Archivi del mese: dicembre 2014

La Notte di Natale


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Un brevissimo racconto pieno di tenerezza che nelle poche ore di una Messa la notte di Natale svela a Gaspare un grande segreto che potrebbe sconvolgergli la vita…

Giudizio di 2mog2: gufo libro45

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Titolo: La Notte di Natale
Titolo originale: La Notte di Natale
Autore: Alfredo Oriani
Traduttore: 
Editore: Tabula fati
Collana: 365 Racconti per un anno
Data di pubblicazione: 1904 (prima edizione);  Gennaio 2012 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Pagine: 32
Prezzo: 2 €
Codice ISBN: 9788874752577

Categorie: Letteratura italiana, Natale, Oriani Alfredo | Tag: , , , , | Lascia un commento

Il Natale di Martin


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…”In una certa città viveva un ciabattino, di nome Martin Avdeic. Lavorava in una stanzetta in un seminterrato, con una finestra che guardava sulla strada. Da questa poteva vedere soltanto i piedi delle persone che passavano, ma ne riconosceva molte dalle scarpe, che aveva riparato lui stesso. Aveva sempre molto da fare, perché lavorava bene, usava materiali di buona qualità e per di più non si faceva pagare troppo.
Anni prima, gli erano morti la moglie e i figli e Martin si era disperato al punto di rimproverare Dio. Poi un giorno, un vecchio del suo villaggio natale, che era diventato un pellegrino e aveva fama di santo, andò a trovarlo. E Martin gli aprì il suo cuore.
– Non ho più desiderio di vivere – gli confessò. – Non ho più speranza.
Il vegliardo rispose: « La tua disperazione è dovuta al fatto che vuoi vivere solo per la tua felicità. Leggi il Vangelo e saprai come il Signore vorrebbe che tu vivessi.»
Martin si comprò una Bibbia. In un primo tempo aveva deciso di leggerla soltanto nei giorni di festa ma, una volta cominciata la lettura, se ne sentì talmente rincuorato che la lesse ogni giorno.
E cosi accadde che una sera, nel Vangelo di Luca, Martin arrivò al brano in cui un ricco fariseo invitò il Signore in casa sua. Una donna, che pure era una peccatrice, venne a ungere i piedi del Signore e a lavarli con le sue lacrime. Il Signore disse al fariseo: «Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e non mi hai dato acqua per i piedi. Questa invece con le lacrime ha lavato i miei piedi e con i suoi capelli li ha asciugati… Non hai unto con olio il mio capo, questa invece, con unguento profumato ha unto i miei piedi.»
Martin rifletté. Doveva essere come me quel fariseo. Se il Signore venisse da me, dovrei comportarmi cosi? Poi posò il capo sulle braccia e si addormentò.
All’improvviso udì una voce e si svegliò di soprassalto. Non c’era nessuno. Ma senti distintamente queste parole:
– Martin! Guarda fuori in strada domani, perché io verrò.
L’indomani mattina Martin si alzò prima dell’alba, accese il fuoco e preparò la zuppa di cavoli e la farinata di avena. Poi si mise il grembiule e si sedette a lavorare accanto alla finestra. Ma ripensava alla voce udita la notte precedente e così, più che lavorare, continuava a guardare in strada. Ogni volta che vedeva passare qualcuno con scarpe che non conosceva, sollevava lo sguardo per vedergli il viso.
Passò un facchino, poi un acquaiolo. E poi un vecchio di nome Stepanic, che lavorava per un commerciante del quartiere, cominciò a spalare la neve davanti alla finestra di Martin che lo vide e continuò il suo lavoro.
Dopo aver dato una dozzina di punti, guardò fuori di nuovo. Stepanic aveva appoggiato la pala al muro e stava o riposando o tentando di riscaldarsi. Martin usci sulla soglia e gli fece un cenno.
– Entra – disse – vieni a scaldarti. Devi avere un gran freddo.
– Che Dio ti benedica!- rispose Stepanic. Entrò, scuotendosi di dosso la neve e si strofinò ben bene le scarpe al punto che barcollò e per poco non cadde.
– Non è niente – gli disse Martin. – Siediti e prendi un po’ di tè.
Riempi due boccali e ne porse uno all’ospite. Stepanic bevve d’un fiato. Era chiaro che ne avrebbe gradito un altro po’. Martin gli riempi di nuovo il bicchiere. Mentre bevevano, Martin continuava a guardar fuori della finestra.
– Stai aspettando qualcuno? – gli chiese il visitatore.
