Fantasy

L’esiliato di Darkover


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Racconto a tratti apparentemente introduttivo dell’universo darkoviano in quanto forse, meglio e in modo più puntuale rispetto ad altre situazioni, vengono presentate e spiegate – seguendo le vicende del protagonista – le dinamiche e le realtà relative alle matrici e al lavoro con esse: cuore pulsante della Storia del pianeta dal “sole di sangue” (n.b. il titolo originale del libro è: The Bloody Sun).
Interessante anche perchè si spiega l’origine dell’astio tra i Terrestri e gli abitanti degli altri mondi (mai alieni, perchè quella del Ciclo di Darkover non è una prospettiva (Terra)/geocentrica e di conseguenza sarebbe una definizione relativa e priva di senso).

Gli affari e la politica, i pregiudizi e la forza rivoluzionaria dell’amore gettano le basi per la lunghissima tradizione sincretica che di lì a poco si svilupperà nell’universo mantenendo però sempre quelle precipue caratteristiche che gli affezionati viaggiatori dello spazio-tempo (…W l’indefinitezza della Bradley!) hanno imparato a conoscere una volta respirata la prima aria di Darkover.

Che mai si spenga il laran di ognuno di voi.

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Titolo: L’esiliato di Darkover
Titolo originale: The Bloody Sun
Autore: Marion Zimmer Bradley
Traduttore: Valla R.
Editore: Tea
Collana: Teadue
Data di pubblicazione: 1964 (prima edizione); 1° Gennaio 1992 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 7,80 € (attualmente di difficile reperibilità)
Pagine: 329
Codice ISBN: 9788878193116

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Il cacciatore di draghi


Il cacciatore di draghi tolkien

Dicono che il cane sia il più fedele amico dell’uomo, ma forse nessuno aveva mai considerato i draghi!
Infatti…
C’era una volta un contadino, ma anche un cane, un gigante, un re, una spada magica e…un drago cattivo! Ma sì, un vecchio serpente avido e sputafuoco! Uno di quelli leggendari, con ali, squame e tutto il resto!
Certo è,però, che non vi sareste mai immaginati un sempliciotto riuscire nell’impresa di addomesticarlo e di farselo anche amico…per la pelle!
I classici ingredienti delle storie di “spada e magia” sono concentrati in questo racconto firmato J.R.R. Tolkien.
L’autore del Signore degli Anelli, incontrastato genio del Fantastico, questa volta strizza l’occhio ai ragazzi e, giocando con i miti e le leggende nordico-anglosassoni, confeziona un simpatico e valido piccolo capolavoro del genere. Gli stilemi vengono infatti proposti in vesti nuove e più accattivanti, adatti a far presa anche sui giovani moderni, non sempre avvezzi alle manfrine cavalleresche tipicamente medievali; il brio, l’ironia e l’umorismo sono del resto dei valori aggiunti di un testo comunque già di per sé meritevole di attenzione.

Dagli 0 ai 99+ anni.
Consigliatissimo.

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Titolo: Il cacciatore di draghi
Titolo originale: Farmer Giles of Ham
Autore: John Ronald Reuel Tolkien
Traduttore: Murro I.
Editore: Bompiani
Collana: I libri di Tolkien
Data di pubblicazione: 1949 (prima edizione); 1° Gennaio 2007 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 12,50 €
Pagine: 160
Codice ISBN: 9788845259906

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Il Trono di Spade IV – Il banchetto dei corvi


