Hosseini Khaled

Il cacciatore di aquiloni


Il cacciatore di aquiloni

A…come Afghanistan.

Quanti di voi conoscevano veramente il riferimento al tipico gioco afghano del titolo di questo libro? Vi eravate mai posti l’interrogativo del perchè qualcuno debba dare la “caccia” a degli aquiloni? E prima di leggere l’opera capolavoro di Hosseini, quanti avevano anche vagamente intuito l’importanza, la quasi sacralità di una corsa a piedi nudi tra le fredde strade sterrate di Kabul, con le mani insanguinate e il naso all’insù, chi immaginava la complicità vincente e assoluta tra due fratelli di latte e di sangue, indissolubile e tagliente al tempo stesso, come quel tar smerigliato che separò due bambini del passato e ne ricucì le radici solo dopo molti anni di dolore e altrettanto sangue?

Un Afghanistan inedito, forse per la maggior parte di coloro che, figli di un mondo occidentale, hanno aperto una finestra sul Medioriente solo a partire dal 11 Settembre 2011, e probabilmente gettando sguardi colmi di sospetto e pregiudizi su quel panorama tanto travagliato e ricco di storia che i Talebani hanno irrimediabilmente marcato con il sigillo del terrore.

Eppure di Amir, Hassan, Baba, Alì, Soraya e Rahim Khan ne devono essere piene le acclivi mulattiere dell’Hindu Kush, con le loro favole, i loro sogni, le loro feste, i profumi, le tradizioni, i loro valori scolpiti nelle inebrianti leggende da Mille e una notte, così come tra le solenni Sure del Corano.
Vittime, invasori, fuggiaschi e rifugiati, anche in quell’America dei film hollywoodiani, ma pur sempre Afghani, talvolta ospiti a casa propria, ma comunque tutti parte di una grandissima e folle quam, perchè…”fai conoscere due Afghani che non si sono mai incontrati e vedrai che scopriranno di essere parenti”.
E che questo legame rimarrà sempre.

Anche adesso, mentre scrivo queste righe, spalanco gli occhi attonita, con ancora viva e sfrigolante nel petto l’emozione che mi ha avvinta dalla prima all’ultima parola non detta; un romanzo, un racconto di vita vera, di rara intensità, di ammirevole pregio e di inesorabile impatto.
Piacevolmente sconvolta, entusiasta e grata ad Hosseini per aver dato ascolto (e voce) al suo cuore.

Giudizio di Weareborg7of9: gufolibro5_tras

60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: Il Cacciatore di Aquiloni

Titolo: Il cacciatore di aquiloni
Titolo originale: The Kite Runner
Autore: Khaled Hosseini
Traduttore: Vaj Isabella
Editore: Piemme
Collana: Pickwick
Data di pubblicazione: 
2003 (prima edizione); 10 Giugno 2014 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio) 
Prezzo: 11,90 €
Pagine: 362
Codice ISBN: 9788868367305

Afghan Kolcha

La dignitosa cortesia di un sahib e di un popolo che accoglieranno sempre i loro ospiti con una fumante tazza di the verde e un vassoio di kolcha, biscotti al pistacchio di una dolcezza quasi eccessiva, ma che mitigano perfettamente il gusto amaro della bevanda.
Terra di contrasti l’Afghanistan, come anche la sua cucina, dai sapori speziati e decisi, ma capace anche di offrire una semplice eleganza di profumi e stimoli di una sapidità quasi magica.

AfghanKolcha Ingredienti per una 60ina di biscotti:

  • 2 tazze di farina;
  • 2 tazze di zucchero super fine;
  • 200 gr di burro;
  • 1/3 di tazza di pistacchi in polvere;

Procedimento:

Innanzitutto, bisogna preriscaldare il forno a 150°.
Incominciate quindi a rendere lo zucchero ancora più fine con l’aiuto di un mixer elettrico; quindi mescolatelo insieme alla farina setacciata e ancora amalgamate il tutto con le fruste.
All’impasto aggiungete anche il burro a temperatura ambiente; poi mescolate bene fino ad ottenere una massa granulosa.
Prendetela e lavoratela energicamente con le mani e le nocche per qualche minuto.
A questo punto, dovete solo stendere la pasta e realizzare dei piccoli biscotti.
Create quindi un piccolo avvallamento al centro di ognuno, che riempirete con un pochino di pistacchi tritati.
Infornate per 10 minuti e una volta cotti, estraeteli e lasciateli perfettamente raffreddare: sono molto fragili e si sbriciolerebbero con facilità!

