Drammatico

Cinque quarti d’arancia


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Non so voi, ma io ho sempre avuto un problema con le arance, con il loro aroma nello specifico: quel pungente, sferzante profumo che come una scarica elettrica si sprigiona al primo screzio della buccia e a volte, al solo avvicinarsi.
C’è chi lo ama e si inebria a pieni polmoni, godendone e ispirandone l’essenza; a me viene il mal di testa: forte, che stordisce, nauseante. Letteralmente.
C’è chi diagnosticherebbe un’intolleranza, Joanne Harris probabilmente parlerebbe di magia, entità o di qualche vento contrario, malefico o solo bizzarro.
In tutti i suoi libri, favole realisticamente costruite con colori, fragranze e sapori dolci e decisi, un pizzico di incantesimo condisce le anime dei personaggi e spira tra le fronde degli alberi da frutto di un qualche angolo sperduto della Francia, nascosto anche agli occhi dei più attenti artisti, o solletica il volto imbronciato di burberi protagonisti dai musi sporchi di marmellata ai lamponi..
…O di crepes al grano saraceno, o con la bocca piena di composta di pomodori verdi, o dalle dita salate di acqua di acciughe di conserva…
Ma non avvicinate le arance! Vi prego, no! Non nominatele neppure!
Questa sicuramente la preghiera silentemente urlata da Mirabelle Dartigen, donna dura e aspra come quegli agrumi che le intontivano la testa, le debilitavano il corpo e la allontanavano dai suoi tre bambini. Tutto avrebbe fatto, tutto per tutto ciò che dell’amore le era rimasto, amore per quel soldato buono – forse troppo, anche verso il nemico.
Tedeschi, guerra, sussurri, segreti e ingenue alleanze. Mirabelle ha pagato per i suoi dolori e per le ferite inferte al suo cuore…anche da quei piccoli frutti del suo Amore che troppo tardi l’hanno riconosciuta piena di Amore.
L’amore che concentrato in un diario confuso, pieno di ricette confuse, ma trasudanti dell’unico ingrediente magico: l’Amore.
Framboise e la sua creperie: il ritorno e il recupero di quell’Amore, sempre negato, mai capito e ora, a distanza di anni, di nuovo sfolgorante e ricco di quella dolcezza particolare, ma sincera, in grado di combinarsi nelle maniere più strane, ma presente, innegabilmente  forte.
Sullo sfondo il drammatico scenario dell’inizio del secondo conflitto mondiale e la ascesa dei nazisti anche in piccoli ritagli pacifici di mondo, ad insozzarne le sfumature, ad infangarne le vita, a far marcire la verità.
La bruttura della guerra imminente raccontata con la penna intinta nel cioccolato di una delle più originali voci della narrativa contemporanea mondiale.
Impossibile non lasciarsi invitare dalle sue prelibatezze, insensato non lasciarsi vincere, inconcepibile non provarle almeno una volta.

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Titolo: Cinque quarti d’arancia
Titolo originale: Five Quarters of the Orange
Autore: Joanne Harris
Traduttore: Grandi Laura
Editore: Garzanti
Collana: Elefanti bestseller
Data di pubblicazione:
 2001 (prima edizione); 13 Gennaio 2010 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 9,90 €
Pagine: 405
Codice ISBN: 9788811679431

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Fin che verrà il mattino


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La Cina ai tempi dell’invasione nipponica, con il generale Chiang Kai-Shek appoggiato ufficialmente dall’America e con il nuovo movimento comunista che attira non solo i favori di sempre maggior parte della popolazione ma anche dei pochi giornalisti stranieri accreditati ed accettati dal nascente regime.

Soprusi, povertà, baraccopoli, fango, malaria: non solo questo dovrà sopportare la giornalista …… che solo per essersi ribellata ad una violenza gratuita dei militari contro una cinese, resta invisa ai poteri forti che sono frenati dalle rappresaglie solamente perché americana. Ma gli scontri maggiori saranno a causa dell’amore verso un medico cinese.

Amore prima contrastato in Cina e poi negli Stati Uniti dove il padre di Stephanie (così si chiama la giornalista) combatterà con le armi a sua disposizione: lo scherno e il disinteresse presso il marito della figlia.

Poi di nuovo in Cina: il periodo di Mao con tutte le sue contraddizioni, rendono invivibile l’esistenza della coppia, fra alti e bassi, denunce e riabilitazioni. La nascita del primo figlio, la figlia nata poi in America fino alla conclusione che ci conduce a tempi a noi più vicini.