Il dominio della regina_GOT4

Cersei.
Maergery.
Ma no, non Lei. La Regina destinata alla leggenda non è lei la protagonista del 4° volume della saga fantasy più mitizzata degli ultimi anni.
I draghi dormono ancora…
L’inverno è alle porte e ha già spruzzato di bianco le teste dei corvi, degli uomini in nero, delle cappe bianche…i cuori dei cavalieri..ha velato di brumosa vendetta gli occhi di chi dovrebbe scrutare, vedere e dare alito vitale alle genti, ai campi e alla speranza.
Non gli eroi da copertina, ma i villains dell’inferno – bruciante di fiamme d’orate e di fauci implacabili, le anime erranti e lacerate in cerca di chissà quale misteriosa pace, gli ingenui vagabondi dalle pure spade e i crudeli pirati di isole lontane.
Il gelo si sta diffondendo, il sole è sparito…quasi quanto i draghi delle leggende.
Una sorta di mondo alla rovescia: uno Westeros in cui nella rigida immobilità del ghiaccio, si incominciano a ribellare le fondamenta mosse dal fuoco ancestrale che è luce e traguardo (forse) di angosce e infinite peregrinazioni.
I Distruttori si fanno amanti e i morti riemergono dai torbidi fumi del Tridente, i bambini si trasformano in pericolosi bambocci e le frivole donzelle in scaltre e pazienti pedine di giochi più grandi.
In realtà la Regina c’è, silente, dietro un sottile strato di acciaio di Valyria, dietro un’abbagliante cortina di rosso-dorate vampe vibranti, sempre presente, sempre viva…sempre leggenda.

Con questo capitolo (o 7-8-9 se preferite),  Martin ci anticipa che il successivo è già pronto (lo sappiamo, grazie a tutti i 7 Dei!) e che la scelta di narrare le vicende di alcuni delle pedine secondarie del gioco del Trono, è stata voluta e che, una volta accortosi del materiale che si stava accumulando in proporzione esponenziale, ha preferito realizzare proprio due blocchi separati di avventure, probabilmente anche per movimentare un po’ il tutto e rendere ai suoi lettori dinamiche e prospettive diverse e non rischiare così di cadere nella monotonia e nello scontato.
Da parte mia non posso non apprezzare questo modus operandi, anche perchè da fanatica del genere, amo le digressioni “lente” e puntuali che indagano gli angoli più sperduti di quei mondi che costituiscono il vero cuore del fantasy.
Episodio da alcuni bistrattato rispetto ai precedenti, secondo me a questo punto oserei dire non capito: promosso ancora a pieni voti e con la menzione speciale per il coraggioso e ampio respiro.

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Titolo: Il trono di spade 4: Il banchetto dei corvi (Il dominio della regina, L’ombra della profezia)
Titolo originale: A Feast of Crows
Autore: George R.R. Martin
Traduttore: Altieri S. e Benuzzi M.
Editore: Mondadori
Collana: Oscar grandi bestsellers
Data di pubblicazione: 8 Novembre 2005 (prima edizione); 8 Aprile 2014 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 18 €
Pagine: 851
Codice ISBN: 9788804639923

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Artigli e fusa: 18 racconti magici sui gatti


Artigli e Fusa

Amo i gatti: queste creature divine, dagli albori del tempo legate all’insondabile, al mistero e alla magia, in qualsiasi modo vogliate interpretarne le diverse realtà.
Amo i gatti per quello che sono dentro e fuori: morbide espressioni di eleganza, teneri ed impenitenti conquistatori, insigniti naturalmente ad honorem del gene sano della curiosità, dolcissimi demiurghi di astuzia…gatti!
Amo i gatti e la loro indipendenza – non solitaria sociopatia -, la loro accurata selettività di affetti, la loro assoluta fedeltà incompresa.
Amo i gatti in modo incondizionato.
Amo i gatti e non gli resisto.
Amo i gatti…e amo la fantascienza.

Sono stata educata alla fantascienza: a tutti i suoi sottogeneri e al fantasy.
Sono diventata curiosa attraverso la fantascienza e ho imparato ad amarla, con assoluta fedeltà, in modo indipendente e selettivo, con famelica curiosità e  – spero – intelligenza, con istinto e trascinata dal suo insondabile ed elevato mistero: ne sono stata attratta fin dagli albori del mio tempo.

Ecco, questa antologia la voglio riassumere cosi, perchè magari alcune delle firme presenti riassumono da sole mondi interi, ma l’ho “scoperta” io stavolta e ho “scoperto” che riassume il mio mondo, almeno qualche sua terra emersa e sommersa…con accuratezza, selettività, intelligenza, eleganza e tenerezza…come un gatto, come la magia, come l’insondabile mistero di diverse realtà.

