Vegetariano

The Jane Austen Cookbook


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Forse leggere una raccolta di ricette può sembrare una scelta strana, soprattutto se non fai il cuoco di mestieri, ma questo in realtà ormai è diventato un “classico” della letteratura anglosassone, sicuramente di genere, o meglio di generi. Libro di cucina appunto – e non mero menù di altri tempi – approfondimento storico, gustoso album fotografico di tradizioni sociali e socievoli (di illustrazioni invero ne appaiono ben poche, ma lavorare di immaginazione potrà solo che giovare all’appetito!) che hanno come sfondo gli ambienti della middle class inglese di epoca Regency, elegantemente introdotti dalla migliore padrona di casa di quegli scenari: Jane Austen.
Due secoli dopo il cibo appare tornato protagonista indiscusso di ambiti disparati della nostra cultura e perciò credo che far conoscere anche al pubblico italiano una tale pubblicazione, non sia un eretico attentato ai buongustai nostrani.
Le autrici decidono di avvicinare i lettori introducendo la realtà cibo in tutte le sue valenze per la vita del popolo britannico di ‘700-‘800: il concetto del pasto come breve ristoro, o come vero e proprio evento sociale di innumerevoli ed abbondanti portate, il suo scandire il tempo o il separare le classi, il vitto del contadino e quello della nobildonna, i deschi imbanditi del ben di Dio prodotto “a km 0″e le pietanze “esotiche” di secoli passati e per noi tanto comuni; le carni, i pesci, le verdure, le loro cotture, i tagli prelibati e quelli da risparmio, le quantità da dispensa, il galateo della tavola e degli ospiti, le occasioni, ecc…
E poi le proposte à la carte…per ogni evenienza e stomaco, corredate da stralci di diari e appunti autografi del “circolo” degli Austen, con, a seguire, parafrasi adattate per le esigenze quotidiane, organizzate per tipologia, come in ogni ricettario che si rispetti.

Una lettura interessante e un alternativo metodo per arricchire il proprio bagaglio linguistico…rigorosamente brindando che…God Save the Queen!

Giudizio di Weareborg7of9: gufolibro4_tras

Titolo: The Jane Austen Cookbook
Titolo originale: The Jane Austen Cookbook
Autore: Maggie Black & Deirdre Le Faye
Traduttore: –
Editore: The British Museum Press
Collana:
Data di pubblicazione: 1995 (prima edizione); 2011 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 10,99 £
Pagine: 128
Codice ISBN: 9780714127699

Broild Eggs

Riportiamo semplicemente una delle numerose ricette riportate nel libro, completa già della sua introduzione e del relativo adattamento moderno.
(Ovviamente testata e fotografata!)

BroildEggs_Recipe

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Il vecchio e il mare


il vecchio e il mareCuba, parecchi anni fa.
Un vecchio pescatore va a pesca al largo dell’isola con la sua barchetta, accompagnato da un ragazzo – Manolo – che verrà costretto dai propri genitori ad abbandonarlo al proprio destino: porta sfortuna, non pesca mai niente. Questo, in modo stringato, l’antefatto.
Poi inizia il capolavoro: il vecchio, testardo, continua da solo per giorni, in attesa di quello che si potrebbe definire un colpo di fortuna: finalmente cattura un pesce spada….più grande della propria barca. Lo fissa all’esterno e da qui in poi emerge tutta l’abilità creativa di uno scrittore amato/odiato: Ernest Hemingway.
Il racconto è un susseguirsi di riflessioni su molti aspetti della vita intercalati alla lotta per salvaguardare la sua pesca, sempre più compromessa a causa degli squali.

Giudizio di Ezechielelupo2: gufolibro5_tras

Titolo: Il vecchio e il mare
Titolo originale: The Old Man and the Sea
Autore: Hemingway Ernest
Traduttore: Pivano Fernanda
Editore: Mondadori
Collana:  Oscar classici moderni
Data di pubblicazione: pubblicato per la prima volta sulla rivista Life nel 1952 (prima edizione); 1° Gennaio 2000 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 10 €
Pagine: 140
Codice ISBN: 9788804488255