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Titolo: Fin che verrà il mattino
Titolo originale: Till morning comes
Autore: Han Suyin
Traduttore: Rambelli R.
Editore: Oscar Mondadori
Collana: Bestseller
Data di pubblicazione: 1982 (prima edizione); Marzo 1988 (attualmente non più in commercio)
Prezzo: – €
Pagine: 738
Codice ISBN: 9788804258285

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La zona morta


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Uno Stephen King che non ti aspetti. Forse.
Uno Stephen King che scrive di un’inquietudine intensa, difficile da rimestare con olio dolce, che ti avvolge e ti stritola nel suo vortice asfissiante e ti toglie il fiato.
Dove i morti sono più vivi dei sani e non hanno niente a che fare con creature raccapriccianti e senza riposo, in un angolo di mondo, dove le fiere di paese odorano ancora di fritto e zucchero filato e gli occhi degli innamorati riflettono il luccichio dei neon delle giostre, proprio lì si allestirà un lento e profondo dramma che avrà, infine, esiti inaspettati e degni di eroici e classici echi.
Sfacciato. Forse.
Il g(G?)enio stavolta lascia il primo piano ai sentimenti, alle morse nelle stomaco e lava tutto – ne sono certa – con le lacrime di madri, padri, fidanzate, amici e di tutti coloro che hanno un cuore che sanguina.
Forse.
La zona morta è quella porzione buia, accecante e dolorosa, spenta, ma pronta ad esplodere e…bum! La zona morta consuma lentamente Johnny e lo condanna ad un sacrificio quasi mistico (cara vecchia Vera, forse la tua fede alla fine ti ha salvata…), al dileggio, all’insulto, alla pietà (schifosamente ipocrita a volte e più lancinante della peggiore emicrania), ma porterà il mondo alla salvezza; forse.
Il dono di vedere il futuro che distrugge il presente e questo John Smith lo sa, lo capisce, lo percepisce fin dal più remoto passato: un pomeriggio sul ghiaccio, una serata romantica…un taxi sfasciato…e poi il vuoto, immobile, senza tempo…la zona morta.
Un miracolo: il risveglio, il suo prezzo, beffardo, un dono. Forse.
Il secondo atto di un’esistenza assolutamente normale che si evolve in un epico svolgersi di fatti, eventi, alti e bassi; la scoperta di un destino definitivo e maledettamente irriverente, agghiacciante, ma inesorabile, un “martirio” necessario, per levare un po’ di male, prima che diventi cronico, prima che la zona morta vinca.

E’ finito tutto Johnny e sai anche questo, lo hai sempre saputo. Hai vinto tu, contro tutti e tutto, di fronte a te stesso.
Forse.

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Titolo: La zona morta
Titolo originale: The Dead Zone
Autore: Stephen King
Traduttore: Terzi Andrea
Editore: Sperling & Kupfer
Collana: Pickwick
Data di pubblicazione:
Agosto 1979 (prima edizione); 8 Novembre 2013 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio) 
Prezzo: 10,90 €
Pagine: 464
Codice ISBN: 978886836127

 

book-to-filmNel 1983 fu prodotto l’adattamento cinematografico del romanzo di King, diretto da David Cronenberg e con star del calibro di Martin Sheen nel ruolo del subdolo Greg Stillson.
Sia il film che il libro del Re sono basati sulla vita del famoso psichico Peter Hurkos il quale sostiene di aver acquisito poteri dopo una caduta da una scala a pioli.
Nonostante il produttore avesse chiesto all’autore di curare anche la scenografia della pellicola, questo non acconsentì e il lavoro venne preso in mano da Jeffrey Boam.
La produzione vinse anche premi come miglior film horror e ottenne riconoscimenti in ambito di cinema fantastico.

