ingenua semplicità che accomuna alcuni suoi celebri personaggi con Aleksej Ivànovic, il protagonista di questo spaccato di vita di un gruppo di uomini (e donne) arricchiti più dalla tronfia avidità che dall’effettivo tintinnare di fiorini nelle loro tasche.
Un precettore all’apparenza assennato, così doveva sembrare ufficialmente ai maitre dei Grand Hotel tedeschi che ospitavano il generale, la figlioccia Polina, il francesino cercatore di dote e le sue “complici” e poi anche l’impetuosa e temibile baboulinka; così, nella prima parte di quelle che, si riveleranno presto essere le sue memorie, il modesto e devoto narratore ci presenta la scenografia e gli attori della tragicomica vicenda in cui reciterà egli stesso un ruolo attivo. E ci aiuterà anche gradualmente a prendere confidenza con il beffardo deus ex machina (in negativo) che muoverà tutti i fili come fossero marionette: il GIOCO (d’azzardo).
Giocare per gli altri preserva quel provvidenziale residuo di pudore che permette di guardare il micromondo attorno a sé da osservatore esterno, di assistere addirittura al crollo psicofisico di una schiera di potenziali avvoltoi posti di fronte alle miserevoli conseguenze di una dispotica, seppur attempata, matrona con i lacci della borsa troppo allentati e vinta dallo spasmodico bruciore adrenalinico che il vorticare della roulette sa insinuare.
Il guaio è quando la febbre incomincia a divorare anche te, quando l’ebrezza e l’impossibile passione per un’instabile signorina (russa)sgretola tutta la fermezza d’animo di un uomo e lo travolge nel vortice del vizio, di cui lei non si è mai voluta sporcare direttamente le guantate manine.
Una puntata tira l’altra e paradossalmente è più facile smettere dopo un giro sfortunato che a seguito di una vincita. La malattia diventa sempre più grave, si cronicizza e poi ti distrugge, ti obnubila la mente, tanto da non riconoscere quasi un gesto amico, il vero affetto.
Si parla ancor oggi del gioco come di un cancro che cresce in modo subdolo, silenzioso, che non si rivela fino a quando ormai le metastasi si sono diffuse intaccando ogni tua cellula vitale, fino a quando ormai è troppo tardi; la cruda verità affrontata da Dostoevskij nei suoi racconti – la miserevole realtà di parte della sua madre patria Russia, purtroppo risulta davvero estremamente attuale e calzante anche per le situazioni che, nella migliore delle ipotesi, vediamo scorrere nei frame di un tg, ma che talvolta ci coinvolgono in prima persona.
Non voglio elargire morali comunque, anche perchè non lo fa neppure il grande scrittore di Mosca, e perchè di ipocrite banalità veniamo già bombardati quotidianamente. Lui registra e in un certo senso mette in scena, velando talvolta le sue maschere – come nel romanzo in questione – di una sconsolata e rassegnata ironia.
Il talento di Dostoevskij, a mio parere, sta tutto nel riportare sulla carta i tormenti degli animi umani, le loro angosce più opprimenti e di far loro rigurgitare, come dopo lo schiaffo di una sbornia, le più contorte elucubrazioni, così dannatamente disarmanti ed impetuose che spesso paralizzano il più comune sentire.
Un classico forse di nicchia, ma un’opera su cui riflettere, ma anche una piacevolissima lettura che riuscirà comunque a strappare una amaro sorriso alle labbra dello “spettatore”.

Giudizio di Weareborg7of9: gufolibro4_tras

 

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Titolo: Il giocatore
Titolo originale: Игрок, Igrok
Autore: Fëdor Dostoevskij
Traduttore: Martini M.
Editore: Newton Compton
Collana: Grandi tascabili economici
Data di pubblicazione: 1866 (prima edizione); 27 Maggio 2010 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 6 €
Pagine: 662
Codice ISBN: 9788854120471

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Il diario di Mr.Darcy


Sono sempre stata profondamente convinta che molto del piacere che si trae da un libro (da un film o da una canzone) deriva dal momento particolare in cui ci si trova a leggerlo (a guardarlo o ad ascoltarla).
E’ sicuramente vero, ma in questo caso, per quanto mi riguarda, penso proprio che qualsiasi fosse stata la congiunzione astrale del periodo, ne avrei avidamente sfogliato le pagine con gli occhi sgranati.
La riproposizione della mia storia d’amore preferita raccontata da Mr.Darcy, il principe azzurro del XIX secolo, l’uomo ideale per generazioni di romantiche fanciulle, che svela il proprio cuore, che finalmente dà intima voce alle insondabili e talvolta incomprensibili acrobazie dei suoi sentimenti per quel bel paio di occhi vivaci e brillanti che noi tutte abbiamo sognato di possedere.
Keep calm and sigh with relief, my loyal readers!
Non ho intenzione di sproloquiare troppo sul magico capolavoro di zia Jane (ho già dato – https://ilessi.wordpress.com/2013/01/28/orgoglio-e-pregiudizio/ – e non voglio rischiare l’internamento), però come negare e trascurare il fatto che la Grange ha soddisfatto una delle più “morbose” curiosità di noi Janeites fallen in love with il signore di Pemberley, ovvero perdersi tra le pieghe della sua giubba fascinosa e sospirare direttamente a ritmo dei battiti del suo ancor più affascinante petto?!
Ognuna sostituisca tranquillamente il volto di Mr. Colin/Fitzwilliam Firth/Darcy con quello del suo innamorato e l’effetto del P&P poison sarà anche più invasivo.
Elizabeth di tutto il mondo attrezzatevi e recuperate pp (!!!) una copia di questo diario e poi, una volta iniziato, ricordatevi che avete una vita oltre i confini del Derbyshire e che non servirà far ammalare la vostra sorella maggiore per incontrare l’uomo della vostra vita!
Anche se sognare con perseveranza potrebbe portare benefici a breve e a lungo termine…
Per conferire un tono più professionale e british a questa recensione, dirò che l’autrice – già nota, per altro, per aver approcciato il personaggio maschile più idolatrato della Austen (purtroppo molti dei suoi testi “sul tema” non sono stati ancora tradotti in italiano) – ha dimostrato ancora una volta di conoscere intimamente la fonte della sua ispirazione, non solo nei contenuti, ma soprattutto nel tono (sfida questa sicuramente più ardua delle altre), compiendo poi tutto un lavoro di “taglio e cucito” cronologico, per cercare cioè di contestualizzare nel tempo esatto le vicende narrate, considerando che di indicazioni precise in tal senso, Jane Austen ne ha lasciate veramente poche.
I miei più sentiti ed ammirati complimenti perciò per una scrittrice da seguire ed inseguire…anche in versione originale, per i più arditi.
A me non rimane di trovarne una che svisceri P&P al contrario ormai.
Prossimamente su questi schermi.

