Pane e prodotti da forno

Verdi colline d’Africa


verdi colline d'africaDifficile parlare di questo libro letto (e riletto) molti anni fa, quando nessuno pensava che l’ecosistema fosse in pericolo e la caccia era considerata come una lotta di un uomo contro un animale; il rispetto ambientalistico arriverà più tardi (ricordiamoci che i fatti si svolgono negli anni ’30).
Consideriamo il romanzo solo dal punto di vista letterario: magici i luoghi, le descrizioni di un’Africa incontaminata, magica l’Africa; sono passati circa ottant’anni. Non credo che Hemingway la riconoscerebbe, e tanto meno ci andrebbe a cacciare.
Quando l’ho letto per la prima volta non mi aveva entusiasmato (ma ero molto giovane), solo una seconda rilettura parecchi anni dopo me l’ha rivalutato, al punto di essere uno dei romanzi che più ho apprezzato dello scrittore. Questa la ragione che mi ha fatto decidere di riproporlo.
Provate a leggerlo, mettetevi nei panni di un uomo che amava le emozioni forti, dimenticate di essere contrari alla caccia (come ormai lo è la maggior parte di noi) e gustatevi un libro che saprà risvegliare emozioni che non sempre la lettura riesce a dare.

Giudizio di Ezechielelupo2: gufolibro5_tras

Titolo: Verdi colline d’Africa
Titolo originale: Green Hills of Africa
Autore: Hemingway Ernest
Traduttore: Bertolucci Attilio e Rossi Alberto
Editore: Mondadori
Collana:  Oscar classici moderni
Data di pubblicazione: 25 ottobre 1935 (prima edizione); 28 Luglio 1998 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 10 €
Pagine: 256
Codice ISBN: 9788804455721

Chapatis

Ricetta che, a dispetto dell’apparente semplicità, è diffusa nell’Africa orientale – proprio tra Kenya e Tanzania – solo tra la gente ricca che ha le risorse per poter comprare della farina importata.
Uno snack che si può gustare dolce o salato a seconda della salsa con cui lo si accompagna. Sicuramente gustoso anche senza alcun condimento.

ChapatiIngredienti:

  • 3 tazze di farina per tutti gli usi;
  • 1/2 di cucchiaio di sale;
  • 3/4 di tazza + 1-3 cucchiai di olio di semi;
  • 3/4 di tazza di acqua (se necessaria);

Procedimento:

Incominciate a combinare in una ciotola piuttosto capiente il sale e 2 tazze e 1/2 di farina; aggiungete anche i 3/4 di tazza di olio e mescolate bene; versatevi anche l’acqua a poco a poco: il composto deve risultare soffice. A questo punto, lasciate riposare la pasta per 5-10 minuti.
Spolverate di farina la superficie da lavoro e ricava delle palline di pasta di circa 5 cm e spianatele con l’aiuto di un mattarello, fino a che non siano spesso poco meno di 0,5 cm.
Scaldate un cucchiaio di olio in una padella antiaderente per 1 minuto, dopo di che friggete i vostri chapati per circa 3-5 minuti per lato.
Una volta cotti a puntino (dovranno prendere un sano colore ambrato), toglieteli dalla padella e lasciate che qualche foglio di carta assorbente trattenga l’olio in eccesso.
Non vi resta che servirli immediatamente ben caldi, oppure riporli in un contenitore ermetico e proporli in un secondo momento.

Un po’ di sale in zucca: …“Now, being in Africa, I was hungry for more of it, the changes of the seasons, the rains with no need to travel, the discomforts that you paid to make it real, the names of the trees, of the small animals, and all the birds, to know the language and have time to be in it and to move slowly”…
(Grenn Hills of Africa,
Ernest Hemingway)

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Ultimo parallelo


Ultimo-parallelo

Erano partiti convinti di compiere un’impresa storica, avevano la bandiera inglese consegnata dalla regina, salutate le famiglie, consapevoli di non vederle per un lungo tempo ma sempre vicine con il pensiero.
Quando la Terra Nova salpò da Londra, l’Antartide era dall’altra parte del mondo. All’inizio i canti, le letture e lo spirito d’avventura, poi i primi contrattempi e i cani da slitta e i pony inadatti per le distese ghiacciate. E le bufere, le tormente di neve e il freddo e le prime amare decisioni.
Le fotografie scattate ci lasciano delle istantanee impersonali, i volti quasi irriconoscibili dagli strati indossati e comunque inadeguati, sempre umidi, bagnati. I primi congelamenti, la meta sempre più inarrivabile, le montagne di ghiaccio da attraversare ed il ricordo sempre più struggente dell’amata Inghilterra. I sogni si mischiano alla realtà finchè, dopo innumerevoli traversie, l’agognato traguardo.
Quasi increduli, si illudono di vedere in lontananza, un’ultima formazione ghiacciata, a pochi passi dal Polo mentre è solo l’ennesima cocente disillusione.
Il tentativo di ritorno al campo base dei superstiti, fra perdita di sensibilità degli arti, acute oftalmie che impediscono per il dolore di riposare anche per pochi istanti, si conclude nel peggiore dei modi.
La fine della spedizione verrà narrata più tardi da chi ritroverà i diari semisepolti dalla neve.
E’ la storia di Scott e dei componenti della sfortunata spedizione dei primi anni del ‘900.

Giudizio di Ezechielelupo2: gufolibro4_tras

60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: Ultimo Parallelo

Titolo: Ultimo parallelo
Titolo originale: Ultimo parallelo
Autore: Filippo Tuena
Traduttore: 
Editore: Il Saggiatore
Collana:
Data di pubblicazione: 2007 (prima edizione); 1° febbraio 2013 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 15 €
Pagine: 296
Codice ISBN: 9788842818403

Biscotti alle mandorle e semi di anice

Proponiamo la ricetta tratta dal libro The Antartic Book of Cooking and Cleaning. A Polar Journey, a cura di Wendy Trusler e Carol Devine (http://www.theantarcticbookofcookingandcleaning.com/). La pubblicazione è il racconto di un viaggio di una squadra di pulizia russo-canadese finalizzato al recupero di 120 isolette della penisola antartica; ma vuole essere anche il resoconto della sfida quotidiana del cucinare in una cucina improvvisata.