– Ieri sera- rispose Martin – stavo leggendo di quando Cristo andò in casa di un fariseo che non lo accolse coi dovuti onori. Supponi che mi succeda qualcosa di simile. Cosa non farei per accoglierlo! Poi, mentre sonnecchiavo, ho udito qualcuno mormorare: “Guarda in strada domani, perché io verrò”.
Mentre Stepanic ascoltava, le lacrime gli rigavano le guance. – Grazie, Martin Avdeic. Mi hai dato conforto per l’anima e per il corpo.
Stepanic se ne andò e Martin si sedette a cucire uno stivale. Mentre guardava fuori della finestra, una donna con scarpe da contadina passò di lì e si fermò accanto al muro. Martin vide che era vestita miseramente e aveva un bambino fra le braccia. Volgendo la schiena al vento, tentava di riparare il piccolo coi propri indumenti, pur avendo indosso solo una logora veste estiva. Martin uscì e la invitò a entrare. Una volta in casa, le offrì un po’ di pane e della zuppa.
– Mangia, mia cara, e riscaldati – le disse.
Mangiando, la donna gli disse chi era: – Sono la moglie di un soldato. Hanno mandato mio marito lontano otto mesi fa e non ne ho saputo più nulla. Non sono riuscita a trovare lavoro e ho dovuto vendere tutto quel che avevo per mangiare. Ieri ho portato al monte dei pegni il mio ultimo scialle.
Martin andò a prendere un vecchio mantello. – Ecco – disse. – È un po’ liso ma basterà per avvolgere il piccolo.
La donna, prendendolo, scoppiò in lacrime. – Che il Signore ti benedica.
– Prendi – disse Martin porgendole del denaro per disimpegnare lo scialle. Poi l’accompagnò alla porta.
Martin tornò a sedersi e a lavorare. Ogni volta che un’ombra cadeva sulla finestra, sollevava lo sguardo per vedere chi passava.
Dopo un po’, vide una donna che vendeva mele da un paniere. Sulla schiena portava un sacco pesante che voleva spostare da una spalla all’altra. Mentre posava il paniere su un paracarro, un ragazzo con un berretto sdrucito passò di corsa, prese una mela e cercò di svignarsela. Ma la vecchia lo afferrò per i capelli. Il ragazzo si mise a strillare e la donna a sgridarlo aspramente.
Martin corse fuori. La donna minacciava di portare il ragazzo alla polizia. – Lascialo andare, nonnina – disse Martin. – Perdonalo, per amor di Cristo.
La vecchia lasciò il ragazzo. – Chiedi perdono alla nonnina – gli ingiunse allora Martin.
Il ragazzo si mise a piangere e a scusarsi. Martin prese una mela dal paniere e la diede al ragazzo dicendo: – Te la pagherò io, nonnina.
– Questo mascalzoncello meriterebbe di essere frustato – disse la vecchia.
– Oh, nonnina – fece Martin – se lui dovesse essere frustato per aver rubato una mela, cosa si dovrebbe fare a noi per tutti i nostri peccati? Dio ci comanda di perdonare, altrimenti non saremo perdonati. E dobbiamo perdonare soprattutto a un giovane sconsiderato.
– Sarà anche vero – disse la vecchia – ma stanno diventando terribilmente viziati.
Mentre stava per rimettersi il sacco sulla schiena, il ragazzo sì fece avanti. – Lascia che te lo porti io, nonna. Faccio la tua stessa strada.
La donna allora mise il sacco sulle spalle del ragazzo e si allontanarono insieme.
Martin tornò a lavorare. Ma si era fatto buio e non riusciva più a infilare l’ago nei buchi del cuoio. Raccolse i suoi arnesi, spazzò via i ritagli di pelle dal pavimento e posò una lampada sul tavolo. Poi prese la Bibbia dallo scaffale.
Voleva aprire il libro alla pagina che aveva segnato, ma si apri invece in un altro punto. Poi, udendo dei passi, Martin si voltò. Una voce gli sussurrò all’orecchio:
– Martin, non mi riconosci?
– Chi sei? – chiese Martin.
– Sono io – disse la voce. E da un angolo buio della stanza uscì Stepanic, che sorrise e poi svanì come una nuvola.
– Sono io – disse di nuovo la voce. E apparve la donna col bambino in braccio. Sorrise. Anche il piccolo rise. Poi scomparvero.
– Sono io – ancora una volta la voce. La vecchia e il ragazzo con la mela apparvero a loro volta, sorrisero e poi svanirono.
Martin si sentiva leggero e felice. Prese a leggere il Vangelo là dove si era aperto il libro. In cima alla pagina lesse: « Ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi dissetaste, fui forestiero e mi accoglieste. In fondo alla pagina lesse: Quanto avete fatto a uno dei più piccoli dei miei fratelli, l’avete fatto a me.»
Così Martin comprese che il Salvatore era davvero venuto da lui quel giorno e che lui aveva saputo accoglierlo.”

