Christophe Louis A.

Abu Simbel – L’Epopea di una scoperta archeologica


Penso che ognuno di noi abbia dei ricordi della propria infanzia così vividi e allo stesso tempo ormai patinati dell’inconfondibile giallo fotografico di una old-fashioned polaroid; brevi scatti che hanno immortalato attimi emozionanti o abitudini all’apparenza banali, ma che per noi custodiscono il dolce ritorno a spensierate giornate di giochi e favole.
Da bimba atipica qual ero (la normalità non è mai stata il mio forte!), rammento con nostalgico piacere le ore trascorse con il naso sui libri di favole “speciali” e le orecchie bene aperte ad ascoltare la voce di chi imploravo, con la classica fanciullesca insistenza, di raccontarmi le storie e le leggende dei popoli antichi, di spiegarmi il perchè e il per come tradizioni e culture di uomini “veri”, ma vissuti così tanti anni indietro nel tempo da sembrare personaggi inventati, a volte magici.
In casa mia l’affascinante epoca dell’Antico Egitto e dell’archeologia avventurosa del XIX secolo, è sempre stata la “favola preferita”, quella più desiderata e di conseguenza più nota, e in un certo senso anche la lezione imprescindibile, basilare, come saper leggere e scrivere, e che per tanti anni mi è sembrata assolutamente naturale conoscere (sia chiaro, nessuno vanta nozioni specialistiche).

Per tutte queste storie…grazie papà.

Adesso so che ti stupirò, ma te lo devo.
Ti prometto che non dimenticherò mai le tue spiegazioni davanti alle teche del Museo Egizio di Torino, visitato così tante volte, ma sempre da riscoprire con entusiasmo, le tue “interrogazioni” (e la mia ostinata ed irrecuperabile perplessità di fronte ad un sistro…!). Conserverò e porterò sempre con me, ovunque sarò (anche al British Museum?!), quel meraviglioso gioco che mi hai regalato da piccolina per imparare i geroglifici, i miei esercizi, i tuoi “voti”, la tua pazienza alle mie richieste di insegnarmi i rudimenti per riuscire a leggere almeno i cartigli più intuitivi.
Grazie papi, perchè se mi diverto ancora ad affibbiare nomignoli ai “miei” faraoni – e perchè se ho dei miei faraoni -, perchè se mai avrò un gatto lo chiamerò Bastet, perchè se ero consapevole della rivoluzionaria importanza della stele di Rosetta già in tenera età, e perchè se non mi inganno tra Alto e Basso Egitto, è solo merito tuo.
E poi papino ti ringrazio anche perchè se da piccola non avessi assorbito tutto questo come una spugna, forse non sarei diventata un’archeologa (cit. papà:…”ma poi vai a scavare in Egitto dove ci sono i serpenti?!”…Io:…”Adesso che mi ci fai pensare…forse non mi specializzerò in egittologia!”…).

No, non ho blaterato fino a questo momento a scopo autocelebrativo; però ancora grazie papà, perchè mi hai voluto nuovamente “raccontare” una storia consigliandomi questo libro: prezioso resoconto della scoperta del celeberrimo complesso di Abu Simbel, forse con le piramide e la Sfinge, uno dei simboli dell’immaginario comune dell’Egitto faraonico.
La cronaca quasi romanzata che l’autore presenta è un esaustivo e notevole racconto di una delle più esaltanti spedizioni archeologiche dell’epoca d’oro, in cui abbondante passione, buoni finanziamenti frutto di raffinate e nobili sensibilità e abilità diplomatiche, sopperivano alle non proprio ortodosse tecniche di ricerca, documentazione e recupero dei siti.
E’ un po’ come aprire un polveroso diario di scavo, dalla copertina di pelle consunta ed odorosa, dalle pagine macchiate e granulose dell’infida sabbia del deserto Sahariano. Non si può non ammirare la caparbietà di Belzoni, essere solidali con i suoi collaboratori “tiranneggiati” in esplorazioni lunghissime e reiterate, al limite della sopportazione umana, non si può non sorridere di fronte al genuino stupore dei diversi avventurieri che nei decenni sono arrivati a calpestare la terra rossa di questo “tempio dei grandi colossi”.
Un testo non ordinariamente scientifico, fuori dal nostro tempo, come se fosse esso stesso parte di questa leggenda che per molti ancora è l’età dei vari Ramses, Sethi e Nefertari.

Papà, senza di te non avrei mai potuto imparare ad amate tutto questo, senza di te non avrei mai potuto essere quella che sono e che ho scelto con orgoglio di essere.
Ti voglio bene.

…”Tu ti ergi glorioso ai bordi del cielo, o vivente Aton !
Tu da cui nacque ogni vita.
Quando brillavi dall’orizzonte a est
riempivi ogni terra della tua bellezza
sei bello, grande, scintillante,
Viaggi al di sopra delle terre che hai creato,
abbracciandole nei tuoi raggi,
tenendole strette per il tuo amato figlio (Akhenaton).
Anche se sei lontano, i tuoi raggi sono sulla Terra;
Anche se riempi gli occhi degli uomini, le tue impronte non si vedono.”…

Giudizio di Weareborg7of9: gufo libro45

60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: Abu Simbel

Titolo: Abu Simbel – L’epopea di una scoperta archeologica
Titolo originale: Abou-Simbel et l’épopée de sa découverte
Autore: Louis A. Christophe
Traduttore: Burri C.M.
Editore: Einaudi
Collana: Saggi
Data di pubblicazione: 1965 (prima edizione); 1970 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 19,63 €
Pagine: x-309
Codice ISBN: 9788806094157

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