Processed with Moldiv

Processed with Moldiv

Ingredienti:

  • 1/2 tazza di mandorle tritate grossolanamente;
  • 1/2 cucchiaino di semi di anice;
  • 2/3 di una tazza di zucchero;
  • 1/3 di tazza di burro a temperatura ambiente;
  • 2 cucchiai di olio vegetale;
  • 2 uova;
  • 1/3 di cucchiaino di vaniglia;
  • 1 e 1/2 cucchiaino di estratto di vaniglia + 1/2 cucchiaino di estratto di mandorle;
  • 1/2 cucchiaino di sale;
  • 2 tazze di farina 00;
  • 2 cucchiaini di lievito in polvere;

Preparazione:

Nel forno caldo a ca. 180°, abbrustolite le mandorle una 10ina di minuti finchè non odorerete il loro aroma.
Nel frattempo pestate con un mortaio i semi di anice o spezzettateli grossolanamente con un coltello.
Togliete le mandorle dal forno e lasciatele raffreddare, dopo di che mettetele da parte con i semi.
In una ciotola di medie dimensione, amalgamate insieme il burro, lo zucchero e l’olio, fino a formare una crema chiara e spumosa. In seguito sbattetevi dentro anche un uovo alla volta, aggiungete quindi il sale, la vaniglia e gli estratti. In un’altra ciotola mischiate farina e lievito e successivamente incorporateli al composto cremoso, per creare un impasto soffice e mediamente compatto.
Scaldate di nuovo il forno a 160° ca. The AntarticCookingBook_
Disponete l’impasto su una superficie leggermente spolverata di farina. Infarinate anche le mani e così incorporate i semi di anice e alle mandorle alla pasta, cercando di distribuirvi i pezzi in modo equo. Poi ricavate 4 pezzi uguali di impasto e rullateli sul piano di lavoro per formare dei cilindri lunghi più o meno 30cm e larghi 7,5cm e posizionateli su una teglia già preparata con steso un foglio di carta forno; appiattiteli con delicatezza e arrotondate le estremità, lasciando comunque morbidi i bordi e più piatta la parte centrale di ogni rotolino.
A questo punto, infornate il tutto finchè i panetti non diventano leggermente dorati o fin quando non risultano duri al tatto (20-25 min ca.); una volta cotti, rimuovete la teglia dal forno e lasciate raffreddare solo sul foglio di carta forno per 3 min, prima di tentare di spostarli. Utilizzate una spatola abbastanza larga per trasferire i rotolini su di una base apposita dove li taglierete diagonalmente (nb. come se steste preparando i classici cantucci toscani): mi raccomando, servitevi di un coltello ben affilato e praticate incisioni rapide e decise. Con attenzione riportate i biscotti così ricavati sulla teglia – sempre ricoperta di carta forno – ben distanziati l’uno dall’altro. Infornate di nuovo per altri 15-20 min, attendendo sempre una corretta doratura.

Un po’ di sale in zucca: ...”Shackleton privately forced upon me his one breakfast biscuit, and would have given me another tonight had I allowed him. I do not suppose that anyone else in the world can thoroughly realize how much generosity and sympathy was shown by this…Thousands of pounds would not have bought that biscuit”…
(Frank Wild,
The Antartic Book of Cookind and Cleaning. A polar Journey, p. 429)

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Michele Strogoff


michele strogoff

La prima immagine che salta alla mente pensando alla Siberia, è quella di un gelido paesaggio imbiancato da una perenne coltre di neve oppure di un’arida steppa alla mercé di famelici lupi.

Ma se ci si lascia guidare dal siberiano Michele Strogoff, corriere dello Zar,  si scoprirà che questo è un paese affascinante, mai noioso, dove alla pianura innevata o senza vegetazione, si alternano montagne con boschi e cascate, grandi e storiche città, piccoli villaggi, importanti corsi d’acqua, laghi immensi e soprattutto diversi gruppi etnici dagli abiti colorati e dalle differenti melodie dei loro dialetti.

L’importante e segreta missione che il protagonista svolge mette in risalto le caratteristiche principali di questo super eroe, come verrebbe chiamato ai nostri giorni, i cui superpoteri non hanno niente di inspiegabile o paranormale, ma sono le doti umane di un grande uomo: forza, obbedienza, lealtà, dovere e soprattutto onore.

Mano a  mano che il racconto si svolge, anche ogni altra figura che al primo incontro potrebbe sembrare marginale, acquista sempre più importanza, sottolineandone di ognuno le peculiarità: Nadia, dolce e stoica,  Alcide Jolivet e Harry Blount,  simpatici amici/nemici cronisti stranieri , Nicola Pigassoff fedele fino alla fine, Marfa, la vecchia madre, forte e generosa, Ivan Ogareff il vendicativo traditore, Feofar-Khan il tartaro famigerato emiro invasore.

Michele Strogoff, è uno degli Voyages extraordinaires, 54 avventure meravigliose intorno al mondo, che Jules Verne ha scritto tra il 1863 e il 1905 e che portano il lettore a viaggiare con la mente insieme ai protagonisti alla scoperta di terre sconosciute.

Giudizio di 2Mog2: gufolibro5_tras

60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: Michele Strogoff

Titolo: Michele Strogoff
Titolo originale: Michele Strogoff
Autore: Jules Verne
Traduttore: Lupinacci E.
Editore: Mondadori
Collana: Oscar Classici
Data di pubblicazione: 1876 (prima edizione); 1° Giugno 2001 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 10,50 €
Pagine: 456
Codice ISBN9788804480570

бородинский хлеб
(Borodinsky Pane nero di segale)

… Aux maisons de poste, on trouve à se loger et à se nourrir. D’ailleurs, à défaut de relais, la maison du paysan russe n’eût pas été moins hospitalière. Dans ces villages, qui se ressemblent presque tous, avec leur chapelle à murailles blanches et à toitures vertes, le voyageur peut frapper à toutes les portes. Elles lui seront ouvertes. Le moujik viendra, la figure souriante, et tendra la main à son hôte. On lui offrira le pain et le sel, on mettra le « samovar » sur le feu, et il sera comme chez lui. La famille déménagera plutôt, afin de lui faire place. L’étranger, quand il arrive, est le parent de tous. C’est « celui que Dieu envoie ».

