Archivi del mese: dicembre 2015

Regency Christmas


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Attratta dalle due parole che compongono il titolo di questa mini antologia di racconti leggeri, forse frivoli e sicuramente di elevatissime aspettative, mi sono ritrovata tra le mani una lettura gradevole, un giusto intermezzo tra le avventure più impegnative (e impegnate) e un buon riempitivo di qui frequenti “10 minuti prima di uscire”, che non richiede una concentrazione preventiva ed un’attenzione continua.
Le pagine infatti scorrono piacevoli e lineari, dipanando pian piano trame lisce come seta e stuzzicanti con garbo, come le migliori e costose broderies delle botteghe tanto amate dalle fanciulle benestanti di ‘700-‘800 dell’Inghilterra natalizia e mondana che le vedeva protagoniste, con le loro vite e i soro sospiri.
E cosa faceva fremere di più le loro labbra delicate se non le dolci promesse di un “impenitente” cavaliere sconosciuto alla loro porta…e nei loro cuori?
Questa, più o meno, la falsa riga di tutte e tre le short stories: il primo romanzetto – della Wilson – più bröntiano, ma gli altri due (la penna di McCabe sicuramente la migliore) di chiara memoria austeniana, così tanto palese per chi conosce JA come una cara e vecchia zia!
Come dicevo, non dei capolavori, ma neppure da emarginare con sdegno e relegare tra i fotoromanzi da quattro soldi.
Del resto i sogni e le nuvole di panna non hanno prezzi o limiti!

Lo staff di iLessi prende l’occasione di augurare a tutti voi un Natale pieno di libri, parole, storie e viaggi fantastici!

Giudizio di Weareborg7of9: gufolibro3_tras

Titolo: Regency Christmas
Titolo originale: Regency Christmas Proposals
Autore: Gayle Wilson, Amanda McCabe, Carole Mortimer
Traduttore: Iervicella Laura
Editore: Harlequin Mondadori
Collana: Grandi Romanzi Storici – n° 852
Data di pubblicazione: 
1° Novembre 2010 (prima edizione); 21 Gennaio 2013 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio – Pubblicazione eBook) 
Prezzo: 5,99 €
Pagine: 315
Codice ISBN: 978885890793

 

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La Torre Nera – I lupi del Calla vol.5


I lupi del Calla

Chi sono i lupi che ad ogni generazione rapiscono alcuni bambini e li rendono dementi? Gli abitanti chiederanno aiuto al pistolero ed ai suoi amici/compagni di avventura? Che ruolo ha la “rosa” situata dietro uno steccato di una N.Y. in un altro tempo e dimensione? (riappaiono le famigerate PORTE).
Ma la grande incognita è Susannah: sarà una conseguenza dell’incontro col demone nel cerchio di Pietra?
Aye, dico grazie-sai
Tutto ciò accade nel Calla, un luogo sulla strada che alla fine condurrà (forse) alla Torre Nera, lungo il sentiero del Vettore.
P.S.: Le notti di Salem ricorrono spesso.

Giudizio di Ezechielelupo2: gufolibro4_tras

Titolo: I lupi del Calla
Titolo originale: The Dark Tower V: Wolves of the Calla
Autore: Stephen King
Traduttore: Dobner Tullio
Editore: Sperling & Kupfer
Collana: Pickwick
Data di pubblicazione: 
2003 (prima edizione); 18 Luglip 2013 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio) 
Prezzo: 14,50 €
Pagine: 864
Codice ISBN: 9788868360979

 