…”Books and movies are like apples and oranges. They both are fruit, but taste completely different”…
(Stephen King)

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Dopo di te


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Un sequel reclamato a gran voce dai fans di tutto il mondo (v. https://ilessi.wordpress.com/category/autore/moyes-jojo/), c’è chi potrebbe definirlo quasi un parto indotto dalle ragioni del mercato; un prodotto di questo genere è difficile che ricalchi le orme del successo originale.
E invece…l’appeal di Louisa Clark è ancora magnetico e la penna della Moyes ti trascina sempre nelle sue vicissitudini come poche altre nella letteratura contemporanea.
Nessuno parla di capolavoro da Premio Nobel, ma vi assicuro che al giorno d’oggi non è scontato trovare una narrazione così perfettamente liscia, senza spigolature che ti avvolge e ti immerge completamente in se stessa.
La trama non cade nel banale, il romanticismo di fondo è rispettoso degli anni 2000 e gli ingredienti di intreccio non sono accozzati, nè prevedibili.  La protagonista rimane una Cenerentola della porta accanto, ma con un carattere che la scioglie dal pregiudizievole giogo della principessa salvata e salvabile solo dal prode cavaliere su candido destriero, anche se i cattivi da combattere sono tutti mostri personali molto umani.
La vita riserva sorprese e sconvolgimenti improvvisi anche alle principesse e in quelle situazioni bisogna posare per un attimo l’ingombrante corona e alzare lo scettro: riflettere, decidere e agire.
Il tempo scorre e non torna indietro, ma si può correre più veloce e prendere in mano le redini del viaggio; scartare le paure e saltare oltre l’ostacolo del senso di colpa, risalire dal baratro del dolore, pur nella consapevolezza che si rischia sempre di mettere un piede in fallo.
La vera forza e vestirsi di coraggio e sorridere. Nonostante tutto.
Imparare a vivere.
E poi vivere.
Nonostante tutto.

Non so se ci sarà un terzo romanzo, ma a questo punto me lo auguro di cuore: anche qualche piacevolissima ora di lettura ti fa sentire viva.

 

Giudizio di Weareborg7of9: gufolibro4_tras

Titolo: Dopo di te
Titolo originale: After You
Autore: Jojo Moyes
Traduttore: Dallavalle M.C.
Editore: Mondadori
Collana: Omnibus stranieri
Data di pubblicazione: 24 Settembre 2015 (prima edizione); 5 Maggio 2016 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 18 €
Pagine: 380
Codice ISBN: 9788804660583

 

book-to-film A Settembre uscirà anche in Italia l’adattamento cinematografico di Io prima di te, primo romanzo con protagonista Louisa Clark, successo letterario mondiale.
Sulla scia di questo entusiasmo, la regista Thea Sharrock ha diretto una perfetta Emilia Clarke (già Daenerys Targaryen nel Trono di Spade) e Sam Claffin nel ruolo di Lou e Will.
La Moyes ha curato personalmente la sceneggiatura del film aumentando così le aspettative già alte del pubblico.
Non ci resta che attendere (o cercare la versione in lingua originale!).

…”Books and movies are like apples and oranges. They both are fruit, but taste completely different”…
                               (Stephen King)

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Moby Dick


Moby Dick

Le “balene” erano il nemico da abbattere, da vincere, da sottomettere, pena la fame, la miseria ed il ritorno in patria dopo svariati anni tra il disprezzo dei più e la delusione dei familiari che per molto tempo avevano sperato una vita migliore. Ma non per tutti è così.

Per il capitano Achab invece era molto di più, era una personale vendetta per quel “pesce” che l’aveva menomato e reso invalido, privandolo di una gamba.

Partiremo assieme all’equipaggio, che impareremo a conoscere pagina dopo pagina, scopriremo le varie operazioni da compiere, dalla ricerca all’avvistamento, a quella parte più brutale (per favore, cerchiamo di di non vedere con gli occhi di oggi, siamo a metà Ottocento, quando la caccia a questi cetacei non era per l’ingordigia di pochi ma per il sostentamento di molti) che finisce con la suddivisione del corpo…..

La vita (e la morte) in mare, nel mare di allora, senza altre comunicazioni se non quelle tramite casuali incontri con altre navi cariche di ritorno in patria, assomiglia molto ai quei corsi di sopravvivenza che vanno di moda adesso e che durano pochi giorni, non per anni com’era allora. Solo la meraviglia ci permette di continuare una lettura che altrimenti sarebbe poco credibile per l’uomo di oggi.

Leggere per credere.