(…”Nelle case postali si trova da dormire e da mangiare. D’altronde, se fossero mancati luoghi di cambio, la casa del contadino russo non sarebbe stata meno accogliente. In quei villaggi, che si rassomigliano quasi tutti, con le loro cappelle dai muri bianchi e i tetti verdi, il viaggiatore può bussare a qualsiasi porta certo di trovare ospitalità. Il contadino, sorridente, gli verrà incontro tendendogli la mano, gli offrirà pane e sale, e gli metterà sul fuoco il samovar, così l’ospite si sentirà a casa sua. La famiglia sloggerà per fargli posto: lo straniero, quando giunge, è il parente di tutti, è «colui che Dio manda»”…)

Pane Siberiano_1  Ingredienti:

  • 3 cucchiai di lievito secco;
  • 1 cucchiaino di zucchero di canna;
  • 250 ml acqua tiepida;
  • 180 gr di farina di segale;
  • 400 gr farina bianca;
  • 1 cucchiaino di sale;
  • 200 gr di  crusca d’avena;
  • 1 cucchiaino di semi di cumino;
  • 1 cucchiaino di semi di  finocchio
  • 2 cucchiai di aceto di mele;
  • 2 cucchiai di melassa;
  • 2 cucchiai di olio di mais;
  • 1 cucchiaio di cipolla a fettine sottili;

Preparazione:

Sciogliete lievito e zucchero in circa la metà dell’acqua tiepida e lasciate da parte fino a che il lievito sia diventato schiumoso. Miscelate le farine e la crusca con il sale e i semi di finocchio e di cumino.Pane Siberiano_2
In una ciotola separata, amalgamate l’aceto, con la melassa, l’olio e la cipolla.
Aggiungete gli ingredienti umidi a quelli secchi e amalgamate.
Unite anche il lievito e impastate, aggiungendo, se necessario, un po’ per volta l’acqua rimasta o dell’altra farina se l’impasto risultasse troppo morbido, cercando di trovare una consistenza ideale per il pane.
Disponete l’impasto su una superficie infarinata; appiattitelo e dategli una forma rotonda.
Disponete l’impasto su della carta da forno leggermente unta di olio, spennellandolo d’olio e mettete a lievitare in un luogo tiepido per circa 30 minuti o fino a quando, toccando leggermente manterrà la forma del vostro tocco.
Cuocete in forno caldo a 190°C per 35-40, dopo di che lasciatelo raffreddare su una gratella ungendolo leggermente con dell’olio.

Un po’ di sale in zucca: …”Едят для того, чтобы жить, а не живут, чтобы есть”…
(Si mangia per vivere, non si vive per mangiare)
(Proverbio russo

 

book-to-film Michele Strogoff è stato messo in scena molte volte e in diverse maniere, e Jule Verne stesso, nel 1880, prepara con il librettista e drammaturgo Adolphe d’Ennery un’opera teatrale, seguita da:

Per il Cinema:
Michael Strogoff, prodotto dalla Essanay Film Manufacturing Company (1908).
1910: Michael Strogoff, film muto; regia di J. Searle Dawley.
1914: Michel Strogoff, film muto; regia di Lloyd B. Carleton.
1926: Michel Strogoff film muto; regia di Viktor Tourjansky.
1935: Michel Strogoff, regia di Jacques de Baroncelli; con la partecipazione di Anton Walbrook, Colette Darfeuil, Armand Bernard e Charles Vanel.
1936: Il corriere dello zar (Der Kurier des Zaren), regia di Richard Eichberg con la partecipazione di Anton Walbrook.
1937: Michele Strogoff (The Soldier and the Lady), adattamento americano; regia di George Nichols Jr.; con la partecipazione di Anton Walbrook, Elizabeth Allan, Margot Grahame e Akim Tamiroff; contiene scene del film del 1936 di Richard Eichberg.
1956: Michele Strogoff (Michel Strogoff), diretto da Carmine Gallone; con Curd Jürgens, Geneviève Page e Sylva Koscina.
1961: Il trionfo di Michele Strogoff (Le Triomphe de Michel Strogoff), regia di Viktor Tourjansky.
1970: Michele Strogoff, corriere dello zar (Der Kurier des Zaren), regia di Eriprando Visconti; con la partecipazione di John Phillip Law, Mimsy Farmer e Delia Boccardo.

Per la Televisione:
1955: Miguel Strogof, serie tv brasiliana.
1975: Michel Strogoff, miniserie in 4 puntate diretta da Jean-Pierre Decourt; con la partecipazione di Raimund Harmstorf, Lorenza Guerrieri e Rada Rassimov.
1999: Michele Strogoff – Il corriere dello zar, miniserie in 2 puntate diretta da Fabrizio Costa; con la partecipazione di Paolo Seganti, Léa Bosco, Esther Schweins, Hardy Krüger jr e Daniel Ceccaldi.

Animazione:
1997: Michel Strogoff, miniserie animata; regia di Bruno-René Hunchez.
2004: Les Aventures extraordinaires de Michel Strogoff, film animato; regia di Bruno-René Hunchez.

…”Books and movies are like apples and oranges. They both are fruit, but taste completely different”…
(Stephen King)

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Foto di gruppo con signora


Foto di Gruppo con Signora

Un capolavoro di originale ironia e di brillante narrativa che valse a Böll il Premio Nobel per la letteratura nel 1972.
L’umorismo internazionale – molto diverso da quello più sguaiato e meno velato tipico italiano o mediterraneo in genere – permea capillarmente ogni singola scena o Bild immortalata qui, profumandola di una vaga essenza retrò che tanto fa per il contesto storico-geografico e che ancor meglio rende vivi i protagonisti delle fotografie di parole costruite dall’autore.
Ironia e ingenuità per essere precisi, perchè nessuno potrebbe guardare negli occhi l’ammaliante Leni Gruyten senza sorridere timidamente intenerito nel rendersi conto di come a volte la bellezza e l’unicità di una donna possa essere sconvolgente e pura nello stesso tempo, e per questo motivo ancor più enfatizzata nella sua semplice sostanza. Una donna generosa – forse troppo arditamente – in un modo così avaro di sentimenti pietosi, ma così prodigo di maldicenze e vizi, e nell’imputarne a tutti con gratuità sconfinata.
Lei, Leni, il centro indiscusso, ma non cercato di questo ritratto multiplo di una società: quella del secondo dopoguerra di una Germania ancora appesantita dal catastrofico fardello politico che ne ha distrutto la grandezza, ma che comunque non ne placherà mai lo spirito ambizioso, un paese di cui Böll mette in opera una parodia scanzonata e seria contemporaneamente (scritto nel 1971, il romanzo è perciò l’esito di una riflessione ben “digerita” dei fatti luttuosi della storia di una nazione e che si permette proprio per questo di mettere nero su bianco con elegante irriverenza).
Esplicito, decorativo e unico nel suo genere: romanzo di cronaca e lavoro di inchiesta, non sempre facile da seguire, ma non per chissà quali contorti balzi scrittori, ma per la spiazzante evidenza di alcuni ragionamenti e concetti che evidenziano una profonda capacità di riflessione e di esposizione che solo un talento altrettanto autentico poteva concepire.
Da leggere con la lievità curiosa del vicino di casa dalle orecchie ben drizzate e gli occhi aperti, pronti a scoprire i fatti balzani e le stramberie di donne e uomini che dai tempi che furono colorano il mondo con la loro varia “umanità”; da assorbire come campione di ampiezza mentale, di assenza di pregiudizi, di disponibilità all’imprevisto, di conoscenza e cultura come armi invincibili contro ogni paura; da prendere come esempio di come le parole colpiscano, feriscano, marchino e condizionino vite, appesantiscano interi percorsi, di come costituiscano nella quotidianità un quarto potere coriaceo e pericoloso da maneggiare con cautela per non versare più sangue e scatenare più odio di quanto già la Storia faccia con bombe e fucili.

