Bevande

Le miniere di Re Salomone


le miniere di re salomoneSono convinta che in Indiana Jones scorra un po’ nel sangue di ognuno dei tre principali protagonisti dell’avventura più famosa di Henry Rider Haggard, Le miniere di re Salomone, infatti, leggendola, mi sono spesso ritrovata a ricordare il simpatico archeologo americano, protagonista di noti films di George Lucas.

I protagonisti principali: l’eccentrico capitano John Good, con il suo monocolo e le sue bellissime gambe bianche, il coraggioso Sir Henry Curtis, forte e coraggioso Incubu (“elefante”) alla ricerca del fratello e il vecchio cacciatore Allan Quatermain, che a volte ci fa dubitare delle sue abilità.

Un’avvincente avventura quindi, un’improbabile spedizione al limite del possibile con tre missioni da compiere: Ritrovare George Curtis, misteriosamente scomparso in Africa, tornare con le tasche colme di diamanti e, soprattutto, sopravvivere. La meta appunto: le miniere di Re Salomone.

Si parte da Durban, nella regione del Natal, Sud Africa, con in mano la mappa scritta trecento anni prima con il proprio sangue da José da Silvestra; attraverso il deserto, dove la sete è il peggior nemico, si raggiungono i Seni di Saba, alte montagne, dove il freddo e la fame mineranno la salute degli avventurosi viaggiatori, poi giù verso la Terra dei valorosi e fieri Kakuana la cui legge impone la morte a tutti gli stranieri…

Il seguito…? Da scoprire attraverso le parole di Haggard.

Scritta in seguito ad una scommessa con il fratello che gli aveva fatto notare la popolare fama appena ottenuta dal L’isola del tesoro, la storia di Haggard eguagliò presto il successo di Stevenson, e diede il via al filone del Mondo perduto del periodo vittoriano – una serie di romanzi ambientati in terre misteriose e sconosciute di grandi autori come Kipling, Conan Doyle e Verne.

Sono convinta che leggere deve essere un piacere, quindi, per cortesia, non tacciamo lo scrittore di misoginia, perché solo una donna è presente nel romanzo, né tanto meno di razzismo, anche se i bianchi appaiono un po’ come esseri superiori; degli indigeni incontrati vengono esaltati il carattere fiero e orgoglioso, la volontà, la forza e il sacrificio e ricordiamoci che Haggard, forse sì un po’ snob, apparteneva alla nobiltà inglese, cresciuto nella mentalità del periodo vittoriano quando l’impero coloniale britannico era molto esteso.

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60x60_07_cuffieAscolta un brano del libro: Le Miniere di Re Salomone

Titolo: Le miniere di Re Salomone
Titolo originale: King Solomon’s Mines
Autore: H.Rider Haggard
Traduttore: Daniele V.
Editore: Donzelli
Collana: Narrativa
Data di pubblicazione: 1885 (prima edizione); 25 Maggio 2004 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 21,80 €
Pagine: 236
Codice ISBN: 9788879898683

Il Grog

Non potendo preparare il Biltong, tipico piatto sudafricano a base di carne di selvaggina africana, prima marinata nell’aceto e aromatizzata con spezie, poi lasciata affumicare lentamente per alcuni giorni e tagliata a striscioline, abbiamo optato per la più semplice ricetta del Grog e che l’ottimo battitore Ventvögel apprezzava particolarmente, anche se cadeva spesso preda dei suoi effetti.

La ricetta originaria fu ideata dal vice ammiraglio della Royal Navy, Edward Vernon, per la necessità di evitare che l’acqua imbarcata sulle navi imputridisse. Prende il suo nome proprio dal’inventore il cui soprannome era “Old Grog”, per via del soprabito di grogram che indossava. 

