Piatti unici

The Jane Austen Cookbook


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Forse leggere una raccolta di ricette può sembrare una scelta strana, soprattutto se non fai il cuoco di mestieri, ma questo in realtà ormai è diventato un “classico” della letteratura anglosassone, sicuramente di genere, o meglio di generi. Libro di cucina appunto – e non mero menù di altri tempi – approfondimento storico, gustoso album fotografico di tradizioni sociali e socievoli (di illustrazioni invero ne appaiono ben poche, ma lavorare di immaginazione potrà solo che giovare all’appetito!) che hanno come sfondo gli ambienti della middle class inglese di epoca Regency, elegantemente introdotti dalla migliore padrona di casa di quegli scenari: Jane Austen.
Due secoli dopo il cibo appare tornato protagonista indiscusso di ambiti disparati della nostra cultura e perciò credo che far conoscere anche al pubblico italiano una tale pubblicazione, non sia un eretico attentato ai buongustai nostrani.
Le autrici decidono di avvicinare i lettori introducendo la realtà cibo in tutte le sue valenze per la vita del popolo britannico di ‘700-‘800: il concetto del pasto come breve ristoro, o come vero e proprio evento sociale di innumerevoli ed abbondanti portate, il suo scandire il tempo o il separare le classi, il vitto del contadino e quello della nobildonna, i deschi imbanditi del ben di Dio prodotto “a km 0″e le pietanze “esotiche” di secoli passati e per noi tanto comuni; le carni, i pesci, le verdure, le loro cotture, i tagli prelibati e quelli da risparmio, le quantità da dispensa, il galateo della tavola e degli ospiti, le occasioni, ecc…
E poi le proposte à la carte…per ogni evenienza e stomaco, corredate da stralci di diari e appunti autografi del “circolo” degli Austen, con, a seguire, parafrasi adattate per le esigenze quotidiane, organizzate per tipologia, come in ogni ricettario che si rispetti.

Una lettura interessante e un alternativo metodo per arricchire il proprio bagaglio linguistico…rigorosamente brindando che…God Save the Queen!

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Titolo: The Jane Austen Cookbook
Titolo originale: The Jane Austen Cookbook
Autore: Maggie Black & Deirdre Le Faye
Traduttore: –
Editore: The British Museum Press
Collana:
Data di pubblicazione: 1995 (prima edizione); 2011 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 10,99 £
Pagine: 128
Codice ISBN: 9780714127699

Broild Eggs

Riportiamo semplicemente una delle numerose ricette riportate nel libro, completa già della sua introduzione e del relativo adattamento moderno.
(Ovviamente testata e fotografata!)

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Categorie: Black Maggie&LeFaye Deirdre, Cucina, Lingua inglese, Piatti unici, Uova, Vegetariano | Tag: , , , , , , , , , , , , , , , , , , | Lascia un commento

David Copperfield


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«Di tutti i miei libri, quello che più amo è questo… come molti genitori amorosi, ho nel più profondo del cuore un figlio preferito: il suo nome è David Copperfield»

Un capolavoro! Forse l’autobiografia dell’autore, sicuramente il preferito del grande scrittore inglese, l’ottavo della sua grande produzione.

Il romanzo racconta la storia di un uomo dall’infanzia alla maturità. Conosceremo il signorino David e la sua difficile infanzia, il ragazzo alle prese con gli studi, le amicizie e i primi amori; il giovane uomo e le sue prime esperienze di lavoro e la responsabilità di una moglie bambina fino ad arrivare al maturo ed affermato scrittore che ha conquistato la serenità che tanti avvenimenti avevano offuscato.

Ma secondo me, la grandezza di quest’opera, sta nella varietà dei tanti personaggi che il nostro David incontra nell’arco di molti anni che la narrazione di Dickens ha messo sulla strada del protagonista: tutti ugualmente importanti. Volutamente non posso elencarli per non svelare la parte più piacevole della lettura, l’incontro con ognuno di loro si deve assaporare momento per momento, ma voglio solo dire che il personaggio che ho più amato è senza dubbio la zia Betsey Trotwood con la sua simpatica ironia.

Un grande romanzo, quindi,  che come molte delle opere di Dickens è stato pubblicato in 19 puntate su una delle riviste letterarie dello stesso autore, tra il 1849-1850.

Il libro inoltre viene anche classificato come industrial novel, perché tratta della misera vita sfruttata di donne e bambini nelle fabbriche durante la rivoluzione industriale.

Giudizio di 2Mog2: gufolibro5_tras

60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: David Copperfield

Titolo: David Copperfield
Titolo originale: The Personal History, Adventures, Experience and Observation of David Copperfield the Younger of Blunderstone Rookery
Autore: Charles Dickens
Traduttore: Frida Ballini
Editore: Einaudi
Collana: ET Classici
Data di pubblicazione: 1849-1850 in 19 puntate su una delle riviste letterarie dello stesso autore (prima edizione); 10 Giugno 2010 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 17,50 €
Pagine: 892
Codice ISBN9788806177058

