Storico-biografico

Il Vicerè del Nuovo Mondo


Il Vicerè del nuovo mondoSarà vero ciò che abbiamo studiato sui libri di storia o quello che Cristoforo Colombo in prima persona decide di raccontarci?
Colombo ci narra episodi della sua giovinezza, dalla conoscenza del futuro papa Borgia fino ad arrivare alla famigerata partenza da Palos per la conquista di quello che varrà chiamato Nuovo Mondo (o Altro Mondo), ma lo narra come se fosse uno spirito esterno tornato apposta per far luce sui reali accadimenti che lo toccarono in prima persona. Non meravigliamoci dunque se troveremo numerosi riferimenti a fatti che accadranno secoli dopo.
Il primo viaggio, il secondo, il terzo ed infine il quarto: in un mondo che non sono le Indie (pare Colombo ne avesse sentore): il tutto raccontato con sottile ironia e con estrema autocritica, anche attraverso ciò che sarà considerato il maggiore flagello di tutti i tempi, più della peste e del vaiolo, concepito dalla perversità della mente umana: La Sacra Inquisizione.
Un romanzo che può forse far storcere il naso agli storici, ma guadagnerà consensi presso gli inguaribili sognatori.
Giudizio di Ezechielelupo2: gufolibro4_tras

Titolo: Il Vicere del Nuovo Mondo
Titolo originale:  The memoires of Christopher Columbus
Autore:  Stephen Marlowe
Traduttore: Cremonese Cambieri A.
Editore: Rizzoli
Collana: Superbur S119
Data di pubblicazione: 1987 (prima edizione); Giugno 1992 ( attualmente non più in commercio e di difficile reperibilità)
Prezzo: – €
Pagine: 724
Codice ISBN: 9788817675802

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Maria Stuarda


maria stuarda

Scorrevole come un romanzo, preciso e dettagliato come un testo scientifico, saggio biografico dedicato a Maria Stuart e frutto della ricerca puntigliosa dello scrittore austriaco Stefan Zweig.

Figlia e nipote di re, moglie di re e madre del primo sovrano del Regno Unito di Inghilterra e Scozia è lei stessa a regnare sulla Scozia fin dalla nascita, regina sì del suo paese, ma mai degli Scozzesi, infatti ha sempre amato la corona, ma il suo popolo non è mai stato nel suo cuore.

E’ una donna piena di energie, l’umiliazione la rinforza e cerca sempre di girare a suo favore anche le vicende più tristi. Condannata al patibolo per gravi reati, trasforma la sua morte nel martirio per la sua fede cattolica. Nel paese della Riforma anglicana, si inginocchieranno vicino al boia e pregheranno per lei entrambe le religioni.

Protagonista romantica di ballate, celebrata dai poeti e vittima delle sue travolgenti passioni è l’antitesi della cugina Elisabetta I d’Inghilterra, la realista che sarà ricordata come protagonista della storia europea.

Nel suo lavoro, Zweig raccontandoci le vicende di questa regina, fa spesso paragoni con la letteratura e la storia; Shakespeare in particolare con il suo Macbeth, è l’autore che sembra essere stato ispirazione per questo dramma reale.

Giudizio di 2Mog2: gufo libro45

Titolo: Maria Stuarda
Titolo originale: Maria Stuart
Autore: Stefan Zweig
Traduttore: Pampaloni Lorenza
Editore: Bompiani
Collana: Saggi Tascabili
Data di pubblicazione: 1935 (prima edizione); 30 Ottobre 2013 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 12 €
Pagine: 375
Codice ISBN: 9788858763810

book-to-filmSi contano quasi una quarantina di pellicole, per il grande e il piccolo schermo, dedicate – già dagli albori della cinematografia – alla grande sovrana britannica.
Ricordiamo la più recente trasposizione, Mary Queen of Scots (2013), produzione svizzera diretta da Thomas Imbach e con Camille Rutherford nel ruolo della sovrana britannica, tratto proprio dal romanzo di Zweig e sicuramente anche per questo lodato dalla critica per la sua attendibilità storica.

