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La ragazza con l’orecchino di perla


O “La ragazza dagli occhi grandi”.
In questo periodo in cui la mostra di Bologna dedicata agli artisti della Golden Age e soprattutto al celebre pittore olandese, Jan Vermeer e il suo dipinto più noto sembrano essere tornati in auge anche in libreria, luogo – forse – dove erano stati “scoperti” dal grande pubblico, proprio grazie al bestseller della Chevalier.

Generalmente storco il naso di fronte all’hit parade delle vendite letterarie (magari un giorno vi spiegherò il perchè) e infatti questo è “solo” il terzo lavoro che approccio dell’autrice statunitense più british della narrativa mondiale. Ecco, tuttavia, in questo caso non faccio fatica ad ammettere che mi conformo con entusiasmo alla massa.

Probabilmente il #librodellavita uno scrittore lo partorisce solo una volta, non per un’unica fortunata ispirazione e per una consueta modesta abilità, ma perchè ciò per cui si è veramente “etichettati” nella storia è un dettaglio, un elemento, un evento…o, come in questo frangente, un libro. La manna dal cielo per la buona Tracy è stato questo breve, semplice, puro e raffinato romanzo; in poche pagine ci si trova gentilmente trasportati sulle acque dei canali della Delft del XVII sec., con le narici subito impregnate degli odori dei mercati, mani e piedi intirizziti dai freddi umidi degli inverni continentali, gli occhi colmi dei bianchi e dei blu…per poi d’improvviso respirare polveri e colori dell’atelier di un pittore, di sbattere le palpebre per i vapori delle cucine e della lavanderia di una casa che a metà del 1600 era “una fra le tante” e che oggi, quasi immobilizzata ed incastonata nel tempo e nello spazio di una piazza “come tante”, è la casa additata dai turisti di mezzo mondo e ammirata nella sua attuale spoglia realtà, da chi, in queste stesse poche pagine, ha imparato a conoscerne il padrone e la sua musa: la piccola Griet dagli occhi grandi. Inconsapevole “eroina” e protagonista della storia (la sua) di un’opera d’arte ormai ben riconoscibile nell’immaginario comune.
Ogni parola, ogni frase sembra riprodurre quel languido e meditato tocco dell’artista sulla tela, il tutto funzionale e adeguato con la naturalezza di una grande mano, di una penna sciolta, di un magistrale pennello.

Non riesco e non voglio aggiungere niente di più allo stupore e all’appagamento derivatomi da tale lettura, perchè non credo riuscirei a rendergli il giusto merito.
Il mio giudizio “scolastico”, spesso avaro e mai sbilanciato, dovrebbe essere più eloquente di altri prolissi elogi.

(Ho dovuto aspettare mesi per incontrare dal vivo quegli “occhi grandi” e quell’orecchino di perla, ma l’attesa è stata ampiamente ripagata…un piccolo miracolo dell’arte racchiuso nell’incantevole dolcezza di un volto semplice).

Giudizio di Weareborg7of9: gufo libro45

60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: La Ragazza con l’Orecchino di Perla

Titolo: La ragazza con l’orecchino di perla
Titolo originale: Girl with a Pearl Earring
Autore: Tracy Chevalier
Traduttore: Pugliese L.
Editore: Neri Pozza
Collana: I narratori delle tavole
Data di pubblicazione: 1999 (prima edizione); 20 Novembre 2013 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 9,90 €
Pagine: 240
Codice ISBN: 9788854507722

 La “minestra” di Griet

Sfido chiunque a rifiutare un piatto di minestrone “dipinto” in questo modo…

…”L’uomo mi osservava, gli occhi grigi come il mare. Aveva un volto lungo e spigoloso, un’espressione ferma, in contrasto con quella della moglie, che guizzava come la fiammella di una candela. Non aveva né barba né baffi, il che mi piaceva perché gli dava un aspetto lindo. Sotto al mantello nero indossava una camicia bianca con un elegante colletto di pizzo. Portava il cappello calcato sui capelli, che erano rossi come i mattoni bagnati dalla pioggia.
“Che cosa stavi facendo, Griet?” chiese.
Processed with Moldiv Quella domanda mi stupì, ma ebbi la presenza di spirito di non darlo da vedere. “Stavo tritando le verdure, signore. Per la minestra”.
Avevo l’abitudine di sistemare le verdure in cerchio, ciascuna in uno spicchio come una
fetta di torta. C’erano cinque fette: cavolo rosso, cipolle, porri, carote e rape. Mi ero servita della lama d’un coltello per dare la forma a ciascuna fetta, e nel centro vi avevo piazzato una rondella di carota.
L’uomo picchiettò col dito sul tavolo. “Le hai disposte secondo l’ordine in cui vanno nella pentola?” si informò, osservando la ruota.
“No, signore”. Esitai. Non sapevo spiegare perché avessi messo le verdure in quel modo. Le disponevo così istintivamente, come sentivo che dovevano stare, ma ero troppo intimorita per dirlo a un signore.
“Vedo che i bianchi li hai messi distanti l’uno dall’altro”, osservò indicando le rape e le cipolle. “E poi l’arancione e il violetto non sono vicini. Perché mai?” Prese un ritaglio di cavolo e un pezzetto di carota e li scosse nella mano come avrebbe fatto con due dadi.
Rivolsi lo sguardo a mia madre, che mi fece un leggero cenno di incoraggiamento.
“Quei colori fanno a pugni quando sono vicini, signore”.
Inarcò le sopracciglia, come se non si fosse aspettato una risposta del genere. “E ci metti molto a sistemare le verdure prima di fare la minestra?”
“Oh no, signore”, risposi imbarazzata. Non mi piaceva che mi giudicasse una perditempo.
Colsi un movimento con la coda dell’occhio. Agnes, la mia sorellina, stava spiando da dietro lo stipite della porta e alla mia risposta aveva scosso la testa. Non dicevo spesso bugie. Abbassai lo sguardo.
L’uomo girò un po’ la testa e Agnes si ritrasse. Poi fece ricadere i pezzetti di carota e di cavolo nei rispettivi settori. Quello del cavolo cadde per metà sulle cipolle. Avrei voluto allungare la mano per spingerlo al suo posto. Non lo feci, ma lui capì la mia intenzione. Mi stava mettendo alla prova.”…

Un po’ di sale in zucca: …”Ho cercato gli sguardi vicino a me, ne ho fatto sogno e sostanza, memoria e previsione del futuro. Mi sono perso in loro e ugualmente loro si sono perduti in me.Siamo rimasti in equilibrio su questo filo, dove la bellezza era pericolo e insieme regalo.Credo di avere dipinto così anche la ragazza con l’orecchino di perla.”…
(Jan Vermeer)

 

Categorie: Chevalier Tracy, Narrativa, Primi, Storico | Tag: , , , , , , , , , , , | Lascia un commento

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