Giudizio di Ezechielelupo2:gufo libro45

Titolo: Moby Dick
Titolo originale: Moby-Dick or The Whale
Autore: Herman Melville
Traduttore: Ceni Alessandro
Editore: Giulio Einaudi
Collana: Supercoralli
Data di pubblicazione:
18 ottobre 1851 (prima edizione); 20 Marzo 2012 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio) 
Prezzo: 11,50 
Pagine: 784
Codice ISBN: 9788804617198

 

book-to-filmLa Balena Bianca ha sicuramente ispirato molti artisti dell’epoca moderna: altri scrittori, fumettisti, registi e musicisti.
Si dovrebbe quasi dedicare un articolo a parte per le innumerevoli citazioni a capolavoro di Melville, ma ci limiteremo a un paio di spunti significativi.
Non tanto al libro, ma quanto alla sua genesi si rifà l’ultima produzione cinematografica firmata Ron Howard (2015): Heart of the Sea racconta la storia della baleniera Essex, evento che a sua volta a incentivato L’autore di Moby Dick a scrivere il suo romanzo.
Chris Hemsworth è un ottimo Owen Chase, tanto da venire candidato al titolo di migliore attore di film di azione/avventura.

…Mondo di uomini, fatto di uomini
che hanno la luce già spenta.
Partono deboli, tornano uomini;
erano mille e son trenta.
Mondo di uomini, fatto di uomini soli.
Dimmi la bianca balena stasera dov’è;
nella tempesta infinita non c’è.
Mondo di uomini, fatto di uomini soli…
(Enrico Ruggeri, 1993)

…”Books and movies are like apples and oranges. They both are fruit, but taste completely different”…
     (Stephen King)

 

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I fiori di sabbia


 

I Fiori di Sabbia

L’Africa è un “giardino di sabbia rovente”.

Sicuramente l’Africa arde di passioni, pulsa di vita e brucia di realtà non facili da accettare, soprattutto per il nostro più comune sentire e percepire il gusto di ciò che accade e di ciò che ci esiste attorno.
L’Africa è una sorta di lussureggiante deserto dove i paradossi sono la sostanza che pervade l’aria, le strade, che ostacola i passi di una società che potrebbe compiere balzi da gazzella, ma che a volte preferisce borbottare  – finta placida – come un ippopotamo prima della caccia, con tutto il suo peso, con tutto il suo ingombrante retaggio culturale e politico.
L’Africa è lo splendore delle Cascate Vittoria, dei colori sgargianti, degli occhi delle donne, dell’ebano degli uomini.

L’Africa raccontata da Corban Addison è una poesia realistica, vergata con un inchiostro duro, ma melodioso canto di sfumature abbaglianti; è il continente che nel suo profondo cuore vede la ribellione un po’ stereotipata contro il potere incanutito ed immobile, ma che come arido cemento, non vuole volgere lo sguardo sui drammi quotidiani che probabilmente qualche carezza e lo sforzo di una volontà condivisa, lenirebbero e pian piano, diventerebbero solo memoria.
Kuyeya: “memoria”. Una bambina speciale che la sua mamma non ha voluto dimenticare, ma che anzi ha voluto donare alla sua Africa che le ha dato tutto e le ha tolto tutto. La tragica catena che una piaga come l’AIDS forgia nelle vite (e anche nelle morti) di persone sfortunate che arrivano a combattere anche a scapito della propria dignità, per l’Amore, quello vero.  La dura lotta contro la violenza e l’ingiustizia e la corruzione: la violenza più squallida, la sabbia che si vorrebbe soffocasse i fiori più profumati, quelli speciali…come una bambina speciale.
La politica dei potenti che se maneggiata senza cinismo potrebbe essere un’arma importantissima per cambiare il corso della Storia e in primis, delle storie delle migliaia di Kuyeya che esistono al mondo.

Lo Zambia come luogo di amore e di sofferenza anche per Zoe Fleming, la muzungu caparbia e coraggiosa che non lesinerà unghie e denti per difendere i diritti del suo cuore: nero come l’Africa, logorante come il deserto, ma prezioso come i suoi fiori.

Un romanzo di denuncia  vestito da sera e accompagnato dalla brezza vivificatrice delle emozioni più pure, reso vero dalla trama troppo comune e offerto al mondo come un dono: la scoperta che solo aprendo gli occhi farà aprire il cuore.

