Archivi del mese: ottobre 2015

Vendetta di sangue


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Non il W. Smith classico che conosciamo. Questo secondo romanzo con protagonista Hector Cross è intriso di violenza causata principalmente dal brutale assassinio della moglie di Hector.
Praticamente due racconti, uno – denso di inenarrabili nefandezze – racchiuso nell’altro; ho l’impressione (avuta già nel primo romanzo della serie) che lo scrittore, senza nuove idee (dove sono le favolose avventure dei Courtney o dei Ballantyne?) sia scivolato nella facile presa della violenza gratuita per attirare un tipo particolare di lettori.
A questo punto c’è poco da dire: sarà l’ultimo romanzo del ciclo che leggerò, sempre se ci sarà un seguito.
Solo la curiosità di come va a finire mi impedisce di interromperlo.

P.S: il finale è la cosa più assurda di tutto il libro.

 

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Titolo: Vendetta di sangue
Titolo originale: Vicious Circle
Autore: Wilbur Smith
Traduttore: Zarchini Lucio
Editore: Longanesi
Collana: La Gaja Scienza
Data di pubblicazione:
2013 (prima edizione); 31 Gennaio 2013 (si segnala l’ ultima edizione italiana in commercio) 
Prezzo: 19,90 €
Pagine: 512
Codice ISBN: 9788830432628

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Pride and Prejudice. A graphic novel


P&P_Graphic Novel

Per gli amanti di P&P una chicca imperdibile per arricchire il proprio scrigno di tesori e cimeli quasi feticistici, dedicato al Romanzo per eccellenza, al capolavoro della (qui, ma non solo) veneratissima (zia) Jane Austen.
Una produzione a fumetti – una graphic novel appunto – firmata da Ian Edginton, già disegnatore di altri classici della letteratura, e Robert Deas, che sicuramente farà brillare gli occhi di tutte le fans dei Darcys.
Si potrebbe pignolare sul fatto che le strisce diradano la storia verso la fine e la conclusione sembra un filo affrettata, anche vero che la vicenda è arcinota e conosciuta a memoria probabilmente da chiunque si accinga a prendere in mano questo libretto; del resto anche i dialoghi riportano perfettamente quelli originali della Austen, così come viene mantenuto il lessico ‘700-‘800esco del manoscritto principe.
Chiaramente sto parlando dell’unica edizione disponibile sul mercato: quella in inglese. Se la lingua della più famosa Elizabeth (God save the Queen) non vi spaventa e l’amore per Fitzwilliam supera ogni ostacolo, questo potrebbe essere una buonissima idea per farvi “coccolare” il prossimo Natale.

Giudizio di Weareborg7of9: gufolibro4_tras

Titolo: Pride and Prejudice
Titolo originale: Pride and Prejudice
Autore: Jane Austen, Ian Edginton e Robert Deas
Traduttore: 
Editore: Selfmadhero
Collana: Eye classics
Data di pubblicazione: 
6 Febbraio 2011 (prima ed edizione più economica attualmente in commercio) 
Prezzo: 14,99 £
Pagine: 137
Codice ISBN: 9781906838300

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La mano sinistra delle tenebre


La mano sinistra delle tenebre

A molti anni luce dalla Terra c’è un pianeta soprannominato Inverno.
Per scoprire appieno cosa comporta essere un abitante di questo pianeta non resta che immergerci in un paesaggio che solo l’immaginazione di ognuno è in grado di scoprire; ma non solo l’ambiente esterno è alieno al nostro modo di essere, forse più complicato è riuscire anche lontanamente a comprendere le mille sfaccettature della personalità dei suoi abitanti.
Fatto questo, al risveglio, ci ritroveremo sul nostro pianeta molto più caldo e vivibile ma qualcosa di noi resterà fra i ghiacci di Inverno; o forse è solo ciò che vorrei.