Giudizio di Weareborg7of9: gufolibro4_tras

Titolo: Foto di gruppo con signora
Titolo originale: Gruppenbild mit Dame
Autore: Heinrich Böll
Traduttore: Chiusano Italo Alighiero
Editore: Einaudi
Collana: Einaudi tascabili
Data di pubblicazione: 1971 (prima edizione); 1° Gennaio 2006 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 12 €
Pagine: 358
Codice ISBN: 9788806182762

Knackfrische Bröchten

…”Zu Lenis Lebensgewohnheiten müssen noch ein paar Einzelheiten geliefert werden; sie ißt gern, aber mäßig; ihre Hauptmahlzeit ist das Frühstück, zu dem sie unbedingt zwei knackfrische Brötchen, ein frisches, weichgekochtes Ei, ein wenig Butter, einen oder zwei Eßlöffel Marmelade (genauer gesagt: Pflaumenmus von der Sorte, die anderswo unter Powidl bekannt ist) braucht, starken Kaffee, den sie mit heißer Milch mischt, sehr wenig Zucker; an der Mahlzeit, die Mittagessen heißt, ist sie wenig interessiert: Suppe und ein kleiner Nachtisch genügen ihr; abends dann ißt sie kalt, ein wenig Brot, zwei–drei Scheiben, ein wenig Salat, Wurst und Fleisch, wenn ihre Mittel es erlauben. Den größten Wert legt Leni auf die frischen Brötchen, die sie sich nicht bringen läßt, sondern eigenhändig aussucht, nicht, indem sie sie betastet, nur, indem sie deren Farbe begutachtet; nichts – an Speisen jedenfalls nichts – ist ihr so verhaßt wie laffe Brötchen. Der Brötchen wegen und weil das Frühstück ihr tägliches Feiertagsmahl ist, begibt sie sich sogar morgens unter Menschen, nimmt Beschimpfungen, mieses Gerede, Anpöbeleien inKauf”…

image Ingredienti (per 6 panini ca.):

• 21 gr di lievito;
• 12 gr di sale;
• 15 gr di malto;
• 500 gr di farina;
• 325 gr di acqua tiepida;

Procedimento:

Versate la farina su di una spianatoia e create un buco nel mezzo. Nel buco aggiungete il lievito, il sale e parte dell’acqua calda e poi mescolate con un cucchiaio. Una volta composto l’impasto,riponetelo in una ciotola coperta e lasciatelo riposare in forno per 20 minuti.
Passato il tempo necessario, recuperare l’impatto e aggiungere l’acqua restante al bisogno e il malto; mescolate bene per 5 minuti e fate raggiungere al composto una temperatura di 26-27 . A questo punto fate ancora riposare in forno per una 30ina di minuti. Dopo di che riprendete tra le mani la pasta lievitata e lavoratela sulla spianatoia infarinata per far uscire tutte le bolle d’aria.
Riscaldate il forno a 210,con la premura di porre una bacinella d’acqua sul fondo per il mantenimento della giusta umidità.
Dall’impasto ricavate dei panini di ca. 7×7 cm, tagliando li con uno strumento opportunamente affilato; adagiateli poi su di una teglia ricoperta di carta forno, spruzzateli con dell’acqua ed infornateli a temperatura raggiunta: 2 minuti sul lato superiore, 2 sull’altro e poi 20 minuti nel complesso.

Un po’ di sale in zucca: …”When I am asked how or why I wrote this or that, I always find myself quite embarassed. I would gladly furnish not merely the questioner, but myself as well, with an exhaustive answer, but can never do so. I cannot recreate the context in its entirety, yet I wish that I could, so that at least the literature I myself make might be made slightly less of a mysterious process than bridge-building and bread-baking”…
(Heinrich Böll, 
Nobel Lecture, May 2, 1973)

book-to-filmProduzione tedesca del 1977, subito distribuita anche in Francia e Austria (solamente nel 1980 negli USA, ma mai in Italia), la pellicola può vantare un cast di tutto rispetto, tra cui sicuramente spicca Romy Schneider nelle vesti di Leni Gruyten, la protagonista.
Vincitore di 2 premi cinematografici tedeschi (migliore attrice protagonista – la Schneider – e seconda miglior produzione), il regista Aleksandar Petrovic viene anche candidato alla Palma d’Oro del Festival di Cannes.

…”Books and movies are like apples and oranges. They both are fruit, but taste completely different”…
(Stephen King)

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Shantaram


Shantaram

Inizia così, con la biografia dell’autore:….”nel 1977 compie la sua prima rapina con una pistola giocattolo” e si conclude “le prime due bozze del libro – sei anni di lavoro, seicento pagine – sono state distrutte in prigione. Le mie mani, afflitte dai postumi del congelamento, erano messe a dura prova dagli inverni trascorsi nel reparto punitivo: molte pagine del manoscritto, che conservo tuttora, portano le tracce del mio sangue”.
Poi si apre una porta è subito India, Bombay e dintorni. Un mondo alieno per i più, che il protagonista (in questo caso l’autore) all’inizio è costretto a subire ma che pian piano impara ad amare ed a integrarsi.
Siamo nel mondo della malavita, della mafia organizzata, anche se il protagonista non ha mai ammazzato (a parte la parentesi della guerra in Afghanistan) ed inizierà le sue avventure aiutando i poveri degli slum dove abiterà per i primi tempi e dove troverà le uniche vere amicizie disinteressate.
Altri tipi di amicizie le troverà al Leopold, dove incontrerà Karla, che tanta parte avrà nella sua vita; poi ci saranno altre figure, non ultima il primo vero amico, Prabaker.
Il lungo periodo della prigione indiana – forse le pagine più realistiche e toccanti, il “tacchino freddo”, le innumerevoli attività illegali e molto altro.
“A volte è necessario compiere un’azione sbagliata per un motivo giusto.”

