Letteratura italiana

29 maggio 1176. Barbarossa sconfitto a Legnano


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Chi conosce il Professor Alessandro Barbero sa quanto siano precise e accattivanti le sue spiegazioni e la stessa grande comunicazione che in TV incanta, si percepisce anche nei suoi libri.

In questo breve saggio infatti, viene approfondita la campagna di Federico Barbarossa in Italia, in quella Lombardia che oggi molti riconoscono come Padania, quindi dal Piemonte fino al Veneto e alla Romagna, nell’Italia dei Comuni che in questo primo tentativo di unione italiana, riescono a sconfiggere il giovane re di Germania.

Questa piacevolissima e interessante lettura storica potrebbe essere un valido aiuto anche nell’insegnamento di questa parte del Medioevo Italiano.

L’approfondimento del Professor Barbero, lo si può trovare anche nella raccolta  I giorni di Milano, dove diversi studiosi raccontano la storia del grande capoluogo lombardo dalla sua nascita alla più vicina Liberazione del secolo scorso.

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Titolo: 29 maggio 1176. Barbarossa sconfitto a Legnano
Titolo originale: 29 maggio 1176. Barbarossa sconfitto a Legnano
Autore: Alessandro Barbero
Traduttore:
Editore: Editori Laterza
Data di pubblicazione: 18 Maggio 2012 (prima edizione solo e-book; si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 0,99 €
Lunghezza stampa: 21
Codice ISBN: 9788845928871

book-to-film Nella serie di documentari televisivi a.C.d.C. – Dall’Homo Sapiens a Napoleone, presentata e approfondita proprio dal Professor Barbero su Rai Storia ci viene proposto Federico Barbarossa: il sogno di un Impero, con protagonista proprio quel Federico I Hohenstaufen, meglio conosciuto come il Barbarossa, Imperatore del Sacro Romano Impero.

Barbarossa è anche il titolo di un film del 2009 diretto da Renzo Martinelli, uscito nelle sale italiane il 9 ottobre 2009 e liberamente tratto dal libro Federico Barbarossa e Beatrice di Borgogna. Re e regina d’Italia, di Federico A. Rossi di Marignano. Da questo film la Rai ha tratto una miniserie televisiva con Rutger Hauer nel ruolo del protagonista, Raz Degan, Kasia Smutniak, Hristo Shopov ed altri.

2K e Firaxis Games rivelano che Federico Barbarossa guiderà la Germania in Civilization VI, un videogioco strategico a turni, appartenente alla serie Civilization di Sid Meier. La sua uscota è datata 21 ottobre 2016 tramite piattaforma Steam.

…”Books and movies are like apples and oranges. They both are fruit, but taste completely different”…
(Stephen King)

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Ultimo parallelo


Ultimo-parallelo

Erano partiti convinti di compiere un’impresa storica, avevano la bandiera inglese consegnata dalla regina, salutate le famiglie, consapevoli di non vederle per un lungo tempo ma sempre vicine con il pensiero.
Quando la Terra Nova salpò da Londra, l’Antartide era dall’altra parte del mondo. All’inizio i canti, le letture e lo spirito d’avventura, poi i primi contrattempi e i cani da slitta e i pony inadatti per le distese ghiacciate. E le bufere, le tormente di neve e il freddo e le prime amare decisioni.
Le fotografie scattate ci lasciano delle istantanee impersonali, i volti quasi irriconoscibili dagli strati indossati e comunque inadeguati, sempre umidi, bagnati. I primi congelamenti, la meta sempre più inarrivabile, le montagne di ghiaccio da attraversare ed il ricordo sempre più struggente dell’amata Inghilterra. I sogni si mischiano alla realtà finchè, dopo innumerevoli traversie, l’agognato traguardo.
Quasi increduli, si illudono di vedere in lontananza, un’ultima formazione ghiacciata, a pochi passi dal Polo mentre è solo l’ennesima cocente disillusione.
Il tentativo di ritorno al campo base dei superstiti, fra perdita di sensibilità degli arti, acute oftalmie che impediscono per il dolore di riposare anche per pochi istanti, si conclude nel peggiore dei modi.
La fine della spedizione verrà narrata più tardi da chi ritroverà i diari semisepolti dalla neve.
E’ la storia di Scott e dei componenti della sfortunata spedizione dei primi anni del ‘900.