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Titolo: I fiori di sabbia
Titolo originale: The Garden of Burning Sand
Autore: Corban Addison
Traduttore: Brovelli C.
Editore: Sperling & Kupfer
Collana: Pandora
Data di pubblicazione: Novembre 2011 (prima edizione); 17 Giugno 2013 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 17,90 €
Pagine: 404
Codice ISBN: 9788820054519

 

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Il castello del cappellaio


Il Castello del Cappellaio

Una tragedia moderna.
Potrebbe suonare come il sottotitolo di questa prima opera del novellista scozzese  A.J.Cronin.
Conosciuto per le sue tipiche ambientazioni pacifiche e serene e per i suoi personaggi pieni di buon cuore (sacerdoti e medici ricorrono di frequente nelle sue anche più celebri narrazioni), balza di sicuro all’occhio il corposo romanzo d’esordio che vede la famiglia Brodie come protagonista: storia di un drammatico incedere di vite, oppresse da un’instabile, labile ed ostentata grandezza, tanto fittizia quanto ridicola, al pari del bizzarro castello che fa da casa, scudo e impenetrabile schermo per quelle povere anime che del nome Brodie hanno subito, volente o nolente la pesante e triste eredità.
Un padre padrone, un malvagio tiranno, duro e aspro, che si crogiola nella sofferenza altrui e ne provoca spesso la prima fiamma, alimentandone poi l’incendio con un impegno che si direbbe disumano, godendone dei momenti più umilianti, ma soprattutto giustificando sempre, con improbabile e paradossale ragione, l’intento e il fine.
La cattiveria del capofamiglia e le sue ovvie conseguenze a danno dei suoi poveri consanguinei, porterà alla rovina  – scontata anch’essa forse, se ci affidiamo alla giustizia della Provvidenza – anche dello stesso elargitore di tanti mali, in un’escalation di sempre peggiori catastrofi, di fronte alle quali però sembra essere cieco e sordo.
Un testo di una commozione rara, di un’intensità che raramente trapela in pagine di descrizione comunque piana e lineare, descrittiva, classica per certi aspetti, poetica perfino per altri. Una scrittura di senso fin dalle primissime righe, quando Cronin introduce se stesso e la sua penna – e il libro in questione – lasciando parlare il vento; il vento soffia, accompagna e lo senti sulla pelle, guida i tuoi passi e in men che non si dica respiri l’aria frizzante di una Levenford che non esiste sulle carte, eppure c’è, tangibile al tocco, visibile agli occhi, percepibile di aromi e colori e creata dal vento.
Un incipit di altissima letteratura, tuttavia nascosto allo sguardo dei più, ma di incomparabile sublime e leggiadra bellezza, un dolce balsamo in grado, a posteriori, di lenire le numerose ferite inferte da quello stesso inchiostro alla sensibilità del lettore.
Un piccolo capolavoro di genere e pathos.

Giudizio di Weareborg7of9: gufolibro4_tras

Titolo: Il castello del cappellaio
Titolo originale: Hatter’s Castle
Autore: Archibal Joseph Cronin
Traduttore: Camerino A. e Izzo C.
Editore: Bompiani
Collana:  Tascabili Cronin
Data di pubblicazione: 1931 (prima edizione); 12 Maggio 2004 (si segnala l’ultima edizione in commercio)
Prezzo: – € (Attualmente di difficile reperibilità)
Pagine: 587
Codice ISBN: 9788845210389

book-to-filmNel Febbraio del 1942, ben 11 anni dopo la pubblicazione del romanzo di A.J. Cronin, viene proiettata sul grande schermo l’omonima produzione cinematografica inglese diretta da Lance Comfort, con Robert Newton nei panni di James Brodie e Deborah Kerr in quelli della figlia del cappellaio, Mary.
“Un film macchinoso e tortuoso senza nullo di artistico. Meno efficaci del solito anche Mason e la Kerr. Buona la fotografia, discreta l’ambientazione. Sceneggiatura e regia di nessun valore.” (‘Segnalazioni cinematografiche’, vol. 25, 1949)

…”Books and movies are like apples and oranges. They both are fruit, but taste completely different”…
(Stephen King)

 

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L’ombra dello scorpione


LOmbradelloScorpione

9 mesi di Apocalisse in cui la Vita dovrà lottare per vincere la Morte, dove la guerra manichea che dura dagli albori del tempo, ha finalmente esplicito luogo, in cui Bene e Male si devono incontrare e scontrare con l’umanità, le sue luci e le sue ombre.

Fin dove la Redenzione è possibile?

Romanzo di formazione, cammino di espiazione, riflessione sociologica moraleggiante, saggio drammatico di “antropologia avventurosa”.
Tutto e Niente.
Bianco e Nero. …un occhio rosso…pulsante…
Sogni e Incubi.
Uomini e Bestie. …o creature e mostri?…

Un mondo costruito ex novo, progettato dal machiavellico architetto del Maine, un nuovo ipotetico (ma non utopico!) presidente della zona libera…chi l’avrebbe mai detto che il gelido Colorado diventasse la culla della nuova civiltà degli ormai ex USA.
Le luccicanze dello Stanley Hotel (v. Shining) hanno avuto bisogno di un fuoco purificatore e…Boulder è salvo ormai, ma l’Est…la perdizione di Las Vegas, l’artifizio, la falsità, il marcio…un sacrificio permetterà la Risurrezione?