…”Books and movies are like apples and oranges. They both are fruit, but taste completely different”…
(Stephen King)

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Ultimo parallelo


Ultimo-parallelo

Erano partiti convinti di compiere un’impresa storica, avevano la bandiera inglese consegnata dalla regina, salutate le famiglie, consapevoli di non vederle per un lungo tempo ma sempre vicine con il pensiero.
Quando la Terra Nova salpò da Londra, l’Antartide era dall’altra parte del mondo. All’inizio i canti, le letture e lo spirito d’avventura, poi i primi contrattempi e i cani da slitta e i pony inadatti per le distese ghiacciate. E le bufere, le tormente di neve e il freddo e le prime amare decisioni.
Le fotografie scattate ci lasciano delle istantanee impersonali, i volti quasi irriconoscibili dagli strati indossati e comunque inadeguati, sempre umidi, bagnati. I primi congelamenti, la meta sempre più inarrivabile, le montagne di ghiaccio da attraversare ed il ricordo sempre più struggente dell’amata Inghilterra. I sogni si mischiano alla realtà finchè, dopo innumerevoli traversie, l’agognato traguardo.
Quasi increduli, si illudono di vedere in lontananza, un’ultima formazione ghiacciata, a pochi passi dal Polo mentre è solo l’ennesima cocente disillusione.
Il tentativo di ritorno al campo base dei superstiti, fra perdita di sensibilità degli arti, acute oftalmie che impediscono per il dolore di riposare anche per pochi istanti, si conclude nel peggiore dei modi.
La fine della spedizione verrà narrata più tardi da chi ritroverà i diari semisepolti dalla neve.
E’ la storia di Scott e dei componenti della sfortunata spedizione dei primi anni del ‘900.

Giudizio di Ezechielelupo2: gufolibro4_tras

60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: Ultimo Parallelo

Titolo: Ultimo parallelo
Titolo originale: Ultimo parallelo
Autore: Filippo Tuena
Traduttore: 
Editore: Il Saggiatore
Collana:
Data di pubblicazione: 2007 (prima edizione); 1° febbraio 2013 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 15 €
Pagine: 296
Codice ISBN: 9788842818403

Biscotti alle mandorle e semi di anice

Proponiamo la ricetta tratta dal libro The Antartic Book of Cooking and Cleaning. A Polar Journey, a cura di Wendy Trusler e Carol Devine (http://www.theantarcticbookofcookingandcleaning.com/). La pubblicazione è il racconto di un viaggio di una squadra di pulizia russo-canadese finalizzato al recupero di 120 isolette della penisola antartica; ma vuole essere anche il resoconto della sfida quotidiana del cucinare in una cucina improvvisata.

Processed with Moldiv

Processed with Moldiv

Ingredienti:

  • 1/2 tazza di mandorle tritate grossolanamente;
  • 1/2 cucchiaino di semi di anice;
  • 2/3 di una tazza di zucchero;
  • 1/3 di tazza di burro a temperatura ambiente;
  • 2 cucchiai di olio vegetale;
  • 2 uova;
  • 1/3 di cucchiaino di vaniglia;
  • 1 e 1/2 cucchiaino di estratto di vaniglia + 1/2 cucchiaino di estratto di mandorle;
  • 1/2 cucchiaino di sale;
  • 2 tazze di farina 00;
  • 2 cucchiaini di lievito in polvere;

Preparazione:

