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La crociera


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Il biasimo che incontrano le persone di indole malinconica e di formazione triste, spesso rivela ingiuste considerazioni e un cieco sentire nei confronti di sensibilità eccezionalmente elevate ed affinate.
Questo, mi pare opportuno dire, è il caso di Virginia Woolf: animo inquieto e fragile, spirito solido e lieve nello stesso tempo, di una tempra così tradizionalmente britannica e per questo tanto intriso di ironia e tendente ad una naturale rincorsa all’avanguardia.
La letteratura con la Woolf guadagna un nuovo genere e un nuovo modo di scrivere la novellistica, quella che scardina il romanzo tradizionalmente inteso, spogliandolo del suo realismo e soprattutto della sua trama – una “volgarità da giornalisti” -, per lasciare che parole e pagine si autoalimentino formando a loro volta dei flussi di coscienza (il canonico stream of consciousness).

Prima opera, La crociera – The Voyage Out, sarà per l’autrice un vero e proprio travaglio nervoso nei sette anni della sua stesura e successiva pubblicazione; il timore di non riuscire a far breccia nel pubblico, di non comunicare quel personale ed intimo espressionismo che, a suo sentire, solo un’eccellenza nel mondo delle arti poteva ottenere, hanno minato seriamente la salute mentale di Virginia che, da sempre vittima di una vita in parte avara e crudele con i suoi affetti, patirà già da questi primi affacci sulla piazza della pubblica lettura, l’ansia disorientante e logorante che le fu sempre propria.
Virginia come Rachel, Vanessa (nb. l’amata sorella) come Helen: persone fisiche e monologhi interiori, donne consapevoli e oltre della loro presenza in ambienti reali e in più metafisici approdi, mete di viaggi per mare (nb. The Voyage Out), sul mare, attraverso lo scorrere dell’inafferrabile acqua del tempo e dello spazio; crociere al largo di considerazioni condivise da una società esposta spesso ad un acutissimo e a tratti impercettibile sarcasmo: bersagli irrisi, ma blanditi gli uomini, uomini compagni di giorni, ma antagonisti di idee, di pensieri, bracci destri e…sinistri individui al centro dell’amore.
Non c’è psicanalisi – aborrita quasi quanto la “volgare trama” -, nè femminismo. Non secondo l’ostentazione odierna: se la storia ha avuto una femminista vera è forse proprio la Woolf; lo è stata nel suo discernere, accettare e comprendere le differenze, che tali probabilmente non sono, poichè “maschio” e “femmina” sono parti compenetranti di un essere “completo”, perchè ogni donna ha i suoi atomi androgeni (di “atomi umani” e del loro scrosciare sul continuum vitae, ne scriverà in abbondanza nei suoi lavori maturi) ed è giusto che sia così, perchè combattere la natura non ha senso, perchè per i diritti si lotta con la razionalità, la passione dimostrando onorevoli raziocinio e sentimento.

Viaggi, percorsi, formazione e cambiamento di uomini, donne, personaggi, di artisti…intorno a sè…di se stessa.

Di lei che tanto desiderata dal mondo, da questo rifuggì impaurita, nel silente flusso di acqua che la vide nascere, vivere e ancor prima sentire, di lei che grandiosa eroina a posteriori di generazioni di ammirati e riverenti occhi, menti e cuori, mai riuscì a scaldarsi in un abbraccio materno, di lei che fu precoce orfana e che mai gioì per un figlio, ma che fu,e che è tuttora, “madre spirituale” per le odierne donne colte – e non solo – mai spazio e tempo dimenticheranno il nome, per quel riconoscimento che sarà imperituro e mai sbiadirà.

Giudizio di Weareborg7of9: gufolibro4_tras

Titolo: La crociera
Titolo originale: The Voyage Out
Autore: Virginia Woolf
Traduttore: Bianciardi L.
Editore: Newton Compton
Collana: Grandi tascabili economici
Data di pubblicazione: 1915 (prima edizione); 10 Gennaio 2012 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio)
Prezzo: 4,90 €
Pagine: 306
Codice ISBN: 9788854134904

Categorie: Classico, Letteratura inglese, Narrativa, Woolf Virginia | Tag: , , , , , , , , , , , , , , | 1 commento

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