La colazione a casa del maestro Mell

…”Parve molto sorpreso (mi pare ancora di vederlo come si fermò e mi guardò) e dopo avere riflettuto qualche momento disse che desiderava fare visita a una persona anziana che abitava poco lontano: la miglior cosa sarebbe stata che io mi comperassi qualcosa, pane o altro cibo sano, e facessi colazione presso quella persona, la quale ci avrebbe potuto dare un po’ di latte.
Pertanto ci fermammo a guardare la vetrina di un panettiere e dopo che io ebbi, con una serie di proposte, suggerito di comperare tutte le cose più indigeste che vi si trovavano, e che egli le ebbe eliminate tutte, una dopo l’altra, decidemmo in favore di una bella pagnotta di pane integrale che mi costò tre pence. Poi dal salumiere comperammo un uovo e una fetta di pancetta striata di rosso, le quali cose mi lasciarono quello che mi parve un bel po’ di resto del secondo dei miei lucidi scellini, e che mi indusse a ritenere Londra una città molto a buon mercato. Fatte queste provviste, proseguimmo in mezzo a un gran frastuono e fragore che confusero la mia povera testa stanca più di quanto potrei dire, e al di là di un ponte che era senza dubbio il ponte di Londra (credo certo che me l’abbia detto, ma ero mezzo addormentato) finché arrivammo all’abitazione di quella povera donna, una casa che faceva parte con altre di un ospizio di mendicità, come compresi guardandole, e da una incisione su pietra al di sopra del cancello, che diceva essere quella una istituzione per venticinque donne povere.

– Puoi preparare la colazione a questo signorino, per piacere? le disse il maestro di Salem House.
– Se posso? – disse la vecchia. – Sì, certo che posso.

Attraverso la finestrella il sole inondava la stanza, ma la vecchia gli volgeva le spalle e con la spalliera della poltrona faceva schermo al fuoco, come se proprio “lei” lo tenesse caldo invece di farsene riscaldare, e fissandolo con aria estremamente sospettosa. La fine dei preparativi per la mia colazione, sollevando il fuoco da tale compito, la rallegrò tanto che rise addirittura forte, e devo dire che la sua fu una risata tutt’altro che melodiosa.

Sedetti davanti alla pagnotta con l’uovo, la pancetta e inoltre una ciotola di latte e consumai il più delizioso dei pasti. Mentre me lo stavo ancora pienamente godendo, la vecchia padrona di casa disse al maestro: – Hai portato il flauto?”…

Chissà come erano quell’uovo e quella pancetta…  noi li abbiamo preparati così:

 

Uova e pancetta

 

book-to-film Dal romanzo sono stati tratti numerosi film per il cinema (già dal 1911!), uno sceneggiato televisivo e due miniserie televisive:

…”Books and movies are like apples and oranges. They both are fruit, but taste completely different”…
(Stephen King)

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Buon Natale, Gesù Bambino


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Sette racconti, sette poesie, sette storie di Natale, ricordi dell’infanzia della più popolare scrittrice austriaca per bambini, in una Vienna in tempo di guerra o degli anni immediatamente successivi al secondo conflitto mondiale.

Gli alberi si decoravano con ghirlande di carta, ma anche la carta era preziosa e nulla si poteva sprecare, poco era il cibo e poco bastava a fare festa.

Storie semplici, popolari, ma piene di speranza,  da leggere tutte d’un fiato, specialmente in questo periodo dove le luci illuminano le nostre strade e le nostre case e le tavole sono ricche di prelibatezze.

Giudizio di 2Mog2: gufo libro45

60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: Buon Natale Gesù Bambino

Titolo: Buon Natale, Gesù Bambino
Titolo originale: Fröhliche Weihnachten, liebes Christkind
Autore: Christine Nöstlinger
Traduttore: Giorgi F.
Editore: Fabbri
Collana: I Delfini
Data di pubblicazione: 1997 (prima edizione); 21 Ottobre 1998 (Attualmente fuori catalogo )
Pagine: 128
Prezzo: 7,18 €
Codice ISBN: 9788845127595

 

Zuppa di piselli

C’era la guerra, il babbo di Christine combatteva sul fronte russo, anche se la famiglia della ragazza non moriva di fame, il cibo era sempre più scarso e con quello che si poteva avere con la tessera di razionamento dei viveri, la nonna era costretta ad allungare sempre di più la zuppe di piselli  con l’acqua, addensandola con la farina, che formava molto spesso dei grumi non proprio gustosi.

Ma noi ne prepareremo una buona scodella fumante, gustosissima e… senza bioccoli.

Zuppa piselli Ingredienti per 4 persone:

  • 1/2 cipolla;
  • 70 g speck o pancetta a dadini;
  • 2/3 patate;
  • 1 lattina di piselli o la stessa quantità di quelli surgelati;
  • 750 ml di acqua;
  • Olio EVO q.b.;
  • Sale e pepe q.b.

Procedimento:

Fate un soffritto con cipolla, olio EVO e speck, scolate bene la confezione di piselli e aggiungeteli al soffritto con le patate pelate e tagliate a dadini: cuocete per 4/5 minuti.
Aggiungete l’acqua, salate e portate a bollore e fate cuocere ancora fino a quando le patate non saranno cotte.
Volendo potreste aggiungere anche pastina o riso, prima del termine della cottura.
E’ un ottimo piatto unico.

Un po’ di sale in zucca: …”Seltner Gast ist stets wilkommen”. (“L’ospite raro è sempre benvenuto”).
(Proverbio tedesco
)

…Frohe Weihnachten!

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La saga di Gösta Berling


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Selma Lagerlöf  era ancora una scrittrice sconosciuta, quando nel 1891 fu pubblicata questa sua prima opera.

Quasi un romanzo cortese, sicuramente un poema epico, una saga che narra le imprese di un gruppo di cavalieri, dall’animo nobile e generoso, ma dalle gesta non proprio irreprensibili. Una saga che risale ad un passato ormai lontano.

