Biografia

Ramesses II il Grande


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La figura di Ramsete II è passata alla storia come emblema di grandezza e di illuminata maestà, ma quanto effettivamente si conosce di questo longevo sovrano (non è leggenda invece la notizia della sua morte a 90 anni), quanto di patinato davvero si riscontra nei dati archeologici e quanto di umano?
Il saggio del professor Franco Cimmino è qualcosa che va oltre la versione romanzata che di solito troviamo in libreria, poichè la gloria della civiltà antica più affascinante dei libri di scuola viene scomposta e ricomposta con occhio analitico e critico, con doveroso rispetto, ma smitizzata laddove ce ne sia necessità.
Gli antefatti all’ascesa al trono, i suoi primi anni al governo della terra del Nilo, le sue incancellabili difficoltà militari, i suoi meriti, i suoi onori, l’audacia e l’ambizione, l’amore e la diplomazia di un grandissimo uomo che ha saputo raggiungere il confine del cielo divino, osando solo sollevare un piede e poggiando la punta oltre con saggia delicatezza, creando un mito, un nuovo esempio di dio in terra, un eterno personaggio di cui ancora oggi (e speriamo per sempre) possiamo ammirare le testimonianze impresse nella roccia del deserto, reso così ricco, così vivo e così splendente.
Un testo da affrontare con adeguata attenzione e probabilmente anche con almeno un piccolo bagaglio di giuste conoscenze pregresse; o per lo meno un manuale da cui trarre con avida curiosità nuove informazioni, anche “scomode”, non scontate, relative ad un uomo che la Storia ha accolto tra i Grandi, tra i primi di questo nome.

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Titolo: Ramsess II il Grande
Titolo originale: Ramsess II il Grande
Autore: Franco Cimmino
Traduttore: –
Editore: Bompiani
Collana: Tascabili. Saggi
Data di pubblicazione: Ottobre 1984 (prima edizione); 1° Gennaio 2000 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 8,26 €
Pagine: 423
Codice ISBN: 9788845290169

 

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Maria Stuarda


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Scorrevole come un romanzo, preciso e dettagliato come un testo scientifico, saggio biografico dedicato a Maria Stuart e frutto della ricerca puntigliosa dello scrittore austriaco Stefan Zweig.

Figlia e nipote di re, moglie di re e madre del primo sovrano del Regno Unito di Inghilterra e Scozia è lei stessa a regnare sulla Scozia fin dalla nascita, regina sì del suo paese, ma mai degli Scozzesi, infatti ha sempre amato la corona, ma il suo popolo non è mai stato nel suo cuore.

E’ una donna piena di energie, l’umiliazione la rinforza e cerca sempre di girare a suo favore anche le vicende più tristi. Condannata al patibolo per gravi reati, trasforma la sua morte nel martirio per la sua fede cattolica. Nel paese della Riforma anglicana, si inginocchieranno vicino al boia e pregheranno per lei entrambe le religioni.

Protagonista romantica di ballate, celebrata dai poeti e vittima delle sue travolgenti passioni è l’antitesi della cugina Elisabetta I d’Inghilterra, la realista che sarà ricordata come protagonista della storia europea.

Nel suo lavoro, Zweig raccontandoci le vicende di questa regina, fa spesso paragoni con la letteratura e la storia; Shakespeare in particolare con il suo Macbeth, è l’autore che sembra essere stato ispirazione per questo dramma reale.

Giudizio di 2Mog2: gufo libro45

Titolo: Maria Stuarda
Titolo originale: Maria Stuart
Autore: Stefan Zweig
Traduttore: Pampaloni Lorenza
Editore: Bompiani
Collana: Saggi Tascabili
Data di pubblicazione: 1935 (prima edizione); 30 Ottobre 2013 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 12 €
Pagine: 375
Codice ISBN: 9788858763810

book-to-filmSi contano quasi una quarantina di pellicole, per il grande e il piccolo schermo, dedicate – già dagli albori della cinematografia – alla grande sovrana britannica.
Ricordiamo la più recente trasposizione, Mary Queen of Scots (2013), produzione svizzera diretta da Thomas Imbach e con Camille Rutherford nel ruolo della sovrana britannica, tratto proprio dal romanzo di Zweig e sicuramente anche per questo lodato dalla critica per la sua attendibilità storica.