Giudizio di Weareborg7of9: gufolibro4_tras

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Titolo: Il diario di Mr.Darcy
Titolo originale: Mr.Darcy’s Diary
Autore: Amanda Grange
Traduttore: Parisi G.
Editore: Tre60
Collana: Narrativa TRE60
Data di pubblicazione: 31 Agosto 2005 (prima edizione); 16 Ottobre 2013 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 12,90 €
Pagine: 286
Codice ISBN: 9788867021468

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Le paludi di Hesperia


 LepaludidiHesperia

Un nostos. Sì, il nostos della (mia) liceale memoria, quella parola di cui ti insegnano il significato come un mantra in IVa ginnasio e che non puoi dimenticare, pena fiocchi di 4 nelle versioni di greco, ma che allo stesso tempo, riluceva sempre come magico indizio per una comprensione complessiva di quei brani classici su cui noi, poveri studenti abbiamo sudato e tremato per anni.
Dicevo, NOSTOS=RITORNO.
Nella tradizionale letteratura della classicità, i nostoi costituiscono una vera e propria categoria, o meglio, un sub-genere della grande epica eroica, quella delle auliche storie omeriche per esempio: l’Iliade e l’Odissea, i pilastri fondanti di un intero filone di narrazioni di dei ed impavidi guerrieri, protagonisti di ere mitiche e gloriose, rimaste immortali per tutti i secoli a venire e, a quanto pare, foriere di fascino anche ai giorni nostri.
Al di là della logorroica – ma necessaria! – premessa, Le paludi di Hesperia si può etichettare perfettamente come il racconto di un lungo e travagliatissimo ritorno: quello di Diomede, figlio di Tideo, e degli altri principi Achei, vittoriosi a Troia, grazie al memorabile ingegno di Ulisse, ma sofferenti per le atroci e strazianti lame che, invisibili nel loro bronzo non umano, lacerarono le loro vite con perdite, tradimenti e crudeltà.
Come ho già accennato in qualche recensione dei suoi romanzi, sono convinta che Valerio Massimo Manfredi scriva visitato fa qualche spirito guida che gli concede la grazia di calarsi agevolmente nei panni del narratore dei luoghi e dei tempi voluti. In questo caso, Omero deve aver per lo meno soffiato nella sua stanza, perchè l’abilità con cui ricrea certe atmosfere è veramente sopraffina.
Manfredi cerca di colmare la lacuna che da sempre turba i classicisti circa i testi che dovrebbero descrivere le vicende successive la decennale grande conquista di Ilio; le sue conoscenze a riguardo non sono in dubbio e dove la ricerca storica e l’archeologia si interrompono, entra in gioco la sua fantasia.
Non voglio indugiare oltre in confronti che alcuni potrebbero quasi ritenere oltraggiosi per colui che non vede, ma è anche vero che non mi piace aderire al filone anticonformistico per forza del “disprezziamo tutto ciò che non ha almeno un migliaio di anni e che non ha contenuti dalla facilità di lettura proustiana”, perciò mi sembra cosa buona e giusta riconoscere i meriti di un professionista – poliedrico –  che compie bene il suo lavoro (e io non brillo certo per generosità in fatto di giudizi).
Consigliato sia agli amanti dell’epica classica, ma anche ai neofiti e/o alle matricole ginnasiali per approcciarsi meglio ad un mondo che, volenti o dolenti, dovranno affrontare nel modo sicuramente ingrato di verifiche, interrogazioni sui banchi di scuola.
Un libro per imparare e per sognare nello stesso tempo.

Giudizio di Weareborg7of9: gufolibro4_tras

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Titolo: Le paludi di Hesperia
Titolo originale: Le paludi di Hesperia
Autore: Valerio Massimo Manfredi
Traduttore: 
Editore: Mondadori
Collana: Oscar. Le emozioni della storia
Data di pubblicazione: 
1994 (prima edizione); 8 Luglio 2013 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio) 
Prezzo: 7,90 €
Pagine: 333
Codice ISBN: 9788804632726

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