Salse & C.

L’amore e gli stracci del tempo


A…come Albania. …ma anche come Serbia, Kosovo, Svizzera, Italia…
Come quella patria a cui appartieni per tradizione, per burocrazia, ma che non fa parte di te, perchè la tua storia ha conosciuto tante cartine geografiche stracciate poi dalla guerra, spietata e bastarda, confusa e cieca: violenza e sangue che scaraventano e dividono famiglie, genitori e figli, cuori innamorati, agli estremi confini di un mondo tanto “piccolo” ed immensamente estraneo, ma che nella sua sconfinatezza mantiene viva la speranza e la promessa di due metà della stessa anima. Ma la storia scorre come un fiume in piena, come queste parole ti scroscia adesso senza troppa delicatezza; per quello c’è la poesia.
La paradossale eleganza poetica dei “versi” carichi del realistico dolore di un amore, nato, vissuto e lacerato nei Balcani, tradito dal destino e ricomposto, ricucito e rappezzato non dai soavi suoni delle antiche ballate, ma dalle allegre voci di bambini ignari delle loro radici stracciate dal tempo; una prosa poetica, dicevo, quella della Ibrahimi, poetessa d’estrazione, giornalista e romanziera per talento, una scrittura senza fronzoli (disarmante, ingenuo, quasi infantile – nel senso positivo del termine – l’uso martellante del tempo presente soprattutto nelle prime pagine) con la quale compone una ballata moderna, dalla doppia identità, ma altrettanto straziante, come il racconto popolare della ragazza-sposa che non coronerà mai il suo tenero sogno, perchè vinta dalla malattia.
La guerra non ha solo bombardato le vite di Zlatan e Ajkuna, ma ne ha infettato l’essenza, ha corroso quella profondissima parte di sé, diffondendo inesorabili metastasi che silenziosamente emergono in superficie; un lento, logorante scoppio interno che cambia la storia, la loro storia, la stravolge, la scaglia lontano, la riporta in quel luogo di non-patria, di origine, la pacifica e le impone un nuovo inizio.
Perchè i fiori più tenaci sbocciano anche in mezzo alle macerie.
Come gerbere bianche.

Giudizio di Weareborg7of9: gufolibro4_tras

60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: L’Amore e gli Stracci del Tempo

Titolo: L’amore e gli stracci del tempo
Titolo originale: L’amore e gli stracci del tempo
Autore: Anilda Ibrahimi
Traduttore: –
Editore: Einaudi
Collana: Einaudi tascabili
Data di pubblicazione: 
2009 (prima edizione); 25 Aprile 2011 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)  Prezzo: 11 €
Pagine: 267
Codice ISBN: 9788806207168

La conserva di Slavica e Donika

Secondo voi, i semi dei peperoni devono essere mantenuti o è meglio toglierli per una salsa perfetta?…Quante schermaglie e sorrisi, quanta caparbietà nel difendere le proprie convinzioni culinarie, le tradizioni identitarie di due popoli così simili e così lontani. Il perfetto connubio agrodolce, riflesso di condivisione e fratture, retaggio di secoli di amore&odio, ma che non potrà non mettere d’accordo tutti sul sorprendente risultato di questo ideale accompagnamento di carni e formaggi.

IMG_3053Ingredienti (per le dosi fate valere la regola di “un paio di bicchieri/cucchiai può andar bene” – con le spezie state più attenti!):

  • Peperoni verdi;
  • Pepe nero in grani;
  • Peperoncino fresco;
  • Acqua bollente;
  • Olio EVO;
  • Aceto balsamico;
  • Zucchero di canna;

Procedimento:

Per prima cosa, lavate i peperoni, tagliateli a metà e privateli dell’anima e dei semi (noi preferiamo seguire questa corrente di pensiero…).
A questo punto, tagliate i peperoni a strisce grandi, versateli in una pentola con pepe nero in grani, peperoncino fresco sminuzzato, un paio di bicchieri di aceto balsamico, zucchero di canna e copriteli con acqua bollente.
Lasciate riposare per 30 minuti quindi cuocete il tutto almeno per 1 ora a fiamma media e con la cura di mescolare spesso.
Trascorsa mezzoretta, prendete parte del composto e frullatela in modo che i peperoni, già abbastanza sminuzzati, diventino cremosi quindi aggiungete la crema così ottenuta al resto dei peperoni, mescolate ancora e versate in barattoli sterilizzati.
Sistemate ogni barattolo, chiuso, all’interno di una pentola con acqua fredda e portate a bollore, quindi lasciate in ammollo per altri 20 minuti dall’inizio del bollore, lasciate raffreddare ed infine riponete in luogo asciutto.