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Titolo: Ultimo parallelo
Titolo originale: Ultimo parallelo
Autore: Filippo Tuena
Traduttore: 
Editore: Il Saggiatore
Collana:
Data di pubblicazione: 2007 (prima edizione); 1° febbraio 2013 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 15 €
Pagine: 296
Codice ISBN: 9788842818403

Biscotti alle mandorle e semi di anice

Proponiamo la ricetta tratta dal libro The Antartic Book of Cooking and Cleaning. A Polar Journey, a cura di Wendy Trusler e Carol Devine (http://www.theantarcticbookofcookingandcleaning.com/). La pubblicazione è il racconto di un viaggio di una squadra di pulizia russo-canadese finalizzato al recupero di 120 isolette della penisola antartica; ma vuole essere anche il resoconto della sfida quotidiana del cucinare in una cucina improvvisata.

Processed with Moldiv

Processed with Moldiv

Ingredienti:

  • 1/2 tazza di mandorle tritate grossolanamente;
  • 1/2 cucchiaino di semi di anice;
  • 2/3 di una tazza di zucchero;
  • 1/3 di tazza di burro a temperatura ambiente;
  • 2 cucchiai di olio vegetale;
  • 2 uova;
  • 1/3 di cucchiaino di vaniglia;
  • 1 e 1/2 cucchiaino di estratto di vaniglia + 1/2 cucchiaino di estratto di mandorle;
  • 1/2 cucchiaino di sale;
  • 2 tazze di farina 00;
  • 2 cucchiaini di lievito in polvere;

Preparazione:

Nel forno caldo a ca. 180°, abbrustolite le mandorle una 10ina di minuti finchè non odorerete il loro aroma.
Nel frattempo pestate con un mortaio i semi di anice o spezzettateli grossolanamente con un coltello.
Togliete le mandorle dal forno e lasciatele raffreddare, dopo di che mettetele da parte con i semi.
In una ciotola di medie dimensione, amalgamate insieme il burro, lo zucchero e l’olio, fino a formare una crema chiara e spumosa. In seguito sbattetevi dentro anche un uovo alla volta, aggiungete quindi il sale, la vaniglia e gli estratti. In un’altra ciotola mischiate farina e lievito e successivamente incorporateli al composto cremoso, per creare un impasto soffice e mediamente compatto.
Scaldate di nuovo il forno a 160° ca. The AntarticCookingBook_
Disponete l’impasto su una superficie leggermente spolverata di farina. Infarinate anche le mani e così incorporate i semi di anice e alle mandorle alla pasta, cercando di distribuirvi i pezzi in modo equo. Poi ricavate 4 pezzi uguali di impasto e rullateli sul piano di lavoro per formare dei cilindri lunghi più o meno 30cm e larghi 7,5cm e posizionateli su una teglia già preparata con steso un foglio di carta forno; appiattiteli con delicatezza e arrotondate le estremità, lasciando comunque morbidi i bordi e più piatta la parte centrale di ogni rotolino.
A questo punto, infornate il tutto finchè i panetti non diventano leggermente dorati o fin quando non risultano duri al tatto (20-25 min ca.); una volta cotti, rimuovete la teglia dal forno e lasciate raffreddare solo sul foglio di carta forno per 3 min, prima di tentare di spostarli. Utilizzate una spatola abbastanza larga per trasferire i rotolini su di una base apposita dove li taglierete diagonalmente (nb. come se steste preparando i classici cantucci toscani): mi raccomando, servitevi di un coltello ben affilato e praticate incisioni rapide e decise. Con attenzione riportate i biscotti così ricavati sulla teglia – sempre ricoperta di carta forno – ben distanziati l’uno dall’altro. Infornate di nuovo per altri 15-20 min, attendendo sempre una corretta doratura.

Un po’ di sale in zucca: ...”Shackleton privately forced upon me his one breakfast biscuit, and would have given me another tonight had I allowed him. I do not suppose that anyone else in the world can thoroughly realize how much generosity and sympathy was shown by this…Thousands of pounds would not have bought that biscuit”…
(Frank Wild,
The Antartic Book of Cookind and Cleaning. A polar Journey, p. 429)

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C’è un re pazzo in Danimarca


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Con la leggerezza di una fiaba e la serietà della storia, Dario Fo si avvicina alle vicende della Danimarca della seconda metà del 1700, quando sul trono di Copenaghen sedeva Cristiano VII, il “re pazzo”

Con il suo stile che cattura ogni nuovo lettore e rafforza ogni legame con chi già lo conosce, ci trasporta in un luogo e in tempo quasi sconosciuto per chi della storia della Danimarca non sa molto.