…”Books and movies are like apples and oranges. They both are fruit, but taste completely different”…
(Stephen King)

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C’è un re pazzo in Danimarca


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Con la leggerezza di una fiaba e la serietà della storia, Dario Fo si avvicina alle vicende della Danimarca della seconda metà del 1700, quando sul trono di Copenaghen sedeva Cristiano VII, il “re pazzo”

Con il suo stile che cattura ogni nuovo lettore e rafforza ogni legame con chi già lo conosce, ci trasporta in un luogo e in tempo quasi sconosciuto per chi della storia della Danimarca non sa molto.

Non è un romanzo politico, ma la biografia di un uomo, un grande re con una precaria salute mentale, si pensa infatti fosse schizofrenico.

Diari personali dei protagonisti, documenti inediti, fonti dell’epoca, sono state le fonti e il risultato di una ricerca svolta a far luce  su un periodo che sembra volutamente nascosto.

Ne viene fuori un elogio ad un sovrano, pazzo sì, ma che nei suoi momenti di lucidità ha contribuito molto ad importanti riforme che hanno portato la democrazia nel suo Paese.

Giudizio di 2Mog2: gufolibro5_tras

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Titolo: C’è un re pazzo in Danimarca
Titolo originale: C’è un re pazzo in Danimarca
Autore: Dario Fo
Traduttore:
Editore: Chiarelettere
Collana: Narrazioni
Data di pubblicazione:
29 Gennaio 2015 (prima edizione)
Prezzo: 13,90 €
Pagine: 160
Codice ISBN: 9788861906549

book-to-film A Royal Affair è arrivato nelle sale il 29 agosto 2013. Premio per la miglior sceneggiatura al Festival di Berlino 2012, del regista danese Nikolaj Arcel. A Royal Affair_Movie
La Danimarca del 1770 viene proposta in uno scenario inquieto, ma realistico. Al centro c’è la la passione segreta che la regina Caroline Mathilda (Alicia Vikander) nutre per il medico del re, l’influente Struensee (Mads Mikkelsen), destinata a cambiare il destino dell’intera nazione. Il film è stato girato in Repubblica Ceca: “In Danimarca, i castelli sono stati rinnovati e hanno oggi un aspetto quasi moderno. A Praga e dintorni, abbiamo trovato le ambientazioni ideali: strade, castelli e case che rappresentavano perfettamente la Copenaghen del Settecento”, dicono dal set. Sul fronte attoriale, Arcel ha subito avuto le idee nitide: “Ho pensato a Mads (Mikkelsen) per la parte di Johann Struensee. Era perfetto. È intelligente, misterioso e seducente. Credibile nella parte dell’amante della giovane regina. Ho avuto la fortuna di scoprire Alicia (Vikander) che incarnava la mia visione della regina Caroline Mathilda. A proposito della parte di Christian VII, ho provinato vari attori. Cercavo un volto non comune per interpretarlo. La direttrice di casting mi ha suggerito una registrazione con Mikkel Følsgaard. L’ho trovato incredibilmente misurato. Potevamo, finalmente, cominciare le riprese”.

…”Books and movies are like apples and oranges. They both are fruit, but taste completely different”…
(Stephen King)

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L’ultimo Natale di guerra


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L’ultimo Natale di guerra è il racconto che da il titolo a questa raccolta di 26 piccole storie, scritte dall’autore nell’ultimo decennio della sua vita e pubblicate postume nel 2000.

Sono racconti di fantascienza, storie fantastiche, ricordi di infanzia, interviste impossibili, ironia ed umorismo alternati alla cruda, reale e triste esperienza nel lager di Auschwitz.