Allegri per principio, vittime delle loro debolezze amavano il gioco, la musica, le truffe, il bere in compagnia, gli scherzi, le avventure galanti, il divertimento e poco il lavoro. Tra loro spiccava maggiormente la figura di Gösta Berling, affascinante ex ministro del culto con un cuore che troppo spesso palpitava per le giovani donne che incontrava.

Le loro avventure, insieme a quelle di tutta la comunità che si affaccia sul lago Löven nello Skane, ci sono raccontate in forma di episodi, tipici della saga, ma con la melodia di una poesia propria del poema epico, dove gli interpreti sono quasi supereroi e le loro vicende saranno ricordate nel tempo.

Ma questa allegra brigata, non è la sola protagonista del romanzo, infatti importante ruolo lo svolge l’ambiente, quella natura che può diventare maligna, che incanta e ammalia sempre, quando si presenta con la magia che l’autrice le conferisce: le limpide acque a volte insidiose del lago sorridente, che strizza l’occhio ai monti eterni dove si nascondono pericolosi burroni; le montagne abbracciano e proteggono i boschi del Vermland ricchi di selvaggina ma dove sono facili da incontrare i grandi orsi in cerca di cibo, i feroci lupi dagli occhi fiammeggianti, le furbe volpi e sentire in primavera il canto dei cuculi, che in autunno li trasforma in uccelli predatori.

Come in un mito, il racconto si svolge in un’atmosfera di fiaba, la realtà si mescola bene con la fantasia e spesso non se ne distinguono i confini. Se si lascia poi correre lo sguardo su questi paesaggi diventa veramente difficile ritornare alla realtà e cresce forte il desiderio di visitare o ritornare alle terre del Nord.

Giudizio di 2Mog2: gufolibro5_tras

60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro:  La Saga di Gosta Berling

Titolo: La saga di Gösta Berling
Titolo originale: Gösta Belings Saga
Autore: Selma Lagerlöf
Traduttore: G. Pozzo, M. Svendsen Bianchi
Editore: Iperborea
Collana: Narrativa N 159
Data di pubblicazione: 
1891 (prima edizione); Dicembre 2007 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio) 
Prezzo: 19 €
Pagine: 504
Codice ISBN:9788870911596

 Kyckling på Djurrödsvis med pressgurka (Pollo arrosto con insalata di cetrioli)

Piatto principe del pranzo di Natale, nella grande sala del castello di Ekebù, quando vi dimorava ancora la vecchia signora, era il Pollo Arrosto, credo quindi che questa vecchia ricetta, risalente al Medioevo, ma che si cucina ancora in una piccola zona del Sud della Svezia, sia stata fra quelle preferite dai Cavalieri.

Veramente delizioso, questo piatto, riveste il pollo di un sapore unico, superbamente saporito e dolce allo stesso tempo, cremoso e fresco.

PolloArrostoSvedese Ingredienti:

  • 1 pollo a pezzi;
  • 1 mela;
  • 12 prugne secche;
  • 2 dl di panna;
  • 1 dado di pollo;
  • farina q.b.;
  • salsa di soya in base al gusto;
  • un cucchiaino da the di zucchero;
  • olio q.b.;
  • sale e pepe a seconda del gusto.

Per accompagnare sono consigliati patate bollite e insalata di cetrioli.

Procedimento:

Sul fornello, amalgamate bene il burro con qualche cucchiaio di olio in una teglia da forno possibilmente con coperchio. Aggiungete il pollo e lasciare rosolare delicatamente per circa cinque minuti da ogni lato.
Spennellate con la salsa di soya, aggiungete circa 300 ml di acqua dove avrete sciolto il dado di pollo e mettete in forno già caldo a 200°C.
Nel frattempo affettate i cetrioli.
Dopo circa 30 minuti, togliete la teglia dal forno, pungete il pollo e bagnatelo bene con il sugo di cottura, girandolo e assicuratevi che sia tutto ben irrorato.
Aggiungete le prugne  e la mela a pezzetti, cercando di sistemarle sul fondo della teglia, o comunque sotto i pezzi di pollo. Rimettete in forno.
Dopo 15 minuti sfornate nuovamente e cercate di colare in un pentolino tutto il sugo; portate a termine poi la cottura (senza condimento) per altri 15 minuti. Ricordate che il tempo può variare da forno a forno o dipendere dalla dimensione dei pezzi di pollo; dai 40’ minuti all’ora dovrebbe essere il tempo giusto.
Togliete la carne dal tegame cercando di mantenerla al caldo, togliete anche le prugne e la mela che userete come accompagnamento: questo contorno, anche se non bello da vedere, completa il piatto nella maniera ideale.
Versate nella pirofila la salsa che avete tenuto da parte, aggiungete un po’ di farina bianca e lo zucchero,  amalgamate bene e portate a bollore.
A questo punto aggiungete la panna, sale, pepe bianco e salsa di soya, assaggiando fino a che otterrete il gusto desiderato. Ricordate che la salsa deve essere abbastanza saporita a contrasto con il poco sapore delle patate bollite.
Servite appunto con le patate bollite e con l’insalata di cetrioli.

