Sport

Una vita nel pallone


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Ponte San Pietro è uno di quei paesotti della bergamasca che non puo’ pero’ ancora  aspirare al titolo di città. Forse è anche per questo che le storie di molti spesso si intrecciano con le vite di ognuno.
Ponte San Pietro è anche uno di questi posti dove, tu non lo sai, ma tutti conoscono tutto…sì, anche di te e di ciò che te non sai! E’ il paradosso del paese di provincia: è impossibile nascondere un fatto più o meno serioso o succulento che sia, alle orecchie dei suoi abitanti, anche se tu sarai l’ultimo a venirne a conoscenza.
Lo pensavo l’altro giorno, quando una saletta stretta stretta della biblioteca comunale si è gremita di gente per assistere all’inaugurazione di un libro su una personalità che a Ponte ci ha praticamente sempre vissuto e che può essere considerata un po’ la sua celebrità.
Lo pensavo e sorridevo, perchè raramente avevo notato tanto “patriottico” sentire nella realtà Ponte, e soprattutto non mi aspettavo tanto affetto nei confronti di un talentuoso calciatore locale, dall’intemperanza vivace e dai piedi da campione, ma che comunque ha raggiunto la gloria una sessantina di anni fa (nda: …e lasciatemi aggiungere: molto di quello stesso entusiasmo, sono fermamente convinta, era rivolto all’autore del libro in questione! Bruno, ti sai far voler bene da tutti!).

Classe 1929 il Virginio Ubiali, detto Gepì. Sì, perchè in un’epoca di soprannomi modaioli e onomastica brasiliana, uno potrebbe pensare che ci si fosse montati un po’ la testa lì, in quel paesotto appunto, dove il Brembo e il suo Isolotto erano, per la gioventù della zona, l’equivalente delle ambite e gozzoviglianti spiagge romagnole, troppo lontane e costose per i ragazzi e i bulletti di allora.
E invece no: il Gepì era semplicemente il Gepì, piccoletto, agile e scattante, dai piedi raffinati, ma con la testa un po’ calda; mai cattiva, sia chiaro, anzi, ma così generosa ed accesa di passione – verso il pallone, le sue origini, i suoi cari – che forse in parte gli impedì (senza mai rammarichi) di compiere il vero grande passo e sfondare in quel mondo del calcio che, nonostante la sua stazza minuta, gli aveva offerto più di un’opportunità.
Ma nel dopoguerra bastava un campetto, un paio di scarpette nuove (e da vero professionista!), una palla di cuoio, per infiammare i cuori e scrivere pagine di colorito giornalismo sportivo, dove tutti parlavano di un attaccante di notevole livello, dove molti lo osannavano, dove alcuni lo criticavano, ma dove tutti sapevano tutto.

Questa è il racconto della vita di un calciatore, rimasta veramente normale, nelle sue vicissitudini quotidiane, con i suoi sacrifici, le soddisfazioni, con la sua tenace volontà a non cambiare mai abitudini.
E’ anche la storia di un paese di provincia, che ha visto la Guerra, ma che si è rialzato, con la forza di un lavoro che si è inventato, costruito, che ha prosperato, della sua gente, delle sue tradizioni, della sua forza ed unità.
La narrazione di uno studioso puntiglioso e zelante, di un tifoso del bel calcio, di quel giocare sano e genuino in cui i soldi giravano e potevano far anche girare molte teste, ma i cuori, quelli no, spesso e volentieri erano i vincitori morali delle partite.
Uno scritto godibile, sciolto e coinvolgente, per i cultori di strategie e moduli, per chi di scarpini e tacchetti non gliene importa proprio nulla, per i concittadini con petto gonfio d’orgoglio, per i semplici curiosi.
Un pregevole pezzo di storia nella microstoria di un paese, che non è ancora città, ma che ha il suo campione, il suo soprannome, la sua passione, i suoi occhi furbi e ancora guizzanti, sempre all’erta, sempre pronti ad accorgersi di un assist, di un cross, della palla giusta, di quel gol fondamentale che cambia la storia, la sua storia…di un paese, di un popolo, di un orgoglio.