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60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: L’Ultimo Natale di Guerra

Titolo: L’ultimo Natale di guerra
Titolo originale: L’ultimo Natale di guerra
Autore: Primo Levi
Traduttore:
Editore: Einaudi
Collana: Einaudi Tascabili
Data di pubblicazione: 2000 (prima edizione); 19 novembre 2002 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio )
Pagine: 145
Prezzo: 8,20 €
Codice ISBN: 9788806160425

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Una vita nel pallone


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Ponte San Pietro è uno di quei paesotti della bergamasca che non puo’ pero’ ancora  aspirare al titolo di città. Forse è anche per questo che le storie di molti spesso si intrecciano con le vite di ognuno.
Ponte San Pietro è anche uno di questi posti dove, tu non lo sai, ma tutti conoscono tutto…sì, anche di te e di ciò che te non sai! E’ il paradosso del paese di provincia: è impossibile nascondere un fatto più o meno serioso o succulento che sia, alle orecchie dei suoi abitanti, anche se tu sarai l’ultimo a venirne a conoscenza.
Lo pensavo l’altro giorno, quando una saletta stretta stretta della biblioteca comunale si è gremita di gente per assistere all’inaugurazione di un libro su una personalità che a Ponte ci ha praticamente sempre vissuto e che può essere considerata un po’ la sua celebrità.
Lo pensavo e sorridevo, perchè raramente avevo notato tanto “patriottico” sentire nella realtà Ponte, e soprattutto non mi aspettavo tanto affetto nei confronti di un talentuoso calciatore locale, dall’intemperanza vivace e dai piedi da campione, ma che comunque ha raggiunto la gloria una sessantina di anni fa (nda: …e lasciatemi aggiungere: molto di quello stesso entusiasmo, sono fermamente convinta, era rivolto all’autore del libro in questione! Bruno, ti sai far voler bene da tutti!).

Classe 1929 il Virginio Ubiali, detto Gepì. Sì, perchè in un’epoca di soprannomi modaioli e onomastica brasiliana, uno potrebbe pensare che ci si fosse montati un po’ la testa lì, in quel paesotto appunto, dove il Brembo e il suo Isolotto erano, per la gioventù della zona, l’equivalente delle ambite e gozzoviglianti spiagge romagnole, troppo lontane e costose per i ragazzi e i bulletti di allora.
E invece no: il Gepì era semplicemente il Gepì, piccoletto, agile e scattante, dai piedi raffinati, ma con la testa un po’ calda; mai cattiva, sia chiaro, anzi, ma così generosa ed accesa di passione – verso il pallone, le sue origini, i suoi cari – che forse in parte gli impedì (senza mai rammarichi) di compiere il vero grande passo e sfondare in quel mondo del calcio che, nonostante la sua stazza minuta, gli aveva offerto più di un’opportunità.
Ma nel dopoguerra bastava un campetto, un paio di scarpette nuove (e da vero professionista!), una palla di cuoio, per infiammare i cuori e scrivere pagine di colorito giornalismo sportivo, dove tutti parlavano di un attaccante di notevole livello, dove molti lo osannavano, dove alcuni lo criticavano, ma dove tutti sapevano tutto.