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Titolo: Artigli e fusa: 18 racconti magici sui gatti
Titolo originale: Magicats!
Autore: A.v.A.v. (a cura di Jack Dann e Gardner Dozois)
Traduttore: Draghi Bernardo
Editore: Salani
Collana: Salani narrativa
Data di pubblicazione: 
1984 (prima edizione); 1993 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio, seppur di difficile reperibilità) 
Prezzo: 14,46 €
Pagine: 352
Codice ISBN: 9788877822727

 

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Il Popolo del Tappeto


IlPopolo del Tappeto

Del resto anche Cappuccetto Rosso è considerata una fiaba per bambini, ma poi si cresce e si capisce che il messaggio neanche troppo celato dietro alla bimba ingenua, al lupo occhialuto e al cacciator-tempista, è qualcosa di più serio e profondo, un insegnamento per i ragazzini di tutto il mondo sì, ma soprattutto per i loro genitori che devono ben avvedersi dai pericoli di quella terra…oltre il “Tappeto“…che minacciano ogni giorno gli innocenti.
C’è chi descrive la prima fatica di Pratchett anche come un romanzo politico e forse non ci si allontana troppo dal vero se si pensa alla Fattoria degli animali di Orwell: entrambi utilizzano personaggi “infantili” per raccontare di una realtà quotidiana vissuta (e recitata) dagli adulti: non è solo questione di guerra e pace, governi, lotte e potere, ma fondamentalmente è la Vita, il semplice scorrere dei di ore e giorni che la rabbia, la cupidigia e l’ignoranza ormai rendono complessa e quasi alienabile dalla sua essenza.
Gli uomini diventano macchine incontrollabili ed ingestibili e come ogni motore guastato si aggiusta o si butta…pum, uno sparo, un colpo e via…tutto finito…quando poi i pum si moltiplicano ecco il caos, il circolo vizioso della violenza, la Vita perde il senso primario e il viaggio per il Tappeto diventa solo lo specchio della costante e “normale” battaglia  per la sopravvivenza dei “grandi” uomini (o dei “grandi” e basta?!).
Con questo concludo la lezione di dietrologia socio-antropologico-politica che non fa proprio parte del mio solito sguardo disincantato alla letteratura.

Ironia fanciullesca, dinamiche mentali che solo i bambini partoriscono e capiscono, ma presenti, palesi e naturali…come solo per i bambini possono essere.
Scritto nel 1971 (e riedito una 20ina di anni dopo e perciò rivisto con gli occhi “cresciuti”),  agli albori del Fantasy, quando il genere era solo robetta per ragazzini (ancora…), ma già embrionale bozzolo di un futuro luminoso grazie alla sua penna valente e lungimirante.
Un mondo a testa in giù…o da guardare dal giù in su? Il Tappeto e i suoi abitanti: Morrunghi, Dumii, Moffosi, Tizi…strambi e bellicosi tanto quanto quei pericolosi giganti oltre il confine; ma il confine, il limite è anche qui, nel piccolo “ampio” spazio tra i crini, di tradizioni, usi e costumi diversi, perciò pericolosi, perchè il confronto è una sfida troppo grande per i “grandi”, figuriamoci per quelle piccole e brulicanti creature fiere e goffe.
Un sarcasmo neanche troppo camuffato rivolto allo sguardo di chi ogni giorno non gioca alla guerra, ma tiene nelle mani il destino di qualcosa di ben più delicato di un Tappeto…che poi forse parte tutto da lì: dalla base, da dove si mettono i piedi, da dove questi dovrebbero muoversi danzando tra le sfumature del mondo e non calpestarne la sua identità, sia che abbia il verde dei prati, il blu dell’oceano, la sofficità del cielo…o la mandorla dei sorrisi dell’Est, o la morbidezza delle labbra del Sud, sia che parli con tante vocali o che si inebri di spezie e infusi caldi.
La ricchezza della realtà trasformata nella bellezza di ciò che ancora rimane: la Fantasia.

Un demiurgo del fantastico, con le sue (di lui eh!) proprie regole e i suoi dettami, con la sua onomastica e la sua logica, un inventore dal cuore scevro di ogni maliziosa scoria tipica dell’adulto medio, questo è stato Terry Pratchett per la letteratura tutta, un Peter Pan, acuto osservatore e intrepido esploratore dell’invisibile.

