Archivi del mese: novembre 2013

La pietra di luna


la pietra di luna

Chi ha rubato la Pietra di Luna?

Questo grande e preziosissimo diamante giallo, trafugato con la violenza da un codardo ufficiale inglese, è stato portato via da Seringapatam India, sottratto alla custodia dei tre Bramini a cui il dio Vishnu lo aveva affidato.

Arrivato in Gran Bretagna, viene donato ad una giovane donna per il suo 18° natalizio, ma scompare la notte stessa in modo misterioso.

Da qui in avanti tutte le successive vicende vengono narrate da alcuni tra i protagonisti che si alternano nel racconto con i loro diari e i loro resoconti dettagliati dei fatti, sino alla soluzione del mistero.

Man mano che la storia procede appariranno agli occhio dei lettori le immagini dei luoghi e della costa dello Yorkshire con le sue insidiose ed inquietanti sabbie tremanti, nonchè il profumo delle rose del giardino di Lady Verinder.

Collins, come nei precedenti suoi libri che ho letto (https://ilessi.wordpress.com/2013/09/29/senza-nome/ e https://ilessi.wordpress.com/2013/07/21/la-donna-in-bianco/), è un maestro nel condizionare le simpatie del lettore verso le diverse personalità che pian piano si delineeranno, influenzandole in modo alternato e spostando il peso del sospetto da una spalla all’altra dei vari personaggi.

Indagini poliziesche e non solo, amori diversi, esperimenti scientifici, forse discutibili, tradizioni indiane, un pizzico di bigottismo e, ovviamente, furfanti travestiti da angeli.

Anche in questo romanzo, l’autore inglese riesce a catturare, dalla prima all’ultima pagina, l’attenzione di chi come me si è appassionato alle sue opere.

Maake’em laugh, mke’em cry, make’em wait.

Giudizio di 2Mog2: gufolibro5_tras

 

60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: La Pietra di Luna

Titolo: La pietra di luna
Titolo originale: Moonstone
Autore: Wilkie Collins
Traduttore: Jahier Piero e Rissler Stoneman Maj-Lis
Editore: Garzanti
Collana:
I grandi libri
Data di pubblicazione:
1868 (prima edizione); 1° Gennaio 2000 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio) 
Prezzo: 2 €
Pagine: 533
Codice ISBN: 97888811132554

Earl Grey Tea

Uno dei momenti più intimi e “caldi” delle famiglie inglesi, di ogni ceto sociale, è sicuramente il rito del té. Anche nelle dimore dove il romanzo si svolge, è tanto importante e particolare, che il celebrato sergente Cuff riesce a sfruttare questa occasione per continuare le sue indagini, partecipando, nella cucina di villa Verinder alle confidenze di due domestiche che si scambiano pettegolezzi davanti ad una tazza fumante della profumata bevanda.
Vogliamo qui presentare un breve “zolletta” di notizie su uno dei più aristocratici english tea!…Ringraziando la nostra collaboratrice Carlotta autrice del prezioso contributo e prendendo così anche l’occasione di invitarvi nuovamente a prendere una fumante tazza del nostro liquido preferito sul suo blog…rigorosamente…at http://justafiveoclocktea.unadonna.it/!

earl grey tea2 …”Il più conosciuto fra i te aromatizzati è l’Earl Grey che, tra l’altro, è uno dei miei preferiti. Anche il capitano Picard lo beveva in Star Trek!

E’ una miscela di tè neri aromatizzata con olio essenziale di bergamotto che deve il suo nome a Sir Charles Grey, primo ministro inglese dal 1830 al 1834. Fu lui a berlo per primo in Europa. Secondo una leggenda, il politico avrebbe salvato la vita a un Mandarino durante un suo viaggio in China. Il funzionario cinese, in segno di riconoscenza, avrebbe così svelata la ricetta di questo tè al bergamotto a Sir grey che poi l’avrebbe portata in patria.