Giudizio di Ezechielelupo2: gufolibro4_tras

Titolo: La mano sinistra delle tenebre
Titolo originale: The Left Hand of Darkness
Autore: Ursuka K.Le Guin
Traduttore: Ugo Malaguti
Editore: Tea
Collana: Teadue
Data di pubblicazione: 
1969 (prima edizione); 27 Giugno 2003 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio) 
Prezzo: 7,80 €
Pagine: 267
Codice ISBN: 9788850204465

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Il Popolo del Tappeto


IlPopolo del Tappeto

Del resto anche Cappuccetto Rosso è considerata una fiaba per bambini, ma poi si cresce e si capisce che il messaggio neanche troppo celato dietro alla bimba ingenua, al lupo occhialuto e al cacciator-tempista, è qualcosa di più serio e profondo, un insegnamento per i ragazzini di tutto il mondo sì, ma soprattutto per i loro genitori che devono ben avvedersi dai pericoli di quella terra…oltre il “Tappeto“…che minacciano ogni giorno gli innocenti.
C’è chi descrive la prima fatica di Pratchett anche come un romanzo politico e forse non ci si allontana troppo dal vero se si pensa alla Fattoria degli animali di Orwell: entrambi utilizzano personaggi “infantili” per raccontare di una realtà quotidiana vissuta (e recitata) dagli adulti: non è solo questione di guerra e pace, governi, lotte e potere, ma fondamentalmente è la Vita, il semplice scorrere dei di ore e giorni che la rabbia, la cupidigia e l’ignoranza ormai rendono complessa e quasi alienabile dalla sua essenza.
Gli uomini diventano macchine incontrollabili ed ingestibili e come ogni motore guastato si aggiusta o si butta…pum, uno sparo, un colpo e via…tutto finito…quando poi i pum si moltiplicano ecco il caos, il circolo vizioso della violenza, la Vita perde il senso primario e il viaggio per il Tappeto diventa solo lo specchio della costante e “normale” battaglia  per la sopravvivenza dei “grandi” uomini (o dei “grandi” e basta?!).
Con questo concludo la lezione di dietrologia socio-antropologico-politica che non fa proprio parte del mio solito sguardo disincantato alla letteratura.

Ironia fanciullesca, dinamiche mentali che solo i bambini partoriscono e capiscono, ma presenti, palesi e naturali…come solo per i bambini possono essere.
Scritto nel 1971 (e riedito una 20ina di anni dopo e perciò rivisto con gli occhi “cresciuti”),  agli albori del Fantasy, quando il genere era solo robetta per ragazzini (ancora…), ma già embrionale bozzolo di un futuro luminoso grazie alla sua penna valente e lungimirante.
Un mondo a testa in giù…o da guardare dal giù in su? Il Tappeto e i suoi abitanti: Morrunghi, Dumii, Moffosi, Tizi…strambi e bellicosi tanto quanto quei pericolosi giganti oltre il confine; ma il confine, il limite è anche qui, nel piccolo “ampio” spazio tra i crini, di tradizioni, usi e costumi diversi, perciò pericolosi, perchè il confronto è una sfida troppo grande per i “grandi”, figuriamoci per quelle piccole e brulicanti creature fiere e goffe.
Un sarcasmo neanche troppo camuffato rivolto allo sguardo di chi ogni giorno non gioca alla guerra, ma tiene nelle mani il destino di qualcosa di ben più delicato di un Tappeto…che poi forse parte tutto da lì: dalla base, da dove si mettono i piedi, da dove questi dovrebbero muoversi danzando tra le sfumature del mondo e non calpestarne la sua identità, sia che abbia il verde dei prati, il blu dell’oceano, la sofficità del cielo…o la mandorla dei sorrisi dell’Est, o la morbidezza delle labbra del Sud, sia che parli con tante vocali o che si inebri di spezie e infusi caldi.
La ricchezza della realtà trasformata nella bellezza di ciò che ancora rimane: la Fantasia.

Un demiurgo del fantastico, con le sue (di lui eh!) proprie regole e i suoi dettami, con la sua onomastica e la sua logica, un inventore dal cuore scevro di ogni maliziosa scoria tipica dell’adulto medio, questo è stato Terry Pratchett per la letteratura tutta, un Peter Pan, acuto osservatore e intrepido esploratore dell’invisibile.