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Titolo: Il Popolo del Tappeto
Titolo originale: The Carpet People
Autore: Terry Pratchett
Traduttore: Ragusa Angela
Editore: Mondadori
Collana: Super Junior
Data di pubblicazione:
1971 e 1992 (prima edizione); 5 Febbraio 1999 (si segnala l’ ultima edizione italiana in commercio) 
Prezzo: – € (attualmente di difficile reperibilità)
Pagine: 144
Codice ISBN: 9788804396277

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Storie fantastiche di spada e magia I-II


StorieFantasticheSpadaeMagiaIeII

Quello che mi piace delle antologie curate dalla Bradley è la sua precisa presentazione di ogni singolo racconto proposto e del suo autore, in cui vengono spiegati anche la genesi e il contesto nel quale si è sviluppato e consolidato il connubio con l’inarrivabile editor; è una prefazione per niente accessoria ma complementare per l’apprezzamento del testo, per meglio seguire i sentieri di fantasia e scelte stilistiche e quindi capire e godere appieno i piccoli assaggi di un genere – e delle sue ramificazioni – non così scontato come a volte si potrebbe pensare.
Scrivere di maghe, guerriere, pulzelle più o meno indifese, draghi, mostri e omaccioni, infatti, potrebbe scadere in cliché da due soldi e portare poi alla noia e all’allontanamento da quei mondi che invece vengono creati proprio come realtà “altre” per evadere da una realtà “presente” e concreta spesso insoddisfacente, povera di stimoli e frizzante incanto.
Magia, incanto, non giochi di prestigio o fenomeni da baraccone, ma elegante, utile, salvifica (a tratti (a)moraleggiante) arte, conquista di un cammino periglioso, di un percorso iniziatico arduo e di sacrificio – di amore, vita, semplice quotidianità – che solo eroi ed eroine possono affrontare.
A colpi di arma bianca o di formule arcane, le donne, le protagoniste coscientemente scelte di queste raccolte, dimostrano di essere figure emancipate in uno scenario troppo di frequente comodamente maschile, bensì, si badi bene, nessuno vuole – anzi, lo si nega proprio! – fare del femminismo e parlare di maschilismo: questa è la grandezza del patronage artistico della più grande artista fantasy di tutti i tempi, questo il suo talento immortale, questo il mio umile ringraziamento.

N.b.: Per chi non lo sapesse, il tanto acclamato (e a ragione!) “zio” G.R.R.Martin, ha tributato in più occasioni doverosi onori e attestati di stima nei confronti della Bradley, sottolineando soprattutto come l’autrice di Albany abbia non solo ispirato altre SF Fictions, ma abbia attivamente incoraggiato lo sviluppo del genere.

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60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: Storie Fantastiche di Spada e Magia I_II

Titolo: Storie fantastiche di spade e magia I-II
Titolo originale: Sword & Sorceress I-II
Autore: Marion Zimmer Bradley
Traduttore: Nunzi Marina e Perri Maria Cristina
Editore: Editrice Nord
Collana: Grandi Opere Nord
Data di pubblicazione: 1984 (prima edizione); Novembre 1988 (si segnala l’edizione più recente messa in commercio)
Prezzo: (Attualmente non più in commercio)
Pagine: 533
Codice ISBN: 

 

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Il trono di spade III: Tempesta di spade


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Quando la guerra infuria su tutti i regni, già un’altra si sta apprestando, ancora silente, ancora cieca: la decisiva.
Morto un re, uccisi i legittimi eredi, recisa la vita agli usurpatori annegati ormai da tempo nel veleno del potere e del ribollente furore, nulla più risuona nell’aria, se non il greve vuoto dello sterminio: sangue – che scorre impetuoso con maggior vigore del solito forse -, inganni e tradimenti.
Le famiglie lacerate di Westeros non sembrano mai sazie del sapore acre e rugginoso di quel liquido rosso che insudicia la neve dell’inverno, di Grande Inverno e di tutte le fortezze vicine.
Winter is coming…
Winter is back: now
.