Non è un romanzo politico, ma la biografia di un uomo, un grande re con una precaria salute mentale, si pensa infatti fosse schizofrenico.

Diari personali dei protagonisti, documenti inediti, fonti dell’epoca, sono state le fonti e il risultato di una ricerca svolta a far luce  su un periodo che sembra volutamente nascosto.

Ne viene fuori un elogio ad un sovrano, pazzo sì, ma che nei suoi momenti di lucidità ha contribuito molto ad importanti riforme che hanno portato la democrazia nel suo Paese.

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Titolo: C’è un re pazzo in Danimarca
Titolo originale: C’è un re pazzo in Danimarca
Autore: Dario Fo
Traduttore:
Editore: Chiarelettere
Collana: Narrazioni
Data di pubblicazione:
29 Gennaio 2015 (prima edizione)
Prezzo: 13,90 €
Pagine: 160
Codice ISBN: 9788861906549

book-to-film A Royal Affair è arrivato nelle sale il 29 agosto 2013. Premio per la miglior sceneggiatura al Festival di Berlino 2012, del regista danese Nikolaj Arcel. A Royal Affair_Movie
La Danimarca del 1770 viene proposta in uno scenario inquieto, ma realistico. Al centro c’è la la passione segreta che la regina Caroline Mathilda (Alicia Vikander) nutre per il medico del re, l’influente Struensee (Mads Mikkelsen), destinata a cambiare il destino dell’intera nazione. Il film è stato girato in Repubblica Ceca: “In Danimarca, i castelli sono stati rinnovati e hanno oggi un aspetto quasi moderno. A Praga e dintorni, abbiamo trovato le ambientazioni ideali: strade, castelli e case che rappresentavano perfettamente la Copenaghen del Settecento”, dicono dal set. Sul fronte attoriale, Arcel ha subito avuto le idee nitide: “Ho pensato a Mads (Mikkelsen) per la parte di Johann Struensee. Era perfetto. È intelligente, misterioso e seducente. Credibile nella parte dell’amante della giovane regina. Ho avuto la fortuna di scoprire Alicia (Vikander) che incarnava la mia visione della regina Caroline Mathilda. A proposito della parte di Christian VII, ho provinato vari attori. Cercavo un volto non comune per interpretarlo. La direttrice di casting mi ha suggerito una registrazione con Mikkel Følsgaard. L’ho trovato incredibilmente misurato. Potevamo, finalmente, cominciare le riprese”.

…”Books and movies are like apples and oranges. They both are fruit, but taste completely different”…
(Stephen King)

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L’ultimo Natale di guerra


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L’ultimo Natale di guerra è il racconto che da il titolo a questa raccolta di 26 piccole storie, scritte dall’autore nell’ultimo decennio della sua vita e pubblicate postume nel 2000.

Sono racconti di fantascienza, storie fantastiche, ricordi di infanzia, interviste impossibili, ironia ed umorismo alternati alla cruda, reale e triste esperienza nel lager di Auschwitz.

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Titolo: L’ultimo Natale di guerra
Titolo originale: L’ultimo Natale di guerra
Autore: Primo Levi
Traduttore:
Editore: Einaudi
Collana: Einaudi Tascabili
Data di pubblicazione: 2000 (prima edizione); 19 novembre 2002 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio )
Pagine: 145
Prezzo: 8,20 €
Codice ISBN: 9788806160425

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476 A.D. – L’ultimo imperatore