…”Non temerò alcun male”…

3 vite, per quanti migliaia di uomini, donne, bambini…”cuori nuovi”?

Ma L’ombra dello scorpione è sempre in agguato, pronta a nascondersi nelle bestie, nelle creature, nei mostri…negli uomini…

A dispetto di tutto ciò, ritengo sia un libro (di dimensioni effettivamente bibliche!) positivo e luminoso, dove la Fede, qualsiasi significato le si voglia attribuire, sia il trait d’union di tutti gli attori, comparse comprese, plasmati nella loro varietà molto “umana”…che fossero bestie, creature, mostri…
La chiusura del cerchio.

…”Ci serve aiuto, dedusse il Poeta”.
(E.D.)

Giudizio di Weareborg7of9: gufo libro45

Titolo: L’ombra dello scorpione
Titolo originale: The Stand
Autore: Stephen King
Traduttore: Amato Bruno e Dell’Orto A.
Editore: Bompiani
Collana: I grandi tascabili
Data di pubblicazione: 
1978 (prima edizione); 24 Gennaio 2014 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio) 
Prezzo: 14 €
Pagine: 929
Codice ISBN: 9788845275746

Strawberry Pie

…”C’era una crostata di fragole nel frigo. Era protetta dalla pellicola trasparente e, dopo che l’ebbe osservata a lungo con occhi spenti e pensierosi, Frannie la tirò fuori. La posò sulla credenza e ne tagliò una fetta. Una fragola cadde sul ripiano con un piccolo tonfo molle mentre trasferiva il pezzo di torta su un piattino. Raccolse la fragola e la mangiò. Pulì la chiazzetta di sugo sulla credenza con uno strofinaccio. Tornò a tendere la pellicola sui resti della crostata e la ripose nel frigorifero”…

Processed with Moldiv

Processed with Moldiv

Ingredienti:

  • 2 rotoli di pasta sfoglia circolare;
  • 500 gr di fragole;
  • 1/2 tazza di zucchero bianco;
  • 1/4 tazza di zucchero di canna;
  • 1 cucchiaio di succo di limone;
  • 1/4 cucchiaino di sale;
  • 1/4 tazza di farina manitoba;
  • cannella q.b.;
  • 2 cucchiai di burro non salato e tagliato a pezzettini;
  • 1 albume sbattuto con un cucchiaino d’acqua;

Procedimento:

Preriscaldate il forno a 200°.
In una tortiera con bordo alto adagiare e spianare un rotolo di pasta sfoglia.
In una ciotola capiente mescolate insieme le fragole tagliate a pezzetti, i due tipi di zucchero, il succo di limone, il sale e la manitoba.
A questo punto, dopo aver incorporato bene tutti gli ingredienti, riempite la tortiera con il composto e livellate bene; spolverizzate con abbondante cannella e fate cadere piccoli riccioli di burro sulla superficie e coprite il tutto con il secondo rotolo di sfoglia (o ricavatene ritagli che utilizzerete per decorare la parte superiore della vostra torta come meglio credete).
Prima di metterla in forno, spennellatela con la mistura di albume e acqua, in modo tale da rendere la crosta lucida in cottura.
Infornate per una 20ina di minuti e poi abbassate la temperatura a 175° e completate la cottura per altri 25-30 minuti, fino a quando non vedrete dorare le sfoglie.
Una volta pronta, lasciate che si raffreddi perfettamente (qualche ora più tardi) prima di servire; l’interno avrà quasi la morbida consistenza di una marmellata con grossi pezzi di frutta: un ottimo contrasto con la croccantezza della crosta!).