G.R.R.Martin e la sua sadica propensione all’ecatombe delle sue creature sono ormai celeberrimi, ma il “buon” vecchio George ci stupisce sempre con qualche colpo ad effetto e nei finali pare pure cambiare quasi rotta con delle imprevedibili e veramente improbabili “resurrezioni”; detto questo, la sua capacità narrativa ha ben pochi rivali e il terzo (o 5-6-7, a seconda dell’edizione scelta) capitolo della saga “del trono” ne è un’ulteriore conferma.
Se il primo libro era la “novità”, la sorpresa di uno stile, di una penna, di un mondo particolari e vincenti, questo è il vertice di un solido impianto, di qualità e di quantità, che mai stanca e sempre lega, che non cede neanche una riga alla noia e che non perde mai di vista la sua identità.
I personaggi crescono sotto i nostri occhi e i loro gesti e pensieri ci risultano famigliari ad un semplice accenno, come se fossimo anche noi parte schierata in mezzo alla battaglia. Mutano i loro pensieri, combattono con la loro coscienza, agiscono e ragionano: il profitto e la gloria o la pace e la lungimiranza?

E intanto i draghi sorvolano le regioni lontane dove la pretendente al trono di spade, nata dalla tempesta, prepara l’attacco a chi le ha fatto terra bruciata attorno, perchè casa Targaryen è pronta, perchè la Signora dei Sette Regni è una regina pronta a danzare il suo destino tra ghiaccio e fuoco.

La Barriera è il confine, ma non sarà invalicabile…

L’Estate tornerà…ma…

Winter is coming…
Winter is back: now.

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Titolo: Il trono di spade 3: Tempesta di spade (Tempesta di spade, I fiumi della guerra, Il portale delle tenebre)
Titolo originale: A Storm of Swords
Autore: George R.R. Martin
Traduttore: Altieri S.
Editore: Mondadori
Collana: Oscar
Data di pubblicazione: 8 Agosto 2000 (prima edizione); 29 Ottobre 2013 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 22 €
Pagine: 1213
Codice ISBN: 9788804633303

 

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Il trono di spade II: Lo scontro dei re


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Concludendo la recensione sul primo capitolo delle “Cronache” (https://ilessi.wordpress.com/2014/07/16/il-trono-di-spade-1-il-gioco-del-trono/), avevo promesso che la successiva sproloquiata sulla saga che sta facendo impazzire il mondo -soprattutto quello orbitante intorno alla sottoscritta -, sarebbe stata più professionale e critica. Lo spergiuro era relativo all’impegno, non al risultato, ma darò prova di essere degna dei Targaryen.

Ehm…dicevo…

Chiudiamo gli occhi ed eccoci di nuovo tra le terre di Ghiaccio di Westeros e l’arido Fuoco di Essos (la “mia” Dany Fly Zone per intenderci…i draghetti sono cresciuti e svolazzano pasciuti e felici sopra le teste intrecciate del mio khalasar), dove ormai si respira aria di guerra. Il Trono di Spade è ufficialmente occupato dall’irritante e poco regale Joffrey Lannister (ops…un lapsus!), ma gli zii del biondo e ricciolo figliolo di mamma Cersei, non sembrano lieti di vedere il nipotino armeggiare a sproposito picche e spade con una corona in testa e partono dalle loro tranquille dimore agli estremi confini del prossimo venturo Inverno per imporre i loro validi argomenti in merito.
Sangue chiama sangue e in questo scarso migliaio di pagine, zio George ha dato veramente sfogo a tutta la sua sete di truculenza (non occorre essere dei veri nerd per cogliere l’ironia del web a tal proposito), coinvolgendo tutti i Sette Regni in questa infinita lotta dai tratti apocalittici.
Nessuno verrà risparmiato.
…Tranne forse la solita qui presente nuova Khalesi dei Dotraki che ha problemi di altra natura, incaponita su altre ambizioni e che…attenti tutti voi che appena trovo una nave che mi si confà, scateno i cuccioli, i barbari dalle lunghe trecce e campanelli, imbarco (metaforicamente) ser Jorah e…qui è meglio che mi fermi! (n.b. le congetture sul destino di Daenerys, il trono, il parentame, le abitudini matrimoniali di famiglia, Jon, etc…sono piovute come tempesta in una sera di fine agosto attorno ad un tavolo e qualche birra e, in una sorta di brain storming senza soluzione di continuità, si insinuano come le canoniche pulci negli orecchi di tutti coloro che…hanno ancora qualche puntata da recuperare!).
Nel frattempo il povero Edd si rivolterebbe nella cripta di Grande Inverno – se solo potesse arrivarci – in quanto moglie e prole sono sparsi e spersi qua e là e l’inespugnabile fortezza del Nord viene messa a ferro e fuoco dall’ingrato spaccone Theon Greyjoy (del resto, anche del Titanic avevano detto fosse inaffondabile…le celebri ultime parole…)…ma…!
Non posso andare oltre…ho già rivelato più del lecito e non vorrei subire hackerate gratuite (eh no basta!…).