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Il castello del cappellaio


Il Castello del Cappellaio

Una tragedia moderna.
Potrebbe suonare come il sottotitolo di questa prima opera del novellista scozzese  A.J.Cronin.
Conosciuto per le sue tipiche ambientazioni pacifiche e serene e per i suoi personaggi pieni di buon cuore (sacerdoti e medici ricorrono di frequente nelle sue anche più celebri narrazioni), balza di sicuro all’occhio il corposo romanzo d’esordio che vede la famiglia Brodie come protagonista: storia di un drammatico incedere di vite, oppresse da un’instabile, labile ed ostentata grandezza, tanto fittizia quanto ridicola, al pari del bizzarro castello che fa da casa, scudo e impenetrabile schermo per quelle povere anime che del nome Brodie hanno subito, volente o nolente la pesante e triste eredità.
Un padre padrone, un malvagio tiranno, duro e aspro, che si crogiola nella sofferenza altrui e ne provoca spesso la prima fiamma, alimentandone poi l’incendio con un impegno che si direbbe disumano, godendone dei momenti più umilianti, ma soprattutto giustificando sempre, con improbabile e paradossale ragione, l’intento e il fine.
La cattiveria del capofamiglia e le sue ovvie conseguenze a danno dei suoi poveri consanguinei, porterà alla rovina  – scontata anch’essa forse, se ci affidiamo alla giustizia della Provvidenza – anche dello stesso elargitore di tanti mali, in un’escalation di sempre peggiori catastrofi, di fronte alle quali però sembra essere cieco e sordo.
Un testo di una commozione rara, di un’intensità che raramente trapela in pagine di descrizione comunque piana e lineare, descrittiva, classica per certi aspetti, poetica perfino per altri. Una scrittura di senso fin dalle primissime righe, quando Cronin introduce se stesso e la sua penna – e il libro in questione – lasciando parlare il vento; il vento soffia, accompagna e lo senti sulla pelle, guida i tuoi passi e in men che non si dica respiri l’aria frizzante di una Levenford che non esiste sulle carte, eppure c’è, tangibile al tocco, visibile agli occhi, percepibile di aromi e colori e creata dal vento.
Un incipit di altissima letteratura, tuttavia nascosto allo sguardo dei più, ma di incomparabile sublime e leggiadra bellezza, un dolce balsamo in grado, a posteriori, di lenire le numerose ferite inferte da quello stesso inchiostro alla sensibilità del lettore.
Un piccolo capolavoro di genere e pathos.

Giudizio di Weareborg7of9: gufolibro4_tras

Titolo: Il castello del cappellaio
Titolo originale: Hatter’s Castle
Autore: Archibal Joseph Cronin
Traduttore: Camerino A. e Izzo C.
Editore: Bompiani
Collana:  Tascabili Cronin
Data di pubblicazione: 1931 (prima edizione); 12 Maggio 2004 (si segnala l’ultima edizione in commercio)
Prezzo: – € (Attualmente di difficile reperibilità)
Pagine: 587
Codice ISBN: 9788845210389

book-to-filmNel Febbraio del 1942, ben 11 anni dopo la pubblicazione del romanzo di A.J. Cronin, viene proiettata sul grande schermo l’omonima produzione cinematografica inglese diretta da Lance Comfort, con Robert Newton nei panni di James Brodie e Deborah Kerr in quelli della figlia del cappellaio, Mary.
“Un film macchinoso e tortuoso senza nullo di artistico. Meno efficaci del solito anche Mason e la Kerr. Buona la fotografia, discreta l’ambientazione. Sceneggiatura e regia di nessun valore.” (‘Segnalazioni cinematografiche’, vol. 25, 1949)

…”Books and movies are like apples and oranges. They both are fruit, but taste completely different”…
(Stephen King)

 

Categorie: Cronin A.J., Drammatico, Letteratura inglese, Narrativa | Tag: , , , , , , | Lascia un commento

Letterature germaniche medioevali


LetteratureGermanicheMedievali

Non è semplice recensire un libro didascalico e in parte antologico come questo compendio di Borges.
Forse neppure tutti sanno che il poeta e narratore argentino è stato anche un grandissimo appassionato di epica germanica e scandinava – in particolare islandese che, come sostiene, in un certo senso è l’unica vera fonte di ogni altra produzione nordica del genere; fiamma accesa in tenera età quando il padre gli fece dono di un testo (la traduzione inglese di William Morris della Völsunga Saga) che a quanto pare gli aprì la strada verso percorsi sicuramente non così battuti, ancor di più appare un “amore” inusuale se si considera la sua estrazione culturale originaria.
Un latino che scova, individua e porta agli onori della critica un filone letterario da molti giudicato superficialmente grezzo e povero, anche se tacciato di debordante orpelleria stilistica, un ramo della letteratura antica, in cui il nostro studioso comprende anche il più specifico ambito anglosassone e quindi germanico, che in realtà ha proprio nella metafora eccessiva e reiterata uno dei suoi più evidenti segni distintivi (si pensi chiaramente ai kenningar, ovvero le perifrasi articolate della poesia scaldica, immagini inebrianti nel vero senso della parola che se non seguiti con paziente concentrazione, almeno agli inizi possono davvero sviare il pubblico ubriacandolo e gettandolo tra i tumultuosi flutti dei prolissi canti). Delle “frasi attorno” a concetti e alle conoscenze ancestrali di popoli e culture, Borges ne costruisce addirittura elenchi, dipana matasse e rende più accessibile a noi oggi, un immenso tesoro di stimoli fantastici e pantagruelici assolutamente degni dei frutti della più celebrata classicità mediterranea.
In questo breve testo, dicevo, lo scrittore di Buenos Aires ci fornisce tutti gli elementi necessari per intraprendere per la prima volta o per approfondire rapidamente l’argomento, seguendo il suo ragionamento ben ponderato, cronologico ed eziologico. Alla fine del libro, si avrà veramente la sensazione di aver imparato qualcosa e si avrà assorbito almeno in parte la sanguigna passionalità di un uomo dal cuore caldo, per uomini mossi dallo stesso travolgente vigore, da quegli indomiti valori che troppe volte sono stati confusi per barbarie e violenza.