Grog Ingredienti :

  • ¾ di bicchiere di acqua bollente;
  • ¼ di bicchiere di rum;
  • Zucchero di canna a piacere;
  • Succo di limone o di lime;

Procedimento:
Bollite l’acqua e versatela nel bicchiere con il rum.
Aggiungete quindi lo zucchero e il succo di ½ limone.
Volendo potete aromatizzare aggiungendo una stecca di cannella

Un po’ di sale in zucca: …”I have taken more good from alcohol than alcohol has taken from me”…
(“Ricordatevi che ho preso di più all’alcool di quanto lui abbia preso a me”).
(Winston Churchill)

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L’albergo stregato


La personalità tormentata della contessa Narona e il destino a cui non può sfuggire, costruito con le sue stesse ignobili azioni, sono l’anima di questo romanzo di Wilkie Collins.

Racconto horror, poliziesco è ambientato tra i salotti e i club della nebbiosa Londra, gli umidi canali di Venezia e le camere di un lussuoso hotel, già antico palazzo, della città lagunare.

E proprio nell’albergo appena inaugurato, inquietanti presenze e ritrovamenti, tormenteranno gli ospiti, membri di una nobile famiglia appena arrivati dalla capitale inglese, proprio come ci si potrebbe aspettare di trovare in un vetusto castello o in una classica residenza britannica.

Ma il ritrovamento del manoscritto di un’opera teatrale nasconderà una confessione, o è solo la sceneggiatura di una apparente ammissione di colpa?

Pubblicato nel 1887, due anni prima della sua morte, L’Albergo stregato (noto anche come L’albergo dei fantasmi o L’albergo della paura), è un gioiellino della letteratura gotica del XIX secolo, piccolo, ma non per questo meno brillante degli altri romanzi dello scrittore inglese che ho già avuto il piacere di leggere, come La dona in bianco, Senza nome e La pietra di Luna (https://ilessi.wordpress.com/2013/07/21/la-donna-in-bianco/ ,  https://ilessi.wordpress.com/2013/09/29/senza-nome/ , https://ilessi.wordpress.com/2013/11/04/la-pietra-di-luna/).

Il giudizio di Chesterton, altro grande scrittore inglese diceva che Collins e Dickens: “Erano due uomini che nessuno può superare nello scrivere storie di fantasmi“; come non condividerne il suo pensiero se si pensa al periodo in cui vissero questi grandi scrittori.

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60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: L’Albergo Stregato

Titolo: L’albergo stregato
Titolo originale: The Haunted Hotel
Autore: Wilkie Collins
Traduttore: Honsel Tina
Editore: Editori Riuniti
Collana:
Universale Economica
Data di pubblicazione:
1887 (prima edizione); 1996 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: – € (attualmente di difficile reperibilità)
Pagine: 224
Codice ISBN: 97888835949869

Ponce al maraschino

La contessa Narona, ha freddo, e sa che per lei il rimedio più efficace è la tazza di una corroborante mistura. Si reca quindi al Florian, famoso e antico locale di venezia e ordina… ma sentiamo le sue parole.

Ponche al Maraschino ...”- Un maraschino. E una teiera.
Il cameriere trasalì; lo stesso fece Francis. Il té (unito al maraschino) era una novità per entrambi. Senza troppo badare alla loro sorpresa, quando il cameriere si presentò con l’ordinazione, gli disse di versare un grosso boccale di liquore in una ciotola e di riempirla poi di tè.
– Da sola non ci riesco, – spiegò, – mi tremano troppo le mani.
Bevve avidamente la strana mistura, calda com’era.
– Ponce al maraschino… lo volete assaggiare? – disse. – Ho ereditato la scoperta di questa bevenda. Quando la vostra regina Carolina si trovava sul continente, mia madre era stata assegnata alla sua corte. Quella tanto bistrattata persona regale inventò, in uno dei suoi momenti più felici, il ponce al maraschino”…

Un po’ di sale in zucca: “If you are cold, tea will warm you; if you are too heated, it will cool you; if you are depressed, it will cheer you; if you are excited, it will calm you”.
(William Ewart Gladstone, politico inglese  1809-1898)