Un po’ di sale in zucca:Per prima così infornò le torte, usando la conserva in scatola collocata sugli scaffali della dispensa e rabarbaro e fragole fresche colte nell’orto. Le fragole erano mature al punto giusto, Dio sia lodato, ed era bello sapere che non sarebbero andate sprecate. Già solo il fatto di cucinare la fece sentir meglio, perché cucinare voleva dire vivere. Una crostata di mirtilli, due di fragole e rabarbaro, e una di mele. Il loro profumo riempì la cucina, quel mattino. Le mise a raffreddare sul davanzale della cucina come aveva sempre fatto”…
(Stephen King, L’ombra dello scorpione)

book-to-filmDiventerà presto una miniserie televisiva (come già avvenuto nel 1994) prodotta da Warner Bros per Showtime, per poi culminare in un vero e proprio film; produzioni entrambe affidate al fan kingiano Josh Boone, ma che vedranno sicuramente un coinvolgimento del Re stesso.
Si vocifera di un Randall Flagg con il volto del premio Oscar Matthew McConaughey.

…”Books and movies are like apples and oranges. They both are fruit, but taste completely different”…
(Stephen King)

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Il vecchio e il mare


il vecchio e il mareCuba, parecchi anni fa.
Un vecchio pescatore va a pesca al largo dell’isola con la sua barchetta, accompagnato da un ragazzo – Manolo – che verrà costretto dai propri genitori ad abbandonarlo al proprio destino: porta sfortuna, non pesca mai niente. Questo, in modo stringato, l’antefatto.
Poi inizia il capolavoro: il vecchio, testardo, continua da solo per giorni, in attesa di quello che si potrebbe definire un colpo di fortuna: finalmente cattura un pesce spada….più grande della propria barca. Lo fissa all’esterno e da qui in poi emerge tutta l’abilità creativa di uno scrittore amato/odiato: Ernest Hemingway.
Il racconto è un susseguirsi di riflessioni su molti aspetti della vita intercalati alla lotta per salvaguardare la sua pesca, sempre più compromessa a causa degli squali.

Giudizio di Ezechielelupo2: gufolibro5_tras

Titolo: Il vecchio e il mare
Titolo originale: The Old Man and the Sea
Autore: Hemingway Ernest
Traduttore: Pivano Fernanda
Editore: Mondadori
Collana:  Oscar classici moderni
Data di pubblicazione: pubblicato per la prima volta sulla rivista Life nel 1952 (prima edizione); 1° Gennaio 2000 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 10 €
Pagine: 140
Codice ISBN: 9788804488255

Cuban Black Bean Soup

Hemingway amava Cuba, soprattutto l’ha amata nell’ultimo periodo della sua vita, quello in cui produsse questo suo famosissimo libro. Era un grande parco giochi per gente ricca e che ambiva ai più sfrenati divertimenti, ma anche il perfetto habitat per chi voleva vivere in modo comodo ed informale. E poi c’era il Grande Fiume Blu (la corrente del Golfo) che prometteva la miglior pesca di marlin del mondo. E poi…
Il piatto che proponiamo è tratto dal libro Una Fiesta Mobile. A Tavola (e sotto il Tavolo) con Hernest Hemingway, di Gail McDowell, in cui viene raccontata la vicenda biografica e la carriera dell’autore attraverso i luoghi e soprattutto i sapori che hanno pervaso ogni cosa che intorno a lui di lui avesse il gusto.
Da p. 68:

CubanBlackBeanSoup Ingredienti (per 6 porzioni):

  • 500 gr di fagioli neri secchi;
  • 2,5 lt di acqua;
  • 120 gr di guanciale o pancetta;
  • 2 spicchi d’aglio tritati finemente;
  • 1 cucchiaino di cumino;
  • 1 cucchiaino di origano;
  • 1/2 di cucchiaino di senape in polvere;
  • 1 cucchiaio di olio di oliva;
  • 2 grosse cipolle tritate finemente;
  • 1 peperone verde tritato grosso;
  • Succo di mezzo limone;
  • Sale e pepe q.b.;
  • 6 fettine di limone;
  • 2 uova sode tritate;

Preparazione:

“Lasciate i fagioli a mollo in acqua abbondante per tutta la notte.
Buttate l’acqua e portate a ebollizione due litri e mezzo di acqua fresca. Aggiungete i fagioli, il guanciale o la pancetta. Abbassate il fuoco e lasciate sobbollire, parzialmente coperto, per un’ora o due, finchè i fagioli sono quasi cotti. Mescolate l’aglio, il cumino, l’origano e la senape in polvere. In una pentola scaldata l’olio e soffriggete la cipolla e il peperone, mescolando sempre. Quindi versate il succo del limone e mezza tazza dell’acqua di cottura dei fagioli. Coprite e fate cuocere piano per 15 minuti. Poi unite il tutto ai fagioli e fate cuocere ancora un’ora, parzialmente coperto.
Al momento di servire la minestra, passate due tazze di fagioli e rimetteteli in pentola. Togliete il guanciale. Versate la minestra nelle scodelle e decorate con l’uovo tritato e una fetta di limone.”