476Il potere centrale è corrotto, bande di barbari imperversano nella penisola sapendo di rimanere impuniti, per trovare un briciolo di tranquillità bisogna allontanarsi sempre più da Roma dove omicidi e vendette sono all’ordine del giorno.
Le vicende ci portano oltre la data fatidica storicamente accettata del 476 ma il disfacimento è palese da tempo: le strade, un tempo vanto di Roma, non sono più sicure e non lo sono più neppure le città dove ogni sopruso resta impunito da parte di chi dovrebbe guidare l’impero. L’obiettivo dei potenti è solo l’arricchimento personale.
Siamo a pochi anni dalla data che sancirà la fine di fatto dell’impero romano d’occidente, e tramite il senatore Ascanio, già al seguito di Maggioriano (probabilmente l’ultimo vero imperatore con a cuore le sorti di Roma), assisteremo al trapasso di uno dei più grandi imperi del mondo antico.
Solo in questo terzo libro sapremo se la vendetta personale del senatore che ci ha accompagnato in questo lungo viaggio avrà esito positivo; alla fine abbandoneremo con un certo dispiacere gli amici ed i nemici.
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Titolo: 476 a. D. L’ultimo imperatore
Titolo originale: 476 a. D. L’ultimo imperatore
Autore: Giulio Castelli
Traduttore:
Editore: Newton Compton
Collana: Grandi tascabili Contemporanei
Data di pubblicazione: 2010 (prima edizione); 22 marzo 2012 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 6,90 €
Pagine: 509
Codice ISBN: 9788854136472

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La Notte di Natale


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Un brevissimo racconto pieno di tenerezza che nelle poche ore di una Messa la notte di Natale svela a Gaspare un grande segreto che potrebbe sconvolgergli la vita…

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Titolo: La Notte di Natale
Titolo originale: La Notte di Natale
Autore: Alfredo Oriani
Traduttore: 
Editore: Tabula fati
Collana: 365 Racconti per un anno
Data di pubblicazione: 1904 (prima edizione);  Gennaio 2012 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Pagine: 32
Prezzo: 2 €
Codice ISBN: 9788874752577

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La figlia del Papa


Chissà perchè i pettegolezzi viaggiano nello spazio e nel tempo e dai cantastorie del passato sono arrivati fino al nostro tempo, travisando spesso o esagerando i difetti degli interessati?

Una vittima di questi pregiudizi è stata sicuramente Lucrezia, la figlia del Papa Borgia, che le dicerie popolari hanno tramandato con un’ammaliante femme fatale, con il vizietto del veleno.

Persino il grande Dumas, nella sua opera I Borgia, cronaca sul Rinascimento italiano, la illustra come membro fondamentale della “trinità  diabolica” della famiglia, insieme al padre e al fratello.

Fortunatamente ci sono la storia e le ricerche di chi ha scritto di lei ridandole il giusto credito, come Maria Bellonci che con l’eleganza delle sue parole, ne ha scritto una meticolosa ed incantevole biografia.

Poi c’è Dario Fo, moderno menestrello che con serietà e al tempo stesso, leggerezza  ci presenta La figlia del Papa, come la meravigliosa creatura che veramente era. Bellissima,  dal fascino irresistibile, di grande intelligenza ed istruzione. Grande diplomatica, amava il popolo che si è trovata a governare. Era incantata dell’arte e dalla bellezza delle parole di poeti e filosofi di quel Rinascimento italiano degli artisti più famosi e delle menti più geniali, che spesso frequentavano il suo salotto. Purtroppo però si è ritrovata a volte a pensare : “Amare la bellezza è una sofferenza , se chi sta accanto a noi si rifiuta di farci caso“.

La sua pecca più grande…? Essere una Borgia, figlia di un Papa arrivista e dissoluto: Alessandro VI, al secolo Rodrigo, e sorella del crudele e famigerato Cesare, il Valentino. Circondata di intrighi e raggiri, che le hanno forzatamente condizionato la vita, ha dovuto lottare che conquistare l’onore e scrollarsi dalle spalle almeno un po’ quel peso che era il suo casato.

Dopo avere letto queste pagine, è impossibile non esclamare insieme al Premio Nobel Dario Fo: “Nessuno al mondo può sfuggire ad una simile bellezza“.