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Titolo: Shantaram
Titolo originale: Shantaram
Autore: Gregory David Roberts
Curatore: Mingiardi V.
Editore: Neri Pozza
Collana: Le tavole d’oro
Data di pubblicazione: 
2003 (prima edizione); 13 Settembre 2009 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio) 
Prezzo: 22 €
Pagine: 1177
Codice ISBN: 9788854500570

Roti Sweet Chapati

…”Prabaker ci raggiunse, mi spiegò dove fare i miei bisogni, ci lavammo la faccia e i denti, e Rukhmabai restò a sorvegliarci mentre ci rimpinzavamo con un’abbondante colazione a base di chai e roti. Le roti, piatte focacce non lievitate, erano preparate fresche tutte le mattine; venivano cotte in una padella appena unta appoggiata su un fuoco vivo. Quando erano pronte venivano spalmate di ghi, il burro chiarificato, e cosparse con un’abbondante cucchiaiata di zucchero. Alla fine venivano ripiegate in rotoli tanto grandi che si faticava a stringerli con una mano sola. Le roti appena fatte erano accompagnate da un tazzone di chai cremoso, dolce e bollente”…

RotiSweetChapatiIngredienti:

  • 3 tazze (480 g. ca.) di farina di frumento;
  • 1 1/2 cucchiaino da te di sale;
  • 1 1/2 cucchiaio da tavola di olio vegetale;
  • 300 ml di acqua calda (sufficiente per impastare);

Preparazione:

Impastate tutti gli ingredienti e lasciate riposare l’impasto per almeno 1 ora.
Successivamente, riprendete l’impasto e dividetelo in 18 parti della stessa dimensione.
Prendete ognuna di queste palline di pasta e stendetela molto sottile e cospargetela con zucchero.
Sovrapponete due sfoglie di impasto lasciando lo zucchero all’interno e premendo bene i bordi per farlo aderire. Cospargete ogni “sandwich” con del burro ammorbidito e metteteli su una teglia coperta di carta forno.
Infornate a 180°C per 15 minuti; girate ogni impasto ed imburrate l’altra parte e cuocete ancora per altri 5 minuti.(Regolate la durata della cottura in base al forno!)

Un po’ di sale in zucca: … “Sometimes we love with nothing more than hope. Sometimes we cry with everything except tears.”
(Gregory David Roberts, Shantaram)

book-to-filmI diritti per lo sfruttamento cinematografico dell’opera letteraria sono stati acquistati da Johnny Depp e dalla Warner Bros che ha in previsione di produrre la pellicola con lo stesso attore come protagonista. L’inizio delle riprese era stato annunciato per settembre 2008 e in seguito posticipato a tempo da definirsi.

…”Books and movies are like apples and oranges. They both are fruit, but taste completely different”…
(Stephen King)

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Al paradiso delle signore


al paradiso delle signore

 

Che meraviglia le luci che splendono dalle vetrine di quel grande magazzino che si affaccia in rue de la Michodière proprio di fronte al Vecchio Elbeuf, il piccolo negozio dello zio Baudu; la giovane Denise, appena arrivata a Parigi ne resta affascinata e quasi timorosa, come impressionati lo sono anche i suoi due fratelli minori.

I tre giovinetti, da poco rimasti orfani di entrambi i genitori, hanno lasciato la provincia, e sono giunti nella grande città in cerca di una vita più dignitosa.

Il resto della loro storia è tutto da leggere ed è veramente facile lasciarsi trascinare dalle parole di Emile Zola, attraverso una lente di ingrandimento sull’animo femminile, sui vizi delle donne e le loro debolezze, le diverse reazioni e comportamenti davanti alle tentazioni che il centro commerciale con le sue merci e prezzi convenienti offre ad ogni donna che è la protagonista del libro, la vera regina in un regno di trine, merletti, veli e velluti.

Sovrana in un castello che cambia look ad ogni stagione la donna si muove in un giardino fiorito di organze colorate dalle mille sfumature, oppure nel magico candore di un paesaggio innevato dove il bianco abbacinante che riempie ogni reparto, con le luci che si accendono al crepuscolo, si trasforma in una sinfonia di riflessi dorati.

Ma è anche il racconto della lotta delle piccole imprese commerciali contro il colosso che, come una bestia feroce, pian piano li divora, lasciando sempre più gente sul lastrico.

Pubblicato nel 1883, è l’undicesimo romanzo dello scrittore francese appartenente al ciclo dei Rougon-Macquart, storia di una famiglia.

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60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: Al Paradiso delle Signore

Titolo: Al Paradiso delle signore
Titolo originale: Au Bonheur des Dames
Autore: Émile Zola
Traduttore: Martini Ferdinando
Editore: Newton Compton
Collana: Grandi tascabili economici
Data di pubblicazione: 1883 (prima edizione); 27 maggio 2010 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Pagine: 288
Prezzo: 6 €
Codice ISBN: 9788850231430

 Baguette

Ancora un a volta è il pane il protagonista su ogni tavola. Per Deloche era spesso l’unico cibo alla mensa del grande magazzino, dove cercava di tagliarsi fette sempre più grosse, per Geneviève e Colomban, nella casa di zio Baudu, ne spiluccavano le briciole, per altri ancora solo un accompagnamento per vivande più ricche.

Quindi che c’è di meglio della baguette, pane tipico francese fragrante e gustosissimo.

IMG_4906 Ingredienti per 3 baguette:

Per la biga:

  • 125 g di farina;
  • Circa la metà di una bustina di lievito madre essiccato di 35 g;
  • 125 g di acqua calda;

Altri ingredienti:

  • 300 g farina bianca;
  • 1 cucchiaino di sale;
  • 140 g acqua calda;
  • L’altra metà della bustina di lievito.