Cuban Black Bean Soup

Hemingway amava Cuba, soprattutto l’ha amata nell’ultimo periodo della sua vita, quello in cui produsse questo suo famosissimo libro. Era un grande parco giochi per gente ricca e che ambiva ai più sfrenati divertimenti, ma anche il perfetto habitat per chi voleva vivere in modo comodo ed informale. E poi c’era il Grande Fiume Blu (la corrente del Golfo) che prometteva la miglior pesca di marlin del mondo. E poi…
Il piatto che proponiamo è tratto dal libro Una Fiesta Mobile. A Tavola (e sotto il Tavolo) con Hernest Hemingway, di Gail McDowell, in cui viene raccontata la vicenda biografica e la carriera dell’autore attraverso i luoghi e soprattutto i sapori che hanno pervaso ogni cosa che intorno a lui di lui avesse il gusto.
Da p. 68:

CubanBlackBeanSoup Ingredienti (per 6 porzioni):

  • 500 gr di fagioli neri secchi;
  • 2,5 lt di acqua;
  • 120 gr di guanciale o pancetta;
  • 2 spicchi d’aglio tritati finemente;
  • 1 cucchiaino di cumino;
  • 1 cucchiaino di origano;
  • 1/2 di cucchiaino di senape in polvere;
  • 1 cucchiaio di olio di oliva;
  • 2 grosse cipolle tritate finemente;
  • 1 peperone verde tritato grosso;
  • Succo di mezzo limone;
  • Sale e pepe q.b.;
  • 6 fettine di limone;
  • 2 uova sode tritate;

Preparazione:

“Lasciate i fagioli a mollo in acqua abbondante per tutta la notte.
Buttate l’acqua e portate a ebollizione due litri e mezzo di acqua fresca. Aggiungete i fagioli, il guanciale o la pancetta. Abbassate il fuoco e lasciate sobbollire, parzialmente coperto, per un’ora o due, finchè i fagioli sono quasi cotti. Mescolate l’aglio, il cumino, l’origano e la senape in polvere. In una pentola scaldata l’olio e soffriggete la cipolla e il peperone, mescolando sempre. Quindi versate il succo del limone e mezza tazza dell’acqua di cottura dei fagioli. Coprite e fate cuocere piano per 15 minuti. Poi unite il tutto ai fagioli e fate cuocere ancora un’ora, parzialmente coperto.
Al momento di servire la minestra, passate due tazze di fagioli e rimetteteli in pentola. Togliete il guanciale. Versate la minestra nelle scodelle e decorate con l’uovo tritato e una fetta di limone.”

Un po’ di sale in zucca: …“It is good that we do not have to try to kill the sun or the moon or the stars. It is enough to live on the sea and kill our true brothers.”
(Ernest Hemingway,
The Old Man and the Sea)

 

book-to-film Segnaliamo il capolavoro del 1958 di John Sturges, vincitore anche di un premio Oscar, l’anno successivo, per la migliore colonna sonora firmata Dimitri Tiomkin, nonchè in lizza anche per il riconoscimento come miglior attore protagonista a Spencer Tracy – nel ruolo di Santiago. The-Old-Man-and-the-Sea-1958-Hollywood-Movie

 

Esiste una breve versione d’animazione, The Old Man and the Sea di Aleksandr Petrov (1999), realizzata in un interessante stile pittorico. Questa versione ha vinto nel 2000 il premio Oscar per l’animazione.
Il titolo Staretzat i moreto di Petko Spasov (2002, Bulgaria), è invece un adattamento molto libero del soggetto di Hemingway.

…”Books and movies are like apples and oranges. They both are fruit, but taste completely different”…
(Stephen King)

 

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David Copperfield


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«Di tutti i miei libri, quello che più amo è questo… come molti genitori amorosi, ho nel più profondo del cuore un figlio preferito: il suo nome è David Copperfield»

Un capolavoro! Forse l’autobiografia dell’autore, sicuramente il preferito del grande scrittore inglese, l’ottavo della sua grande produzione.

Il romanzo racconta la storia di un uomo dall’infanzia alla maturità. Conosceremo il signorino David e la sua difficile infanzia, il ragazzo alle prese con gli studi, le amicizie e i primi amori; il giovane uomo e le sue prime esperienze di lavoro e la responsabilità di una moglie bambina fino ad arrivare al maturo ed affermato scrittore che ha conquistato la serenità che tanti avvenimenti avevano offuscato.

Ma secondo me, la grandezza di quest’opera, sta nella varietà dei tanti personaggi che il nostro David incontra nell’arco di molti anni che la narrazione di Dickens ha messo sulla strada del protagonista: tutti ugualmente importanti. Volutamente non posso elencarli per non svelare la parte più piacevole della lettura, l’incontro con ognuno di loro si deve assaporare momento per momento, ma voglio solo dire che il personaggio che ho più amato è senza dubbio la zia Betsey Trotwood con la sua simpatica ironia.