Questa è il racconto della vita di un calciatore, rimasta veramente normale, nelle sue vicissitudini quotidiane, con i suoi sacrifici, le soddisfazioni, con la sua tenace volontà a non cambiare mai abitudini.
E’ anche la storia di un paese di provincia, che ha visto la Guerra, ma che si è rialzato, con la forza di un lavoro che si è inventato, costruito, che ha prosperato, della sua gente, delle sue tradizioni, della sua forza ed unità.
La narrazione di uno studioso puntiglioso e zelante, di un tifoso del bel calcio, di quel giocare sano e genuino in cui i soldi giravano e potevano far anche girare molte teste, ma i cuori, quelli no, spesso e volentieri erano i vincitori morali delle partite.
Uno scritto godibile, sciolto e coinvolgente, per i cultori di strategie e moduli, per chi di scarpini e tacchetti non gliene importa proprio nulla, per i concittadini con petto gonfio d’orgoglio, per i semplici curiosi.
Un pregevole pezzo di storia nella microstoria di un paese, che non è ancora città, ma che ha il suo campione, il suo soprannome, la sua passione, i suoi occhi furbi e ancora guizzanti, sempre all’erta, sempre pronti ad accorgersi di un assist, di un cross, della palla giusta, di quel gol fondamentale che cambia la storia, la sua storia…di un paese, di un popolo, di un orgoglio.

(Sono troppo “di parte” per dare un giudizio obiettivo)

Titolo: Una vita nel pallone. Fatti e misfatti di Virginio Ubiali, detto Gepì
Titolo originale: Una vita nel pallone. Fatti e misfatti di Virginio Ubiali, detto Gepì
Autore: Bruno Ravasio
Traduttore:
Editore: Lubrina Editore
Collana:
Data di pubblicazione: Dicembre 2014 (prima ed edizione più economica attualmente in commercio)
Pagine: 175
Prezzo: 14 €
Codice ISBN: 9788877665195

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Teodolinda. Regina del Settentrione


Teodolinda

Mi sono ritrovata a leggere questo libro un po’ per caso, un po’ per necessità, ma sicuramente con la dovuta buona predisposizione mentale che in genere le biografie mi suscitano.

Vita vera e romanzo si intrecciano in una breve narrazione dai toni contrastanti: a volte aulici, altre di una semplicità quasi elementare, in entrambi i casi leggermente esasperati.
Non sempre fluida, a mio dire, la penna dell’autore (non metto in dubbio la sua capacità scrittoria, ne faccio più che altro un discorso di stile e perciò di gusto personale) che si snoda in un argomento senza dubbio amato e sentito, che mostra un’ammirazione sincera per una delle grandi donne della Storia. Messa al centro di un’epoca, resa emblema di un intero popolo e di una complessa cultura, la sovrana longobarda per eccellenza incarna – per Vannucci, ma non solo – l’ideale di regina illuminata (in ogni senso), motore primario di un nuovo inizio per le vicende e la crescita di genti diverse e della stessa nostra penisola. Una sorta di chiave di volta, di svolta, da un’antichità allo sbando, ad un imminente futuro in mano al Signore e ai suoi strumenti.
E tale doveva apparire l’effigie  della moglie di due re, la Regina dalle lungimiranti e preziosi doti da diplomatica, da cui ancor oggi molti potenti dovrebbero imparare.

Non convinta dall’impostazione e dal risultato letterario, sicuramente trova comunque conferma la mia stima per la protagonista e per i Longobardi (ammetto la mia parzialità in merito!); buon procedimento storiografico, esiti solo abbozzati e rasenti la convenzionalità scolastica, ma simpatia immutata.

La Storia non si cambia.

Giudizio di Weareborg7of9: gufo libro25

60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: Teodolinda

Titolo: Teodolinda. Regina del Settentrione. I duchi longobardi e la sovrana
Titolo originale: Teodolinda. Regina del Settentrione. I duchi longobardi e la sovrana
Autore: Marcello Vannucci
Traduttore:
Editore: Casa Editrice Le Lettere
Collana: I libri di Vannucci
Data di pubblicazione:
1994 (prima ed edizione più economica attualmente in commercio) 
Prezzo: 10,33 € (Attualmente di difficile reperibilità)
Pagine: 175
Codice ISBN:  9788871661704

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L’amore e gli stracci del tempo