Un po’ di sale in zucca: … Här ha nu fantasiens jättebin svärmat omkring oss under år och dag, men hur de ska komma in i verklighetens kupa, det få de sannerligen se sig om.
(…”Qui le grandi api della fantasia ci hanno sciamato intorno per giorni ed anni, ma come poi faranno a entrare nell’alveare della realtà, questo proprio è affar loro”…)
(Gösta Berling saga, Selma Lagerlöf)

 

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Nel 1924, venne tratta una versione cinematografica diretta da Mauritz Stiller: La Leggenda di Gösta Berling (Gösta MV5BMTgyNDYzMTczMV5BMl5BanBnXkFtZTgwNjE2MjA0MjE@._V1__SX1303_SY591_Berlings saga), con Lars Hanson e una giovanissima Greta Garbo.
Distribuito dalla Svensk Filmindustri (SF), il film – b/n e muto! – uscì nelle sale cinematografiche presentato in Finlandia il 9 marzo 1924 con il titolo Gösta Berlingin taru. Il giorno dopo, il 10 marzo, usciva in Svezia:…la prima parte però! Infatti, solo una settimana più tardi gli spettatori locali poterono vedere la conclusione del film; del resto, la versione diffusa in patria era un lungometraggio di ben 183 minuti, forse improponibile tutto d’un fiato!

 

 

…”Books and movies are like apples and oranges. They both are fruit, but taste completely different”…
(Stephen King)

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Missione al nord


Missione al nord

Un veterano americano, ex combattente in Vietnam ritorna nei luoghi che hanno caratterizzato una parte indelebile ed indimenticabile della sua vita. Mentre certi episodi di quel periodo riaffiorano pian piano alla sua mente, alcuni dimenticati, forse volontariamente In questo nuovo viaggio ripercorrerà da sud a nord un paese dove le cose, a parte la guerra, sono cambiate di poco. Non dovrà solo vedersela con i nuovi capi di partito al governo di quel paese, ma dovrà lottare contro i propri che tenteranno di tutto pur di nascondere ciò che ha prima intuito e poi trovato.
Romanzo d’azione, spionaggio e anche d’amore. Quello che resta è una buona conoscenza di quella interminabile guerra (ma non solo vista da parte americana) e di paesaggi alieni alla nostra “cultura” occidentale.

Giudizio di Ezechielelupo2: gufolibro4_tras

60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: Missione al Nord

Titolo: Missione al Nord
Titolo originale: Up Country
Autore: Nelson DeMille
Traduttore: Pera R.
Editore: Mondadori
Collana: Bestseller
Data di pubblicazione: 2002 (prima edizione); 9 Dicembre 2003 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Pagine: 677
Prezzo: 11 €
Codice ISBN:9788804524014

Tôm Chiên Sôt Chua Ngot (Gamberetti fritti in salsa agrodolce)

I protagonisti erano soliti recarsi in ristoranti vietnamiti, dove assaggiavano anche piatti improponibili, quindi abbiamo preferito provare questi ottimi gamberetti.

Gamberetti Vietnam Ingredienti:

  • 250 g di gamberetti sgusciati e senza testa;
  • 1 albume d’uovo;
  • 70 g di farina di grano;
  • 50 g di mandorle o arachidi tostate;
  • 1 pizzico di sale;

Per la salsa:

  • 1 cucchiaino da the di latte condensato;
  • 1 cucchiaino da the di miele;
  • 1 – 2 cucchiaini da the di succo di limone;
  • Olio per friggere;
  • 6 cucchiaini da te di mayonese;

Procedimento:

Sbattete l’albume ed aggiungete mescolando i gamberetti che in precedenza avrete ben asciugato con carta da cucina: questa operazione è necessaria per rendere il piatto più fragrante; aggiungete anche un pizzico di sale.
Lasciate riposare per 5 minuti.
Mescolate in una ciotolina tutti gli ingredienti per fare la salsa che una volta pronta va messa in frigorifero.
Infarinate su ogni lato i gamberetti e friggeteli in olio bollente fino a quando diventano dorati. Poneteli poi su della carta assorbente ed asciugateli dall’olio in eccesso.
Al momento di servire accostateli alla salsa e aggiungete la mandorle tostate.
Questo piatto può essere servito caldo accompagnato da riso bollito o come snack.

Un po’ di sale in zucca: …”Missing you, I wanted to come to see you,
But I was afraid of The Ho’s groves, and the Tam Giang cross river
The Tam Giang cross river is dried up nowadays
And the grove is on watchful guard”…
(Vietnamese Song)

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La Paramount Motion Pictures ha acquistato i diritti per la trasposizione cinematografica di Up Country, nell’ormai lontano 2002.
Al momento è noto solo il nome del produttore: Mace Neufeld.
Si riportano le notizie cosi come segnalate sul sito ufficiale dell’autore.

 

 

…”Books and movies are like apples and oranges. They both are fruit, but taste completely different”…
(Stephen King)

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L’ultima fuggitiva


LUltima FuggitivaCi sono libri che si fanno apprezzare più per l’atmosfera e l’aria di vivida tranquillità che lasciano respirare in ogni pagina, che per un qualche intrigante intreccio degli eventi narrati.
La semplice e pragmatica vita dei Quaccheri (o Amici) americani apparentemente stride con le travagliate vicende degli schiavi neri che fuggivano alla ricerca della libertà oltre i confini settentrionali della liberissima terra degli Stati Uniti d’America, ma in realtà, di concitato e “drammatico” c’è solo il vago sapido sentore, come se quel granoturco che tutto contamina lì, oltreoceano – e con cui la nostra britannica Honor Bright non riuscirà mai ad andare completamente d’accordo – avesse coperto anche le sfumature di sapore che impreziosivano, con risultati sempre originali, i precedenti romanzi della Chevalier.