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Titolo: Il Popolo del Tappeto
Titolo originale: The Carpet People
Autore: Terry Pratchett
Traduttore: Ragusa Angela
Editore: Mondadori
Collana: Super Junior
Data di pubblicazione:
1971 e 1992 (prima edizione); 5 Febbraio 1999 (si segnala l’ ultima edizione italiana in commercio) 
Prezzo: – € (attualmente di difficile reperibilità)
Pagine: 144
Codice ISBN: 9788804396277

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Saggio su Ludovico Carrino


Ancora una volta abbiamo il piacere di proporvi uno scritto di Piero Lucia, autore salernitano che ha scelto iLessi per dare voce a pensieri riconoscenti verso alcune personalità che hanno arricchito la sua vita di uomo sensibile alle emozioni. In questo caso è l’arte che smuove la sua riflessione: un encomio, quasi un epitaffio trasognato per un artista, un amico da poco scomparso.

Su Ludovico Carrino: Ludovico Carrino

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La fenice rossa


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Una strage nella Chinatown di Boston, avvenuta 19 anni prima e la squadra di Jane Rizzoli e l’anatomopatologa Maura Isles si trova coinvolta in un caso da tempo archiviato che ritorna improvvisamente alla ribalta dopo che un gruppo di turisti di un ghost tour trova una mano mozzata ancora grondante sangue. All’inizio tutti pensano ad una trovata della guida, ma il sangue è vero, ed anche la mano.
Come sempre la trama si intreccia alle vicende personali dei protagonisti che si evolvono con l’andare del tempo e sono parte integrante del ciclo di racconti: come non essere interessati al matrimonio di Jane e a quello di sua madre (…), o alla pericolosa relazione di Maura con (…).
Logico che il finale sia pieno di colpi di scena.

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Titolo: La fenice rossa
Titolo originale: The Silent Girl
Autore: Tess  Gerritsen
Traduttore: Biavasco A. e Guani V.
Editore: Longanesi
Collana: La Gaja scienza
Data di pubblicazione:
2011 (prima edizione); 31 Maggio 2012 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio) 
Prezzo: 17,60 €
Pagine: 334
Codice ISBN: 9788830433311

American Pumpkin Pie

Sfruttiamo l’occasione che ci fornisce questo libro americano, per proporre uno dei grandi classici del confort food a stelle e strisce della stagione: la torta di zucca, o Pumpkin Pie, immancabile delizia del palato che proprio in questi mesi autunnale rendi sazi e contenti palati e stomaci di grandi e piccini. Un modo gustoso per conoscere ancora meglio il grande paese patria di Jane e Maura.

IMG_7721Ingredienti:

  • 500 gr di purè di zucca (potete utilizzare quello già pronto, oppure scegliere di prepararlo in casa: le ricette sono svariate, noi abbiamo utilizzato una golosissima crema con il latte condensato);
  • 1 rotolo di pasta sfoglia;
  • 2 uova;
  • 140 ml di panna da cucina;
  • 1 cucchiaino abbondante di cannella in polvere;
  • 1 pizzico di noce moscato;

Procedimento:

Preriscaldate il forno a 200° (o 180° se avete un forno ventilato).
Disponete la pasta sfoglia in uno stampo rotondo di ca. 22-25 cm di diametro e poi cuocetela con l’accortezza di averla precedentemente “fermata” con del riso o dei fagioli: in questo modo il fondo non si gonfierà durante la cottura; la crosta dovrà prendere una perfetta doratura. Una volta cotta, sfornate e lasciate raffreddare leggermente.
Intanto abbassate la temperatura del forno a 160° (o 140°).
Mescolate il purè di zucca con le uova, lo zucchero, la panna e le spezie; versate il composto sulla sfoglia e infornate nuovamente.
La torta ha bisogno di 1h e 20 min di cottura se lo stampo è particolarmente profondo, altrimenti 1h andrà bene.
Ricordatevi che la torta si solidificherà raffreddandosi, quindi non spaventatevi se una volta tolta dal forno risulterà piuttosto molliccia (il consiglio, una volta raffreddata naturalmente, è quello di riporla per un’altra oretta in forno prima di servirla).