Procedimento:

Preparate la biga, sciogliendo in una ciotola grande la mezza bustina di lievito con i 125 g di acqua calda e mescolate bene; aggiungete i 125 g di farina fino ad ottenere un impasto liscio.
Coprite la ciotola e lasciate riposare a temperatura ambiente per una notte.
Il giorno dopo, in una ciotola più piccola, mescolate i 300 g di farina setacciandola con il sale.
In un’altra ciotola, mescolate il resto del lievito con i 140 g di acqua calda, mescolando fino a quando il lievito è ben sciolto, aggiungete questo impasto alla biga, poi unite anche la farina con il sale.
Amalgamate tutto bene bene, impastando con le mani l’impasto, sempre nella ciotola grande.
Coprite la ciotola e fate risposare per 10 minuti
Trascorso questo tempo tirate un lato dell’impasto, rigirandolo al centro. Girate la ciotola e tirate un’altra parte dell’impasto, ripiegandola al centro, continuate così rigirando la ciotola per lavorare tutta la pasta.
Coprite nuovamente e fate riposare per altri 10 minuti.
Ripetete questi ultimi passaggi per altre due volte.
Coprite e fate lievitare per circa 1 ora.
Spolverate di farina un ripiano di lavoro pulito; sgonfiate l’impasto con il pugno e trasferitelo sul piano infarinato dove lo dividerete in tre parti di peso uguale.
Appiattite una per volta le porzioni di impasto, formando un ovale, tirate verso l’esterno le due estremità e ripiegatele al centro; così fate anche con gli altri due lati superiore ed inferiore.
Girate il panetto ottenuto verso il basso, coprite e lasciate riposare per altri 15 minuti.
Trascorso questo tempo, rigirate il panetto e ripetete l’operazione precedente, ripiegando al centro i vari lati.
Adagiate le baguette ottenute su un canovaccio infarinato, con l’apertura verso l’alto.
Tenete le forme di pane separate le une dalle altre tirando il canovaccio su cui le avete appoggiate, copritele e lasciate riposare per un’altra ora.Al termine di quest’ultima ora di lievitazione, trasferite il pane sulla teglia foderata di carta forno, infarinata, spolveratelo di farina e con una lama affilata praticate dei tagli obliqui sulla parte alta del pane.
Scaldate il forno a 240°C, posizionando sul fondo dello stesso una teglia con dell’acqua, affinchè mantenga la giusta umidità.
In forno già caldo, cuocete per circa 15 minuti, o comunque fino a quando la superficie sarà colorata.

Un po’ di sale in zucca: … “La science a-t-elle promis le bonheur? Je ne le crois pas. Elle a promis la vérité, et la question est de savoir si l’on fera jamais du bonheur avec de la vérité.” (“La scienza ha promesso la felicità? Non credo. Ha promesso la verità, e la questione è sapere se con la verità si farà mai la felicità.”)
(Émile Zola)

 

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Lilli de Libris e la biblioteca magica


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Scritto a quattro mani da Jostein Gaarder e Klaus Hagerup, Lilli de Libris e la biblioteca magica è un gioiellino della letteratura per ragazzi, un thriller appassionate dove sono bene amalgamati lo stile accattivante e la capacità di rendere chiari concetti a volte un po’ ostici del filosofo Gaarder e l’abilità narrativa di Hagerup, il più famoso scrittore norvegese per fanciulli.

Protagonisti sono due adolescenti, Nils, dodicenne con molta fantasia,  la cugina Berit maggiore solo di un anno e il loro epistolario diventato il mezzo per trasmettersi a distanza i pensieri e le avventure che quotidianamente vivono, compreso l’incontro con la strana bibliotecaria dal vestito rosso e dai tacchi alti fino ad arrivare alla magica casa gialla e alla scoperta di un libro ancora non scritto.

Chi ha detto che un libro per ragazzi non va bene ad ogni età è come se dicesse che una poesia è riservata esclusivamente ad un lettore preparato, e soprattutto nel caso di questo questo volumetto, la sua magia potrebbe conquistare tutti.

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60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: Lilli de Libris

Titolo: Lilli de Libris e la biblioteca magica
Titolo originale: Bibbi Bokkens magiske bibliotek
Autore: Jostein Gaerder e Klaus Hagerup
Traduttore: Tonzig A.
Editore: Salani
Collana: Gl’istrici
Data di pubblicazione:
1993 (prima edizione); 20 Febbraio 2013 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio) 
Prezzo: 9,00 €
Pagine: 188
Codice ISBN: 9788862569996

Julekake  (Panini all’uvetta)

Nella casa gialla la stramba bibliotecaria offre ai ragazzi dei deliziosi panini all’uvetta, che sembrano ingolosire non solo i due cugini ma anche un ospite indesiderato.

Questa è la classica ricetta del pane che in Norvegia si prepara specialmente per le feste di Natale.

 PaniniUvettaIngredienti:

  • 150 ml latte intero;
  • 100 gr di zucchero;
  • 170 gr burro a dadini;
  • 1/2 cucchiaino da te di sale;
  • 5 1/2 cucchiaini da te di lievito madre;
  • 100 ml acqua tiepida (30°C ca.)
  • 3 uova;
  • 700 gr di farina setacciata;
  • 1/2 cucchiaino da te di cardamomo grattugiato (meglio se fresco);
  • 300 gr di uvetta;
  • 100 gr di limoni canditi.

Procedimento:

Intiepidite il latte in un pentolino, su fuoco mediom fino a che intorno al bordo iniziano a formarsi delle bolle.
Rimuovete allora il latte dal fuoco e mischiatelo con zucchero, burro e sale sbattendo fino a formare una crema; a questo punto lasciate  intiepidire.
In una grande ciotola unite acqua e lievito e mescolate fino a scioglierlo. Aggiungetevi il latte tiepido e  due uova sbattute.
Versate un po’ per volta 280 g di farina setacciata e il cardamomo e sbattete con un cucchiaio di legno fino a che l’impasto risulti morbido e liscio.
A questo punto, aggiungete, sempre mescolando, anche l’uvetta e i canditi; unite poi abbastanza farina fino a formare un impasto soffice  che si lascerà riposare per dieci minuti coperto con un tovagliolo.

Prima lievitazione: Trascorso questo tempo, impastate il tutto su una superficie leggermente infarinata per circa 8 minuti, fino a rendere l’impasto elastico e morbido, trasferitelo poi in un largo recipiente che avrete precedentemente imburrato. Giratelo in modo che il burro copra tutta la superficie della pasta; coprite quindi con un tovagliolo e sistemate la ciotola in un luogo tiepido – ca. 30°C – per permettere di lievitare fino a raddoppiare il volume (circa 90 minuti).