Da segnalare la solita doviziosa curiosità dell’autrice nell’indagare i più profondi segreti di un’arte (in questo caso quella del cucito, in modo particolare l’affascinante pianeta dei quilt, le trapunte di rombi, precisissime impunture ed “affetti” della comunità degli Amici) e la sua solita abilità nel raccontarcela attraverso gli occhi e le mani dei suoi comunque sempre ben caratterizzati personaggi.

Una debolezza generale che rilevo con rammarico, sarà anche per la cordiale simpatia che istintivamente provo nei confronti di certe scenografie e vite, ma che per quella loro stessa disarmante onestà (intellettuale) non posso ignorare.
Peccato.

Giudizio di Weareborg7of9: gufolibro3_tras

60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: L’Ultima Fuggitiva

Titolo: L’ultima fuggitiva
Titolo originale: The Last Runaway
Autore: Tracy Chevalier
Traduttore: Ortelio Massimo
Editore: Neri Pozza
Collana: Bestseller
Data di pubblicazione: 2013 (prima edizione); 30 Ottobre 2014 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Pagine: 313
Prezzo: 9,90 €
Codice ISBN: 9788854509160

Pannocchie Honor! (Granoturco…ancora!)

Eh sì, la nostra Honor Bright da Bridport, Inghilterra, non aveva mai provato questa prelibatezza molto americana. A dir la verità non aveva mai dovuto avere a che fare con il granoturco prima di sbarcare sulle sponde d’oltreoceano e rendersi ancor più mestamente conto che questo cereale si infilava letteralmente dappertutto (e non solo nei piatti!) nelle case degli Amici della sua nuova comunità, della sua nuova…famiglia. E proprio a casa di Jack Haymaker, il suo futuro marito, prova per la prima volta questa semplice delizia contadina (v.brano).
Non disponendo di un fuoco tradizionale, ci siamo accontentati di un forno, ma il risultato è stato comunque da leccarsi i baffi…anzi, le dita!

IMG_4509 Ingredienti (per 2 porzioni):

  • 2 pannocchie (già pulite e bollite – le si trova in un qualsiasi supermercato);
  • 2 cucchiai di burro;
  • 100 gr. di formaggio svizzero;
  • Prezzemolo q.b.;
  • Sale q.b.;
  • Pepe q.b.;

Procedimento:

Essendoci già procurati le pannocchie pulite e prebollite, non ci resta che preparare il condimento.
In una tazza, mischiate il burro ammorbidito, amalgamando bene insieme anche le spezie.
Disponete le vostre pannocchie in una teglia imburrata e versatevi sopra il composto di burro, con l’accortezza di farvele rotolare in modo uniforme.
Preriscaldate il forno a 220° e poi infornate le pannocchie per circa 15 minuti.
Nel frattempo, in un pentolino, sciogliete a fuoco lento il formaggio. Una volta pronte, togliete le pannocchie dal forno e fatevi colare sopra il formaggio fuso.
Da gustare calde o freddo, a vostro piacimento.

Un po’ di sale in zucca: …”A happy home is more than a roof over your head, it’s a foundation under your feet”…
(Proverbio Amish)

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I Promessi Sposi


I promessi sposi

Questa, sia ben chiaro, non è una recensione, ma soltanto un insieme delle sensazioni e pensieri che ho provato nel leggere uno dei romanzi più famosi della letteratura italiana.
Del capolavoro di Alessandro Manzoni, conoscevo come tutti la trama, avevo letto alcuni capitoli a scuola e in altre occasioni, visto più di uno sceneggiato televisivo, ma non avevo mai affrontato interamente l’opera.
Ho preso in mano quindi questo volume per scoprire cosa c’era dietro ogni personaggio, per conoscere meglio il carattere o la storia che ognuno di loro si era lasciato alle spalle, personalità su cui il grande scrittore milanese ha cucito addosso, sottolineandone in ogni particolare, le caratteristiche proprie.
Mi ha fatto sorridere la spontanea e quasi ingenua astuzia di Renzo, ho compatito il pavido Don Abbondio e commiserato la vita da reclusa della monaca Gertrude.
Non mi era sconosciuta la generosità di Fra Cristoforo, ma lo era la grande colpa che l’ha portato alla scelta della vita religiosa.
E’ stata una sorpresa scoprire la parte importante che il Cardinale Federico Borromeo ha avuto nella commovente conversione dell’Innominato, ho apprezzato la grande bontà e simpatia di Agnese, e provato sentimenti contrastanti per la fine solitaria di Don Rodrigo e la troppa rassegnazione della povera Lucia, figura priva di brio e di voglia di lottare.
Anche i personaggi minori non mi hanno lasciato indifferente: come la collera nei confronti di Azzeccagarbugli  per i suoi intrallazzi con i potenti, cose che  purtroppo succedono anche  ai nostri giorni; fortunatamente oggi troviamo anche la generosità di Bortolo, dell’amico d’infanzia di Renzo, della famiglia che ha ospitato la promessa sposa appena liberata e della ricca ma sfortunata mercantessa milanese conosciuta nel Lazzaretto.
Non mi vergogno ad ammettere che mi sono anche commossa, per il dolore di quella povera mamma con in braccio la sua bambina morta di peste mentre seguiva, come in una mesta processione, il carro dei monatti.
Ma le lacrime agli occhi mi sono spuntate anche per la poesia del famoso “Addio ai monti…”, della bellezza di quelle parole che mi hanno spalancato una finestra su quel panorama meraviglioso che mi sorprende ogni volta che mi ci reco.