(Sono troppo “di parte” per dare un giudizio obiettivo)

Titolo: Una vita nel pallone. Fatti e misfatti di Virginio Ubiali, detto Gepì
Titolo originale: Una vita nel pallone. Fatti e misfatti di Virginio Ubiali, detto Gepì
Autore: Bruno Ravasio
Traduttore:
Editore: Lubrina Editore
Collana:
Data di pubblicazione: Dicembre 2014 (prima ed edizione più economica attualmente in commercio)
Pagine: 175
Prezzo: 14 €
Codice ISBN: 9788877665195

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La vendetta


13 Maggio 2012 – 5 Maggio 2013.
Un anno dopo. In una data ormai (non più solo) di manzoniana memoria.
31.
Senza di Lui (Alessandro Del Piero).
Ma con la forza di chi ha portato la Juve dagli abissi di una classifica figlia di decisioni (discutibili) non calcistiche, per colpe (non ancora provate) di chi è stato scelto come capro espiatorio, perchè era comodo così, perchè altrimenti qualcuno non vinceva mai.

Eravamo forti prima e lo siamo di più adesso, temprati dal dolore, forgiati dalla rabbia e dalla voglia di vendetta.
Siamo tornati a dominare, come da nostro Dna, quello costruito su quella famosa panchina del Liceo D’Azeglio nel lontano, storico, 1897, ed evolutosi sempre migliore, in modo darwiniano: la legge del più forte, la legge della Juve.
Foga, voglia di riscatto, di vincere (perchè per noi…è l’unica cosa che conta – 1° comandamento!), impegno, sudore e determinazione; questa è la nuova Vecchia Signora, la squadra di Antonio Conte, tifoso, capitano e allenatore, perennemente afono, ma rumoroso anche quando non può parlare (e non solo a causa dell’ammutinamento delle sue corde vocali), questi sono i guerrieri che scendono in campo ogni volta come fosse una finale, gli 11 leoni che sbranano gli avversari nella bolgia dello Juventus Stadium, lo stadio che ha cambiato il calcio italiano, il nostro dodicesimo uomo in campo.

E la passerella della vendetta fa sfilare il numero 1 che di quel numero è l’incarnazione: Gianluigi Buffon, il più grande portiere di tutti i tempi, alla faccia dei soliti disfattisti per mestiere che lo davano già finito tempo fa; risorto come la difesa che incassava gol come una provinciale e che invece ha dimostrato di essere costruita sulla Roccia (Barzagli) – colpo di mercato notevole – ormai la miglior garanzia centrale del nostro campionato, cementato dalla grinta e dalla duttilità dell’insuperabile Chiellini (vero, sono di parte, ma ci sono i dati a darmi ragione!) e perfezionata dall’estro di un vero e proprio rinato dalla cura del Mister dei miracoli: Leonardo Bonucci.
Le vittorie poi passate tra i piedi un un centrocampo cucito insieme a sorprese: il Principino, capitano del futuro, ali da far invidia a Usain Bolt e quei due là in mezzo, le due scommesse vinte, stravinte: Vidal e l’immenso Andrea Pirlo, i due fari nella notte, quelli che “te la risolvono”, che pensano, giocano, si divertono e danno smalto al reparto strategico e variabile dell’invincibile armata bianconera.
Senza cannonieri di peso, ma di efficacia e classe: un Matri comunque dal gol facile (dobbiamo essergli riconoscenti); un eroe silenzioso, dal tiro pulito e micidiale, sempre pronto e decisivo, essenziale: Fabio Quagliarella; e poi l’altra mia “debolezza”, quella a cui io (ma non solo io a quanto pare…) sono disposta a perdonare tutto o quasi, perchè i suoi piedi brillano di luce propria, nonostante l’apparente indolenza (sento già gli strali di certa gente…): Mirko “Zorro” Vucinic.