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Il vessillo di porpora


Il vessillo di porpora

Non è come il precedente romanzo, La legione degli immortali. Quello è stato un piccolo capolavoro, romanzo di guerra ma principalmente d’amore. I Romani ne uscivano generalmente bene, qui se volete li potrete anche odiare. Ai tempi di Nerone, nella lontana Britannia, la regina degli Iceni, Boudicca, raccoglie un numero impressionante di persone per contrastare lo strapotere romano, ma specialmente gli eccessi di potere.

La storia è quella , non si può cambiare, si può solo cercare di renderla più umana ed in questo Massimiliano Colombo è un vero maestro.

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Titolo: Il vessillo di porpora
Titolo originale: Il vessillo di porpora
Autore: Massimiliano Colombo
Traduttore: 
Editore: Piemme
Collana: Bestseller
Data di pubblicazione: 
Agosto 2011 (prima edizione); 4 Giugno 2012 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio) 
Prezzo: 11 €
Pagine: 410
Codice ISBN: 9788856627329

Idromele (o la bevanda degli dei…o della mia “amica” Boudicca)

P.:“S., trovami una ricetta che può andare bene per la tua “amica” Boudicca per favore…” …Neanche l’avessi tra i contatti di Facebook…beh, non saranno state le parole esatte del mio papi, ma questo era il succo del discorso…o della nostra bevanda divina…
E adesso mezzo mondo virtuale mi prenderà per un’invasata un po’ alticcia…ma! Penso che ne valga la pena!
(Gli inviti per il prossimo Beltane saranno spediti a tempo debito a chi se lo meriterà).

Idromele Ingredienti (per 5lt):

  • 2 kg di miele (millefiori);
  • 2 limoni belli maturi e dalla buccia molto spessa (così il succo sarà mantenuto più aspro);
  • 1 cucchiaino di lievito di birra;
  • 1 cucchiaino di zucchero di canna;
  • Acqua di fonte;

Procedimento:

Fate riscaldare 3 lt di acqua di fonte in una pentola capiente e prima che l’acqua raggiunga l’ebollizione, abbassate la fiamma e versatevi i 2 kg di miele.
Rialzate la fiamma e fate bollire il tutto per una 10ina di minuti, poi spegnete il fuoco e lasciate riposare e raffreddare fino a quando il composto riacquista una temperatura ambiente.
A parte, spremete i 2 limoni e conservatene il succo.
Una volta che il vostro liquido si è raffreddato, versatelo in una damigiana da 5 lt.
A questo punto aggiungetevi il succo di limone.
Preparate anche un mix di mezzo bicchiere di acqua tiepida, un cucchiaino di lievito di birra e uno di zucchero di canna: appena il lievito comincia a schiumare, versate nella damigiana.
Aggiungete altra acqua fino a riempire il contenitore.
Chiudete la bottiglia con della carta assorbente (in modo tale che durante la fermentazione, l’aria esca, ma l’idromele è protetto dalla polvere).
Adesso dovrete pazientare per 5 settimane durante le quali la vostra damigiana sarà messa in un posto chiuso e con una temperatura tra i 18° e i 24°; dopo di che lo imbottiglierete dove più gradite, ma necessiterete ancora di una buona dose di pazienza, in quanto prima di simposiare con tale nettare dovrete attendere tra i 4-5 mesi almeno.