di Leone Tolstoj

С Рождеством Христовым!

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Buon Natale, Gesù Bambino


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Sette racconti, sette poesie, sette storie di Natale, ricordi dell’infanzia della più popolare scrittrice austriaca per bambini, in una Vienna in tempo di guerra o degli anni immediatamente successivi al secondo conflitto mondiale.

Gli alberi si decoravano con ghirlande di carta, ma anche la carta era preziosa e nulla si poteva sprecare, poco era il cibo e poco bastava a fare festa.

Storie semplici, popolari, ma piene di speranza,  da leggere tutte d’un fiato, specialmente in questo periodo dove le luci illuminano le nostre strade e le nostre case e le tavole sono ricche di prelibatezze.

Giudizio di 2Mog2: gufo libro45

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Titolo: Buon Natale, Gesù Bambino
Titolo originale: Fröhliche Weihnachten, liebes Christkind
Autore: Christine Nöstlinger
Traduttore: Giorgi F.
Editore: Fabbri
Collana: I Delfini
Data di pubblicazione: 1997 (prima edizione); 21 Ottobre 1998 (Attualmente fuori catalogo )
Pagine: 128
Prezzo: 7,18 €
Codice ISBN: 9788845127595

 

Zuppa di piselli

C’era la guerra, il babbo di Christine combatteva sul fronte russo, anche se la famiglia della ragazza non moriva di fame, il cibo era sempre più scarso e con quello che si poteva avere con la tessera di razionamento dei viveri, la nonna era costretta ad allungare sempre di più la zuppe di piselli  con l’acqua, addensandola con la farina, che formava molto spesso dei grumi non proprio gustosi.

Ma noi ne prepareremo una buona scodella fumante, gustosissima e… senza bioccoli.

Zuppa piselli Ingredienti per 4 persone:

  • 1/2 cipolla;
  • 70 g speck o pancetta a dadini;
  • 2/3 patate;
  • 1 lattina di piselli o la stessa quantità di quelli surgelati;
  • 750 ml di acqua;
  • Olio EVO q.b.;
  • Sale e pepe q.b.

Procedimento:

Fate un soffritto con cipolla, olio EVO e speck, scolate bene la confezione di piselli e aggiungeteli al soffritto con le patate pelate e tagliate a dadini: cuocete per 4/5 minuti.
Aggiungete l’acqua, salate e portate a bollore e fate cuocere ancora fino a quando le patate non saranno cotte.
Volendo potreste aggiungere anche pastina o riso, prima del termine della cottura.
E’ un ottimo piatto unico.