Dalla moglie del primo ministro inglese, la bevanda commercializzata dalla Twinings con il nome di Lady Grey. Anche qui abbiamo una miscela di foglie nere profumate al bergamotto a cui si uniscono la scorza di limone e di arancia amara. Buono, ma secondo me ha un sapore meno intenso e fresco.earl grey tea

Oggi esistono vari tipi di Earl Grey. Da poco, per esempio, ho sentito uno della Revolution a cui sono stati aggiunti fiori di lavanda: un gusto ancora più fresco e profumato. Le foglie usate in questo caso sono un mix di Ceylon, Dajeeling e Oolong di Formosa. Il profumo è inebriante e fa pensare a campi di lilla mossi leggermente dal vento in una soleggiata giornata di primavera (forse un po’ troppo poetica?)

Avete mai provato un Earl Grey speciale?”…

http:/justfiveoclocktea.unadonna.it/2010/06/04/earl-grey/

Un po’ di sale in zucca: …”a drop of tea is to a woman’s tongue what a drop of oil is to a wasting lamp”.
(Wilkie Collins, The Moonstone)

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Jane e i fantasmi di Netley


Settima indagine per la scrittrice più amata dello Uk; nuova avventura di sangue e di cuore ambientata ancora una volta a Southampton (n.b. Jane Austen, a partire dal 1807 si trasferisce nella celebre cittadina portuale dove risiederà per due anni, prima di traslocare nuovamente, a Chawton, nell’Hampshire).

La scenografia è quella del paesaggio attorno alle rovine di Netley Abbey, gotico luogo, perfetto per intrighi e misteri.
Una donna bellissima e pericolosa deciderà di prendervi dimora, dopo un’infanzia peregrina e un matrimonio sfortunato, e intorno a lei sembrerebbero ruotare le sorti di un’intera nazione…nonchè le attenzioni non proprio disinteressate di Lord Harold.
Il Furfante Gentiluomo, che sarà il vero protagonista della vicenda e che coinvolgerà la “cara Jane” dimostrandoci ancora una volta di più quanto, così “disegnata” possa essere degna degli attuali servizi segreti, si trasformerà anche sempre di più in quell’eroe romantico tanto agognato e tanto austeniano per intenderci. Il suo personaggio subisce un’evoluzione drastica e definitiva, e proprio grazie a questo elemento, il romanzo guadagna in intensità e dinamismo. L’intreccio giallo è più lineare dei precedenti, ma come al solito ben congegnato ed imprevedibile; ma la lettura svelerà il vero fuoco del quadro, su cui però terrò la bocca ben cucita.

Ho già speso molte parole, nelle recensioni delle prime 6 indagini della Barron, per pretendere che voi abbiate ancora biblica pazienza di leggermi, quindi concludo semplicemente con un’auto-riflessione: nella mia libreria riposa intatto il successivo capitolo della carriera di detective di zia Jane, ma con tutta onestà faccio ormai fatica ad accettare le conseguenze ultime dell’impresa appena conclusa…

Con la consapevolezza di avervi ulteriormente incuriosito…

Sempre vostra,

S.

Giudizio di Weareborg7of9: gufolibro4_tras

60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: Jane e i Fantasmi di Netley

Titolo: Jane e i fantasmi di Netley
Titolo originale: Jane and the Ghosts of Netley
Autore: Stephanie Barron
Traduttore: Zabini Alessandro
Editore: Tea
Collana: Narrativa Tea
Data di pubblicazione: 1° Gennaio 2003 (prima edizione); 19 Ottobre 2011 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 12 €
Pagine: 277
Codice ISBN: 9788850226276

 

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Il faraone delle sabbie


Mettiamo subito le mani avanti e avvisiamo qualsivoglia detrattore del “troppo assurdo per essere credibile” che: 1. è un romanzo; 2. si ispira comunque alle ricerche archeologiche condotte nel deserto del Negev a cui partecipò lo stesso Manfredi.
Detto questo, prometto anche solennemente che stavolta salterò la parte di elogi all’autore, perchè, capisco, potrei ormai risultare indigesta. Ultima avvertenza: una volta varcata la soglia della prima pagina, difficilmente potrete “salvarvi” tornando sui vostri passi, ma l’unica soluzione per ritrovare la vostra libertà, sarà quella di aggredire di buona lena le vicende e lasciarvi trasportare, dimenticando che avete una casa da portare avanti, marito/moglie/figli/nonni e gatti da sfamare, magari un lavoro, una vita sociale, ecc…tanto no avrete tempo.