Seconda lievitazione: premete con forza l’impasto e dividetelo in due pagnotte rotonde oppure formate dei panini. Copriteli per 10 minuti e nel frattempo preparate una teglia con della carta forno unta d’olio: disponeteci il pane e lasciate lievitare ancora in un luogo tiepido per altre 2 ore.

Verso la fine della seconda lievitazione, preriscaldate il forno a 180°C. Sbattete il restante uovo e usatelo per spennellarlo sul pane.
Infornate per 20 minuti, poi coprite con foglio di stagnola e terminate la cottura; la ricetta originale suggerisce di continuare a cuocere per altri 25 minuti, o comunque fino a quando il pane prende un colore marrone dorato. I panini richiedono sicuramente un tempo inferiore.
Al termine, togliete immediatamente il vostro pane dal forno e spostatelo su una grata per lasciarlo raffreddare.

Un po’ di sale in zucca: …”Boklaus mann er blind”…
(Bookless man is (quite) blind.)
(Proverbio norvegese)

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Storie e leggende della Bergamasca


storie e leggende della bergamascaTanti anni sono passati da quando bambina, le sere d’inverno dopo cena, amavo ascoltare una anziana zia che mi raccontava storie legate alla nostra terra. Quasi sempre parlavano di morti che tornavano in vita, diavoli e folletti spiritosi che si divertivano a fare scherzi e a spaventare chi, specialmente nelle notti buie e magari sotto un temporale li incontrava lungo sentieri isolati. Confesso che mi coricavo terrorizzata: coperte, occhi ben chiusi e una preghiera erano la mia difesa, ma la sera successiva tornavo in quella vecchia cucina pronta ad un altro spavento.

Questa raccolta mi ha ricordato quei tempi, riportandomi al tempo quando la televisione era un privilegio di poche famiglie e i piccoli giocavano numerosi nei cortili o addirittura per le strade.

Racconti e tradizioni che venivano narrate fino all’inizio del secolo scorso nelle stalle, unici locali riscaldati dal fiato degli animali e dalla compagnia del vicinato, le donne intente a sferruzzare, gli uomini occupati a riparare gli attrezzi del loro lavoro rurale e a gustarsi un po’ di tabacco mentre i ragazzini sgranavano pannocchie.

Leggende che in ogni paese prendevano caratteristiche differenti, adattandosi alle diverse contrade e tradizioni o legate ad un territorio particolare, spaziando dall’Alta Valle Brembana, alla altrettanto nota Valle Seriana, non dimenticando la meno famosa Valle Imagna o i paesi della pianura orobica.

Storie popolari, da non dimenticare, dedicate ai bergamaschi e a chi ama la terra di Brighella, Gioppino e del più famoso Arlecchino, perchè non dimentichiamo, Arlecchino è nato nella nostra Terra.

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60x60_07_cuffieAscolta un brano del libro: Storie e Leggende Bergamasche

Titolo: Storie e leggende della Bergamasca
Titolo originale: Storie e leggende della Bergamasca
Autore: Tarcisio Bottani, Wanda Taufer
Traduttore:
Editore: Ferrari Grafiche
Collana:
Data di pubblicazione: 2002 (prima edizione); 31 Dicembre 2002 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 15 €
Pagine: 208
Codice ISBN: 9788887489316

Pane alle castagne

Quando nacquero queste leggende il pane bianco era ben raro, ma nei boschi che circondavano Bergamo e che ancora rendono magiche le nostre montagne, si potevano raccogliere numerose castagne con cui preparare delle profumate pagnotte…

PaniniCastagne Ingredienti (per 12 panini piccoli):

  • 350 gr di farina manitoba;
  • 300 gr di latte;
  • 250 gr di farina di castagne;
  • Zucchero q.b.;
  • Strutto q.b.;
  • Una bustina di lievito secco;
  • Gherigli di noci q.b.;
  • Un uovo;
  • Olio EVO q.b.;
  • Sale q.b.;

Procedimento:

Impastate le due farine con il latte tiepido, il lievito, due cucchiaini di zucchero, 3 di sale, 2 di strutto, 2 cucchiaiate d’olio e lavorate a lungo, fino a che la pasta risulti morbida, ma non appiccicosa.
Lasciate lievitare e poi formate 12 palline (i vostri panini) che disporrete su di una placca rivestita di carta da forno.
Spennellate i panini con l’uovo leggermente sbattuto; a questo punto lasciateli ancora lievitare per una 40ina di minuti in un luogo tiepido.
Adesso è giunto il momento di infornarli a 180° per 15-20 minuti, ma prima decorateli con dei gherigli di noce sulla parte superiore di ognuno.

Un po’ di sale in zucca: …”A utuèr: rae, castègne e fóns, melgòt, durcc e móst”…
(
Ad ottobre: rape, castagne e funghi, granoturco, tordi e mosto.)
(Proverbio bergamasco)

 

 

 

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Nord e Sud


Se non fosse che Jane Austen aveva pubblicato 42 anni prima il suo libro più famoso, penso che questo romanzo della Gaskell avrebbe potuto avere come titolo Tra orgoglio e pregiudizio.

L’orgoglio di chi si è arricchito più o meno onestamente e il pregiudizio verso chi non c’è riuscito.

L’orgoglio di chi combatte per migliorare i salari e la vita nelle fabbriche e il pregiudizio verso i padroni o quegli operai che non hanno altrettanta forza per lottare.

Il pregiudizio della frenesia delle fabbriche del Nord verso la tranquilla rurale vita del Sud e le sue diverse classi sociali, aristocratici e non nuovi ricchi, amanti della cultura e persone solo interessate ai soldi.

E proprio in mezzo a questa società e a questi sentimenti, viene catapultata Margareth, la protagonista del romanzo, diciannovenne ragazza del Sud, cresciuta tra i salotti dell’aristocrazia di Londra e il suo delizioso paesino di Helstone nella New Forest, dove il cielo è azzurro, l’aria è pulita e fresca e il bosco regala passeggiate ristoratrici.

La giovane costretta da problemi famigliari si ritroverà a Milton, nome fittizio di una città industriale che potrebbe essere uno dei tanti centri tessili dell’Inghilterra settentrionale della metà del XIX secolo, e proprio la sua totale estraneità a quell’ambiente la porterà a contatto con i due ceti sociali e in parte a provocarne un avvicinamento.

Il primo periodo in questa nuova realtà sarà per Margareth veramente duro, lo affronterà con un po’ di arroganza e diffidenza, poi quando finalmente riuscirà a capirne i pregi e difetti, si troverà costretta a cambiare la sua esistenza in modo ancora una volta repentino…

Ma basta raccontare, ci saranno altri improvvisi cambiamenti, episodi molto tristi, incomprensioni e malintesi che porteranno la fanciulla a vedere la vita in modo completamente diverso e a decidere così di seguire solo il suo cuore.