Nel forno caldo a ca. 180°, abbrustolite le mandorle una 10ina di minuti finchè non odorerete il loro aroma.
Nel frattempo pestate con un mortaio i semi di anice o spezzettateli grossolanamente con un coltello.
Togliete le mandorle dal forno e lasciatele raffreddare, dopo di che mettetele da parte con i semi.
In una ciotola di medie dimensione, amalgamate insieme il burro, lo zucchero e l’olio, fino a formare una crema chiara e spumosa. In seguito sbattetevi dentro anche un uovo alla volta, aggiungete quindi il sale, la vaniglia e gli estratti. In un’altra ciotola mischiate farina e lievito e successivamente incorporateli al composto cremoso, per creare un impasto soffice e mediamente compatto.
Scaldate di nuovo il forno a 160° ca. The AntarticCookingBook_
Disponete l’impasto su una superficie leggermente spolverata di farina. Infarinate anche le mani e così incorporate i semi di anice e alle mandorle alla pasta, cercando di distribuirvi i pezzi in modo equo. Poi ricavate 4 pezzi uguali di impasto e rullateli sul piano di lavoro per formare dei cilindri lunghi più o meno 30cm e larghi 7,5cm e posizionateli su una teglia già preparata con steso un foglio di carta forno; appiattiteli con delicatezza e arrotondate le estremità, lasciando comunque morbidi i bordi e più piatta la parte centrale di ogni rotolino.
A questo punto, infornate il tutto finchè i panetti non diventano leggermente dorati o fin quando non risultano duri al tatto (20-25 min ca.); una volta cotti, rimuovete la teglia dal forno e lasciate raffreddare solo sul foglio di carta forno per 3 min, prima di tentare di spostarli. Utilizzate una spatola abbastanza larga per trasferire i rotolini su di una base apposita dove li taglierete diagonalmente (nb. come se steste preparando i classici cantucci toscani): mi raccomando, servitevi di un coltello ben affilato e praticate incisioni rapide e decise. Con attenzione riportate i biscotti così ricavati sulla teglia – sempre ricoperta di carta forno – ben distanziati l’uno dall’altro. Infornate di nuovo per altri 15-20 min, attendendo sempre una corretta doratura.

Un po’ di sale in zucca: ...”Shackleton privately forced upon me his one breakfast biscuit, and would have given me another tonight had I allowed him. I do not suppose that anyone else in the world can thoroughly realize how much generosity and sympathy was shown by this…Thousands of pounds would not have bought that biscuit”…
(Frank Wild,
The Antartic Book of Cookind and Cleaning. A polar Journey, p. 429)

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C’è un re pazzo in Danimarca


c è un re pazzo in danimarca

Con la leggerezza di una fiaba e la serietà della storia, Dario Fo si avvicina alle vicende della Danimarca della seconda metà del 1700, quando sul trono di Copenaghen sedeva Cristiano VII, il “re pazzo”

Con il suo stile che cattura ogni nuovo lettore e rafforza ogni legame con chi già lo conosce, ci trasporta in un luogo e in tempo quasi sconosciuto per chi della storia della Danimarca non sa molto.

Non è un romanzo politico, ma la biografia di un uomo, un grande re con una precaria salute mentale, si pensa infatti fosse schizofrenico.

Diari personali dei protagonisti, documenti inediti, fonti dell’epoca, sono state le fonti e il risultato di una ricerca svolta a far luce  su un periodo che sembra volutamente nascosto.

Ne viene fuori un elogio ad un sovrano, pazzo sì, ma che nei suoi momenti di lucidità ha contribuito molto ad importanti riforme che hanno portato la democrazia nel suo Paese.

Giudizio di 2Mog2: gufolibro5_tras

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Titolo: C’è un re pazzo in Danimarca
Titolo originale: C’è un re pazzo in Danimarca
Autore: Dario Fo
Traduttore:
Editore: Chiarelettere
Collana: Narrazioni
Data di pubblicazione:
29 Gennaio 2015 (prima edizione)
Prezzo: 13,90 €
Pagine: 160
Codice ISBN: 9788861906549

book-to-film A Royal Affair è arrivato nelle sale il 29 agosto 2013. Premio per la miglior sceneggiatura al Festival di Berlino 2012, del regista danese Nikolaj Arcel. A Royal Affair_Movie
La Danimarca del 1770 viene proposta in uno scenario inquieto, ma realistico. Al centro c’è la la passione segreta che la regina Caroline Mathilda (Alicia Vikander) nutre per il medico del re, l’influente Struensee (Mads Mikkelsen), destinata a cambiare il destino dell’intera nazione. Il film è stato girato in Repubblica Ceca: “In Danimarca, i castelli sono stati rinnovati e hanno oggi un aspetto quasi moderno. A Praga e dintorni, abbiamo trovato le ambientazioni ideali: strade, castelli e case che rappresentavano perfettamente la Copenaghen del Settecento”, dicono dal set. Sul fronte attoriale, Arcel ha subito avuto le idee nitide: “Ho pensato a Mads (Mikkelsen) per la parte di Johann Struensee. Era perfetto. È intelligente, misterioso e seducente. Credibile nella parte dell’amante della giovane regina. Ho avuto la fortuna di scoprire Alicia (Vikander) che incarnava la mia visione della regina Caroline Mathilda. A proposito della parte di Christian VII, ho provinato vari attori. Cercavo un volto non comune per interpretarlo. La direttrice di casting mi ha suggerito una registrazione con Mikkel Følsgaard. L’ho trovato incredibilmente misurato. Potevamo, finalmente, cominciare le riprese”.