Un po’ di sale in zucca: ”Guð sceal in eorle,wig geweaxan,ond wif geþeon leof mid hyre leodum,leohtmod wesan, rune healdan, rumheort beon mearum ond maþmum,meodorædenne for gesiðmægen symle æghwær eodor æþelinga  ærest gegretan,forman fulle to frean hond ricene geræcan, ond him ræd witan boldagendum bæm ætsomne.”
(…”War-spirit shall be in the earl his courage increase. And his wife shall flourish loved by her people, light-hearted she should be,she should keep secrets, be generous with mares and mighty treasures. At mead-drinking before the band of warriors she shall serve the sumble,to the protector of princes approach earliest,Place the first full in the lord’s hand as the ruler reaches out. And she must know what advice to give him as joint master and mistress of the house together.”)
(
Maxims I, Antico poema inglese)

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Nel fuoco


Partiamo dal fondo.
Pendergast è umano: P. sbaglia, P. cade, P. (forse) piange, P. sorride. No, P. non invecchia, però.
Pendergast è tornato e in splendida forma oserei dire.

Adesso ricominciamo dall’inizio.

Tredicesima avventura dell’agente speciale dell’FBI più amato (da me) e, potremmo dire, primo vero caso in cui la protagonista dell’azione è tuttavia la detective-in-progress Corrie Swanson. La pupilla del nostro eroe, seguendo la retta via del suo pigmalione, ma non senza qualche…personalissima licenza poetica, dovrà dimostrare di avere le carte in regola per farsi valere tra i corridoi della prestigiosa scuola di polizia John Jay, pur sempre con la debita accortezza di salvarsi la pellaccia messa a repentaglio dal solito più o meno fortuito concatenarsi di delittuosi eventi. Ed ecco che il buon caro Aloysius interverrà con il suo solito, opportuno tempismo, questa volta muovendo i fili della scena, restando un po’ defilato, supervisionando in modo quasi paterno e, ovviamente, fornendo gli elementi chiave per risolvere i misteri più impellenti e pericolosi, grazie al suo inesauribile pozzo di risorse (non solo finanziarie) e scomodando addirittura per l’occasione Sir Conan Doyle e Sherlock Holmes.

Chi di Pendergast avrebbe anche un poster sopra il letto se esistesse (e soprattutto chi è profondamente convinto di essere la reincarnazione di Costance Green… – D10genes, questa è rivolta a te…), sa che il britannico Investigatore e il suo autore, sono una delle sue grandi passioni (insieme all’opera, il vino superlativo, il the verde cinese…v. sotto) e perciò può immaginare come l’ausilio “professionale” di uno straordinario manoscritto inedito dell’inquilino di Baker Street 221B, l’abbia quasi portato ad uno stato di (controllato) Nirvana.

Il resto non lo svelo. Panegirici ne ho già scritti. Sicuramente da sottolineare l’ottimo ed esaltante ritorno di Doug&Linc, la cui narrazione è un po’ come uno degli invecchiati francesi tanto apprezzati da A.X.L.P. …migliora con il tempo.

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60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: Nel Fuoco

Titolo: Nel fuoco
Titolo originale: White Fire
Autore: Douglas Preston & Lincoln Child
Traduttore: Cristofani R.
Editore: Rizzoli
Collana: Rizzoli best
Data di pubblicazione: 2013 (prima edizione); 3 Gennaio 2014 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 18,50 €
Pagine: 447
Codice ISBN: 9788817072137

King’s Mountain Oolong (green tea)

Vediamo di fornirvi qualche notizia su questo particolarissimo, pregiatissimo e costosissimo the verde, ovviamente il preferito del nostro illustrissimo agente speciale. Cosa non darei per sorseggiarne una tazza in sua compagnia…

Sicuramente gli esperti conoscitori the saranno concordi nel ritenere il prodotto cinese quello qualitativamente più elevato e raffinato.
King'sMountainOloong Il King’s Mountain Oolong (e le mountains in questione sono quelle del territorio centrale di Taiwan) è un tipo di the verde semi-fermentato che conserva tutti i nutrienti naturali e benefici contenuti in un the verde non fermentato, ma senza quel sapore forte di erba, intenso al gusto che molti trovano fastidioso. La sua coltivazione è molto simile a quella del vino e già questo è indice di quanto il King’s Mountain Oolong sia speciale.
Ovviamente la soluzione ideale sarebbe quella di gustarne una tazza seconda la pratica tradizionale cinese (magari presto su questi schermi), in ogni caso già dal primo sorso, la bocca verrà avvolta da un sentore fresco, a tratti astringente, che si trasformerà presto in un retrogusto floreale, aromatico e fragrante che corroborerà piacevolmente anche la gola.