A…come Albania. …ma anche come Serbia, Kosovo, Svizzera, Italia…
Come quella patria a cui appartieni per tradizione, per burocrazia, ma che non fa parte di te, perchè la tua storia ha conosciuto tante cartine geografiche stracciate poi dalla guerra, spietata e bastarda, confusa e cieca: violenza e sangue che scaraventano e dividono famiglie, genitori e figli, cuori innamorati, agli estremi confini di un mondo tanto “piccolo” ed immensamente estraneo, ma che nella sua sconfinatezza mantiene viva la speranza e la promessa di due metà della stessa anima. Ma la storia scorre come un fiume in piena, come queste parole ti scroscia adesso senza troppa delicatezza; per quello c’è la poesia.
La paradossale eleganza poetica dei “versi” carichi del realistico dolore di un amore, nato, vissuto e lacerato nei Balcani, tradito dal destino e ricomposto, ricucito e rappezzato non dai soavi suoni delle antiche ballate, ma dalle allegre voci di bambini ignari delle loro radici stracciate dal tempo; una prosa poetica, dicevo, quella della Ibrahimi, poetessa d’estrazione, giornalista e romanziera per talento, una scrittura senza fronzoli (disarmante, ingenuo, quasi infantile – nel senso positivo del termine – l’uso martellante del tempo presente soprattutto nelle prime pagine) con la quale compone una ballata moderna, dalla doppia identità, ma altrettanto straziante, come il racconto popolare della ragazza-sposa che non coronerà mai il suo tenero sogno, perchè vinta dalla malattia.
La guerra non ha solo bombardato le vite di Zlatan e Ajkuna, ma ne ha infettato l’essenza, ha corroso quella profondissima parte di sé, diffondendo inesorabili metastasi che silenziosamente emergono in superficie; un lento, logorante scoppio interno che cambia la storia, la loro storia, la stravolge, la scaglia lontano, la riporta in quel luogo di non-patria, di origine, la pacifica e le impone un nuovo inizio.
Perchè i fiori più tenaci sbocciano anche in mezzo alle macerie.
Come gerbere bianche.

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60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: L’Amore e gli Stracci del Tempo

Titolo: L’amore e gli stracci del tempo
Titolo originale: L’amore e gli stracci del tempo
Autore: Anilda Ibrahimi
Traduttore: –
Editore: Einaudi
Collana: Einaudi tascabili
Data di pubblicazione: 
2009 (prima edizione); 25 Aprile 2011 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)  Prezzo: 11 €
Pagine: 267
Codice ISBN: 9788806207168

La conserva di Slavica e Donika

Secondo voi, i semi dei peperoni devono essere mantenuti o è meglio toglierli per una salsa perfetta?…Quante schermaglie e sorrisi, quanta caparbietà nel difendere le proprie convinzioni culinarie, le tradizioni identitarie di due popoli così simili e così lontani. Il perfetto connubio agrodolce, riflesso di condivisione e fratture, retaggio di secoli di amore&odio, ma che non potrà non mettere d’accordo tutti sul sorprendente risultato di questo ideale accompagnamento di carni e formaggi.

IMG_3053Ingredienti (per le dosi fate valere la regola di “un paio di bicchieri/cucchiai può andar bene” – con le spezie state più attenti!):

  • Peperoni verdi;
  • Pepe nero in grani;
  • Peperoncino fresco;
  • Acqua bollente;
  • Olio EVO;
  • Aceto balsamico;
  • Zucchero di canna;

Procedimento:

Per prima cosa, lavate i peperoni, tagliateli a metà e privateli dell’anima e dei semi (noi preferiamo seguire questa corrente di pensiero…).
A questo punto, tagliate i peperoni a strisce grandi, versateli in una pentola con pepe nero in grani, peperoncino fresco sminuzzato, un paio di bicchieri di aceto balsamico, zucchero di canna e copriteli con acqua bollente.
Lasciate riposare per 30 minuti quindi cuocete il tutto almeno per 1 ora a fiamma media e con la cura di mescolare spesso.
Trascorsa mezzoretta, prendete parte del composto e frullatela in modo che i peperoni, già abbastanza sminuzzati, diventino cremosi quindi aggiungete la crema così ottenuta al resto dei peperoni, mescolate ancora e versate in barattoli sterilizzati.
Sistemate ogni barattolo, chiuso, all’interno di una pentola con acqua fredda e portate a bollore, quindi lasciate in ammollo per altri 20 minuti dall’inizio del bollore, lasciate raffreddare ed infine riponete in luogo asciutto.