Un po’ di sale in zucca: “Pumpkin pie, if rightly made, is a thing of beauty and a joy – while it lasts…..Pies that cut a little less firm than a pine board, and those that run round your plate are alike to be avoided. Two inches deep is better than the thin plasters one sometimes sees, that look for all he world like pumpkin flap-jacks. The expressive phrase, ‘too thin’, must have come from these lean parodies on pumpkin pie. With pastry light, tender, and not too rich, and a generous filling of smooth spiced sweetness – a little ‘trembly’ as to consistency, and delicately brown on top – a perfect pumpkin pie, eaten before the life has gone out of it, is one of the real additions made by American cookery to the good things of the world. For the first pumpkin pie of the season, flanked by a liberal cut of creamy cheeses, we prefer to sit down, as the French gourmand said about his turkey: ‘with just two of us; myself and the turkey”…
(
The House Mother)

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L’ombra dello scorpione


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9 mesi di Apocalisse in cui la Vita dovrà lottare per vincere la Morte, dove la guerra manichea che dura dagli albori del tempo, ha finalmente esplicito luogo, in cui Bene e Male si devono incontrare e scontrare con l’umanità, le sue luci e le sue ombre.

Fin dove la Redenzione è possibile?

Romanzo di formazione, cammino di espiazione, riflessione sociologica moraleggiante, saggio drammatico di “antropologia avventurosa”.
Tutto e Niente.
Bianco e Nero. …un occhio rosso…pulsante…
Sogni e Incubi.
Uomini e Bestie. …o creature e mostri?…

Un mondo costruito ex novo, progettato dal machiavellico architetto del Maine, un nuovo ipotetico (ma non utopico!) presidente della zona libera…chi l’avrebbe mai detto che il gelido Colorado diventasse la culla della nuova civiltà degli ormai ex USA.
Le luccicanze dello Stanley Hotel (v. Shining) hanno avuto bisogno di un fuoco purificatore e…Boulder è salvo ormai, ma l’Est…la perdizione di Las Vegas, l’artifizio, la falsità, il marcio…un sacrificio permetterà la Risurrezione?

…”Non temerò alcun male”…

3 vite, per quanti migliaia di uomini, donne, bambini…”cuori nuovi”?

Ma L’ombra dello scorpione è sempre in agguato, pronta a nascondersi nelle bestie, nelle creature, nei mostri…negli uomini…

A dispetto di tutto ciò, ritengo sia un libro (di dimensioni effettivamente bibliche!) positivo e luminoso, dove la Fede, qualsiasi significato le si voglia attribuire, sia il trait d’union di tutti gli attori, comparse comprese, plasmati nella loro varietà molto “umana”…che fossero bestie, creature, mostri…
La chiusura del cerchio.

…”Ci serve aiuto, dedusse il Poeta”.
(E.D.)

Giudizio di Weareborg7of9: gufo libro45

Titolo: L’ombra dello scorpione
Titolo originale: The Stand
Autore: Stephen King
Traduttore: Amato Bruno e Dell’Orto A.
Editore: Bompiani
Collana: I grandi tascabili
Data di pubblicazione: 
1978 (prima edizione); 24 Gennaio 2014 (si segnala l’edizione più economica attualmente in commercio) 
Prezzo: 14 €
Pagine: 929
Codice ISBN: 9788845275746

Strawberry Pie

…”C’era una crostata di fragole nel frigo. Era protetta dalla pellicola trasparente e, dopo che l’ebbe osservata a lungo con occhi spenti e pensierosi, Frannie la tirò fuori. La posò sulla credenza e ne tagliò una fetta. Una fragola cadde sul ripiano con un piccolo tonfo molle mentre trasferiva il pezzo di torta su un piattino. Raccolse la fragola e la mangiò. Pulì la chiazzetta di sugo sulla credenza con uno strofinaccio. Tornò a tendere la pellicola sui resti della crostata e la ripose nel frigorifero”…