Che il the verde sia un toccasana per la salute ormai è da tempo conclamato, ma è importante soffermarsi nello specifico per segnalare le plurime proprietà del King’s Mountain Oolong per una vita longeva e in salute.
Virtù depurative e digestive, ma anche ottimo protettore dei nostri polmoni, come attestato da recenti ricerche di alcuni scienziati giapponesi (pare che molti fumatori passivi dell’Estremo Oriente abbiano trovato nell’Oolong una valida profilassi per tutelarsi, per quanto possibile, dalle esalazioni di nicotina altrui!). In breve, possiamo anche riassumere che questa magica bevanda offra anche peculiarità: antiossidanti (come tutti i tipi di the verde, non dimenticatelo!), anticancro, diuretiche, favorisce l’eliminazione dei batteri del cavo orale che causano l’alito cattivo, depura il sangue, tiene sotto controllo il colesterolo, è uno stimolante “buono”, con una bassissima percentuale di caffeina, contiene quantità significative di vitamina A, C e E e infine è un antisettico naturale.

Tuttavia, questo concentrato di benessere non è sicuramente amico del portafoglio, essendo tra i the più costosi al mondo (ne esistono anche versioni low cost, prodotte ad esempio in Vietnam), ma la piacevolezza del suo gusto penso che ripagherà (almeno per una volta) lo sforzo economico!

Un po’ di sale in zucca: …”There is an early train to town, Watson, but I think we shall just have time for a cup of tea at the Chequers before we catch it.”…
(Sir Arthur Conan Doyle, The Adventure of the Creeping Man – Sherlock Holmes)

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La pietra di luna


la pietra di luna

Chi ha rubato la Pietra di Luna?

Questo grande e preziosissimo diamante giallo, trafugato con la violenza da un codardo ufficiale inglese, è stato portato via da Seringapatam India, sottratto alla custodia dei tre Bramini a cui il dio Vishnu lo aveva affidato.

Arrivato in Gran Bretagna, viene donato ad una giovane donna per il suo 18° natalizio, ma scompare la notte stessa in modo misterioso.

Da qui in avanti tutte le successive vicende vengono narrate da alcuni tra i protagonisti che si alternano nel racconto con i loro diari e i loro resoconti dettagliati dei fatti, sino alla soluzione del mistero.

Man mano che la storia procede appariranno agli occhio dei lettori le immagini dei luoghi e della costa dello Yorkshire con le sue insidiose ed inquietanti sabbie tremanti, nonchè il profumo delle rose del giardino di Lady Verinder.

Collins, come nei precedenti suoi libri che ho letto (https://ilessi.wordpress.com/2013/09/29/senza-nome/ e https://ilessi.wordpress.com/2013/07/21/la-donna-in-bianco/), è un maestro nel condizionare le simpatie del lettore verso le diverse personalità che pian piano si delineeranno, influenzandole in modo alternato e spostando il peso del sospetto da una spalla all’altra dei vari personaggi.

Indagini poliziesche e non solo, amori diversi, esperimenti scientifici, forse discutibili, tradizioni indiane, un pizzico di bigottismo e, ovviamente, furfanti travestiti da angeli.

Anche in questo romanzo, l’autore inglese riesce a catturare, dalla prima all’ultima pagina, l’attenzione di chi come me si è appassionato alle sue opere.

Maake’em laugh, mke’em cry, make’em wait.

