Georges


Ancora Dumas… Lo so non ho molta fantasia, non riesco a resistere ad un libro del grande autore francese, perdonatemi se mi ripeterò esclamando che leggerlo valeva proprio la pena e che, è quasi con dispiacere quando alla fine della storia non si hanno altre pagine da girare e bisogna salutare i personaggi che ci hanno accompagnati.

Ma arriviamo alla vicenda. Lo scenario è l’Ile de France, l’odierna Mauritius, isola nel mezzo dell’Oceano Indiano. Il racconto inizia nel 1810, poi con un salto di 14 anni che hanno accompagnato Georges, il protagonista, in giro per il mondo, riparte nel 1824, quando il ragazzo riapproda su queste coste con la stessa nave del nuovo governatore inglese.

Georges è un giovane e ricco creolo deciso a vendicare una grave offesa ricevuta da bambino da parte di un coetaneo bianco. Gli anni che ha trascorso lontano da casa li ha usati per rafforzare la sua volontà, per vincere ogni debolezza e tentazione, per mostrare che una persona di colore può essere uguale e anche superiore ad un bianco. Il suo orgoglio è talmente grande e alimentato dal rancore che arriva quasi a sfidare Dio.

La personale vicenda del protagonista si svolge in una società dove è in vigore la schiavitù e dove la tratta dei neri, anche se abolita da una legge, viene ancora largamente praticata. E proprio questa popolazione di colore cerca di ribellarsi, di riscattare la libertà combattendo contro il padrone.

Il libro però non racconta propriamente una storia di riscatto, gli schiavi ne vengono fuori come facili vittime delle loro stesse debolezze e solo un gruppo di loro riuscirà a mantenere la propria dignità.

Attraverso la magia di queste pagine, saliremo su una fregata inglese, saremo inebriati dal profumo di fiori variopinti, ci culleranno le voci malinconiche dei canti degli schiavi e dell’allegro cinguettio degli uccelli, varcheremo i cancelli di grandissime tenute e ville lussuose, isseremo le vele di una nave negriera al comando del suo simpatico comandante, ci lasceremo andare ad un mondo di sogni con l’aiuto di qualche bicchiere di whiskey, condivideremo le emozioni di odi, rancori, vendette, ma anche di incondizionata fedeltà, di amicizia, di simpatie, di grande stima, di forte volontà e di una grande, tenera e commovente storia d’amore, l’unica protagonista che uscirà vincente da questo romanzo.

Dumas è un maestro di queste storie, gli ambienti dei suoi romanzi cambiano, molteplici sono le personalità e le vicende storiche, ma sempre grandi e uniche la sua genialità e la sua abilità narrativa.

Giudizio di 2Mog2: gufolibro5_tras

 

60x60_07_cuffie Ascolta un brano del libro: Georges

Titolo: Georges
Titolo originale: Georges
Autore: Alexandre Dumas (padre)
Traduttore: Goruppi Tiziana
Editore: Adelphi
Collana: Gli Adelphi
Data di pubblicazione:
1843 (prima edizione); 31 Ottobre 2002 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio) 
Prezzo: 9,50 €
Pagine: 425
Codice ISBN: 9788845917370

Banane al forno

Un povero schiavo ruba una banana, la cuoce nella brace: è tutto quello che può fare per la moglie malata, ma la banana sparisce…
Ho voluto provare a riscattare questo sopruso con una ricetta di banane al forno, semplice ma gustosa.

IMG_0977 Ingredienti (per 4 persone):

  • 4 banane;
  • 4 cucchiai di burro;
  • 2 cucchiai di zucchero;
  • Cannella in polvere q.b.;

Procedimento:

Lavate accuratamente la buccia delle banane strofinandola con un panno umido. Sfogliatele senza staccare completamente la buccia, in modo da ottenere un fiore.
Ungete bene una teglia col burro e disponeteci le banane una accanto all’altra.
Guarnite ogni banana con un fiocchetto di burro. Cospargete con lo zucchero, annaffiate con dell’acqua e infine spolverizzatele con la cannella.
Cuocete in forno a 180°C per 20 minuti.

Consigli: le banane devono essere mature, ma non troppo molli. Inoltre potrete insaporirle annaffiandole di maraschino o servirle con guarnizioni di cioccolato fondente, panna ontata, gelato e fragole.

Un po’ di sale in zucca:Les fruits de la terre se recueillent tous les ans, et ceux de l’amitié tous le jours.”…(François des Rues, Scrittore e moralista francese 1575-1633)

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