…”Books and movies are like apples and oranges. They both are fruit, but taste completely different”…
(Stephen King)

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Relazione del primo viaggio intorno al mondo


antonio pigafetta

 

…”Luni a 10 de agosto, giorno de Santo Laurenzio, nell’anno della Natività del Nostro Salvatore 1519, una piccola flotta lasciò il molo di Siviglia con 237 uomini. Lo scopo del viaggio era “scoprire la speziera” nelle isole di Maluco, attraverso “lo Mare Oceano” e navigando sempre verso occidente”…

Antonio Pigafetta, vicentino cavaliere di Rodi, imbarcato sulla nave ammiraglia al comando del capitano generale, il gentiluomo portoghese dal nome famoso di Fernando de Magaglianes, ha il compito di tenere il diario di bordo, resoconto dettagliato di questa avventurosa missione, della prima storica navigazione intorno al Globo terrestre.

Un viaggio affascinante, pericoloso, dove ad ogni attracco l’equipaggio vivrà nuove esperienze,

E i lettori saranno cullati dal dondolio della nave sulle onde, inebriati dal profumo di fiori delicati e da quello pungente dei chiodi di garofano e della cannella. Condivideranno il cibo con popolazioni fino allora sconosciute con le quali scambieranno doni e scopriranno un nuovo passaggio verso Occidente.

La relazione di questi tre anni di navigazione, pubblicata nel 1524, scritta in un vecchio italiano, farcito da molti vocaboli in dialetto veneto, verrà fatta dono a la sacra maestà de don Carlo, insieme a cose da essere assai apprezzate da un simil signore.

Giudizio di 2Mog2: gufo libro45

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Titolo: Relazione del primo viaggio intorno al mondo
Titolo originale: Relazione del primo viaggio intorno al mondo
Autore: Antonio Pigafetta
Traduttore: –
Editore: White Star
Collana: I classici dell’avventura
Data di pubblicazione: 1524 (prima edizione); 12 Febbraio 2008 (Attualmente non più in commercio)
Prezzo: –
Pagine: 240
Codice ISBN: 9788854009516

Chiodi di garofano e cannella

Le spezie più ricercate dall’equipaggio inviato dalla corte spagnola, erano sicuramente chiodi di garofano e cannella. Vediamo di conoscerle meglio, cercando di apprezzarne le maggiori qualità.
Naturalmente, conosciuti a tutti per il loro aroma, prezioso aiuto in cucina sia per la preparazione di pietanze salate che di dolci,  sono forse meno noti per le loro proprietà curative:

Chiodi di garofano:

Nome scientifico Syzygium aromaticum conosciuto anche come Eugenia caryophyllata.
Conosciuti fin dall’antichità, crescono spontaneamente nelle Isole Molucche, Antille e Madagascar, hanno grandi proprietà terapeutiche.chiodi-di-garofano