Il reietto ed affascinante prof. Blake (con quell’aria da ribelle cane bastonato che spezza i cuori della maggior parte delle donzelle), ormai ai margini di un’esistenza votata alla cultura, scaricato dalla cinica consorte e, quel che è peggio, dall’Istituto di studi orientali di Chicago, viene improvvisamente catapultato in un’avventura degna del migliore Indiana Jones d’annata (1981). Non sarà l’Arca dell’Alleanza e non sarà Princeton, ma gli altri elementi che hanno reso Indy un mito per intere generazioni, nel racconto di Valerio Massimo sono tutti presenti e vanno a cucire una sceneggiatura mozzafiato che farebbe sorridere anche il geniale Spielberg.
Riproposto in un’America di una 50ina di anni dopo, il plot in analisi non vede più i Nazisti interpretare il ruolo dei cattivi, ma la minaccia dei terroristi islamici, gli intrighi dei servizi segreti israeliani e gli interessi di avidi filibustieri dell’imprenditoria statunitense, metteranno in serio pericolo l’industria mondiale, con il rischio di un’ecatombe senza precedenti e l’apertura di scenari apocalittici: l’Armageddon di biblica memoria.
In un rocambolesco climax di eventi, la narrazione scorre in modo torrenziale sotto i famelici occhi di chi leggi, curioso di conoscere le sorti dell’umanità, curioso di scoprire il reperto che potrebbe ribaltare le millenarie credenze del Popolo per eccellenza, di capire da che parte sta chi e di respirare l’inconfondibile ed asfissiante odore del deserto.
Un’esaltante american style novel che saprà catturare anche i più refrattari library’s visitors.

Giudizio di Weareborg7of9: gufolibro4_tras

60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: Il Faraone delle Sabbie

Titolo: Il faraone delle sabbie
Titolo originale: Il faraone delle sabbie
Autore: Valerio Massimo Manfredi
Traduttore: 
Editore: Mondadori
Collana: Oscar smart collection
Data di pubblicazione: 
1998 (prima edizione); 8 Giugno 2012 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio) 
Prezzo: 5,90 €
Pagine: 369
Codice ISBN: 9788804622321

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Abu Simbel – L’Epopea di una scoperta archeologica


Penso che ognuno di noi abbia dei ricordi della propria infanzia così vividi e allo stesso tempo ormai patinati dell’inconfondibile giallo fotografico di una old-fashioned polaroid; brevi scatti che hanno immortalato attimi emozionanti o abitudini all’apparenza banali, ma che per noi custodiscono il dolce ritorno a spensierate giornate di giochi e favole.
Da bimba atipica qual ero (la normalità non è mai stata il mio forte!), rammento con nostalgico piacere le ore trascorse con il naso sui libri di favole “speciali” e le orecchie bene aperte ad ascoltare la voce di chi imploravo, con la classica fanciullesca insistenza, di raccontarmi le storie e le leggende dei popoli antichi, di spiegarmi il perchè e il per come tradizioni e culture di uomini “veri”, ma vissuti così tanti anni indietro nel tempo da sembrare personaggi inventati, a volte magici.
In casa mia l’affascinante epoca dell’Antico Egitto e dell’archeologia avventurosa del XIX secolo, è sempre stata la “favola preferita”, quella più desiderata e di conseguenza più nota, e in un certo senso anche la lezione imprescindibile, basilare, come saper leggere e scrivere, e che per tanti anni mi è sembrata assolutamente naturale conoscere (sia chiaro, nessuno vanta nozioni specialistiche).

Per tutte queste storie…grazie papà.