Un po’ di sale in zucca: …“It is good that we do not have to try to kill the sun or the moon or the stars. It is enough to live on the sea and kill our true brothers.”
(Ernest Hemingway,
The Old Man and the Sea)

 

book-to-film Segnaliamo il capolavoro del 1958 di John Sturges, vincitore anche di un premio Oscar, l’anno successivo, per la migliore colonna sonora firmata Dimitri Tiomkin, nonchè in lizza anche per il riconoscimento come miglior attore protagonista a Spencer Tracy – nel ruolo di Santiago. The-Old-Man-and-the-Sea-1958-Hollywood-Movie

 

Esiste una breve versione d’animazione, The Old Man and the Sea di Aleksandr Petrov (1999), realizzata in un interessante stile pittorico. Questa versione ha vinto nel 2000 il premio Oscar per l’animazione.
Il titolo Staretzat i moreto di Petko Spasov (2002, Bulgaria), è invece un adattamento molto libero del soggetto di Hemingway.

…”Books and movies are like apples and oranges. They both are fruit, but taste completely different”…
(Stephen King)

 

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L’amore bugiardo


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Il primo pensiero che sorge spontaneo una volta girata l’ultima pagina di questo libro è: l’autrice deve aver avuto trascorsi sentimentali parecchio traumatici e/o aver conosciuto elevate espressioni di sadismo, o è uno psicopatico criminale in incognito. In ogni caso sarebbe un efferato delitto non riconoscerle una galoppante fantasia; sarà Eminem ballato a tutto volume nelle stasi temporali tra una fulminata di ispirazione e un’altra (così pare abbia “confessato” la stessa Flynn in una delle sue interviste ad un magazine americano), o semplicemente sarà uno spiccato talento narrativo, ma senza dubbio il risultato di questo tour de force neuro-mentale è da (una volta tanto) meritato “caso letterario dell’anno”.
Tant’è che ne è appena uscita una versione cinematografica (v. sotto).

Una moglie mitica, un marito spiritoso e geniale, un matrimonio perfetto agli occhi del mondo, ma…
Sempre una volta girata quella benedetta/maledetta ultima pagina, credo proprio che guarderete la vostra dolce metà con occhi diversi, titubanti a tratti, li abbasserete leggermente e vi porrete silenti domande al limite della paranoia, cercando di capire se dietro all’amato volto che incrociate ogni giorno, si nasconde un cinico e pazzo serial killer, se avete sposato una sorta di Giano Bifronte calcolatore maniacale in grado di portarvi sulla cima dell’Olimpo per poi gettarvi dalla rupe senza pietà e schiacciarvi il capo per farvi asfissiare nel più tormentoso Inferno.
Come Amy con Nick. Come Nick con Amy.

E’ solo un romanzo.

…Ma anche la Mitica Amy lo era. Nick scriveva di film.
La stampa si crogiola in questi (psico) drammi.
(Riflessione semi-seria e frecciatina a tutta la nostrana squallida “tv del dolore” tanto di moda: gli Americani sono arrivati prima di noi anche qui. Meditate gente, meditate – con sarcasmo).

E poi…
Non darete più niente per scontato…

Giudizio di Weareborg7of9: gufolibro4_tras

60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: L’Amore Bugiardo

Titolo: L’amore bugiardo
Titolo originale: Gone Girl
Autore: Gillian Flynn
Traduttore: Graziosi F., Zani I.
Editore: Rizzoli
Collana: Vintage
Data di pubblicazione: 2012 (prima edizione); 21 Giugno 2013 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 13 €
Pagine: 462
Codice ISBN: 9788817059497

 

book-to-filmL’amore bugiardo – Gone Girl è un film uscito nel 2014 e diretto da David Fincher, con protagonisti Ben Affleck e Rosamunde Pike (attualmente anche candidata al Premio Oscar come migliore attrice protagonista).
Adattamento cinematografico dell’omonimo bestseller di Gillian Flynn, pare aver riscosso lo stesso entusiasmo nelle sale che aveva già scatenato nelle librerie.
La Flynn ne ha anche seguito e curato la sceneggiatura.

…”Books and movies are like apples and oranges. They both are fruit, but taste completely different”…
(Stephen King)

 

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