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Titolo: La figlia del Papa
Titolo originale: La figlia del Papa
Autore: Dario Fo
Traduttore:
Editore: Chiarelettere
Collana: Narrazioni
Data di pubblicazione:
17 Aprile 2014 (prima edizione)
Prezzo: 13.90 €
Pagine: 208
Codice ISBN: 9788861905719

 

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I Promessi Sposi


I promessi sposi

Questa, sia ben chiaro, non è una recensione, ma soltanto un insieme delle sensazioni e pensieri che ho provato nel leggere uno dei romanzi più famosi della letteratura italiana.
Del capolavoro di Alessandro Manzoni, conoscevo come tutti la trama, avevo letto alcuni capitoli a scuola e in altre occasioni, visto più di uno sceneggiato televisivo, ma non avevo mai affrontato interamente l’opera.
Ho preso in mano quindi questo volume per scoprire cosa c’era dietro ogni personaggio, per conoscere meglio il carattere o la storia che ognuno di loro si era lasciato alle spalle, personalità su cui il grande scrittore milanese ha cucito addosso, sottolineandone in ogni particolare, le caratteristiche proprie.
Mi ha fatto sorridere la spontanea e quasi ingenua astuzia di Renzo, ho compatito il pavido Don Abbondio e commiserato la vita da reclusa della monaca Gertrude.
Non mi era sconosciuta la generosità di Fra Cristoforo, ma lo era la grande colpa che l’ha portato alla scelta della vita religiosa.
E’ stata una sorpresa scoprire la parte importante che il Cardinale Federico Borromeo ha avuto nella commovente conversione dell’Innominato, ho apprezzato la grande bontà e simpatia di Agnese, e provato sentimenti contrastanti per la fine solitaria di Don Rodrigo e la troppa rassegnazione della povera Lucia, figura priva di brio e di voglia di lottare.
Anche i personaggi minori non mi hanno lasciato indifferente: come la collera nei confronti di Azzeccagarbugli  per i suoi intrallazzi con i potenti, cose che  purtroppo succedono anche  ai nostri giorni; fortunatamente oggi troviamo anche la generosità di Bortolo, dell’amico d’infanzia di Renzo, della famiglia che ha ospitato la promessa sposa appena liberata e della ricca ma sfortunata mercantessa milanese conosciuta nel Lazzaretto.
Non mi vergogno ad ammettere che mi sono anche commossa, per il dolore di quella povera mamma con in braccio la sua bambina morta di peste mentre seguiva, come in una mesta processione, il carro dei monatti.
Ma le lacrime agli occhi mi sono spuntate anche per la poesia del famoso “Addio ai monti…”, della bellezza di quelle parole che mi hanno spalancato una finestra su quel panorama meraviglioso che mi sorprende ogni volta che mi ci reco.

Per chi ama la grande letteratura, la storia, e la bellezza delle provincie di Lecco, Bergamo, Milano e la Brianza, ritroverà espressioni ancora tipiche nei nostri dialetti, mestieri di quel tempo diventati oggi magari cognomi abbastanza comuni, luoghi non espressamente nominati ma di facile collocazione.

Per tutti quelli che non conoscessero per intero il romanzo, un invito a non perderselo.
Vi assicuro, non è un mattone!!!

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60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: I Promessi Sposi

Titolo: I Promessi Sposi
Titolo originale: I Promessi Sposi
Autore:  Alessandro Manzoni
Traduttore:
Editore: Newton Compton
Collana: I MiniMammut
Data di pubblicazione:
1827 (prima edizione); 22 Maggio 2014 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio) 
Prezzo: 3,90 €
Pagine: 607
Codice ISBN:   9788854165519

La polenta bergamasca

Il Manzoni ci racconta che un camino con la brace  calda era  sempre pronto in ogni cucina a riscaldare l’acqua del paiolo e preparare una fumante polenta, che per alcuni era il solo cibo della giornata.

Leggiamo infatti della polenta bigia di grano saraceno, o quella più povera di farina di saggina, ma credo che a casa del cugino Bortolo, Renzo si sia gustato una dorata polenta bergamasca . Noi, che siamo di quella terra, l’abbiamo preparata con  la classica ricetta…
(Si segnala di aver tratto la ricetta dal sito: http://www.slowfoodbergamo.it).

IMG_3062Ingredienti (per 6 persone):

  • 500 gr. farina di granoturco bramàda;
  • 1,8 litri di acqua;
  • 10 g sale grosso;

Le dosi possono variare (da 1,4 l a 2 litri di acqua per 500 g farina, a seconda dell’umidità della farina, della temperatura e della stagione).