L’infuso viene utilizzato per alleviare nausea, indigestione e disturbi intestinali, depurando l’organismo. Ottimo, unito ad altre spezie, anche per curare micosi a mani e piedi.
Notevoli le proprietà antiossidanti, che combattono i radicali liberi, mantenendo giovane l’organismo.
L’olio estratto, applicato sempre diluito, ha grandi proprietà antisettiche per infezioni ed ustioni.
L’essenza, sempre diluita, usata come gargarismi, per mal di denti, tracheiti e varie infiammazioni del cavo orale.
L’aroma, insieme ad altre spezie, può aiutare anche nella cura di raffreddore, bronchite, sinusite, asma, reumatismi e artrite.
I chiodi utilizzati in cucina, permettono ai cibi di mantenere più a lungo intatti i valori nutrizionali degli alimenti con ovvi benefici sull’organismo.
Sembra anche siano un afrodisiaco naturale ed un valido aiuto per la memoria e l’affaticamento mentale.
Tintura di chiodi, unita a zenzero e cannella stimola l’appetito .
I chiodi con succo di limone, sistemati su finestre e balconi, aiutano a mantenere lontane le mosche.

Cannella:

Cinnamomum zeylanicun o Cannella regina, è la più pregiata e cresce soprattutto nello Sri Lanka; c’è anche la Cinnamomum cassia, o Cannella della Cina, ovviamente originaria dell’omonimo grande paese asiatico, è la più comune e meno costosa, proprio perché cresce nelle zone tropicali, mentre nelle altri parti del mondo non può essere coltivata se non in serra.
Contrariamente alle altre spezie, la cannella viene ricavata dalla corteccia essiccata dei rami e dei piccoli fusti dell’albero.
Gli antichi Greci la utilizzavano come digestivo, gli Egizi nel processo di imbalsamazione e la Bibbia la cita nel libro dell’Esodo.

cannella-foto Masticando i bastoncini, in mancanza di dentifricio e spazzolino, serve a sbiancare i denti.
Il mal di testa può essere alleviato con un massaggio sulle tempie con dell’olio alla cannella.
L’infuso contribuisce alla digestione, perché le sue proprietà stimolano l’enzima digestivo che divide i grassi.
Altri sono i benefici importanti: antiossidante, combatte il colesterolo, contrasta il diabete, stimola la circolazione ed è ottima contro la fame nervosa.
Antibatterico naturale, stimola il sistema immunitario, combatte le malattie da raffreddamento, aiuta nella cura contro funghi e batteri, è anche un disinfettante per ferite o zone infette.

Un po’ di sale in zucca: …”La tara è pigliare le spezierie per manco de quel che pesano, perché ogni giorno se seccano de più”…
(
Relazione del primo viaggio intorno al mondo, Antonio Pigafetta)

book-to-film Relacion del Primer Viaje arrededor del Mundo (2009), è la narrazione radiofonica basata sullo scritto di Antonio Pigafetta, ma anche sul giornale di bordo del pilata Francisco Albo e sulle lettere di Fernando de Magaglianes, e trasmessa su Radio Exterior de España (un programma francese!), in 15 puntate per un totale di 300 minuti.
E’ stato un progetto sostenuto dal Ministero della Cultura Spagnola e dall’Ambasciata delle Filippine di Parigi.

…”Books and movies are like apples and oranges. They both are fruit, but taste completely different”…
(Stephen King)

 

 