Processed with Moldiv

Processed with Moldiv

Ingredienti:

  • 2 rotoli di pasta sfoglia circolare;
  • 500 gr di fragole;
  • 1/2 tazza di zucchero bianco;
  • 1/4 tazza di zucchero di canna;
  • 1 cucchiaio di succo di limone;
  • 1/4 cucchiaino di sale;
  • 1/4 tazza di farina manitoba;
  • cannella q.b.;
  • 2 cucchiai di burro non salato e tagliato a pezzettini;
  • 1 albume sbattuto con un cucchiaino d’acqua;

Procedimento:

Preriscaldate il forno a 200°.
In una tortiera con bordo alto adagiare e spianare un rotolo di pasta sfoglia.
In una ciotola capiente mescolate insieme le fragole tagliate a pezzetti, i due tipi di zucchero, il succo di limone, il sale e la manitoba.
A questo punto, dopo aver incorporato bene tutti gli ingredienti, riempite la tortiera con il composto e livellate bene; spolverizzate con abbondante cannella e fate cadere piccoli riccioli di burro sulla superficie e coprite il tutto con il secondo rotolo di sfoglia (o ricavatene ritagli che utilizzerete per decorare la parte superiore della vostra torta come meglio credete).
Prima di metterla in forno, spennellatela con la mistura di albume e acqua, in modo tale da rendere la crosta lucida in cottura.
Infornate per una 20ina di minuti e poi abbassate la temperatura a 175° e completate la cottura per altri 25-30 minuti, fino a quando non vedrete dorare le sfoglie.
Una volta pronta, lasciate che si raffreddi perfettamente (qualche ora più tardi) prima di servire; l’interno avrà quasi la morbida consistenza di una marmellata con grossi pezzi di frutta: un ottimo contrasto con la croccantezza della crosta!).

Un po’ di sale in zucca:Per prima così infornò le torte, usando la conserva in scatola collocata sugli scaffali della dispensa e rabarbaro e fragole fresche colte nell’orto. Le fragole erano mature al punto giusto, Dio sia lodato, ed era bello sapere che non sarebbero andate sprecate. Già solo il fatto di cucinare la fece sentir meglio, perché cucinare voleva dire vivere. Una crostata di mirtilli, due di fragole e rabarbaro, e una di mele. Il loro profumo riempì la cucina, quel mattino. Le mise a raffreddare sul davanzale della cucina come aveva sempre fatto”…
(Stephen King, L’ombra dello scorpione)

book-to-filmDiventerà presto una miniserie televisiva (come già avvenuto nel 1994) prodotta da Warner Bros per Showtime, per poi culminare in un vero e proprio film; produzioni entrambe affidate al fan kingiano Josh Boone, ma che vedranno sicuramente un coinvolgimento del Re stesso.
Si vocifera di un Randall Flagg con il volto del premio Oscar Matthew McConaughey.

…”Books and movies are like apples and oranges. They both are fruit, but taste completely different”…
(Stephen King)

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Saggio su Carlo Levi


Presentiamo oggi un saggio inedito su Carlo Levi, a 40 anni dalla morte.

La ricca e passionale prosa di Piero Lucia ci dipinge un breve, ma concentrato ritratto di questo uomo d’arte a tutto tondo del secolo scorso: pittore, scrittore, studioso di medicina e politico impegnato ed attivo in un contesto storico che vedeva l’Italia ribollire tra lotte e disparità sociali, dedito e attento intellettuale, pronto a spendere voce ed energie per quella patria – a volte ingrata – e quel partito che avranno sempre il Mezzogiorno come fulcro di inchiesta.

Non ci dilunghiamo oltre, se non per proporvi direttamente queste ancora inedite riflessioni sull’autore del celebre Cristo si è fermato a Eboli, e ringraziando chi ci ha concesso ancora una volta di far da dispensatori di cultura e curiosità.

Su Carlo Levi: CarloLevi

Carlo-Levi-Autoritratto

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