Procedimento:
Porre sul fuoco un paiolo di rame con l’acqua dosata ed una cucchiaiata di farina di mais, che resterà in superficie. Quando la poca farina inizierà a muoversi portandosi al centro, salare l’acqua, diminuire il fuoco e versare a pioggia con la mano sinistra i 3/4 della farina mentre con la destra si deve mescolare energicamente con una frusta.
Fondamentale a questo punto è fermarsi: coprire e lasciare gonfiare per 2 minuti la farina.
Poi iniziare a “menare” la polenta e aggiungere lentissimamente la restante farina. Non devono assolutamente formarsi grumi perciò è importante, in questa prima fase, imprimere all’intera massa un movimento vorticoso.
A questo punto cambiare attrezzo: serve il bastone della polenta. Da questo momento si contano i quarantacinque minuti di cottura, minimo.
Menare la polenta è un’arte: il gomito non deve muoversi … chi dirige il bastone è il polso.
Non bisogna assolutamente mescolarla di continuo; lasciandola scoperta si deve, inizialmente mescolare ogni 5 minuti, poi si devono aumentare progressivamente gli intervalli, fino al quarto d’ora finale (ad esempio dopo 5,7,10,14, 15= 51 minuti).
Non bisogna farla schizzare e, quindi, il fuoco deve essere costante e moderato; la polenta deve tendere a sbuffare, quello è il momento di… accudirla, mescolandola con rispetto e amore.
Terminata la cottura la polenta sarà una massa staccata dalla crosta formatasi attorno al paiolo.
Con una veloce manovra la si rovescia sull’asse di legno già coperto con un telo di lino umido. I lembi di questo telo andranno a proteggere la polenta dal contatto diretto con l’aria e la manterranno calda e umida … perfetta ad ogni fetta.

Un po’ di sale in zucca: …”Pulènta frègia, strachì che spössa l’è la baüssa di milanéss”…
(“Polenta fredda e stracchino puzzolente ingolosiscono i milanesi”.)
(Proverbio bergamasco)

 

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Le novelle marinaresche di Mastro Catrame


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Di lui non conosciamo il nome, ma da tutti veniva chiamato “Mastro o Papà Catrame”, non sappiamo la sua età, ma la sua candida barba e la carnagione bruciata e rugosa, per una vita di sole e vento, tradivano una giovinezza ormai lontana. Il suo fisico tuttavia era pieno di vigore, procedeva diritto e con il capo sempre eretto e gli occhi grigi erano luminosi e pieni di orgoglio.

Di natura taciturno amava però raccontare le sue avventure dove il mare era il principale protagonista, quel mare che era difficile da abbandonare, nonostante i pericoli che lo popolavano. Forse, viziato dalle onde che continuamente lo cullavano, diventava scontroso quando la costa si faceva più vicina e, come dice Salgari “si sarebbe detto che invecchiava di mano in mano che si avvicinava alla terra e che ringiovaniva di mano in mano che se ne allontanava per tornare sul mare“.

Unico svago per i suoi compagni di navigazione che lo ascoltavano affascinati, diventava il cantastorie di molte vicende che lui stesso aveva vissuto. Superstizioso come ogni vecchio marinaio influenzava, e a volte spaventava, la ciurma, con quel pizzico di mistero, che era l’ingrediente immancabile di ogni sua storia: vascelli fantasma, mostri marini, creature mitologiche, uragani e tempeste minacciose, naufragi rocamboleschi… Lo scettico capitano che non mancava mai ad ogni appuntamento con il racconto del suo vecchio marinaio, ogni sera cercava di dare una logica spiegazione alla novella e lo ricompensava con il buon vino che Mastro Catrame amava tanto.

Appuntamento che anche ogni lettore che inizia questa avventuta, non vorrà sicuramente perdere per decidere poi, se approdare in un porto sicuro o continuare a navigare con le storie di questo simpatico Lupo di mare.

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60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: Le Novelle Marinaresche di Mastro Catrame

Titolo: Le novelle marinaresche di Mastro Catrame
Titolo originale: Le novelle marinaresche di Mastro Catrame
Autore: Emilio Salgari
Traduttore: –
Editore: Mondadori
Collana: Contemporanea
Data di pubblicazione:
1894 (prima edizione); 25 Ottobre 2011 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio) 
Prezzo: 16,00 €
Pagine: 194
Codice ISBN: 9788804607144

 

 

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Attraverso l’Atlantico in pallone


Chi è disposto ad abbandonare per circa 270 pagine la parola “impossibile” ed è interessato ad affrontare incredibili avventure, salga presto a bordo del Washington, l’areostato in partenza dall’isola canadese di Cape Breton; potete anche scommettere sulla riuscita dell’impresa come stanno facendo in molti dei curiosi arrivati ad assistere al decollo.