Un romanzo che tratta l’aspetto umano della lotta sindacale all’interno dei centri cotonieri, a circa 100 anni dall’inizio della rivoluzione industriale, delle prime rivendicazioni e contrattazioni con i padroni, anche se forse in maniera un poco utopica.

Una tenera, rispettosa e delicata storia d’amore, di amicizia, di affettuosi legami famigliari e di grande forza di carattere.

Davvero un grande classico.

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60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: Nord e Sud

Titolo: Nord e Sud
Titolo originale: North and South
Autore: Elizabeth Gaskell
Traduttore: Pecoraro L.
Editore: Jo March
Collana: Atlantide
Data di pubblicazione: 1855 (uscì a puntate nella rivista Household Words dal 1854 al 1855, anno in cui fu per la prima volta pubblicato in tre volumi); 2011 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 15 €
Pagine: 560
Codice ISBN: 9788890607608

Brown bread

C’è un pasto che univa tutte le tavole inglesi, anche di differenti classi sociali: una fetta di pane nero, con due fettine di bacon e un pezzetto di formaggio Cheddar. Per qualcuno era solo uno spuntino ristoratore, per altri a volte il solo pasto di un’intera giornata, ma quasi tutti si cibavano di questi semplici alimenti. Proviamo allora a fare questo pane seguendo la classica ricetta inglese.

Brown Bread Ingredienti :

  • 100 gr farina per pane (ho usato la Manitoba);
  • 400 gr farina integrale;
  • 1 uovo;
  • 1 cucchiaino di bicarbonato;
  • 1 bustina lievito per pane;
  • 2 cucchiai di sale;
  • 400 ml di latte;
  • 2 cucchiai di olio EVO;
  • 1 cucchiaio di melassa;

Procedimento:

Miscelate latte, uovo, olio e melassa e poi uniteli agli ingredienti secchi: farine setacciate con lievito, sale e bicarbonato e formate una palla morbida e uniforme impastando per almeno 10 minuti.
Lasciate a lievitare per 45 minuti, quindi rimodellate per sistemare l’impasto in una teglia per pane a cassetta.
Mettete a lievitare per altri 20 minuti e a questo punto infornate a forno caldo a 200°C, per un’ora circa, assicurandovi prima di toglierlo che il pane sia abbastanza dorato.

Un po’ di sale in zucca:…”Niente come l’atto del mangiare rende gli uomini uguali. Morire non è nulla in confronto. Il filosofo muore sentenziando, il fariseo ostentando, l’onesto con umiltà, il povero idiota senza coscienza, come il passerotto che cade a terra; il filosofo e l’idiota, il pubblicano e il fariseo: tutti, alla fine dei conti, mangiano allo stesso modo, tutti digeriscono bene alla stessa maniera.”…
(Nord e Sud, Elizabeth Gaskell)

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La setta di Cambridge


la setta di cambridge

1350. Passata la peste, Cambridge, come il resto dell’Inghilterra, è alle prese con la ricerca della serenità e della normalità e con la ricostruzione della società civile e religiosa.

L’Ateneo della città sta preparando i suoi studenti a dare prova del loro impegno e del loro apprendimento. Il Dr. Matt Bartholomew, che sta dedicando tutte le sue forze al ruolo di docente e alla professione medica, si ritrova ad essere incaricato di indagare su morti misteriose, corpi ritrovati in luoghi inusuali, che sembrano vittime di riti esoterici, all’ombra di edifici religiosi, in una macabra rappresentazione, tra il suono delle campane e le voci dei cori liturgici.

Con l’aiuto del suo amico e collega Michael, benedettino docente di teologia, scoprirà ben presto che, come sempre, è l’interesse personale la principale causa dei tanti delitti.

Ancora una volta il pregio della precisione storica ci apre una finestra su quel periodo del medioevo, dove lo scontro tra il popolo e gli uomini di cultura era all’ordine del giorno.

Giudizio di 2Mog2: gufolibro4_tras

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Titolo: La setta di Cambridge
Titolo originale: An Unholy Alliance
Autore: Susanna Gregory
Traduttore: Villa E.
Editore: Tea
Collana: Teadue
Data di pubblicazione: 1996 (prima edizione); 10 Marzo 2010 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 9,00 €
Pagine: 367
Codice ISBN: 9788850221349

Il Pane alla birra di Padre Michael

Questo pane alla birra, sarebbe sicuramente apprezzato dal nostro Fratello Michael, il pingue monaco benedettino, magari accompagnato da un bel pezzo di formaggio e un boccale di birra non annacquata.

Pane alla birraIngredienti:

  • 200 gr di farina integrale + 200 gr di farina di grano saraceno;
  • una bustina di lievito istantaneo per pane;
  • un cucchiaio di zucchero;
  • 330 ml di birra trappista (o comunque una birra dal gusto deciso);
  • burro qb;

Attrezzatura:

  • Uno stampo da plum-cake;

Procedimento:

Far sciogliere bene il lievito con un po’ di birra. Aggiungere poi un cucchiaio di farine (preventivamente setacciate) e mescolare ancora.
Aggiungere anche lo zucchero e continuare a miscelare birra e farine fino a quando l’impasto non sarà omogeneo: è consigliabile lavorarlo con le mani solamente alla fine, perchè risulterà un po’ appiccicoso.
Imburrate lo stampo e adagiate l’impasto cercando di distribuire bene la massa di pasta.
Copritelo e fatelo lievitare per circa 1 ora.
Al termine, accendete il forno a 200° e una volta portato a temperatura, infornate il pane per una mezzoretta.

ConsigliDurante la setacciatura delle farine, vi accorgerete che nel setaccio rimarranno delle briciole grossolane; tenetene un po’ da parte e cospargete lo stampo imburrato prima di deporvi l’impasto e successivamente spargetele anche la parte superiore dello stesso prima di metterlo in forno: otterrete un crosticina dorata!

Potete aiutare la lievitazione, ponendo il vostro impasto in un ambiente tiepido, come il forno riscaldato a 50° e poi spento.

Un po’ di sale in zucca…”I sapori semplici danno lo stesso piacere dei più raffinati, l’acqua e un pezzo di pane fanno il piacere più pieno a chi ne manca.”
(Epicuro, Lettera a Meneceo).

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