Per chi ama la grande letteratura, la storia, e la bellezza delle provincie di Lecco, Bergamo, Milano e la Brianza, ritroverà espressioni ancora tipiche nei nostri dialetti, mestieri di quel tempo diventati oggi magari cognomi abbastanza comuni, luoghi non espressamente nominati ma di facile collocazione.

Per tutti quelli che non conoscessero per intero il romanzo, un invito a non perderselo.
Vi assicuro, non è un mattone!!!

Giudizio di 2mog2: gufolibro5_tras

60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: I Promessi Sposi

Titolo: I Promessi Sposi
Titolo originale: I Promessi Sposi
Autore:  Alessandro Manzoni
Traduttore:
Editore: Newton Compton
Collana: I MiniMammut
Data di pubblicazione:
1827 (prima edizione); 22 Maggio 2014 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio) 
Prezzo: 3,90 €
Pagine: 607
Codice ISBN:   9788854165519

La polenta bergamasca

Il Manzoni ci racconta che un camino con la brace  calda era  sempre pronto in ogni cucina a riscaldare l’acqua del paiolo e preparare una fumante polenta, che per alcuni era il solo cibo della giornata.

Leggiamo infatti della polenta bigia di grano saraceno, o quella più povera di farina di saggina, ma credo che a casa del cugino Bortolo, Renzo si sia gustato una dorata polenta bergamasca . Noi, che siamo di quella terra, l’abbiamo preparata con  la classica ricetta…
(Si segnala di aver tratto la ricetta dal sito: http://www.slowfoodbergamo.it).

IMG_3062Ingredienti (per 6 persone):

  • 500 gr. farina di granoturco bramàda;
  • 1,8 litri di acqua;
  • 10 g sale grosso;

Le dosi possono variare (da 1,4 l a 2 litri di acqua per 500 g farina, a seconda dell’umidità della farina, della temperatura e della stagione).

Procedimento:
Porre sul fuoco un paiolo di rame con l’acqua dosata ed una cucchiaiata di farina di mais, che resterà in superficie. Quando la poca farina inizierà a muoversi portandosi al centro, salare l’acqua, diminuire il fuoco e versare a pioggia con la mano sinistra i 3/4 della farina mentre con la destra si deve mescolare energicamente con una frusta.
Fondamentale a questo punto è fermarsi: coprire e lasciare gonfiare per 2 minuti la farina.
Poi iniziare a “menare” la polenta e aggiungere lentissimamente la restante farina. Non devono assolutamente formarsi grumi perciò è importante, in questa prima fase, imprimere all’intera massa un movimento vorticoso.
A questo punto cambiare attrezzo: serve il bastone della polenta. Da questo momento si contano i quarantacinque minuti di cottura, minimo.
Menare la polenta è un’arte: il gomito non deve muoversi … chi dirige il bastone è il polso.
Non bisogna assolutamente mescolarla di continuo; lasciandola scoperta si deve, inizialmente mescolare ogni 5 minuti, poi si devono aumentare progressivamente gli intervalli, fino al quarto d’ora finale (ad esempio dopo 5,7,10,14, 15= 51 minuti).
Non bisogna farla schizzare e, quindi, il fuoco deve essere costante e moderato; la polenta deve tendere a sbuffare, quello è il momento di… accudirla, mescolandola con rispetto e amore.
Terminata la cottura la polenta sarà una massa staccata dalla crosta formatasi attorno al paiolo.
Con una veloce manovra la si rovescia sull’asse di legno già coperto con un telo di lino umido. I lembi di questo telo andranno a proteggere la polenta dal contatto diretto con l’aria e la manterranno calda e umida … perfetta ad ogni fetta.

Un po’ di sale in zucca: …”Pulènta frègia, strachì che spössa l’è la baüssa di milanéss”…
(“Polenta fredda e stracchino puzzolente ingolosiscono i milanesi”.)
(Proverbio bergamasco)

 

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Il trono di spade 1: Il gioco del trono


Probabilmente iniziare ad avere crisi di identità, a vedere draghi, a parlare come si conviene ad una khaleesi, Nata dalla tempesta, e via discorrendo, è grave ed è segno di quanto l’immergersi totalmente in un altro mondo o più semplicemente in un libro, generi dipendenza ed estranei dalla meno “romantica” realtà terrestre, però…non è colpa mia.
O meglio, forse lo è fino ad un certo punto, ma è un peccato di cui vado orgogliosa: io ne sono capace.

No, non sono pazza…anche se…quanto è tenue la divisione tra follia e saggezza?
C’è chi direbbe di me…sono solo una piccola principessa, con i capelli biondo argento (quasi…ma è solo questione di tonalità), nata d’estate (fino a prova contraria), che non ha ancora conosciuto l’inverno, ma con il fuoco del drago nelle vene…le mie creature, da cui sempre sono stata attratta, di cui ho immagini, disegni, peluches, di cui ho sempre letto storie, cercato segni…perché forti, invincibili, fuoco di un’anima che sa essere gelida, dominatrice…fragile, ma infrangibile…come quei gusci di scaglie luminescenti e magnifiche, disposti a schiudersi solo se avvolti dal calore più puro, rigenerante e fecondo…anche se implacabile.
Non un vaneggiamento, ma…la tenue linea di divisione tra la follia e saggezza…madness and wisdom…questa sono io.
Questo è il MIO gioco del trono…e io vinco sempre…perché…