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Titolo: La pietra di luna
Titolo originale: Moonstone
Autore: Wilkie Collins
Traduttore: Jahier Piero e Rissler Stoneman Maj-Lis
Editore: Garzanti
Collana:
I grandi libri
Data di pubblicazione:
1868 (prima edizione); 1° Gennaio 2000 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio) 
Prezzo: 2 €
Pagine: 533
Codice ISBN: 97888811132554

Earl Grey Tea

Uno dei momenti più intimi e “caldi” delle famiglie inglesi, di ogni ceto sociale, è sicuramente il rito del té. Anche nelle dimore dove il romanzo si svolge, è tanto importante e particolare, che il celebrato sergente Cuff riesce a sfruttare questa occasione per continuare le sue indagini, partecipando, nella cucina di villa Verinder alle confidenze di due domestiche che si scambiano pettegolezzi davanti ad una tazza fumante della profumata bevanda.
Vogliamo qui presentare un breve “zolletta” di notizie su uno dei più aristocratici english tea!…Ringraziando la nostra collaboratrice Carlotta autrice del prezioso contributo e prendendo così anche l’occasione di invitarvi nuovamente a prendere una fumante tazza del nostro liquido preferito sul suo blog…rigorosamente…at http://justafiveoclocktea.unadonna.it/!

earl grey tea2 …”Il più conosciuto fra i te aromatizzati è l’Earl Grey che, tra l’altro, è uno dei miei preferiti. Anche il capitano Picard lo beveva in Star Trek!

E’ una miscela di tè neri aromatizzata con olio essenziale di bergamotto che deve il suo nome a Sir Charles Grey, primo ministro inglese dal 1830 al 1834. Fu lui a berlo per primo in Europa. Secondo una leggenda, il politico avrebbe salvato la vita a un Mandarino durante un suo viaggio in China. Il funzionario cinese, in segno di riconoscenza, avrebbe così svelata la ricetta di questo tè al bergamotto a Sir grey che poi l’avrebbe portata in patria.

Dalla moglie del primo ministro inglese, la bevanda commercializzata dalla Twinings con il nome di Lady Grey. Anche qui abbiamo una miscela di foglie nere profumate al bergamotto a cui si uniscono la scorza di limone e di arancia amara. Buono, ma secondo me ha un sapore meno intenso e fresco.earl grey tea

Oggi esistono vari tipi di Earl Grey. Da poco, per esempio, ho sentito uno della Revolution a cui sono stati aggiunti fiori di lavanda: un gusto ancora più fresco e profumato. Le foglie usate in questo caso sono un mix di Ceylon, Dajeeling e Oolong di Formosa. Il profumo è inebriante e fa pensare a campi di lilla mossi leggermente dal vento in una soleggiata giornata di primavera (forse un po’ troppo poetica?)

Avete mai provato un Earl Grey speciale?”…

http:/justfiveoclocktea.unadonna.it/2010/06/04/earl-grey/

Un po’ di sale in zucca: …”a drop of tea is to a woman’s tongue what a drop of oil is to a wasting lamp”.
(Wilkie Collins, The Moonstone)

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La donna in bianco


la-donna-in-bianco

Era il 1859 quando Charles Dickens pubblicò nella sua rivista settimanale All the Year Round la prima puntata del romanzo dell’amico Wilkie Collins, La signora in bianco.

Il successo fu immediato, l’opera divenne ben presto argomento di conversazione in ogni salotto e ad ogni uscita della rivista si formavano code per per leggere al più presto la nuova puntata.

La fama e la critica favorevole furono senza dubbio meritate allora ed anche al giorno d’oggi, come è successo a me, è difficile sospendere la lettura per altre attività.

Wilkie Collins è considerato il padre del moderno romanzo poliziesco, vorrei anche aggiungere che potrebbe essere definito un eccellente ritrattista, la sua penna dipinge personalità e caratteri che, attraverso le parole, diventano sempre più definiti e reali, rendendoli vulverabili a simpatie, antipatie e giudizi sicuramente diversi e contrastanti da un lettore all’altro.