Un po’ di sale in zucca: …”Seltner Gast ist stets wilkommen”. (“L’ospite raro è sempre benvenuto”).
(Proverbio tedesco
)

…Frohe Weihnachten!

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Orizzonte di fuoco


orizzonte di fuoco

Inizia una nuova serie, con un personaggio principale, Tucker Wayne (che già aveva avuto una parte in un precedente romanzo) ed il suo cane (Kane) supertecnologico con tanto di videocamera e protezione in kevlar; restano i contatti con la Sigma Force.
Senza respiro, dalla Transiberiana al “soggiorno” in Russia, dalla Namibia al Canada: tutto per trovare LUCA e porlo in condizione di non nuocere, ma sarà possibile?
Lo spunto di tutto lo troviamo all’inizio, durante le guerre boere.
Inconfondibile l’impronta di Rollins in questo romanzo scritto a due mani, ma l’interprete che più lascerà il segno è Kane, impossibile non affezionarsi.

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Titolo: Orizzonti di fuoco
Titolo originale: The Kill Switch
Autore: James Rollins
Traduttore: Ricci A.
Editore: Casa Editrice Nord
Collana: Narrativa Nord
Data di pubblicazione: 2014 (prima edizione); 26 Giugno 2014 (prima ed edizione più economica attualmente in commercio)
Pagine: 432
Prezzo: 18,6 €
Codice ISBN:9788842924982

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Una vita nel pallone


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Ponte San Pietro è uno di quei paesotti della bergamasca che non puo’ pero’ ancora  aspirare al titolo di città. Forse è anche per questo che le storie di molti spesso si intrecciano con le vite di ognuno.
Ponte San Pietro è anche uno di questi posti dove, tu non lo sai, ma tutti conoscono tutto…sì, anche di te e di ciò che te non sai! E’ il paradosso del paese di provincia: è impossibile nascondere un fatto più o meno serioso o succulento che sia, alle orecchie dei suoi abitanti, anche se tu sarai l’ultimo a venirne a conoscenza.
Lo pensavo l’altro giorno, quando una saletta stretta stretta della biblioteca comunale si è gremita di gente per assistere all’inaugurazione di un libro su una personalità che a Ponte ci ha praticamente sempre vissuto e che può essere considerata un po’ la sua celebrità.
Lo pensavo e sorridevo, perchè raramente avevo notato tanto “patriottico” sentire nella realtà Ponte, e soprattutto non mi aspettavo tanto affetto nei confronti di un talentuoso calciatore locale, dall’intemperanza vivace e dai piedi da campione, ma che comunque ha raggiunto la gloria una sessantina di anni fa (nda: …e lasciatemi aggiungere: molto di quello stesso entusiasmo, sono fermamente convinta, era rivolto all’autore del libro in questione! Bruno, ti sai far voler bene da tutti!).

Classe 1929 il Virginio Ubiali, detto Gepì. Sì, perchè in un’epoca di soprannomi modaioli e onomastica brasiliana, uno potrebbe pensare che ci si fosse montati un po’ la testa lì, in quel paesotto appunto, dove il Brembo e il suo Isolotto erano, per la gioventù della zona, l’equivalente delle ambite e gozzoviglianti spiagge romagnole, troppo lontane e costose per i ragazzi e i bulletti di allora.
E invece no: il Gepì era semplicemente il Gepì, piccoletto, agile e scattante, dai piedi raffinati, ma con la testa un po’ calda; mai cattiva, sia chiaro, anzi, ma così generosa ed accesa di passione – verso il pallone, le sue origini, i suoi cari – che forse in parte gli impedì (senza mai rammarichi) di compiere il vero grande passo e sfondare in quel mondo del calcio che, nonostante la sua stazza minuta, gli aveva offerto più di un’opportunità.
Ma nel dopoguerra bastava un campetto, un paio di scarpette nuove (e da vero professionista!), una palla di cuoio, per infiammare i cuori e scrivere pagine di colorito giornalismo sportivo, dove tutti parlavano di un attaccante di notevole livello, dove molti lo osannavano, dove alcuni lo criticavano, ma dove tutti sapevano tutto.