Un grande romanzo, quindi,  che come molte delle opere di Dickens è stato pubblicato in 19 puntate su una delle riviste letterarie dello stesso autore, tra il 1849-1850.

Il libro inoltre viene anche classificato come industrial novel, perché tratta della misera vita sfruttata di donne e bambini nelle fabbriche durante la rivoluzione industriale.

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60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: David Copperfield

Titolo: David Copperfield
Titolo originale: The Personal History, Adventures, Experience and Observation of David Copperfield the Younger of Blunderstone Rookery
Autore: Charles Dickens
Traduttore: Frida Ballini
Editore: Einaudi
Collana: ET Classici
Data di pubblicazione: 1849-1850 in 19 puntate su una delle riviste letterarie dello stesso autore (prima edizione); 10 Giugno 2010 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 17,50 €
Pagine: 892
Codice ISBN9788806177058

La colazione a casa del maestro Mell

…”Parve molto sorpreso (mi pare ancora di vederlo come si fermò e mi guardò) e dopo avere riflettuto qualche momento disse che desiderava fare visita a una persona anziana che abitava poco lontano: la miglior cosa sarebbe stata che io mi comperassi qualcosa, pane o altro cibo sano, e facessi colazione presso quella persona, la quale ci avrebbe potuto dare un po’ di latte.
Pertanto ci fermammo a guardare la vetrina di un panettiere e dopo che io ebbi, con una serie di proposte, suggerito di comperare tutte le cose più indigeste che vi si trovavano, e che egli le ebbe eliminate tutte, una dopo l’altra, decidemmo in favore di una bella pagnotta di pane integrale che mi costò tre pence. Poi dal salumiere comperammo un uovo e una fetta di pancetta striata di rosso, le quali cose mi lasciarono quello che mi parve un bel po’ di resto del secondo dei miei lucidi scellini, e che mi indusse a ritenere Londra una città molto a buon mercato. Fatte queste provviste, proseguimmo in mezzo a un gran frastuono e fragore che confusero la mia povera testa stanca più di quanto potrei dire, e al di là di un ponte che era senza dubbio il ponte di Londra (credo certo che me l’abbia detto, ma ero mezzo addormentato) finché arrivammo all’abitazione di quella povera donna, una casa che faceva parte con altre di un ospizio di mendicità, come compresi guardandole, e da una incisione su pietra al di sopra del cancello, che diceva essere quella una istituzione per venticinque donne povere.

– Puoi preparare la colazione a questo signorino, per piacere? le disse il maestro di Salem House.
– Se posso? – disse la vecchia. – Sì, certo che posso.

Attraverso la finestrella il sole inondava la stanza, ma la vecchia gli volgeva le spalle e con la spalliera della poltrona faceva schermo al fuoco, come se proprio “lei” lo tenesse caldo invece di farsene riscaldare, e fissandolo con aria estremamente sospettosa. La fine dei preparativi per la mia colazione, sollevando il fuoco da tale compito, la rallegrò tanto che rise addirittura forte, e devo dire che la sua fu una risata tutt’altro che melodiosa.

Sedetti davanti alla pagnotta con l’uovo, la pancetta e inoltre una ciotola di latte e consumai il più delizioso dei pasti. Mentre me lo stavo ancora pienamente godendo, la vecchia padrona di casa disse al maestro: – Hai portato il flauto?”…

Chissà come erano quell’uovo e quella pancetta…  noi li abbiamo preparati così:

 

Uova e pancetta

 

book-to-film Dal romanzo sono stati tratti numerosi film per il cinema (già dal 1911!), uno sceneggiato televisivo e due miniserie televisive:

…”Books and movies are like apples and oranges. They both are fruit, but taste completely different”…
(Stephen King)

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Un’eterna meraviglia


Un'eterna meraviglia

Romanzo postumo ed atipico, trovato per caso dagli eredi e pubblicato senza le probabili correzioni che la scrittrice avrebbe potuto effettuare.
Dalla gestazione ai primi passi di un bambino che già nei primi anni di vita dimostra un’eccezionale capacità di apprendimento. Sempre avanti rispetto ai coetanei, si stanca ben presto della scuola dove trova pochi stimoli; ne troverà nello studio dei suoi simili, nel padre, ed in seguito……non roviniamo il gusto della scoperta.
Ritroviamo l’anima della Buck nella seconda parte, quando la sua amata Cina rivive nella figura di un anziano antiquario e di sua figlia conosciuti a Parigi.