Misteri, apparizioni, delitti, segreti dal passato, raggiri e interessi finanziari, conditi con una violenza palpabile ma mai mostrata, sullo sfondo la società vittoriana: tutto questo è La Signora in bianco.

Non voglio svelarne la trama, nè tanto meno delinearne gli interpreti, ci teng0 però a sottolineare la forza della personalità di quella che è diventata la mia eroina, Marian. una giovane donna coraggiosa, intelligente e generosa, che mette sempre in primo piano i suoi affetti più cari e per quelli arriva a sfidare la rigida mentalità maschilista del suo tempo. Avrei tanto voluto sapere di più a proposito dei suoi sogni.

La lettura è stata una piacevole sorpresa, che mi invita a conoscere meglio l’autore attraverso gli altri suoi lavori. Un libro che consiglio a chi ama i classici, i romanzi polizieschi e la vita nel XIX secolo inglese.

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Titolo: La donna in bianco
Titolo originale: The Woman in White
Autore: Wilkie Collins
Traduttore: Giartosio T. e Tummolini S.
Editore: Fazi
Collana:
Tascabili
Data di pubblicazione:
1859-1860 (prima edizione come feuilleton a puntate sulla rivista settimanale All the year round edita da Charles Dickens); 11 Febbraio 2009 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio) 
Prezzo: 14,90 €
Pagine: 688
Codice ISBN: 9788881129911

Punch inglese

Durante le lunghe e fredde sere invernali, qualche sorso di punch bollente avrà certamente scaldato le ossa e gli spiriti dei nostri protagonisti. Vi proponiamo qui la ricetta tratta dal blog http://justafiveoclocktea.com/2011/01/02/punch-tradizionale-inglese/  della nostra collaboratrice Carlotta che ringraziamo pubblicamente!

punch Ingredienti:

  • 2 cucchiaini di tè Assam (o Ceylon);
  • 10 cucchiani di zucchero;
  • 1 arancia;
  • 1 limone;
  • 1 bottiglia di vino rosso;
  • 400 ml di curaçao;

Procedimento:

Preparate il te nero lasciando in infusione le foglie per circa 5 minuti.
Grattugiate la buccia dell’arancia e del limone emettete la scorza in un pentolino dove aggiungerete lo zucchero.
Fate sciogliere  il tutto, aggiungete di volta in volta un bicchiere di vino per evitare che lo zucchero si attacchi.
Aggiungete e il tè e fate bollire qualche minuto.
Ora correggete con un goccio di cucaçao e cin cin!

Un po’ di sale in zucca: …”Drinking is a way of ending the day.”
(Ernst Hemingway)

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Vino, patate e mele rosse


Vino, patate e mele rosse

Sono una bottiglia, di vino, l’ultima del mio genere. Una nuova cassa di bottiglie è appena arrivata, ma il vino non è fatto con l’uva, e poi queste sono irrequiete e bisbigliano in continuazione: però sono Speciali. Proprietario della cantina è il protagonista del racconto che si svolge su due piani temporali: vicino a Londra con Jay  da ragazzino, con una situazione familiare traballante e a Lansquenet (per chi ha già letto Chocolat sa di cosa parlo) con Jay adulto, scrittore famoso solo per il suo primo libro ma con una situazione matrimoniale disastrosa, dove però troverà spunto per un nuovo libro che si preannuncia di grande successo, ma….L’incontro casuale del ragazzo con Joe, ex minatore e sognatore segna l’inizio di un lungo rapporto di contrastata amicizia che influenzerà tutta la vita dello scrittore e il suo modo di vedere gli altri e se stesso. Nel racconto ci sono erbe, frutteti, semi, conserve, racconti di viaggi, litigi, pugni, tante api, sacchetti di flanella rossa e moltissimo altro.