Immedesimarsi in un personaggio non significa per forza fanatismo, soprattutto se tale eroe appartiene all’universo del Fantastico, ma solo gli amanti del genere possono capire cosa intendo…a volte vuol dire osservare se stessi in uno di quegli specchi deformanti del luna park, che mostrano il nostro riflesso come mai ci immagineremmo, ma che potrebbe essere quanto percepiscono di noi coloro che ci camminano affianco ogni giorno, chi incrocia la nostra strada per una manciata di secondi, chi ci ama, chi ci disprezza…oppure è quanto desideriamo si rispecchi del nostro stesso Io, quell’essenza che per definizione esiste e ai nostri occhi appare lampante, ma che occorre forzare un po’ affinchè sia visibile anche agli altri…e quindi trasportiamo innocentemente in alcuni personaggi…e aspettiamo… attendiamo che qualcuno se ne accorga e colga di noi anche quei lati più nascosti
…poi, non tutti hanno la fortuna di avere metà della propria persona in un’altra che addirittura ti apre gli occhi prima che lo faccia tu stessa…(grazie A. e grazie V….perchè se non era per voi…).

Il Fantasy è questo e…è saper viaggiare per i Sette Regni, all’avventura, è credere nella magia, anzi, no, è considerare la fantasia una realtà concreta, accettata dall’epoca degli Uomini della Foresta, è essere in grado di vivere in Nero, così come di sopravvivere nelle desertiche lande di cavalieri legati dal sangue, è voler adottare un meta-lupo e coccolare uova di drago prima di andare a dormire…ed è anche riuscire a posare il libro e teletrasportarsi nuovamente sul pianeta Terra quando la vita di tutti i giorni chiama e il riposo si fa necessario, con o senza ovetti sul comodino. E tu rispondi, ma con la consapevolezza di avere ancora in tasca la mappa per raggiungere Grande Inverno sana e salva.

…Anche se…perché…when you play the game of thrones, you win or you die.
La guerra è appena iniziata.

…e io vinco sempre.

Per te A. e per te V.
Per chi ha scelto di essere parte del mio khalasar.
Per chi avrà la fortuna/sfortuna di essere il mio sole-e-stelle.
Per chi mi ha fatto nascere dalla tempesta e mi ha fatto ereditare il sangue del drago.

…To be continued.

(Con la promessa “solenne” che le prossime recensioni della saga saranno più professionali…anche se continuerò ad affezionarmi ai personaggi!).

Giudizio di Weareborg7of9: gufolibro5_tras

60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: Il Gioco del Trono

Titolo: Il trono di spade 1: Il gioco del trono (Il trono di spade, Il Grande Inverno)
Titolo originale: A Game of Thrones
Autore: George R.R. Martin
Traduttore: Altieri S.
Editore: Mondadori
Collana: Oscar grandi bestsellers
Data di pubblicazione: 1996 (prima edizione); 31 Ottobre 2011 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 15 €
Pagine: 855
Codice ISBN: 9788804616351

…Per il mio sole-e-stelle (Torta di sangue Dothraki)…

Non sono abituata a mangiare carne di cavallo, per di più ancora pulsante ed irrorata di sangue. Ho compiuto solo una volta un tale sacrificio, ma per lo stallone che monta il mondo, ancora nel mio grembo, e ho scacciato lacrime e repulsione, ho vinto gli spasmi e le nausee…e ho vinto. Poi, beh…la storia è nota a tutti… In nome della devozione e dello sconfinato amore per il mio Khal, chiedo alle mie ancelle di proporvi la ricetta del tipico pasto Dothraki.

Uscendo per un attimo dal mio ruolo…in Mongolia la chiamano Khuushuur ed è una pietanza tradizionale preparata con carne di cavallo (ma anche di agnello, capra o manzo). Qua ve la presento con la salsiccia cruda, così come l’ho trovata sul blog ufficiale della cucina delle “Cronache” (http://www.innatthecrossroads.com/).
E NO, per una volta non l’ho testata prima per voi!

Blood Pie Ingredienti:

– Per l’impasto:

  • 320 gr di farina bianca;
  • ½ cucchiaino di sale;
  • ¾ di tazza di acqua calda (ca. 2 bicchieri);

– Per il ripieno:

  • 2 spicchi d’aglio sminuzzati;
  • 1 piccola cipolla sminuzzata;
  • 230 gr di carne di cavallo (o agnello, capra o manzo) macinata ;
  • Mix di spezie secondo il proprio gusto;
  • Olio per friggere q.b.;

Procedimento:

Per l’impasto amalgamate bene tutti gli ingredienti, unendo l‘acqua alla farina poco per volta fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo.
Dividete poi la pasta ottenuta a metà e arrotolate ogni metà in modo da ottenere 2 cilindri; quindi tagliate ogni rotolo in 5-6 pezzi, per un totale di 10-12.
Su una superficie infarinata spianate ogni pezzo in un cerchio del diametro di ca. 13-18 cm.
Su ogni disco disponete 3-4 cucchiai di ripieno (ottenuto mischiando opportunamente tutti gli ingredienti necessari) spalmandolo sulla superficie, ma risparmiando un margine di ca. 1 cm, per poter poi chiudere più facilmente la torta, ripiegandola con le dita come a formare un raviolo.
Ovviamente bisogna ripetere l’operazione per ogni tartelletta.
Scaldate in una pentola una buona quantità di olio fino a portarlo a giusta temperatura per friggervi le tortine, finchè non si saranno dorate (la carne, all’interno, cuoce in ca. 5 min.
Una volta pronte, trasferitele su della carta assorbente e poi potrete servirle o ancora calde o dopo averle lasciate raffreddare.