Questa è il racconto della vita di un calciatore, rimasta veramente normale, nelle sue vicissitudini quotidiane, con i suoi sacrifici, le soddisfazioni, con la sua tenace volontà a non cambiare mai abitudini.
E’ anche la storia di un paese di provincia, che ha visto la Guerra, ma che si è rialzato, con la forza di un lavoro che si è inventato, costruito, che ha prosperato, della sua gente, delle sue tradizioni, della sua forza ed unità.
La narrazione di uno studioso puntiglioso e zelante, di un tifoso del bel calcio, di quel giocare sano e genuino in cui i soldi giravano e potevano far anche girare molte teste, ma i cuori, quelli no, spesso e volentieri erano i vincitori morali delle partite.
Uno scritto godibile, sciolto e coinvolgente, per i cultori di strategie e moduli, per chi di scarpini e tacchetti non gliene importa proprio nulla, per i concittadini con petto gonfio d’orgoglio, per i semplici curiosi.
Un pregevole pezzo di storia nella microstoria di un paese, che non è ancora città, ma che ha il suo campione, il suo soprannome, la sua passione, i suoi occhi furbi e ancora guizzanti, sempre all’erta, sempre pronti ad accorgersi di un assist, di un cross, della palla giusta, di quel gol fondamentale che cambia la storia, la sua storia…di un paese, di un popolo, di un orgoglio.

(Sono troppo “di parte” per dare un giudizio obiettivo)

Titolo: Una vita nel pallone. Fatti e misfatti di Virginio Ubiali, detto Gepì
Titolo originale: Una vita nel pallone. Fatti e misfatti di Virginio Ubiali, detto Gepì
Autore: Bruno Ravasio
Traduttore:
Editore: Lubrina Editore
Collana:
Data di pubblicazione: Dicembre 2014 (prima ed edizione più economica attualmente in commercio)
Pagine: 175
Prezzo: 14 €
Codice ISBN: 9788877665195

Categorie: Biografia, Ravasio Bruno, Sport | Tag: , , , , , , , , , , | Lascia un commento

Amelia Peabody e il serpente sacro


Amelia Peabody e il serpente sacro

Altra avventura di Amelia Peabody nell’Egitto di fine Ottocento, con quella romantica atmosfera ormai perduta per sempre, quando ogni tipo di avventuriero poteva permettersi di scavare impunemente e sottrarre reperti, con la complicità delle autorità locali.
Tempo anche di grandi superstizioni, quando la stampa scandalistica (e qui non è cambiato niente) approfittava di ogni piccolo incidente per montare storie di antiche maledizioni, intralciando non poco i lavori dei pochi personaggi seri che lavoravano per preservare e non per sottrarre.
E’ in questo scenario che si svolge questo thriller (perché di questo si tratta) con i protagonisti principali con i quali impareremo a fare conoscenza ed a affezionarcisi, libro dopo libro.

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Titolo: Amelia Peabody e il serpente sacro (pubblicato in Italia anche con il titolo Il faraone assassino)
Titolo originale: The Curse of the Pharaohs
Autore: Elizabeth Peters
Traduttore: Leccacorvi D.
Editore: Tea
Collana: Tea Mistery
Data di pubblicazione: 1981 (prima edizione); (come Il Faraone assassino)  Maggio 2013 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Pagine: 329
Prezzo: 9 €
Codice ISBN: 9788850231430

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Mosca cieca


Mosca cieca

Romanzo del 2003, ha il pregio di aver profetizzato con notevole anticipo la minaccia arabo/islamica, accreditandola altresì di sentimenti che la realtà ha purtroppo smentito.
L’avventura, quasi esclusivamente sotto i mari, scorre veloce (a parte certe delucidazioni tecniche che possono far felici solo i veri appassionati) con esiti non sempre scontati.
Indicato per chi ama l’avventura, immedesimandosi a chi, in tempo di guerra si trova a combattere sotto il mare una particolare battaglia senza vedere ne sentire fisicamente nulla di quanto ci circonda. Solo i macchinari più sofisticati lo possono fare, ma come ci si può sentire a consegnare loro il proprio destino?
Libro molto “americano” .