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Il Flagello di Roma


flagello

La leggendaria calata dei Celti su Roma del 390 a.C. raccontata in una scialba salsa new-age e con punte di pruriginosa tendenziosità. Un libro dove gli unici elementi di valore sono i fatti storici attestati dalle fonti antiche, ai quali è raggrumato un penoso contorno romanzesco debole, scontato, lamentoso e mal congegnato. Superiamo una composizione grafica che non ha bisogno di commenti essendo stata creata per abbindolare un pubblico ignorante, consumista, caratterizzato da pretesi interessi storici superficiali e da sindrome da mattone-sotto-l’ombrellone-che-fa-cultura. Dopo alcune iniziali atmosfere, che è possibile definire evocative e tutto sommato non disprezzabili, inizia un autentico disastro. Non è possibile definire altrimenti il claustrofobico susseguirsi di autocompiacimento celtico all’interno del quale spicca Brenno (che continua a farsi chiamare così, come se Cesare in un romanzo si presentasse in questo modo: “Ave, sono Console, condottiero dell’esercito romano”, ha qualche tipo di senso?) in quanto unica figura che sembra avere un sia pur minimo barlume di senno che comunque si sconfessa nel finale, un autentico suicidio programmato. Il resto dei personaggi è ridotto al rango di comparsa-clichè senza alcuna inventiva o possibilità di approfondimento psicologico, dei cartonati ante-litteram malamente rimpiegati dagli scarti di serie-tv contemporanee di successo. Un contenuto insipido e scontato che si sviluppa malamente infarcito di consueti momenti scabrosi che non possono non mancare (e che riescono a disturbare ulteriormente la lettura tanto da far invocare la presenza di un provvidenziale mal di testa), di personaggi femminili che uccidono senza pietà alcuna il concetto di “Donna” in quanto solo desiderosi di farsi possedere vigorosamente dal dominatore di turno (che sia romano o gallo non importa, chi c’è prende) o di piagnucolare sulle incomprensioni che la guerra comporta e capaci solo di svegliarsi verso la fine degli eventi con slanci irrazionali e fuori luogo per poi sparire nel nulla (per fortuna), di atti di eroismo (solo per la lista “Brenno&compagnucci”, ovviamente), di interventi soprannaturali (inizialmente possono sembrare ben tratteggiati ma poi sconfinano nel ridicolo più completo), di rivali acerrimi che comunque non possono arrivare al livello di Brenno e vengono quindi falsamente elevati per poi farli sprofondare in caratterizzazioni mediocri, di ambientazioni irreali e cosparse di abusivismo immaginoso bipolare (con una Roma che viene descritta come Metropoli tentacolare nella quale si combatte una volgare rissa truccata tra marionette che poi si muovono liberamente, senza alcun ostacolo, come se fossero nel deserto del Sahara) e direi che l’elenco sia quasi completo. Aggiungo solo che la chiusa del romanzo è il pessimo sigillo di vagheggiamenti consumisticamente irrazionali sorretti un’idealizzazione cercata e perseguita dalla prima riga della narrazione, una struttura che rende il tutto nient’altro che aria viziata. L’intera opera è quindi qualcosa di borioso e indegnamente irreale che sfrutta il favolismo moderno e prova ad abbindolare smaccatamente i pochi lettori che hanno avuto il coraggio e lo stomaco di concluderne la lettura.  Consigliato come acquisto agli storici esperti da usare come arma contro chi si atteggia ad esperto e interessato all’ambito culturale, efficacissimo. L’unica cosa che accomuna l’evento storico a questo romanzo è l’aggettivo che viene spesso invocato per il primo: Traumatico.

Giudizio de “IlBarista”:gufo libro05

Titolo: Il flagello di Roma
Titolo originale: il flagello di Roma
Autore: Michele Gazo
Traduttore: –
Editore:Rizzoli
Collana: Rizzoli Max
Data di pubblicazione: 01 marzo 2013 (prima edizione);
Prezzo:  9,90 €
Pagine: 469
Codice ISBN: 9788817064453

Collaborazione con il blog “Bar Storia”

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Teodolinda. Regina del Settentrione


Teodolinda

Mi sono ritrovata a leggere questo libro un po’ per caso, un po’ per necessità, ma sicuramente con la dovuta buona predisposizione mentale che in genere le biografie mi suscitano.

Vita vera e romanzo si intrecciano in una breve narrazione dai toni contrastanti: a volte aulici, altre di una semplicità quasi elementare, in entrambi i casi leggermente esasperati.
Non sempre fluida, a mio dire, la penna dell’autore (non metto in dubbio la sua capacità scrittoria, ne faccio più che altro un discorso di stile e perciò di gusto personale) che si snoda in un argomento senza dubbio amato e sentito, che mostra un’ammirazione sincera per una delle grandi donne della Storia. Messa al centro di un’epoca, resa emblema di un intero popolo e di una complessa cultura, la sovrana longobarda per eccellenza incarna – per Vannucci, ma non solo – l’ideale di regina illuminata (in ogni senso), motore primario di un nuovo inizio per le vicende e la crescita di genti diverse e della stessa nostra penisola. Una sorta di chiave di volta, di svolta, da un’antichità allo sbando, ad un imminente futuro in mano al Signore e ai suoi strumenti.
E tale doveva apparire l’effigie  della moglie di due re, la Regina dalle lungimiranti e preziosi doti da diplomatica, da cui ancor oggi molti potenti dovrebbero imparare.