Un po’ di sale in zucca: …”“He was no dragon, Dany thought, curiously calm. Fire cannot kill a dragon”…
(
A Game of Thrones, George R.R. Martin)

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Senza nome


Se iniziassi queste righe scrivendo che questa è la storia di due sorelle, di un incallito truffatore, di governanti e avvocati, di un avido personaggio e di una eredità contesa, potrebbe sembrare la sintesi del precedente romanzo di Wilkie Collins, La Donna in bianco, (https://ilessi.wordpress.com/2013/07/21/la-donna-in-bianco/), se aggiungessi anche che tra queste pagine non ci sono segreti da svelare e misteri da risolvere, non sarebbe certo un invito alla lettura.

Ma allora che cosa ha portato questo libro ad ottenere di grande successo che ebbe e che continua ad avere dal 1862, quando uscì a puntate nella rivista di Charles Dickens All the Year Round?

Sicuramente la contesa e lo scontro fra le menti geniali di tre dei  protagonisti, intriganti personalità ognuna in lotta con gli altri per il proprio scopo, che fanno sembrare quasi miserevoli i deboli caratteri degli altri personaggi.

Magdalen è una ragazza risoluta, che vuole in tutti i modi riscattare l’appartenenza alla sua famiglia e riavere per lei e la più docile sorella Norah, il nome di suo padre, a suo parere, ingiustamente toltole dalla legge vittoriana che le negava ogni diritto di legittimità; per questo suo obiettivo è disposta ad abbassarsi a deprecabili inganni.

Il capitano Wragge è il professionista della truffa, ama definirsi un “agricoltore morale, un uomo che coltiva il campo delle simpatia umana“.

E poi c’è Mrs Lecount, l’influente e inflessibile, astuta governante svizzera di Mr. Noel Vanstone, che vuole a tutti i costi smascherare l’imbroglio di Magdalen.

Questi sono i principali protagonisti di rocambolesche, improbabili, ma non impossibili vicende che si succedono senza tregua.

Collins amava dire: “Fateli piangere, fateli ridere, ma soprattutto teneteli sulla corda” e proprio in questa frase è racchiuso il succo del racconto. Un grande e commovente romanzo, allo stesso tempo un’opera divertente, dove le simpatie del lettore si spostano di continuo da un personaggio all’altro e dove l’attenzione e la tensione non vengono mai distolte dalla storia.

Un invito quindi a continuare la conoscenza di questo grande scrittore.

Giudizio di 2Mog2: gufolibro5_tras

60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: Senza Nome

Titolo: Senza nome
Titolo originale: No name
Autore: Wilkie Collins
Traduttore: Scarlini Luca
Editore: Fazi
Collana:
Tascabili
Data di pubblicazione:
1862 (prima edizione come feuilleton a puntate sulla rivista settimanale All the year round edita da Charles Dickens); Ottobre 2010 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio) 
Prezzo: 12,66 €
Pagine: 733
Codice ISBN: 97888864110479

Omelette con le erbe

Attraverso questo branco del libro, proviamo adesso a cucinare l’ardua colazione che la povera e confusa Mrs. Wragge deve preparare per il “capitano”.

IMG_1289 Ingredienti (per 1 omelette):

  • 2 uova;
  • 1/2 bicchiere di latte;
  • Sale q.b.;
  • Pepe q.b.;
  • Erba cipollina q.b.;
  • Prezzemolo q.b.;

Procedimento:

(Riportiamo esattamente il testo di Collins!)

…”Sbattere due uova con un po’ d’acqua o latte, sale, pepe, erba cipollina e prezzemolo.
Tritare fino. Eccoci! Tritare fino! Come faccio a tritare fino quando tutto è già mischiato e liquido?
Mettere un pezzo di burro grande quanto il vostro pollice nella padella. Guardi il suo pollice e guardi il mio! A quale quantità allude?
Farla cuocere, ma non farla diventare scura. Se non deve essere scura, di che colore deve essere? Non me lo dirà mai, si aspetta che lo sappia, ma io non lo so.
Versare l’omelette. Va bene, questo lo so fare.
Lasciare che si spanda, rialzarla al margine; quando è pronta, rovesciarla per ripetere l’operazione dall’altra parte. Oh, quante volte l’ho girata e fatta cuocere nella mia testa, prima che lei arrivasse stasera!
Non farla indurire, mettere il piatto sopra la padella e rovesciarne il contenuto. Cosa devo rovesciare, per pietà, mi metta di nuovo l’asciugamano freddo e mi dica cosa: il piatto o la padella?.
Mettere il piatto sulla padella», disse Magdalen, e poi girarci sopra la padella. Questo è ciò che significa, penso.
Grazie di cuore, disse Mr Wragge. Me lo voglio fissare bene in testa: per favore lo dica di nuovo.
Magdalen lo disse di nuovo.
E poi girare sopra la padella, ripeté Mrs Wragge, con un’improvvisa esplosione di energia. Ho capito, ora! Oh, quante omelette ho cucinato nella mia mente e tutte sbagliate! Le sono molto obbligata, certamente. Mi ha rimesso a posto. Sono solo un po’ stanca di parlare. E poi girare la padella, e poi girare la padella e poi girare la padella. Sembra una poesia, non è vero?.
La sua voce mancò, e chiuse sonnolenta gli occhi. Nello stesso momento la porta della stanza al piano di sotto si aprì e la bassa voce sonora salì per le scale, carica del consueto stimolo per le facoltà di sua moglie.”…

Un po’ di sale in zucca:…”Only dull people are brilliant at breakfast”…
(Oscar Wilde)

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