Giudizio di Weareborg7of9: gufolibro4_tras

Titolo: Letterature germaniche medioevali
Titolo originale: Literaturas germanicas medievales
Autore: Jorge Luis Borges, Maria Esther Vazquez
Traduttore: Lorenzini Lucia
Editore: Adelphi
Collana:  Piccola Biblioteca Adelphi – N° 662
Data di pubblicazione: 1966 (prima edizione); 18 Giugno 2014 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 16 €
Pagine: 228
Codice ISBN: 9788845928871

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Verdi colline d’Africa


verdi colline d'africaDifficile parlare di questo libro letto (e riletto) molti anni fa, quando nessuno pensava che l’ecosistema fosse in pericolo e la caccia era considerata come una lotta di un uomo contro un animale; il rispetto ambientalistico arriverà più tardi (ricordiamoci che i fatti si svolgono negli anni ’30).
Consideriamo il romanzo solo dal punto di vista letterario: magici i luoghi, le descrizioni di un’Africa incontaminata, magica l’Africa; sono passati circa ottant’anni. Non credo che Hemingway la riconoscerebbe, e tanto meno ci andrebbe a cacciare.
Quando l’ho letto per la prima volta non mi aveva entusiasmato (ma ero molto giovane), solo una seconda rilettura parecchi anni dopo me l’ha rivalutato, al punto di essere uno dei romanzi che più ho apprezzato dello scrittore. Questa la ragione che mi ha fatto decidere di riproporlo.
Provate a leggerlo, mettetevi nei panni di un uomo che amava le emozioni forti, dimenticate di essere contrari alla caccia (come ormai lo è la maggior parte di noi) e gustatevi un libro che saprà risvegliare emozioni che non sempre la lettura riesce a dare.

Giudizio di Ezechielelupo2: gufolibro5_tras

Titolo: Verdi colline d’Africa
Titolo originale: Green Hills of Africa
Autore: Hemingway Ernest
Traduttore: Bertolucci Attilio e Rossi Alberto
Editore: Mondadori
Collana:  Oscar classici moderni
Data di pubblicazione: 25 ottobre 1935 (prima edizione); 28 Luglio 1998 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 10 €
Pagine: 256
Codice ISBN: 9788804455721

Chapatis

Ricetta che, a dispetto dell’apparente semplicità, è diffusa nell’Africa orientale – proprio tra Kenya e Tanzania – solo tra la gente ricca che ha le risorse per poter comprare della farina importata.
Uno snack che si può gustare dolce o salato a seconda della salsa con cui lo si accompagna. Sicuramente gustoso anche senza alcun condimento.

ChapatiIngredienti:

  • 3 tazze di farina per tutti gli usi;
  • 1/2 di cucchiaio di sale;
  • 3/4 di tazza + 1-3 cucchiai di olio di semi;
  • 3/4 di tazza di acqua (se necessaria);

Procedimento:

Incominciate a combinare in una ciotola piuttosto capiente il sale e 2 tazze e 1/2 di farina; aggiungete anche i 3/4 di tazza di olio e mescolate bene; versatevi anche l’acqua a poco a poco: il composto deve risultare soffice. A questo punto, lasciate riposare la pasta per 5-10 minuti.
Spolverate di farina la superficie da lavoro e ricava delle palline di pasta di circa 5 cm e spianatele con l’aiuto di un mattarello, fino a che non siano spesso poco meno di 0,5 cm.
Scaldate un cucchiaio di olio in una padella antiaderente per 1 minuto, dopo di che friggete i vostri chapati per circa 3-5 minuti per lato.
Una volta cotti a puntino (dovranno prendere un sano colore ambrato), toglieteli dalla padella e lasciate che qualche foglio di carta assorbente trattenga l’olio in eccesso.
Non vi resta che servirli immediatamente ben caldi, oppure riporli in un contenitore ermetico e proporli in un secondo momento.

Un po’ di sale in zucca: …“Now, being in Africa, I was hungry for more of it, the changes of the seasons, the rains with no need to travel, the discomforts that you paid to make it real, the names of the trees, of the small animals, and all the birds, to know the language and have time to be in it and to move slowly”…
(Grenn Hills of Africa,
Ernest Hemingway)

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