Un po’ di sale in zucca: …”Dora me baltë buka me mjaltë.”
(Traduzione: “La mano con il fango, il pane con il miele”).
(Proverbio albanese-kosovaro)

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Idi di Marzo


Parlare di Cesare è un po’ come parlare di una figura mitica, leggendaria, verso cui non si può non portare deferente rispetto. E quasi venerazione. Affetto.
Incontravo giusto qualche giorno fa, fuori dall’università, il mio professore di Storia Romana ed involontariamente ho sorriso al ricordo delle sue lezioni appassionate sul grande politico, guerriero, uomo di Roma; e l’aula gremita di bocche aperte e il religioso silenzio. Se ci penso sorrido perchè, seppur con le debite differenze, si poteva traslare la scena 2000 anni addietro, cambiare i personaggi, ma conservare la credibilità. Il fascino di Giulio Cesare è immortale, la sua intelligenza strategica e politica lungimirante, la sua personalità straordinaria. Non si può non amarlo, non si può non odiarlo, non si può restare indifferente di fronte a lui, non ci si può non inchinare davanti al suo genio, ad un pezzo di storia che ha cambiato la Storia.
Riesco ancora a sperare che quel fatidico 15 Marzo del 44 a.C. non termini nel sangue, che le idi di Marzo restino semplicemente un giorno tra tanti sul calendario, e leggendo il romanzo di Manfredi l’ho sperato ancora di più.
Quello che emerge è esattamente quell‘uomo Cesare che ti fa amare il dictator Cesare: la sua testa, il suo cuore, le sue debolezze (anche fisiche), la sua sensibilità, il suo insospettabile e paradossale “pacifismo”.

No, io non avrò mai particolare simpatia per i Romani – continuerò a “tifare” Annibale e a trovarmi a mio agio con i Barbari -, ma amerò sempre Cesare. Incondizionatamente.

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Titolo: Idi di Marzo
Titolo originale: Idi di Marzo
Autore: Valerio Massimo Manfredi
Traduttore: 
Editore: Mondadori
Collana: Oscar bestsellers
Data di pubblicazione: 
2008 (prima edizione); 13 Gennaio 2014 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio) 
Prezzo: 9,50 €
Pagine: 259
Codice ISBN: 9788804638643

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Il tiranno


Un libro maschile. Un libro di uomini, di un uomo tra gli uomini, i suoi uomini, gli amici, i nemici, i traditori veri e presunti. Un uomo e le sue donne: l’Amore, le spose, la guerra, la Sicilia, Siracusa. Un uomo e la sua ambizione, il suo sogno e la sua caduta.
Dionisio I di Siracusa è sicuramente uno di quei personaggi storici che non si ricordano come particolarmente positivi, al di là del fatto che impersonò la classica figura del tiranno, hegemon negativo per eccellenza (non nella sua etimologia originale), la complessità discutibile del suo carattere, lo marchierà come un combattente cinico e spietato, non come l’eroe “buono” e valoroso disposto all’estremo sacrificio per la patria. Eppure un cuore pulsava vivacemente dietro quella clamide, travolgendo e coinvolgendo numerose anime affine: ha amato e si è fatto amare, fino alla morte, una fiammella che non si è spenta mai e che lo mantenne vivo anche quando la bramosia, la sete di potere lo resero cieco e lo portarono sull’orlo del baratro più pericoloso: la solitudine.