Un po’ di sale in zucca: …”Dora me baltë buka me mjaltë.”
(Traduzione: “La mano con il fango, il pane con il miele”).
(Proverbio albanese-kosovaro)

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La capanna dello zio Tom


la capanna dello zio Tom

La capanna dello zio Tom, romanzo di Harriet Beecher-Stowe, fu pubblicato per la prima volta nel 1851, periodo in cui l’America era divisa tra gli stati industrializzati e ricchi del Nord e il Sud dell’aristocrazia e delle grandi piantagioni, divisa tra gli schiavisti meridionali che compravano e sfruttavano fino alla morte i poveri uomini che non avevano sangue americano al cento per cento e gli Americani abolizionisti degli Stati liberi settentrionali che restavano però in molti casi indifferenti alla tratta delle anime dell’altra America e spesso con loro concludevano affari.

I personaggi del libro sono inventati, ma l’autrice nella sua nota conclusiva, spiega che ha voluto raggruppare in questo volume, tante vicende, tutte reali e le effettive condizioni sociali del suo tempo, di uomini reali, di tanti schiavi che venivano maltrattati, di padroni sfruttatori che usavano facilmente la frusta, ma fortunatamente, anche di proprietari di anime che facevano il possibile per rendere dignitosa la vita di quegli Africani deportati e dei loro discendenti.

Quindi queste sono le storie di uomini “non liberi“, che hanno sopportato e sono morti schiavi, di quelli che hanno tentato, e alcuni trovato, quella agognata libertà, chi fuggendo negli Stati del Nord o addirttura in Canada, chi facendo di tutto per potersi riscattare ed ottenere quel bene più prezioso di ogni ricchezza.

Ma chi era lo Zio Tom? Ai nostri giorni, leggendo queste pagine potrebbe addirittura sembrare raffigurato come un santo, ma se ci lasciamo guidare dalle parole della Beecher-Stowe, scopriamo che Tom era un uomo che, come tanti altri schiavi, per essere libero, volle usare, solo ed esclusivamente la strada della Bibbia, degli insegnamenti di quel Libro, unico suo bene prezioso, che lo hanno sostenuto nei tanti, troppi momenti di grande sconforto. Questa figura, allo stesso tempo, potrebbe non piacere nemmeno ai tanti Americani di colore, che vedevano un Tom troppo rassegnato e sottomesso e non riuscivano a scorgere la serenità che gli veniva dalla libertà della sua anima.

Il successo editoriale della prima edizione fu straordinario, scosse molte coscienze che incominciarono a vedere questi schiavi, prima di tutto come persone al pari dei bianchi, non esclusivamente come merce di scambio ed instillò nel cuore degli schiavi stessi la scintilla di una possibile ribellione, la speranza di un riscatto, e una nuova voglia di libertà; venne anche considerato uno dei tanti motivi che portarono allo scoppio della Guerra di Secessione.

Un aneddoto racconta che Abraham Lincoln, incontrando la scrittrice verso la fine del conflitto, avrebbe pronunciato le parole: “Questa è la piccola donna che ha scatenato questa grande guerra”.

Giudizio di 2Mog2: gufo libro45

60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: La Capanna dello Zio Tom

Titolo: La capanna dello zio Tom
Titolo originale: Uncle’s Tom Cabin, o Negro Life in the Slave States of America
Autore: Harriet Beecher-Stowe
Traduttore:Boffito B.
Editore: Bur Biblioteca Universale Rizzoli
Collana: Ragazzi
Data di pubblicazione: 1851 (prima edizione), 9 gennaio 2009  (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 9,90 €
Pagine: 545
Codice ISBN:9788817029544

Il burro fatto in casa

In ogni cucina dell’America del 1800, sia che fosse nella dignitosa capanna di zia Cloe, che nell’accogliente casa della generosa famiglia di Rachele Halliday, o ancora tra le mura della ricca dimora del tiranno Legrée o del buono Saint-Clare,  il burro, importante alimento, veniva fatto in casa quasi quotidianamente.
Immaginiamo mani grandi, rugose nere o appena colorate che agitavano energicamente in un contenitore ben chiuso, la panna di latte appena munto, fino ad ottenerne un morbido panetto che filtravano con una candida garza di cotone.
Perchè non provare a prepararlo anche in una cucina del XXI secolo?

Burro Ingredienti (per 100 g di burro):

  • 200 g di panna fresca da montare;

Procedimento:

Montate con le fruste di un frullatore elettrico la panna e continuate fino a quando la parte grassa si separerà dal latticello. Sciacquate sotto l’acqua fresca, strizzate bene il burro ottenuto e dategli la forma desiderata.
Potrete conservare il burro in frigorifero per qualche giorno.

Un po’ di sale in zucca: “Ah, come sono vere le grandi, le eterne parole: “Non potrà conservarsi libera nessuna nazione in cui la libertà è un privilegio e non un principio”!
(Dalla prefazione dell’autrice alla prima edizione europea, Andover, 21 Settembre 1852)

Categorie: Beecher-Stowe Harriett, Classico, Denuncia, Letteratura americana, Ragazzi, Salse & C. | Tag: , , , , , , , , | Lascia un commento

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