Lo so, probabilmente la promessa iniziale non può essere considerata esaudita, ma riconoscetemi un cambiamento: da solenne encomio all’Opera di Martin, sono passata ad un più frivolo ed (auto)ironico rapporto della mie recenti ore di lettura: da invasata seriosa, a rassegnata maniaca seriale (nel senso, “della serie” in questione!).
Del resto, passare dall’essere la “luna della (mia, di Drogo) vita” al “fulgido astro del (mio…ma anche no Xaro!!!) firmamento”, è un salto di qualità notevole!
Nella speranza che il sadico scrittore barbuto non fornisca ancora il suo desco di miele avariato (…dopo l’epiteto di cui poc’anzi, il dubbio sorge spontaneo), rinnovo con tutti i buoni propositi che conosco la mia promessa per il volume successivo, ma…ma!

…To be continued.

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60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: Lo Scontro dei Re

Titolo: Il trono di spade 2: Lo scontro dei re (Il Regno dei Lupi, La Regina dei Draghi)
Titolo originale: A Clash of Kings
Autore: George R.R. Martin
Traduttore: Altieri S.
Editore: Mondadori
Collana: Oscar
Data di pubblicazione: 2 Febbraio 1999 (prima edizione); 30 Aprile 2013 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 22 €
Pagine: 963
Codice ISBN: 9788804630739

Il Nord: barbabietole al burro

Pare che Tyrion le gustasse “in zuppa”, come accompagnamento di pesce freddo e…biscotti!…Va beh, la discutibile compagnia del Folletto sembra che si rifletta anche negli abbinamenti culinari, ma non sarò di certo io a discutere sulla nouvelle cuisine della “feccia” di Casa Lannister.
Vi propongo invece la ricetta tradizionale di un contorno dal sentore antico, dai colori sgargianti e dal gusto fragrante e morbido che  – vi assicuro – compiacerà il palato anche di quanti di solito storcono il naso di fronte a questo ortaggio semplicissimo e troppo spesso relegato negli angoli più remoti delle nostre dispense.
(Traduzione personale da A Feast of Ice & Fire – The Official Companion Cookbook, C. Monroe-Cassel & S. Lehrer, pp. 65-66)

ButteredBeets Ingredienti (per 4 porzioni):

  • 4-6 barbabietole, preferibilmente sia rosse che gialle;
  • 1 cucchiaino di prezzemolo fresco tritato finemente;
  • 4 cucchiai di burro non salato;
  • Olio EVO q.b.;
  • Una presa di sale;
  • Una presa di pepe nero in polvere;
  • Aceto balsamico q.b.;

Procedimento:

Per prima cosa, pre-riscandate il forno a 190°.
Ricoprite quindi le barbabietole con olio e avvolgetele poi in un foglio di alluminio; posizionatele su una teglia ricoperta di carta forno e arrostitele per bene (saranno necessari dai 45 ai 60 minuti ca.).
Una volta pronte e tolte dal forno, lasciate raffreddare le vostre barbabietole per una decina di minuti, poi pelatele e tagliatele in fettine sottili, dopo di che mettetele in padella con il burro. Fatele saltare per 5-10 minuti, conditele con le spezie e con un pochino di aceto balsamico.
A questo punto non vi resterà che servirle.
(N.b. l’effetto cromatico del mix di barbabietole sarà notevole!…Purtroppo il supermercato di fiducia non era fornito di entrambe le qualità, quindi, mi sono dovuta accontentare e lavorare di fantasia!).