Io non posso di certo essere annoverata tra gli adulatori del Tiranno: ho sempre fatto il “tifo” per i Cartaginesi…anche se  ammetto che il romanzo di Manfredi (fedelissimo e rispettoso delle fonti: Diodoro Siculo e Filisto in primis) ne ha addolcito la mia opinione; mi ha permesso di conoscere un soldato, un devoto amante, a suo modo un idealista, un capo determinato e pieno di risorse – più o meno ammirevoli.
Non mi sarà mai simpatico in ogni caso.
Ottime e vivide le narrazioni delle 1001 battaglie, tecnica e tattica belliche impeccabili e dettagliatissime. Drammatici gli attori “non protagonisti”.
Un libro di un uomo; di un uomo e l’amicizia; di un uomo, l’amicizia e l’Amore: per degli uomini, per gli amici e per gli Amori.

Giudizio di Weareborg7of9: gufolibro4_tras

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Titolo: Il tiranno
Titolo originale: Il tiranno
Autore: Valerio Massimo Manfredi
Traduttore: 
Editore: Mondadori
Collana: Oscar bestsellers
Data di pubblicazione: 
2003 (prima edizione); 1° Gennaio 2005 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio) 
Prezzo: 10 €
Pagine: 424
Codice ISBN: 9788804546252

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Il messaggio segreto delle farfalle


Kuwait, anni 2000 del mondo occidentale.
Una donna e l’amore.
L’amore sviscerato nelle sue molteplici forme.

Le prime 40 pagine sono la denuncia della violenza criminale ed incivile del “non-amore”, quello che  si inebria solamente dell’odore dei soldi e del desiderio, quello di un assurdo matrimonio combinato. Crudeltà ed umiliazione non possono coincidere con l’amore.
L’amore è libertà che si respira a grandi sorsi, è il sentirsi vivi, ancor di più dopo aver avuto il coraggio di agire e fuggire da un destino che sembrava aver tarpato le ali di Nadia per sempre.
Nadia ha vinto la sua rivoluzione però, riuscendo anche, pian piano, ad eliminare i fantasmi che all’improvviso apparivano ed ostacolavano il suo volo di farfalla; ha vinto soprattutto abbandonandosi tra le braccia di sua madre, lasciandosi avvolgere dall’amore più puro, incondizionato, che solo la propria famiglia può donare.
La farfalla esce dal suo baco e rinasce, finalmente libera di vivere, di scegliere ed agire, di innamorarsi, di capire che non sempre l’amore è l’Amore, che ciò che si seduce con blandizie e tentazioni non è sempre sincero.
Nadia impara a gridare, dopo anni di silenzio imposto dal mostro, dopo che anche il fato sembrava volerla legare ad una vita di silenzio, impara ad urlare forte la sua passione, il suo affetto per l'”uomo dei suoi sogni”: il suo primo incubo trasformato nel più devoto degli amanti. Ma…

Questo libro- premiato di recente tra i romanzi della letteratura araba – è una confessione impetuosa di una donna nata in un mondo ancora troppo piccolo per permettere a tutte le farfalle di volare.
Una lettura piacevole, intensa, forse riversata troppo velocemente e per questo lacunosa dei tempi necessari per assorbirla nel giusto modo, per dare al messaggio la dovuta importanza. La storia di Nadia meritava di maggiore calma e pazienza, e ne avrebbe beneficiato anche nell’ordine.

Per tutti coloro che vogliono credere che la forza di volontà permette grandi battaglie anche tra le trincee più impervie e che nonostante le sofferenze che tutte le guerre – anche queste – portano, l’Amore, alla fine, può uscirne vincitore.

Giudizio di Weareborg7of9: gufolibro3_tras

 

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Titolo: Il messaggio segreto delle farfalle
Titolo originale: صمت الفراشات

Autore: Laila Al-Uthman
Traduttore: Colombo V.
Editore: Newton Compton
Collana: Gli insuperabili
Data di pubblicazione: 2011 (prima edizione); 22 Agosto 2012 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 5,90 €
Pagine: 253
Codice ISBN: 9788854141674

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