Non convinta dall’impostazione e dal risultato letterario, sicuramente trova comunque conferma la mia stima per la protagonista e per i Longobardi (ammetto la mia parzialità in merito!); buon procedimento storiografico, esiti solo abbozzati e rasenti la convenzionalità scolastica, ma simpatia immutata.

La Storia non si cambia.

Giudizio di Weareborg7of9: gufo libro25

60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: Teodolinda

Titolo: Teodolinda. Regina del Settentrione. I duchi longobardi e la sovrana
Titolo originale: Teodolinda. Regina del Settentrione. I duchi longobardi e la sovrana
Autore: Marcello Vannucci
Traduttore:
Editore: Casa Editrice Le Lettere
Collana: I libri di Vannucci
Data di pubblicazione:
1994 (prima ed edizione più economica attualmente in commercio) 
Prezzo: 10,33 € (Attualmente di difficile reperibilità)
Pagine: 175
Codice ISBN:  9788871661704

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La figlia del Papa


Chissà perchè i pettegolezzi viaggiano nello spazio e nel tempo e dai cantastorie del passato sono arrivati fino al nostro tempo, travisando spesso o esagerando i difetti degli interessati?

Una vittima di questi pregiudizi è stata sicuramente Lucrezia, la figlia del Papa Borgia, che le dicerie popolari hanno tramandato con un’ammaliante femme fatale, con il vizietto del veleno.

Persino il grande Dumas, nella sua opera I Borgia, cronaca sul Rinascimento italiano, la illustra come membro fondamentale della “trinità  diabolica” della famiglia, insieme al padre e al fratello.

Fortunatamente ci sono la storia e le ricerche di chi ha scritto di lei ridandole il giusto credito, come Maria Bellonci che con l’eleganza delle sue parole, ne ha scritto una meticolosa ed incantevole biografia.

Poi c’è Dario Fo, moderno menestrello che con serietà e al tempo stesso, leggerezza  ci presenta La figlia del Papa, come la meravigliosa creatura che veramente era. Bellissima,  dal fascino irresistibile, di grande intelligenza ed istruzione. Grande diplomatica, amava il popolo che si è trovata a governare. Era incantata dell’arte e dalla bellezza delle parole di poeti e filosofi di quel Rinascimento italiano degli artisti più famosi e delle menti più geniali, che spesso frequentavano il suo salotto. Purtroppo però si è ritrovata a volte a pensare : “Amare la bellezza è una sofferenza , se chi sta accanto a noi si rifiuta di farci caso“.

La sua pecca più grande…? Essere una Borgia, figlia di un Papa arrivista e dissoluto: Alessandro VI, al secolo Rodrigo, e sorella del crudele e famigerato Cesare, il Valentino. Circondata di intrighi e raggiri, che le hanno forzatamente condizionato la vita, ha dovuto lottare che conquistare l’onore e scrollarsi dalle spalle almeno un po’ quel peso che era il suo casato.

Dopo avere letto queste pagine, è impossibile non esclamare insieme al Premio Nobel Dario Fo: “Nessuno al mondo può sfuggire ad una simile bellezza“.

Giudizio di 2mog2: gufolibro5_tras

Titolo: La figlia del Papa
Titolo originale: La figlia del Papa
Autore: Dario Fo
Traduttore:
Editore: Chiarelettere
Collana: Narrazioni
Data di pubblicazione:
17 Aprile 2014 (prima edizione)
Prezzo: 13.90 €
Pagine: 208
Codice ISBN: 9788861905719

 