A questo punto manca solo parlare di Lui, dell’Unico grande Capitano, la cosa più belle che c’è, il numero 10, Alessandro Del Piero…ma mi sono resa conto di aver già composto un peana per lui adesso e in passato, perciò non sproloquierò oltre…del resto, per descriverlo bastano due parole: One Love (penso di non essermi mai commossa tanto in vita mia come la domenica del suo saluto…).

Non si può raccontare di un anno, soprattutto di un anno simile, in una pagina, perchè ogni secondo della passata stagione è stato pregno di eventi e di emozioni che solo chi ha vissuto da vicino, da tifoso, può capire al 100%.

Una vendetta la chiama l’autore del libro in questione; per me è semplicemente il ristabilirsi dell’ordine sacrosanto delle cose, perchè l’ho detto e lo ripeto, la Juve ha solo un imperativo: VINCERE.

Giudizio di Weareborg7of9: gufolibro4_tras

60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: La Vendetta

Titolo: La vendetta
Titolo originale: La vendetta
Autore: Maurizio Crosetti
Traduttore: 
Editore: Dalai Editore
Collana: Le boe
Data di pubblicazione: 15 Maggio 2012 (prima e più economica edizione attualmente in commercio)
Prezzo: 12,90 €
Pagine: 117
Codice ISBN: 9788866208327

…3 Stelle… (Biscotti allo sciroppo d’acero e noci Pecan)

Non ci sono motivazioni particolari per questa ricetta: è semplicemente nata il giorno del 31° scudetto…una ragione più che valida, no?!

Biscotti Sciroppo Acero_Noci Pecan Ingredienti: (per una 20ina di biscotti)

  • 125 gr di burro;
  • 100 gr di zucchero;
  • 2 cucchiai di zucchero di canna chiaro;
  • 2 cucchiaini di sciroppo d’acer puro;
  • 200 gr di farina bianca;
  • 1 cucchiaino di caffè liofilizzato;
  • 60 gr di noci Pecan tritate finemente;
  • Sale;

Procedimento:

Lavorare il burro, i due tipi di zucchero e lo sciroppo d’acero in una terrina capiente con uno sbattitore elettrico ad alta velocità fino ad ottenere una crema.
Incorporare la farina (setacciata), il caffè liofilizzato, la granella di noci e un pizzico di sale fino a formare una pasta morbida. Dopo di che, rovesciarla su un piano infarinata e continuare a lavorarla con le mani, sino a quando non sarà liscia.
Quindi, formare un disco, ricoprirlo con uno strato di pellicola trasparente e farlo riposare in frigo per 30 minuti.
Intanto preriscaldare il forno a 190°.
Recuperare la pasta e stenderla con il mattarello ottenendo una sfoglia dello spessore si 3 mm. Ritagliare i biscotti con una formina a piacere e trasferirli poi su una piastra, collocandoli a qualche cm di distanza l’uno dall’altro.
Fate cuore per 10 min circa (dipende dal forno), comunque fino a quando non cominceranno a prendere colore.
Una volta sfornati, mi raccomando, lasciateli raffreddare bene prima di riporli nella vostra biscottiera preferita, altrimenti si frantumeranno!

Consigli: potete sostituire le noci Pecan (o brasiliane), con normalissime noci.

Un po’ di sale in zucca: “Cerca di pensare che la vita è una scatola di biscotti. […] Hai presente quelle scatole di latta con i biscotti assortiti? Ci sono sempre quelli che ti piacciono e quelli che no. Quando cominci a prendere subito tutti quelli buoni, poi rimangono solo quelli che non ti piacciono. È quello che penso sempre io nei momenti di crisi. Meglio che mi tolgo questi cattivi di mezzo, poi tutto andrà bene. Perciò la vita è una scatola di biscotti.”…
(Haruki Murakami, Norwegian Wood)

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