Un po’ di sale in zucca:…”The only thing that flowed more than tea in those aisles was Afghan gossip. The flea market was where you sipped green tea with almond kolchas, and learned whose daughter had broken off an engagement and run off with her American boyfriend, who used to be Parchami-a communist-in Kabul, and who had bought a house with under-the-table money while still on welfare.”…
(
The Kite Runner, Khaled Hosseini, p. 138)

 

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E l’eco rispose


Kabul e dintorni, molti personaggi, molte esistenze che si intrecciano, ma alla fine il cerchio si chiuderà come per magia.

Leggere questo romanzo significa dimenticare tutto quello che sappiamo o crediamo di sapere e trasportarci in un altro mondo, forse più vicino al modo di vivere dell’infanzia dei nostri nonni ma che per noi adesso è più lontano anche rispetto ai mondi della fantascienza.

Vengono narrate le vicende umane di tutti i protagonisti che si integrano via via con le vicissitudini degli altri e con la storia di quel paese – l’Afghanistan – con alcuni salti temporali fra il 1949 ed i giorni nostri, dalla tranquilla esistenza alla guerra, vissuta personalmente più che descritta storicamente.

Lascia il segno.

Giudizio di Ezechielelupo2: gufolibro4_tras

60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: E l’Eco Rispose

Titolo: E l’eco rispose
Titolo originale: And the Mountains Echoed
Autore: Khaled Hosseini
Traduttore: Vaj Isabella
Editore: Piemme
Collana: Narrativa
Data di pubblicazione: 
2013 (prima edizione); 20 Marzo 2014 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio) 
Prezzo: 14 €
Pagine: 448
Codice ISBN: 9788856639513

Kuche Badami (piccole meringhe alle mandorle e cardamomo)

Questi deliziosi dolcetti sono semplicemente una tipica ricetta afghana. Non abbiamo la pretesa di credere siano stati dai protagonisti del romanzo, ma sicuramente si riveleranno una piacevole scoperta per il vostro palato.

Kuche Badami Ingredienti:

  • 2 1/2 tazze di farina di mandorle;
  • 3/4 di tazza di farina 00;
  • 1 cucchiaino di cardamomo macinato;
  • 4 albumi d’uovo;
  • 1/2 cucchiaino di cremor tartaro;
  • 2 tazze di zucchero a velo;
  • Qualche mandorla intera per guarnire;

Procedimento:

Iniziate già a preriscaldare il forno a 180°.
In una ciotola di medie dimensioni, mischiare insieme le farine e il cardamomo e mescolare bene.
In un’altra ciotola, più grande e perfettamente pulita, montate i bianchi d’uovo; aggiungete il cremor tartaro e continuate a sbattere fino ad ottenere una spuma soffice. Aggiungete gradualmente anche lo zucchero a velo, non smettendo mai di montare gli albumi.
A questo punto, versate nel composto le farine, poco alla volta, fino ad ottenere una consistenza morbida.
Su dei fogli di carta forno, disponete piccole dosi di impasto (la quantità di un cucchiaino, più o meno), ben distanziate l’una dall’altra, e decoratene ognuna con una mandorla intera.
Infornate i biscotti per 15-20 minuti o fino a quando non vi accorgerete che i bordi diventeranno bruniti.

Un po’ di sale in zucca: “I suspect the truth is that we are waiting, all of us, against insurmountable odds, for something extraordinary to happen to us.”
(Khaled Hosseini,
And the Mountains Echoed)

 

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