Crosetti Maurizio – Del Piero Alessandro

Giochiamo ancora


E’ per Te tutto questo, Capitano.

A volte ritorno con la mente a quella stranissima e carica domenica 13 dello scorso maggio, dove allo Juventus Stadium, per l’ennesima volta venivamo proclamati Campioni d’Italia, dove, per l’ennesima volta, Tu hai alzato quel trofeo che da troppo tempo ormai non riuscivamo a conquistare.
Juventus-Atalanta (gara già particolare per me): non mi ricordo quasi nulla dei 90’ + recupero giocati, credo che come me, pochissimi di coloro che gremivano all’inverosimile gli spalti, ricordino ciò che accadde sul campo, ma sono assolutamente sicura che tutti i milioni di tifosi bianconeri e non che in quel pomeriggio avevano deciso di sintonizzarsi su Torino, abbiano impresso nella mente l’emozione palpabile di ogni attimo.

Ma partiamo dall’inizio.
Sai, a chi da bambina mi chiedeva chi fosse il mio giocatore preferito e a chi me lo chiede tutt’ora, da bimba un po’ cresciuta, io non ho mai risposto e non rispondo “Del Piero”; sai perché? Io ho sempre spiegato che per me il Capitano era la Juve (e sempre lo sarà), l’unica eccezione alla celebre frase i calciatori passano, ma la Juve resta, perché per me Tu sei al di sopra delle classifiche di preferenze, perché non sei discutibile, perché io sono diventata grande con la tua foto sul mio comodino (!!!), perché rispondo con fermezza che non potrei mai considerarti alla stregua degli altri calciatori comuni mortali, perché …io di te non mi stanco, sarò sempre al tuo fianco, sei la cosa più bella che c’è.

Tu non credi al caso, ma al destino. Anche io.
Chatillon 2000…e i successivi 12 anni (qualcuno direbbe che “ero piccola così” quell’estate!): non avrei mai pensato di capire così da vicino cosa sia la famiglia della Juventus, eppure sai bene che grazie a persone meravigliose, posso orgogliosamente sostenere di aver almeno fatto la mia comparsa in punta di piedi, di essermi avvicinata a comprendere un mondo che chi sta fuori non può forse neppure accettare. E di questo mondo Tu fai parte (sì, uso il presente) e ho ancora i brividi al pensiero del primo autografo, a quando sono riuscita ad incrociare il tuo sguardo, il tuo sorriso e fatico ancora a credere che quel momento sia in qualche modo rimasto anche a te, non riesco ancora a realizzare che Tu mi abbia sempre riconosciuta dopo quel giorno e nel mio cuore confido che questo non cambi mai!

Hai scritto che questo libro voleva essere un po’ uno specchio di Alessandro, di come quel ragazzino tutto pane e calcio è poi diventato Del Piero, per far conoscere anche a chi di te vede solo le prodezze con il pallone, chi sta dietro quella faccia pulita, di un timido con un fuoco dentro, di un signore elegante nei modi e nelle parole ormai padre di 3 figli; voleva essere quel tema mai scritto a scuola, adesso però gridato ai quattro venti, con orgoglio, senza timore, ma con ancora la passione genuina di chi si diverte come un pazzo a giocare ancora. Gioca ancora Ale, non smettere mai!

Gioca e sorridi anche se lontano da qui. E torna presto, perché tutti ti aspettano, anche chi forse non ti ha reso il giusto saluto. Guardarti correre con quella maglia celeste mi fa davvero un certo effetto e ammetto che non riesco bene a realizzare ancora; come non avevo capito che dopo 19 anni Tu stavi “lasciando” la Juventus, fino a quel giro di campo con gli occhi lucidi (i miei erano proprio del tutto appannati dalle lacrime da ancor prima che l’arbitro desse il fischio di inizio!). Per me era solo tutto un sogno irreale, quasi un incubo e per questo lo rifiutavo strenuamente e non volevo neppure parlarne. Non era possibile. Non era giusto.
E forse se anche adesso, a distanza di mesi, non riesco a leggere una pagina del tuo “tema” senza che mi si rompa la voce dal pianto un motivo c’è; perché io sono una che non si commuove facilmente e quindi mi stupisco delle mie reazioni.

Ma basta parlare di lacrime. Io voglio sorridere ancora per Te e con Te.

Voglio incidere i momenti più belli: oltre ai più noti, la rete di Juventus-Piacenza, nella “domenica dell’Avvocato” – e posso dire “Io c’ero”! -, i sorrisi di Pinzolo, tutte le linguacce disseminate per gli stadi d’Europa, i cori unici come sei Te, la tua foto che tengo ancora sul comodino e che porto davanti alla tv ad ogni match della Juve, il poster a grandezza quasi naturale sopra il mio letto, la standig ovation al Bernabeu, la notizia della vittoria della coppa Intercontinentale giunta mentre stavo tornando a casa da scuola, o le discussioni con le amiche sui nomi che avresti dato ai tuoi bimbi, il non chiamarti mai Alessandro (ce ne sono già troppi nella mia vita!!!…), ma solo Capitano (con la “C” maiuscola!), il silenzio riverenziale ad ogni tua intervista…potrei continuare per pagine e pagine…

E non è ovviamente un caso che tutto ciò te lo stia scrivendo oggi: TANTI AUGURI MIO CAPITANO!
Che Tu possa giocare sempre, con la stessa gioia negli occhi e con lo stesso fremito nei piedi, che Tu possa essere semplicemente felice…perché Tu possa sempre sdraiarti come l’uomo di Leonardo e scrutare il cielo, con le tue creature vicine, come il ragazzo di San Vendemiano che ancora sei e sempre sarai. E di cui tuo papà va sicuramente orgoglioso.

…E per fortuna non hai fatto il camionista!

Torna presto, ti aspetto.

Sara

(Non posso dare un giudizio obiettivo!)

60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: Giochiamo Ancora

Titolo: Giochiamo ancora
Titolo originale: Giochiamo ancora
Autore: Alessandro Del Piero e Maurizio Crosetti
Traduttore:
Editore: Mondadori
Collana: NumeriPrimi
Data di pubblicazione: 2012 (prima edizione); 18 Marzo 2013 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 12 €
Pagine: 115
Codice ISBN9788866210504

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