La missione del pallone volante è quella di attraversare l’Atlantico. L’equipaggio è formato dall’ingegner Kelly, il ricco ideatore e finanziatore dell’impresa, dal suo timoroso aiutante Simone e dal coraggioso fuggiasco irlandese O’Donnell.

Allestito in modo impeccabile, dove neanche l’imprevisto è stato trascurato, il grande uccello con la pelle di seta è stato fornito di scorte di cibo, acqua, riserve di gas, armi, coperte, strumenti per il volo e la navigazione, bussole, barometri, termometri, l’indispensabile zavorra e tanto altro ancora; da non dimenticare, anche se non strettamente necessario, che si potrà sorseggiare dell’ottimo whiskey o fumare del buon tabacco.

La parte più invitante sarà ovviamente, godere in un panorama meraviglioso, cullati dalla musica delle onde oceaniche e dalle note melodiose degli uccelli.

Se tutto vi sembra troppo perfetto e amate l’imprevisto, niente paura, sono in agguato inseguimenti, sparatorie, incontri ravvicinati con mostri marini, navi inquietanti e naufragi…

Un’avventura straordinaria, condita con piacevoli ed interessanti lezioni di geografia e di storia del volo in aerostato. Un libro adatto a tutti quelli che amano leggere per il piacere di farlo, per sognare, viaggiare e sorridere.

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60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: Attraverso l’Atlantico in Pallone

Titolo: Attraverso l’Atlantico in pallone
Titolo originale: Attraverso l’Atlantico in pallone
Autore: Emilio Salgari
Curatore: Pontuale D.
Editore: Bordeaux
Collana:
Data di pubblicazione:
1896 (prima edizione); 8 Ottobre 2012 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio) 
Prezzo: 14,00 €
Pagine: 270
Codice ISBN: 9788897236092

Old English Lemon-Cranberry Cookies

Viaggiare in pallone, vuol anche dire però rinunciare a cibi caldi, quindi i nostri eroi, per colazione si gustavano dei buoni biscotti e certamente biscotti inglesi.
Prepariamo anche noi questa vecchia ricetta tradizionale e gustiamoceli volando insieme alle pagine di questo libro.

Old Englisgh Lemon-Cran Cookies  Ingredienti (per 60 biscotti ca.):

  • 2 tazze di farina bianca;
  • 1 tazza di zucchero;
  • 1 cucchiaino di bicarbonato;
  • 1/2 tazza di nocciole tritate grossolanamente;
  • 1/2 cucchiaino di chiodi di garofano in polvere;
  • 1 uovo;
  • 1/2 tazza di succo di mela;
  • Il succo di un limone;
  • 1 cucchiaino di estratto di vaniglia;
  • 3/4 di tazza di mirtilli rossi disidratati;
  • La buccia di un limone grattugiata;
  • 2 cucchiaini di zucchero a velo;

Procedimento:

Per prima cosa preriscaldate il forno a 175°C e preparate una teglia con un foglio di carta da forno.
Mischiate la farina setacciata, lo zucchero, il bicarbonato, le nocciole e i chiodi di garofano in una larga ciotola.
In un’altra terrina, sbattete con un mixer elettrico l’uovo, il succo di mela, di limone, la vaniglia, i mirtilli rossi, lo zest di limone e il burro, e poi versatevi la miscela con la farina e amalgamate bene.
Prendete l’impasto un cucchiaio  alla volta e adagiatelo sulla carta forno, distanziando ogni cucchiaiata di 5 cm circa.
Cuocete nel forno per circa 10 minuti o fino a che i bordi dei vostri biscotti saranno dorati.
Una volta tolti, lasciateli raffreddare almeno 1 minuto sulla carta forno, prima di adagiarli su di una gratella per raffreddarli completamente.
Infine spolverizzateli con zucchero a velo.

Un po’ di sale in zucca: …”Chi ha provato il volo camminerà guardando il cielo, perchè là è stato e là vuole tornare”…
(Leonardo da Vinci)

Categorie: Avventuroso, Classico, Dolci, Letteratura italiana, Ragazzi, Salgari Emilio | Tag: , , , , , , , , , | Lascia un commento

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