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60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: Un’Eterna Meraviglia

Titolo: Un’eterna meraviglia
Titolo originale: The eternal wonder
Autore: Pearl S. Buck
Traduttore: Bagnoli K.
Editore: Mondadori
Collana: Scrittori stranieri
Data di pubblicazione: 2013 (prima edizione); 30 Settembre 2014 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Pagine: 300
Prezzo: 18 €
Codice ISBN: 9788804640431

 

Tofu impanato e fritto con salsa speziata al burro di arachidi

Pearl S. Buck era anche conosciuta con il suo nome cinese – Sài Zhēnzhū – per il suo grande amore per questo paese, dove visse una buona parte della sua vita e dove ambientò il suo romanzo più famoso, La Buona Terra.  che le valse il premio Nobel nel 1938.
Non poteva quindi mancare qui un piatto della cucina cinese…ma che non fosse il classico riso alla cantonese!

Tofu Ingredienti per 2 persone:

  • 200 g di tofu;
  • 2 cucchiai di amido di mais;
  • sale e pepe in base al gusto;
  • olio per friggere q.b.;

Per la salsa:

  • 1 cucchiaio di burro di arachidi;
  • 3 cucchiai di latte scremato o latte di soya o latte di cocco;
  • 1 cucchiaino di polvere d’aglio (a chi piace);
  • 1 cucchiaino da the di salsa di soya;
  • 1 cucchiaino da the di salsa al peperoncino e salsa Ketchup,
  • 1 pizzico di peperoncino;
  • sale e pepe in base al gusto personale;

Procedimento:

Scolate bene il tofu asciugandolo un po’ con della carta da cucina; tagliatelo a cubetti, della dimensione di un boccone e impanatelo con l’amido di mais avendo cura di non tralasciare nessun lato.
Scaldate poco olio, la quantità giusta per ricoprire il fondo del tegame, e friggetevi i dadini di tofu un po’ alla volta, facendo attenzione che su ogni lato si formi una piccola crosticina.
Scolateli su carta assorbente, spolverateli con sale e pepe e adagiateli sul piatto di portata.
Portateli in tavola accompagnati dalla salsa, che avrete preparato in questo modo: dopo che avrete scaldato il latte in un pentolino, aggiungetevi il burro di arachidi, amalgamandolo bene al latte, poi arricchite con le salse e gli altri sapori.
Servite come aperitivo caldo, magari accompagnato da una profumata zuppa di legumi cinesi.

Un po’ di sale in zucca: …”They cannot take the land away from me. the labor of my body and the fruit of the fields I have put into that which cannot be taken away. If I had the silver, they would have taken it. if I had bought with the silver to store it, they would have taken it all. I have the land still, and it is mine.” …
(La buona terra,
Pearl S.Buck)

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I Promessi Sposi


I promessi sposi

Questa, sia ben chiaro, non è una recensione, ma soltanto un insieme delle sensazioni e pensieri che ho provato nel leggere uno dei romanzi più famosi della letteratura italiana.
Del capolavoro di Alessandro Manzoni, conoscevo come tutti la trama, avevo letto alcuni capitoli a scuola e in altre occasioni, visto più di uno sceneggiato televisivo, ma non avevo mai affrontato interamente l’opera.
Ho preso in mano quindi questo volume per scoprire cosa c’era dietro ogni personaggio, per conoscere meglio il carattere o la storia che ognuno di loro si era lasciato alle spalle, personalità su cui il grande scrittore milanese ha cucito addosso, sottolineandone in ogni particolare, le caratteristiche proprie.
Mi ha fatto sorridere la spontanea e quasi ingenua astuzia di Renzo, ho compatito il pavido Don Abbondio e commiserato la vita da reclusa della monaca Gertrude.
Non mi era sconosciuta la generosità di Fra Cristoforo, ma lo era la grande colpa che l’ha portato alla scelta della vita religiosa.
E’ stata una sorpresa scoprire la parte importante che il Cardinale Federico Borromeo ha avuto nella commovente conversione dell’Innominato, ho apprezzato la grande bontà e simpatia di Agnese, e provato sentimenti contrastanti per la fine solitaria di Don Rodrigo e la troppa rassegnazione della povera Lucia, figura priva di brio e di voglia di lottare.
Anche i personaggi minori non mi hanno lasciato indifferente: come la collera nei confronti di Azzeccagarbugli  per i suoi intrallazzi con i potenti, cose che  purtroppo succedono anche  ai nostri giorni; fortunatamente oggi troviamo anche la generosità di Bortolo, dell’amico d’infanzia di Renzo, della famiglia che ha ospitato la promessa sposa appena liberata e della ricca ma sfortunata mercantessa milanese conosciuta nel Lazzaretto.
Non mi vergogno ad ammettere che mi sono anche commossa, per il dolore di quella povera mamma con in braccio la sua bambina morta di peste mentre seguiva, come in una mesta processione, il carro dei monatti.
Ma le lacrime agli occhi mi sono spuntate anche per la poesia del famoso “Addio ai monti…”, della bellezza di quelle parole che mi hanno spalancato una finestra su quel panorama meraviglioso che mi sorprende ogni volta che mi ci reco.