Un po’ di sale in zucca: …”I loved a maid as fair as summer, with sunlight in her hair”…
(
A Clash of Kings, George R.R. Martin)

 

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La chiamata dei tre


Descriverò pochissimo per non togliere il gusto della scoperta, solo l’indispensabile; Roland il pistolero prosegue il cammino verso la Torre Nera, partendo dalla spiaggia della fine del primo romanzo; deve trovare dei compagni, attraverso le porte.
Attraversandone una si ritrova “prima che il mondo fosse andato avanti”, in un aereo di linea diretto a New York, nel corpo di un corriere di droga e drogato al tempo stesso.
Le situazioni che si susseguono a ritmo incessante sono al tempo stesso assurde, imprevedibili, avvincenti.
Il finale, sempre provvisorio (la serie consta di vari volumi e forse non è ancora finita) ci pone di fonte all’inizio di una prossima avventura.

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Titolo: La chiamata dei tre
Titolo originale: The Dark Tower II: The Drawing of the Three
Autore: Stephen King
Traduttore: Dobner Tullio
Editore: Sperling & Kupfer
Collana: Pickwick
Data di pubblicazione: 
1987 (prima edizione); 16 Gennaio 2014 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio) 
Prezzo: 13 €
Pagine: 372
Codice ISBN: 9788868361730

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Il trono di spade 1: Il gioco del trono


Probabilmente iniziare ad avere crisi di identità, a vedere draghi, a parlare come si conviene ad una khaleesi, Nata dalla tempesta, e via discorrendo, è grave ed è segno di quanto l’immergersi totalmente in un altro mondo o più semplicemente in un libro, generi dipendenza ed estranei dalla meno “romantica” realtà terrestre, però…non è colpa mia.
O meglio, forse lo è fino ad un certo punto, ma è un peccato di cui vado orgogliosa: io ne sono capace.

No, non sono pazza…anche se…quanto è tenue la divisione tra follia e saggezza?
C’è chi direbbe di me…sono solo una piccola principessa, con i capelli biondo argento (quasi…ma è solo questione di tonalità), nata d’estate (fino a prova contraria), che non ha ancora conosciuto l’inverno, ma con il fuoco del drago nelle vene…le mie creature, da cui sempre sono stata attratta, di cui ho immagini, disegni, peluches, di cui ho sempre letto storie, cercato segni…perché forti, invincibili, fuoco di un’anima che sa essere gelida, dominatrice…fragile, ma infrangibile…come quei gusci di scaglie luminescenti e magnifiche, disposti a schiudersi solo se avvolti dal calore più puro, rigenerante e fecondo…anche se implacabile.
Non un vaneggiamento, ma…la tenue linea di divisione tra la follia e saggezza…madness and wisdom…questa sono io.
Questo è il MIO gioco del trono…e io vinco sempre…perché…

Immedesimarsi in un personaggio non significa per forza fanatismo, soprattutto se tale eroe appartiene all’universo del Fantastico, ma solo gli amanti del genere possono capire cosa intendo…a volte vuol dire osservare se stessi in uno di quegli specchi deformanti del luna park, che mostrano il nostro riflesso come mai ci immagineremmo, ma che potrebbe essere quanto percepiscono di noi coloro che ci camminano affianco ogni giorno, chi incrocia la nostra strada per una manciata di secondi, chi ci ama, chi ci disprezza…oppure è quanto desideriamo si rispecchi del nostro stesso Io, quell’essenza che per definizione esiste e ai nostri occhi appare lampante, ma che occorre forzare un po’ affinchè sia visibile anche agli altri…e quindi trasportiamo innocentemente in alcuni personaggi…e aspettiamo… attendiamo che qualcuno se ne accorga e colga di noi anche quei lati più nascosti
…poi, non tutti hanno la fortuna di avere metà della propria persona in un’altra che addirittura ti apre gli occhi prima che lo faccia tu stessa…(grazie A. e grazie V….perchè se non era per voi…).

Il Fantasy è questo e…è saper viaggiare per i Sette Regni, all’avventura, è credere nella magia, anzi, no, è considerare la fantasia una realtà concreta, accettata dall’epoca degli Uomini della Foresta, è essere in grado di vivere in Nero, così come di sopravvivere nelle desertiche lande di cavalieri legati dal sangue, è voler adottare un meta-lupo e coccolare uova di drago prima di andare a dormire…ed è anche riuscire a posare il libro e teletrasportarsi nuovamente sul pianeta Terra quando la vita di tutti i giorni chiama e il riposo si fa necessario, con o senza ovetti sul comodino. E tu rispondi, ma con la consapevolezza di avere ancora in tasca la mappa per raggiungere Grande Inverno sana e salva.