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Titolo: Mosca cieca
Titolo originale: Phoenix Sub Zero
Autore: DiMercurio Michael
Traduttore: Molinari A. e Pastori L.
Editore: Longanesi
Collana: I grandi libri d’azione
Data di pubblicazione: 1994 (prima edizione); 6 Giugno 2003 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Pagine: 498
Prezzo: 17,50 €
Codice ISBN: 9788830420083

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La Signora di Wildfell Hall


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Seconda opera della minore delle sorelle Brönte, poco nota e sicuramente non così tanto balzata agli onori delle “cronache letterarie” come i masterpiece di Charlotte ed Emily, The Tenant od Wildfell Hall, spicca per audacia e moderno romanticismo, tanto da necessitare una pubblicazione “protetta” all’epoca.
Accuse di crudezza e probabilmente di eccessiva emancipazione, di tematiche “forti” e divergenti dalla canonica moralità della middle/upper class dell’Inghilterra vittoriana, stravolte e riprese con abile sagacia dall’autrice che – amo immaginare – con un sardonico sorriso dipinto sulle labbra, mentre assiste alle reazioni del suo pubblico nel seguire le vicende che si snodano incalzanti tra le righe di questo carteggio.
Romanzo epistolare quindi, ma anche sotto questo aspetto formale, riesce a scardinare le “regole” della tradizione; lettere che raccontano e svelano eventi passati attraverso scelte narrative da sceneggiatore navigato, guidando lo spettatore secondo sentieri segnati e ben battuti di quel misterioso terreno che circonda Wildfell Hall.

Helen e Gilbert: una coppia atipica nel panorama novellistico soprattutto di quel tempo, molto lontani da Jane Eyre e Rochester o da Catherine e Heatcliff. Senza cadere in fastidiosi spoiler, le dinamiche delle relazioni tra i protagonisti ( e di conseguenza anche certi comportamenti di maniera) vengono ribaltati conferendo alla trama un’originalità davvero apprezzabile, oltre ad un ritmo sciolto e tempisticamente modulato.
L’eroina bistrattata si dimostrerà una donna di inusuale forza, a prescindere dall’immancabile cavaliere soccorritore: novità e femminismo (puro) all’ennesima potenza; un po’ troppo martire forse, ma non priva di passione ed energia.
Il signor Markham probabilmente non ci farà battere il cuore come i “principi azzurri” creati dalle Brönte più famose, ma La Signora di Wildfell Hall renderà noi  principesse fiere del nostro sesso (e sì, io celebro così, in modo meno urlato e conformista, la giornata mondiale contro la violenza sulle donne appena trascorsa) e ai maschietti lascerà qualche punto di riflessione.

Un classico da riscoprire. Per tutti.

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Titolo: La Signora di Wildfell Hall
Titolo originale: The Tenant of Wildfell Hall
Autore: Anne Brönte
Traduttore: Albini Francesca
Editore: Neri Pozza
Collana: Le Grandi Scrittrici
Data di pubblicazione: 1848 (prima edizione); 5 Novembre 2014 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Pagine: 592
Prezzo: 16 €
Codice ISBN: 9788854508583
book-to-filmNel 1996, la BBC produce i 3 episodi (153 min.) dell’adattamento televisivo del secondo romanzo della Brönte.5197gq9yIgL
Le miniserie, diretta da Mike Barker, ha Tara FitzGerald e Toby Stephens nei ruoli dei protagonisti principali, e vanta un ottimo riscontro di critica e pubblico.
Venne candidata per molti premi e soprattutto vinse il prestigioso BAFTA TV Awards per il miglior make up e hair design.



…”Books and movies are like apples and oranges. They both are fruit, but taste completely different”…
(Stephen King)

Categorie: Brönte Anne, Classico, Epistolare, Letteratura inglese | Tag: , , , , , , , , , , , , , , | Lascia un commento

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