Per chi ama la grande letteratura, la storia, e la bellezza delle provincie di Lecco, Bergamo, Milano e la Brianza, ritroverà espressioni ancora tipiche nei nostri dialetti, mestieri di quel tempo diventati oggi magari cognomi abbastanza comuni, luoghi non espressamente nominati ma di facile collocazione.

Per tutti quelli che non conoscessero per intero il romanzo, un invito a non perderselo.
Vi assicuro, non è un mattone!!!

Giudizio di 2mog2: gufolibro5_tras

60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: I Promessi Sposi

Titolo: I Promessi Sposi
Titolo originale: I Promessi Sposi
Autore:  Alessandro Manzoni
Traduttore:
Editore: Newton Compton
Collana: I MiniMammut
Data di pubblicazione:
1827 (prima edizione); 22 Maggio 2014 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio) 
Prezzo: 3,90 €
Pagine: 607
Codice ISBN:   9788854165519

La polenta bergamasca

Il Manzoni ci racconta che un camino con la brace  calda era  sempre pronto in ogni cucina a riscaldare l’acqua del paiolo e preparare una fumante polenta, che per alcuni era il solo cibo della giornata.

Leggiamo infatti della polenta bigia di grano saraceno, o quella più povera di farina di saggina, ma credo che a casa del cugino Bortolo, Renzo si sia gustato una dorata polenta bergamasca . Noi, che siamo di quella terra, l’abbiamo preparata con  la classica ricetta…
(Si segnala di aver tratto la ricetta dal sito: http://www.slowfoodbergamo.it).

IMG_3062Ingredienti (per 6 persone):

  • 500 gr. farina di granoturco bramàda;
  • 1,8 litri di acqua;
  • 10 g sale grosso;

Le dosi possono variare (da 1,4 l a 2 litri di acqua per 500 g farina, a seconda dell’umidità della farina, della temperatura e della stagione).

Procedimento:
Porre sul fuoco un paiolo di rame con l’acqua dosata ed una cucchiaiata di farina di mais, che resterà in superficie. Quando la poca farina inizierà a muoversi portandosi al centro, salare l’acqua, diminuire il fuoco e versare a pioggia con la mano sinistra i 3/4 della farina mentre con la destra si deve mescolare energicamente con una frusta.
Fondamentale a questo punto è fermarsi: coprire e lasciare gonfiare per 2 minuti la farina.
Poi iniziare a “menare” la polenta e aggiungere lentissimamente la restante farina. Non devono assolutamente formarsi grumi perciò è importante, in questa prima fase, imprimere all’intera massa un movimento vorticoso.
A questo punto cambiare attrezzo: serve il bastone della polenta. Da questo momento si contano i quarantacinque minuti di cottura, minimo.
Menare la polenta è un’arte: il gomito non deve muoversi … chi dirige il bastone è il polso.
Non bisogna assolutamente mescolarla di continuo; lasciandola scoperta si deve, inizialmente mescolare ogni 5 minuti, poi si devono aumentare progressivamente gli intervalli, fino al quarto d’ora finale (ad esempio dopo 5,7,10,14, 15= 51 minuti).
Non bisogna farla schizzare e, quindi, il fuoco deve essere costante e moderato; la polenta deve tendere a sbuffare, quello è il momento di… accudirla, mescolandola con rispetto e amore.
Terminata la cottura la polenta sarà una massa staccata dalla crosta formatasi attorno al paiolo.
Con una veloce manovra la si rovescia sull’asse di legno già coperto con un telo di lino umido. I lembi di questo telo andranno a proteggere la polenta dal contatto diretto con l’aria e la manterranno calda e umida … perfetta ad ogni fetta.

Un po’ di sale in zucca: …”Pulènta frègia, strachì che spössa l’è la baüssa di milanéss”…
(“Polenta fredda e stracchino puzzolente ingolosiscono i milanesi”.)
(Proverbio bergamasco)

 

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