…Anche se…perché…when you play the game of thrones, you win or you die.
La guerra è appena iniziata.

…e io vinco sempre.

Per te A. e per te V.
Per chi ha scelto di essere parte del mio khalasar.
Per chi avrà la fortuna/sfortuna di essere il mio sole-e-stelle.
Per chi mi ha fatto nascere dalla tempesta e mi ha fatto ereditare il sangue del drago.

…To be continued.

(Con la promessa “solenne” che le prossime recensioni della saga saranno più professionali…anche se continuerò ad affezionarmi ai personaggi!).

Giudizio di Weareborg7of9: gufolibro5_tras

60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: Il Gioco del Trono

Titolo: Il trono di spade 1: Il gioco del trono (Il trono di spade, Il Grande Inverno)
Titolo originale: A Game of Thrones
Autore: George R.R. Martin
Traduttore: Altieri S.
Editore: Mondadori
Collana: Oscar grandi bestsellers
Data di pubblicazione: 1996 (prima edizione); 31 Ottobre 2011 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 15 €
Pagine: 855
Codice ISBN: 9788804616351

…Per il mio sole-e-stelle (Torta di sangue Dothraki)…

Non sono abituata a mangiare carne di cavallo, per di più ancora pulsante ed irrorata di sangue. Ho compiuto solo una volta un tale sacrificio, ma per lo stallone che monta il mondo, ancora nel mio grembo, e ho scacciato lacrime e repulsione, ho vinto gli spasmi e le nausee…e ho vinto. Poi, beh…la storia è nota a tutti… In nome della devozione e dello sconfinato amore per il mio Khal, chiedo alle mie ancelle di proporvi la ricetta del tipico pasto Dothraki.

Uscendo per un attimo dal mio ruolo…in Mongolia la chiamano Khuushuur ed è una pietanza tradizionale preparata con carne di cavallo (ma anche di agnello, capra o manzo). Qua ve la presento con la salsiccia cruda, così come l’ho trovata sul blog ufficiale della cucina delle “Cronache” (http://www.innatthecrossroads.com/).
E NO, per una volta non l’ho testata prima per voi!

Blood Pie Ingredienti:

– Per l’impasto:

  • 320 gr di farina bianca;
  • ½ cucchiaino di sale;
  • ¾ di tazza di acqua calda (ca. 2 bicchieri);

– Per il ripieno:

  • 2 spicchi d’aglio sminuzzati;
  • 1 piccola cipolla sminuzzata;
  • 230 gr di carne di cavallo (o agnello, capra o manzo) macinata ;
  • Mix di spezie secondo il proprio gusto;
  • Olio per friggere q.b.;

Procedimento:

Per l’impasto amalgamate bene tutti gli ingredienti, unendo l‘acqua alla farina poco per volta fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo.
Dividete poi la pasta ottenuta a metà e arrotolate ogni metà in modo da ottenere 2 cilindri; quindi tagliate ogni rotolo in 5-6 pezzi, per un totale di 10-12.
Su una superficie infarinata spianate ogni pezzo in un cerchio del diametro di ca. 13-18 cm.
Su ogni disco disponete 3-4 cucchiai di ripieno (ottenuto mischiando opportunamente tutti gli ingredienti necessari) spalmandolo sulla superficie, ma risparmiando un margine di ca. 1 cm, per poter poi chiudere più facilmente la torta, ripiegandola con le dita come a formare un raviolo.
Ovviamente bisogna ripetere l’operazione per ogni tartelletta.
Scaldate in una pentola una buona quantità di olio fino a portarlo a giusta temperatura per friggervi le tortine, finchè non si saranno dorate (la carne, all’interno, cuoce in ca. 5 min.
Una volta pronte, trasferitele su della carta assorbente e poi potrete servirle o ancora calde o dopo averle lasciate raffreddare.

Un po’ di sale in zucca: …”“He was no dragon, Dany thought, curiously calm. Fire cannot kill a dragon”…
(
A Game of Thrones, George R.R. Martin)

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