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Idi di Marzo


Parlare di Cesare è un po’ come parlare di una figura mitica, leggendaria, verso cui non si può non portare deferente rispetto. E quasi venerazione. Affetto.
Incontravo giusto qualche giorno fa, fuori dall’università, il mio professore di Storia Romana ed involontariamente ho sorriso al ricordo delle sue lezioni appassionate sul grande politico, guerriero, uomo di Roma; e l’aula gremita di bocche aperte e il religioso silenzio. Se ci penso sorrido perchè, seppur con le debite differenze, si poteva traslare la scena 2000 anni addietro, cambiare i personaggi, ma conservare la credibilità. Il fascino di Giulio Cesare è immortale, la sua intelligenza strategica e politica lungimirante, la sua personalità straordinaria. Non si può non amarlo, non si può non odiarlo, non si può restare indifferente di fronte a lui, non ci si può non inchinare davanti al suo genio, ad un pezzo di storia che ha cambiato la Storia.
Riesco ancora a sperare che quel fatidico 15 Marzo del 44 a.C. non termini nel sangue, che le idi di Marzo restino semplicemente un giorno tra tanti sul calendario, e leggendo il romanzo di Manfredi l’ho sperato ancora di più.
Quello che emerge è esattamente quell‘uomo Cesare che ti fa amare il dictator Cesare: la sua testa, il suo cuore, le sue debolezze (anche fisiche), la sua sensibilità, il suo insospettabile e paradossale “pacifismo”.

No, io non avrò mai particolare simpatia per i Romani – continuerò a “tifare” Annibale e a trovarmi a mio agio con i Barbari -, ma amerò sempre Cesare. Incondizionatamente.

Giudizio di Weareborg7of9: gufolibro4_tras

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Titolo: Idi di Marzo
Titolo originale: Idi di Marzo
Autore: Valerio Massimo Manfredi
Traduttore: 
Editore: Mondadori
Collana: Oscar bestsellers
Data di pubblicazione: 
2008 (prima edizione); 13 Gennaio 2014 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio) 
Prezzo: 9,50 €
Pagine: 259
Codice ISBN: 9788804638643

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La regina della Rosa Bianca


la regina della rosa bianca

Periodo celeberrimo e cruciale della storia britannica, la Guerra delle due Rose, tra i bianchi York e i rossi di Lancaster, ha avuto per protagonisti non solo re e i rispettivi consiglieri e tattici, ma anche le regine, consorti tutt’altro che passive, in grado di acuire i contrasti, di fomentare tradimenti fratricidi e di conquistare cuori con la tipica malia femminile e fors’anche con un pizzico di (pericolosa) magia.

Elisabetta Grey, nata Woodville, in York: amatissima moglie del giovane Edoardo IV, una rosa colta nel giardino nemico, desiderata come la più splendente e candida colomba di pace, una mano tesa, una scandalosa (e per questo sospetta) trasgressione della consuetudine, c’è chi vocifera una strega,  una figlia di Melusina, di Jacquetta: una Rivers.
L’ambizione di una madre, la passione di una moglie, l’intelligenza di una donna, la sua caparbietà, a volte stolta, ma comunque pronta a difendere con tutti gli stratagemmi possibili ciò che ritiene legittimamente proprio e ciò che gravita nella sua orbita.

La storia è storia e nonostante sui banchi di scuola di casa nostra non si perda troppo tempo ad approfondire l’argomento, non mi perderò tra le stanze di palazzo per sciogliervi genealogie, fazioni e alleanze.
Sta di fatto che si tratta di uno dei periodi più interessanti delle vicende d’Oltremanica, se non altro per la figura tanto famosa quanto ambigua di Riccardo III.

E’ sicuramente Elisabetta che spicca però: la Regina della Rosa Bianca: hot tempered la definirebbero gli Inglesi, ma allo stesso tempo dolcissima e paziente sposa, mai doma, eppure capace di sopportare le sofferenze più atroci.

Con un maggior lavoro di fantasia (nb. rispetto all’epoca Tudor, i documenti attendibili scarseggiano), la Gregory ci regala ancora un prezioso gioiello della corona.

Giudizio di Weareborg7of9: gufolibro4_tras

Titolo: La regina della Rosa Bianca
Titolo originale: The White Queen
Autore: Philippa Gregory
Traduttore: Deppish Marina
Editore: Sperling & Kupfer
Collana: Pickwick
Data di pubblicazione: 
2009 (prima edizione); 9 Luglio 2013 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio) 
Prezzo: 10,90 €
Pagine: 464
Codice ISBN: 9788868360221

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