Adesso so che ti stupirò, ma te lo devo.
Ti prometto che non dimenticherò mai le tue spiegazioni davanti alle teche del Museo Egizio di Torino, visitato così tante volte, ma sempre da riscoprire con entusiasmo, le tue “interrogazioni” (e la mia ostinata ed irrecuperabile perplessità di fronte ad un sistro…!). Conserverò e porterò sempre con me, ovunque sarò (anche al British Museum?!), quel meraviglioso gioco che mi hai regalato da piccolina per imparare i geroglifici, i miei esercizi, i tuoi “voti”, la tua pazienza alle mie richieste di insegnarmi i rudimenti per riuscire a leggere almeno i cartigli più intuitivi.
Grazie papi, perchè se mi diverto ancora ad affibbiare nomignoli ai “miei” faraoni – e perchè se ho dei miei faraoni -, perchè se mai avrò un gatto lo chiamerò Bastet, perchè se ero consapevole della rivoluzionaria importanza della stele di Rosetta già in tenera età, e perchè se non mi inganno tra Alto e Basso Egitto, è solo merito tuo.
E poi papino ti ringrazio anche perchè se da piccola non avessi assorbito tutto questo come una spugna, forse non sarei diventata un’archeologa (cit. papà:…”ma poi vai a scavare in Egitto dove ci sono i serpenti?!”…Io:…”Adesso che mi ci fai pensare…forse non mi specializzerò in egittologia!”…).

No, non ho blaterato fino a questo momento a scopo autocelebrativo; però ancora grazie papà, perchè mi hai voluto nuovamente “raccontare” una storia consigliandomi questo libro: prezioso resoconto della scoperta del celeberrimo complesso di Abu Simbel, forse con le piramide e la Sfinge, uno dei simboli dell’immaginario comune dell’Egitto faraonico.
La cronaca quasi romanzata che l’autore presenta è un esaustivo e notevole racconto di una delle più esaltanti spedizioni archeologiche dell’epoca d’oro, in cui abbondante passione, buoni finanziamenti frutto di raffinate e nobili sensibilità e abilità diplomatiche, sopperivano alle non proprio ortodosse tecniche di ricerca, documentazione e recupero dei siti.
E’ un po’ come aprire un polveroso diario di scavo, dalla copertina di pelle consunta ed odorosa, dalle pagine macchiate e granulose dell’infida sabbia del deserto Sahariano. Non si può non ammirare la caparbietà di Belzoni, essere solidali con i suoi collaboratori “tiranneggiati” in esplorazioni lunghissime e reiterate, al limite della sopportazione umana, non si può non sorridere di fronte al genuino stupore dei diversi avventurieri che nei decenni sono arrivati a calpestare la terra rossa di questo “tempio dei grandi colossi”.
Un testo non ordinariamente scientifico, fuori dal nostro tempo, come se fosse esso stesso parte di questa leggenda che per molti ancora è l’età dei vari Ramses, Sethi e Nefertari.

Papà, senza di te non avrei mai potuto imparare ad amate tutto questo, senza di te non avrei mai potuto essere quella che sono e che ho scelto con orgoglio di essere.
Ti voglio bene.

…”Tu ti ergi glorioso ai bordi del cielo, o vivente Aton !
Tu da cui nacque ogni vita.
Quando brillavi dall’orizzonte a est
riempivi ogni terra della tua bellezza
sei bello, grande, scintillante,
Viaggi al di sopra delle terre che hai creato,
abbracciandole nei tuoi raggi,
tenendole strette per il tuo amato figlio (Akhenaton).
Anche se sei lontano, i tuoi raggi sono sulla Terra;
Anche se riempi gli occhi degli uomini, le tue impronte non si vedono.”…

Giudizio di Weareborg7of9: gufo libro45

60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: Abu Simbel

Titolo: Abu Simbel – L’epopea di una scoperta archeologica
Titolo originale: Abou-Simbel et l’épopée de sa découverte
Autore: Louis A. Christophe
Traduttore: Burri C.M.
Editore: Einaudi
Collana: Saggi
Data di pubblicazione: 1965 (prima edizione); 1970 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 19,63 €
Pagine: x-309
Codice ISBN: 9788806094157

Categorie: Archeologia, Christophe Louis A. | Tag: , , , , , , , , , , , , , , , | Lascia un commento

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