Poi finisce il libro e….la magia.
(Ezechielelupo2, Novembre 2011)

 

Si potrebbe parlare di antica saggezza, del tipo genuino, tramandata da generazioni in generazioni e conservata così, un po’ per caso, e poi tirata fuori da un vecchio baule impolverato, come per magia. Già…la magia. Si potrebbe parlare di nozioni popolari se non ci fosse di mezzo la voce narrante della Harris che come d’incanto tramuta parole e punti in colori, profumi e sapori e li getta a manciate “precise” nei calderoni dei suoi quadri d’autore.
La terra, la sua fragranza.
I frutti, la loro dolcezza.
Il vino, la sua loquacità…Il vino parla, il vino fa parlare. Il vino rievoca ed ispira. Si stappa nelle occasioni speciali, perchè ogni bottiglia è diversa dalle altre, ogni brindisi si alza per un evento unico.
Goccia a goccia il passato ritorna e si amalgama al presente, concilia gli affanni e ricuce gli strappi, annebbia la mente e scioglie la lingua. E con un pizzico di magia…e qualche spezia, l’intruglio giusto, la passione, l’amore, la sincera fedeltà delle cose semplici, tutto risolve e tutto svolge.

Tornano alcuni dei personaggi più amati, stavolta a margine però di un campo di patate rosacee, vigne aromatiche e cielo color lavanda.
Torna Joanne Harris nel suo elemento, nella sua veste migliore.
Da centellinare fino all’ultimo sorso.
(Weareborg7of9, Giugno 2015)

Giudizio di Ezechielelupo2 e di Weareborg7of9gufolibro4_tras

Titolo: Vino, patate e mele rosse
Titolo originale: Blackberry wine
Autore: Joanne Harris
Traduttore: Grandi Laura
Editore: Garzanti
Collana: Elefanti bestseller
Data di pubblicazione: 2000 (prima edizione); 2008 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 10,90 €
Pagine: 364
Codice ISBN: 9788811681014

Le “Speciali” (Vino ai mirtilli)

Perchè forse ognuno di noi ha una bottiglia “del cuore”, quella che non ci si azzarda mai ad aprire e che invecchia in chissà quale angolo remoto della cantina…una bottiglia “speciale” insomma.
E Jay di “Speciali” ne aveva addirittura una cassa, aromatizzate in modo unico e misterioso.
Il vino ai mirtilli è un tentativo di riprodurre qualche sorso di un nettare sicuramente non da DOCG, ma avvolgente, dolce ed inebriante. Da sorseggiare ad occhi chiusi, vagheggiando campi sconfinati di sgargianti e poetiche sfumature di natura.

VinoMirtilli Ingredienti:

  • 1 kg di mirtilli;
  • 1 lt di vino rosso;
  • 750 gr di zucchero semolato;

Preparazione:

Lavate accuratamente i mirtilli e poi metteteli in una pentola d’acciaio insieme al vino e fate cuocere per circa un’oretta da momento in cui inizia il bollore (o quanto meno il tempo in cui i mirtilli si sfaldano e si amalgamano bene al vino, senza che questo però evapori troppo!).
A questo punto lasciate riposare in un luogo fresco per un paio di giorni.
Trascorso questo tempo, filtrate, raccogliendo il filtrato in un’altra pentola d’acciaio e aggiungetevi lo zucchero, quindi fate ancora bollire per una 20ina di minuti a fiamma medio-bassa. Mescolate di continuo con un cucchiaio di legno.
Quando il vino si è intiepidito, filtratelo di nuovo e imbottigliatelo.
Abbiate cura di conservarlo in un luogo fresco.
Nb: se si dovesse addensare troppo, non disperate: allungatelo con un altro po’ di vino rosso!

Un po’ di sale in zucca:…“Wine talks, everyone knows that”…
(Blackberry Wine, Joanne Harris)

Categorie: Bevande, Harris Joanne, Letteratura inglese, Narrativa | Tag: , , , , , , , , , , , , , | Lascia un commento

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